Grazie a tutti per i consigli ricevuti. Sfrutterò ogni dritta per aumentare anche solo dell'1 % la possibilità di trovare qualcosa. Vi terrò aggiornati. Grazie.
Messaggi di itinere
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Ricordo una discussione su questo forum in cui io sostenevo che dopo una certa età trovare lavoro o cambiarlo è più difficile e alcuni non erano d'accordo.
Per quello che posso dirti, in Italia non importa a nessuno dei costi "sociali" del lavoratore "agee" perché in Italia non c'è gran contributo da parte delle aziende. Anche essere overqualified non è un problema se ci si candida per posizioni in cui l'esperienza sia un plus. I veri problemi sono questi:
1. Il driver delle assunzioni è spesso il costo, si va al risparmio: si preferisce assumere persone meno costose, anche con un gap di competenze, magari giovani e smart in grado di imparare rapidamente, piuttosto che investire in persone senior che giustamente possono avere aspettative retributive migliori
2. Sono pochi i lavori per persone qualificate e poiché si presume che la qualifica abbia un costo, se proprio è necessario e non si può risolvere col neolaureato si tende ad assumere qualcuno esperto ma in qualche modo "garantito", qualcuno che si conosce o che altri garantiscono
3. Se ci si presenta da disoccupati (circostanza che può capitare ahimè a chiunque) già depone male, come fosse una colpa, anche quando non dipende dalla persona ma da circostanze contingenti.
Poi c'è tutto il tema di hr giovanissimi che indubbiamente vedono come un fossile il 50 enne, ma se dall'alto gli arriva il mandato di assumerti lo fanno.
Ho visto moltissimi cambiare azienda anche oltre i 50 e in modo profittevole. Tutto sta però a sapersi muovere, bisogna "farsi aiutare" da amici e conoscenti che possano almeno segnalare il CV, che non resti uno fra mille insomma.
Purtroppo durante la mia carriera lavorativa ho pensato solo a lavorare e non ho curato le pubbliche relazioni.
Col senno di poi, se potessi tornare indietro, non rifarei lo stesso errore.
In questo modo devo gestire la situazione solo con le mie forze.
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Venendo alla parte che finora avevo trascurato, purtroppo, specialmente in Italia (non so all'estero), il fattore anagrafico è fortemente impattante nella ricerca di un nuovo lavoro.
A meno di non avere una professionalità veramente unica o particolare, non è per niente facile riuscire a trovare lavoro (a meno di non essere medici, in questo momento particolare della sanità in Italia). Ho colleghi che, per riuscire a trovare lavoro, hanno dovuto tagliarsi lo stipendio di 600-700 euro mensili. Talvolta, neanche così si ottiene qualcosa.
Anche vari corsi di specializzazione post laurea non vengono proprio presi in considerazione. In Italia, forse non in tutti i settori, la cosa fondamentale è pagare poco, il meno possibile, a prescindere da tutto.
Allora inizi a prendere coscienza che i sistemi di ricerca che finora, nel corso degli anni, avevi usato sono inutili. Mandare CV personalizzati, lettere di accompagnamento, proporti su varie piattaforme online (LinkedIn, Infojobs, Monster...) è tutto inutile. Si prende in considerazione di cambiare settore merceologico e tipo di mansioni per cui ci si propone. Ma anche qui subentra il problema dell'esperienza. Hai esperienza, ma in altri settori. Magari fai dei corsi per aprirti nuove professioni in nuovi settori, ma quando ti proponi a un'azienda sei un senior con esperienza junior in quel nuovo settore. Difficile trovare qualcuno che ti assuma.
Consideri di metterti in proprio ma in Italia, da quanto letto e sentito da altri, anche in camera di commercio, è pericoloso aprire partita iva senza avere già una serie di clienti consolidati. Si rischia di portare i libri contabili in tribunale entro un anno.
Insomma, è certamente una bella sfida di cui non ho trovato ancora la soluzione. E, giusto per portare una ventata di ottimismo, alla pensione INPS (al momento) mi mancano 15 anni...
Sto considerando anche delle soluzioni alternative, talora anche fantasiose purtroppo, costretto dalle situazioni contingenti.
In effetti quello che sto cercando è un reddito stabile, da lavoro o investimento, ancora da definire.
Sono in mezzo a questo viaggio e per ora non si intravede terra.
Ma, come diceva una tizia, domani è un altro giorno...
Saluti.
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La parte piu' strettamente "tecnica" della ricerca è complicata ma affrontare la quotidianità in questa situazione è più complicato. E' la parte psicologica della situazione a essere difficile da gestire.
Il sentirsi scartati a priori solo per l'anagrafe, senza darti l'occasione di mostrare il tuo valore, è una cosa difficile da accettare. Il mio scopo qui è cercare di "attrezzarmi" o migliorare per la gestione della attuale "normalità" che spero finisca presto.
Grazie e saluti.
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Io purtroppo non ho conoscenze in altre aziende. Mi son sempre arrangiato da solo.
Al momento cerco di non far trasparire a chi mi sta vicino la gravità della situazione e la cosa mi costa non poco.
Sto iniziando ad avere problemi di nervosismo e insonnia. Devo provare anche io a far sport e praticare qualche tecnica di rilassamento.
Grazie per il tuo contributo.
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Salve a tutti, per motivi di crisi aziendale mi sono ritrovato a dover iniziare a cercare lavoro dopo i 50 anni.
Al di là di come vieni visto dai responsabili delle risorse umane (come un brontosauro, a prescindere dal tuo CV), a me interessa più indagare i risvolti psicologici della situazione.
Cercare lavoro a questa età è un'esperienza "totalizzante", che tocca tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana.
Al di là della decisione di intraprendere o meno nuove sfide professionali (come fare corsi di informatica avanzata e presentarsi come un senior con esperienza junior...), la cosa difficile da affrontare è la quotidianità con tutti i suoi imprevisti, che sono molti.
Ti ritrovi a questa età (vecchio per le aziende, un giovanotto per l'INPS) in cui ti vengono a mancare molte certezze e le cose a cui ti affidi sono l'ottimismo, il sostegno delle persone amiche e la fiducia in te stesso.
Infatti, a parte l'aspetto economico in senso stretto (più o meno impellente a seconda dei vari casi), la cosa più difficile da affrontare è la quotidianità. Mantenere un equilibrio psicologico mentre si cercano nuove strade non è per niente una cosa banale.
Dopo un bel po' di porte sbattute in faccia, pensi a fare il salto da lavoro dipendente a lavoro autonomo, ma con tutti i dubbi del caso (specie col fisco che abbiamo). Col pensiero che le tue decisioni non impattano solo su di te ma anche su chi ti sta al fianco (figli, compagna, genitori...).
Io personalmente cerco di vagliare tutte le varie possibilità che si presentino, magari anche inventandone di nuove. Perché questo mi aiuta ad essere a posto con la mia coscienza, con la consapevolezza di aver fatto del mio meglio. Senza che ovviamente questo mi dia la certezza di raggiungere un qualche risultato.
Ecco, io sto vivendo così da circa un anno.
Mi piacerebbe sentire chi vive o ha vissuto esperienze simili, per magari trarre qualche spunto utile per me o anche per chi leggerà questo post. Anche solo per trarre incoraggiamento, che non è mai inutile in questa società che sta diventando sempre più disumana.
Grazie. Un navigatore.