io ho cercato e avuto solo storie serie, le storie brevi sono state brevi non per mia scelta ma del cretino di turno che dopo un mese o poco tempo se n'è andato...
e sì, mi pento di non aver fatto le esperienze di cui parli, mi sento inferiore e mi sento di avere dei complessi per questo...
purtroppo
Messaggi di yoshi
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siamo in due, io sto cominciando a pensare che veramente sono tutti pazzi...
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io sto meglio in autunno perché è più buio..
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Le nostre zone erronee
questo aveva colpito molto anche me...
dovrei rileggerlo... -
io proporrei milano
però se si fa a Roma dovrei saperlo con parecchio anticipo per pagare poco con trenitalia.... -
Salve
Vi butto lì una questione che mi "perseguita" praticamente da sempre ma soprattutto negli ultimi anni, che ogni tanto tengo a bada (quando mi sento particolarmente bene, soddisfatto di me e con uno scopo che riesco a perseguire) ma che spesso rispunta fuori, come in questo momento.Vi siete mai sentiti... "in ritardo" rispetto agli altri? Rispetto ai vostri coetanei, per la precisione, visto che di età e di tempo si tratta.
Ecco, io mi sento così.Sì a volte mi capita di sentirmi anche io così, non sempre, nel senso che comunque ho terminato gli studi in tempo, e ho un lavoro decente (non si sa ancora per quanto, ma c'è gente dela mia età che non l'ha ancora avuto)
E' difficile da spiegare in poche parole, ma non penso lo sia da comprendere: in ambito personale, sentimentale, sessuale, lavorativo e in generale con esperienze di vita mi sento sempre indietro di qualche annetto rispetto a chi ha la mia età (e non solo rispetto a chi ha esattamente il mio numero di anni trascorsi ma anche a chi ne ha qualcuno in meno).
Forse sono troppo severo con me stesso, ed è vero che da sempre ho una grossa dose di insicurezza intrinseca che mi mette in una quasi perenne ansia da prestazione (anche minima) in qualunque cosa faccia, ma senza estremizzare troppo e cercando di analizzarmi nel modo più asciutto ed oggettivo possibile sono giunto alla - se così la si può definire - conclusione che secondo me ognuno ha una età biologica che non sempre corrisponde all'età "interiore" (o come volete chiamarla), con il livello di maturità, per così dire.Anche io, tempo fa la prima riga di presentazione del mio blog era "vorrei avere 5 o 6 anni in meno di quelli che ho"...e se ci penso è tuttora così.
Mi ritrovo oggi a fare cose che anche solo fino a pochi mesi fa credevo impossibili per me (per il mio carattere, per le mie competenze, esperienze o inesperienze, e tanti altri motivi). E quindi, senza struggermi con pippe mentali autodistruttive cerco di vivere la vita alla giornata badando ai miei doveri essenziali e "del presente" senza lasciarmi travolgere dalle paure circa il futuro.
già questo è un passo avanti..
Tuttavia, nei momenti di debolezza basta poco a mandarmi in tilt: se mi guardo attorno trovo persone stimolanti o che comunque "si danno da fare" molto più di quanto non riesca a fare io, ragazzi che alla mia età (o anche più piccoli di qualche anno, come dicevo) viaggiano, fanno esperienze di tutti i tipi, lavorano qui e lì, fanno l'Erasmus, hanno avuto diverse esperienze relazionali o sessuali, e quant'altro.
anche io noto le persone così: colleghe di due anni più grandi che si sono girate il mondo, lavorato finché studiavano e facevano il dottorato, già fatto il mutuo, già conviventi o sposate...
e mi fanno sentire una cacchina in confronto... perché io non ho una casa, mi mancano tanti viaggi, non ho un lavoro sicuro, non ho un futuro sentimentale sicuro, non ho un cavolo...Prendiamo il lavoro, ad esempio: io, che mi sono sempre dedicato principalmente allo studio (sono alla magistrale), purtroppo o per fortuna non mi sono mai ritrovato nelle condizioni di necessitare di un lavoro per mantenermi (sebbene i miei non siano ricchi sfondati, anzi; specie in questo momento la crisi si fa sentire parecchio), dunque mi ritrovo a 26 anni appena compiuti senza un curriculum, senza aver mai servito neppure un caffè.
il tuo lavoro è lo studio e se i tuoi genitori ti danno questa opportunità, coglila... anche io l'ho colta, e anche io appena uscita non sapevo far nulla, a differenza di chi si era fermato alle medie...
Prendiamo l'istruzione: c'è una parolina che mi "perseguita", ed è "Erasmus". Ormai pare che lo facciano tutti, che conti più della laurea stessa, che se non lo fai sei un fallito, ti perdi un'esperienza formidabile e blablabla. Io sono d'accordo con tutto questo, soprattutto sulla capacità formativa nella vita (prima ancora che nell'istruzione universitaria/professionale) di questa esperienza, tuttavia non mi sono mai sentito di imbarcarmi nella cosa, vuoi per una questione economica, vuoi perché non la ritenevo essenziale come forse la ritengo adesso, vuoi perché tutto sommato se vorrò viaggiare/studiare/lavorare all'estero potrò sempre farlo in futuro (anzi, ci conto!). Eppure quando vedo che cani & porci vanno in Erasmus o quantomeno fanno la richiesta ed io no, è come se mi sentissi un fallito, un pigro, come se mi mancasse qualcosa.
lì sono scelte personali, io ti dico solo che ho fatto tre settimane di erasmus breve al quinto anno di uni, ed è stata l'esperienza più bella di tutti gli anni e forse una delle più belle della vita... se ti capita fallo!!! o almeno provaci, al massimo torni indietro!! se ti laurei tre mesi dopo non casca il mondo...
