Gentili Dseries, GuaritoreFerito e into_theAbyss999,
mi fa piacere leggere le vostre riflessioni perché toccano un punto che troppo spesso viene trascurato, cioè quanto i farmaci possano incidere sulla sfera sessuale e quindi sulla qualità della vita. Non si tratta di un aspetto secondario e parlarne apertamente è già un passo importante.
Dseries, quello che racconta della sua esperienza con Quetiapina e Olanzapina è un esempio molto chiaro di come due molecole appartenenti alla stessa categoria possano avere effetti molto diversi. L’Olanzapina tende ad agire più pesantemente su alcuni recettori della serotonina e questo, in diverse persone, si traduce in riduzione della libido o difficoltà erettive. La Quetiapina, pur avendo meccanismi simili, esercita un’azione più “bilanciata” e spesso risulta più tollerabile sotto questo punto di vista. Naturalmente la risposta varia da persona a persona: genetica, metabolismo e sensibilità individuale fanno sì che non ci siano due esperienze identiche. Se sta pensando a una reintroduzione di Olanzapina per i suoi effetti sul sonno, può avere senso procedere con cautela, valutando dosaggi minimi ed eventualmente considerare alternative più mirate all’insonnia. A volte, anche un approccio non farmacologico, come la terapia cognitivo comportamentale per l’insonnia, può affiancarsi ai farmaci riducendo la necessità di dosaggi più alti.
into_theAbyss999, la sua preoccupazione riguardo all’uso combinato di Finasteride e SSRI è assolutamente fondata. Entrambi i farmaci sono noti per possibili ripercussioni sulla sessualità e, seppur non esistano studi specifici sulla loro associazione, è ragionevole pensare che gli effetti possano sommarsi. Con la Finasteride il rischio riguarda soprattutto calo della libido, disfunzione erettile e, in alcuni casi, sintomi che persistono anche dopo la sospensione (quella che viene chiamata sindrome post-Finasteride). Per gli SSRI il discorso è analogo: molti pazienti sperimentano alterazioni della risposta sessuale in corso di trattamento e una parte, purtroppo, continua a riportare difficoltà anche a distanza di tempo (PSSD). La buona notizia è che non tutte le persone sviluppano questi problemi e molte recuperano del tutto dopo la sospensione. Per ridurre i rischi il suggerimento è di parlarne con il medico prima di iniziare o proseguire il trattamento, discutendo anche di eventuali alternative che abbiano un impatto sessuale minore, come il Bupropione o l’Agomelatina. È utile inoltre monitorare attentamente i sintomi e segnalare subito eventuali cambiamenti.
Capisco che leggere esperienze negative su forum e gruppi possa aumentare la paura e dare la sensazione che il rischio sia altissimo, ma la realtà clinica è più sfumata: la maggior parte delle persone tollera questi farmaci. La differenza sta sempre nella risposta individuale e nella possibilità di adattare la terapia in modo personalizzato. Il messaggio che vorrei lasciarvi è che non si è mai senza alternative e se un farmaco crea problemi, di solito ne esistono altri che possono funzionare senza gli stessi effetti collaterali.
Un saluto cordiale,
Federico Baranzini
Psichiatra e Psicoterapeuta a Milano