Messaggi di LeggeraMente

    Tranquillo, è giusto avere dubbi su una persona che non conosci minimamente. Ti assicuro che so distinguere tutte le emozioni e tutte le situazioni. So anche riconoscere che sono diventato meno empatico rispetto a qualche anno fa, ma non ne sento il bisogno di riavere questa "caratteristica". A meno che lo psicologo non trasformi l'acqua in vino, non può aiutarmi. Come ho già scritto, ci sono persone che possono essere aiutate, in quanto effettivamente sono malate, e altre che non possono esserlo, in quanto sono effettivamente sane.

    Ti ringrazio per aver compreso il senso del mio messaggio. Però il dubbio mi resta :)
    Considerare finita la propria vita, a 30 anni, a causa della bassa statura e di un viso (a detta tua) non bello, non riesco a vederlo come un comportamento 'sano'. Altrimenti saresti in pace con te stesso e non scriveresti qui. Mia personale riflessione ovviamente.

    Arrivato alla mia età capisci che non esistono cure terapeutiche o psicologi che tengano, non è un problema di psiche. Sarebbero solo soldi gettati via dalla finestra, con tutto il rispetto dovuto a professionisti del campo.

    Secondo me invece sarebbe utile e auspicabile un aiuto di un professionista. Certo non può allungarti le gambe o modificare il tuo viso, ma c'è molto che potrebbe fare per migliorare la qualità della tua vita. Però dovresti esserne convinto tu per primo, e mi pare di capire che non lo sei.


    La mia psiche è intatta, delusa, dilaniata, anche a pezzi, ma intatta. So distinguere il vero dal falso o il dolce dall'amaro. So distinguere l'umiliazione dal trionfo e la rassegnazione dalla resistenza.

    Perdonami, non voglio sembrare brusco o offensivo (non è la mia intenzione), ma mi sento di sollevare dei dubbi a riguardo di queste affermazioni.

    Mi pare di aver capito che parliamo di una persona che non agisce d’istinto, molto riflessivo nel prendere decisioni importanti, e forse un po’ insicuro. Potrebbe essere la sua insicurezza a mandarlo in loop? O forse percepisce il tuo disaccordo e la paura di deluderti lo blocca?

    O forse è semplicemente il suo carattere, un po’ da eterno indeciso.

    Condivido tutto ed è il nostro stesso approccio. Peraltro mio marito ha intestato tutto a me, perché lui ragiona che il centro della famiglia è la donna; ma lui è un marito troppo speciale e lo so. Certo senza arrivare a tanto uno che ragiona con 'questo è mio e decido io' non è proprio soggetto adatto a creare una famiglia.

    Noi siamo in comunione di beni, alcune cose sono intestate a me, altre a lei, altre ancora a tutti e due. Anche il 'peso' in famiglia è piuttosto bilanciato. Ma sono equilibri che abbiamo creato di comune accordo, e la cosa sembra funzionare :)

    Boh, noi in 37 anni assieme, di cui 32 di matrimonio, non ci siamo mai trovati davanti ad un ultimatum o un'imposizione. Sarà che siamo tutti e due persone logiche e razionali, ma per questioni economiche importanti, come le eredità, abbiamo sempre studiato assieme la soluzione migliore, mettendo da parte il fattore emotivo.

    In questo caso se l'idea di tutti i miei familiari (moglie e figli) è di vendere e io decido di tenere: si tiene.

    Se in famiglia si arriva ad una situazione di questo tipo, il decidere se vendere o tenere è l'ultimo dei loro problemi :)

    Quindi senza il tuo ok lui non può prendere una sua decisione.

    Chiarissimo.

    Funziona così anche per me. Se sono decisioni personali che non impattano sulla famiglia siamo liberi, io e mia moglie, di decidere in autonomia, a volte senza nemmeno consultarci. MA se sono decisioni i cui effetti ricadono in qualche modo sul nucleo famigliare, ci vuole l'unanimità.

    Se la tua soluzione è oggettivamente 'migliore', dovrebbe lui per primo esserne felice, visto che queste cose, alla lunga, possono portare stress e ansia. E quindi, prima si risolvono e meglio è per tutti. Hai inserito nell'xls lo stress emotivo e il tempo perso fra i contro?