Prendiamo l'aspetto sentimentale/sessuale... nah, non ce n'è bisogno: vi basta pescare uno qualsiasi dei miei altri thread
io spero di sbagliarmi, ma morirò sola e probabilmente vergine
Prendiamo la vita in generale: qui è difficile, ma per farvi un esempio in questi circa 6 mesi che vivo da solo per la prima volta, e per la prima volta in una grande città, mi sento d'esser cresciuto più che negli ultimi "enne" anni. E la cosa mi fa star benissimo! Solo che, chiaramente, a volte sorrido al pensiero che cose banalissime come "gestire un pranzo improvvisato tra amici conosciuti da pochissimo in una cucina stretta e con pochi ingredienti" mi sembrano missioni riuscite con successo
Lo stesso dicasi di cose che magari prima non riuscivo a fare causa timidezza o comunque insicurezza, come conoscere agevolmente nuove persone, "buttarmi" in uscite dove non conosco quasi nessuno (e che invece ritengo quasi sempre le migliori in assoluto, se si becca la compagnia giusta!), ballare con gente che conosco appena quando magari prima a stento lo facevo coi miei amici più stretti, e tanto altro ancora! Il punto è che mi sembra sempre "Un gran salto per me, un miserrimo passettino per chiunque altro", parafrasando all'inverso la famosa frase di Armstrongbeh intanto è già qualcosa
continua così e poi vedrai che andrai più distante...
So che ognuno ha i suoi tempi e lo vedo, lo vedo in persone che "ce l'hanno fatta" molto dopo rispetto agli altri, lo vedo in chi è come me (ma si fa meno problemi esistenziali, guadagnandone in fiducia in se stessi, che forse è la risorsa più preziosa), ed è l'unico vero conforto che ho. Però, ecco, il mio timore è di starmi auto-giustificando quando invece dovrei forse fare di più. Il problema è che mi sento incapace di fare più di quanto faccia, o meglio impreparato, e spero sempre che, così come sono maturato finora, il processo - indietro magari rispetto a molti coetanei - sia comunque in atto, e che alla fine anch'io arriverò dove non sono ancora arrivato.
Voi cosa pensate di tutta questa faccenda? Non chiedo una risposta, solo qualche riflessione od opinione
mi sembra che tu hai delle qualità, stai facendo dei passi avanti... chiedi consigli a chi è più bravo di noi, non buttarti giù, pensa a ciò che fai che prima ti sembrava impossibile....
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Ciao Yoshi,
scusa ma non ben capito...hai un fidanzato ( a cui devi tenere molto in base a quanto hai scritto) che é allo scuro della tua "inesperienza"?ciao.. no no, lui sa tutto di me, compreso questo....
ma ora non può / vuole accontentarmi e forse non lo farà mai... l'avevo scritto in un altro post.. -
grazie Agatha...
i primi mesi in cui ero qua, sì ammetto che c'erano un po' di incomprensioni probabilmente legate comunque al tanto desiderato avvicinamento...
io non ero mai abituata ad averlo in casa e quando sono venuta qua in affitto lui veniva qua e per me era una cosa nuova, non negativa eh, solo nuova, e ci ha causato un po' di stress e discussioni... però dopo un mesetto o due è andata meglio, stavamo benissimo, felicissima di poterlo vedere spesso, anche 2-3-4 giorni a settimana, in confronto alle due volte al mese quando andava bene di prima...
dopo questa primavera sono successe delle cose che hanno fatto dubitare me del suo amore, nonostante lui di fatto non avesse fatto nulla di terribile (niente tradimenti nè niente ecco) non riusciva più a darmi tanta sicurezza, io comunque ho sempre detto che lo amo così com'è e ho continuato a voler stare con lui e a dargli tutto l'amore che posso perché il pensiero di stare senza di lui mi fa malissimo...
queste cose le sa, più o meno sa già tutto, e io ho paura.. è vero che soffrivo per alcune cose, ma le persone non sono come oggetti che se non sono perfetti si cambiano, le persone si amano per ciò che sono ,pregi e difetti...
ieri mi ha scritto un po' più carino, preoccupato, io ho solo risposto a quello che ha detto senza chiedere niente come sempre, per rispettare il suo bisogno di distanza... -
non ho mai fatto sesso, quindi non so se la mia risposta valga, però quando mi è capitato di discutere col mio ragazzo non avevo praticamente mai voglia di nessuna attivita baci/coccole/carezze anche se magari ci eravamo già detti "è tutto a posto", mi ci vuole un po' per riprendermi e convincermi...
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crepi grazie...
qualsiasi parola o qualsiasi consilgio... è ben accetto... mi sa che sto per morire...