Il quesito inizia da questa breve storia – ma potete anche andare direttamente alla domanda sotto –
Quando ero ai primi anni di superiori si trasferì da un'altra scuola una ragazza, Valentina. Mi piacque sin da subito. Inizialmente lei stava con uno, ma noi comunque diventammo amici. Un giorno, non molto lontano, Valentina si fece subito più ammiccante e, per vie traverse, scoprii che da poco si era lasciata. La situazione decollò subito: io sapevo di piacere a lei e lei a me, ma stava arrivando l'estate e lei sarebbe andata via per tutto il tempo. Mi ricordo ancora che, negli ultimi giorni, una mia compagna di classe mi disse di andarle a dire qualcosa (perché la situazione era palese a tutti)... ma per l'imbarazzo non le dissi quello che provavo. Quell'estate fu una delle più belle: conobbi in vacanza un'altra ragazza, Sara, e lei fu la mia prima fidanzata. L'estate passò, ritornai a scuola, lei ovviamente venne a sapere di Sara e immagino non ne fosse troppo contenta. Però Valentina mi piaceva troppo e mollai Sara, nonostante fosse una persona molto cara per me, un po' per colpa della distanza, un po' per Valentina. Un mese dopo, Valentina si mise con un tipo e ci restò per tutte le superiori.
Tuttavia, abbiamo scelto la stessa università. In cuor mio speravo che prima o poi Valentina si lasciasse con il tipo e, nonostante io abbia avuto un'altra storia, l'ho sempre guardata un po' da lontano sperando che eventualmente qualcosa sarebbe successo. Quando il primo anno di università era ormai giunto al termine, lei mi disse che qualche mese prima si era infine lasciata con il fidanzato anche lei.
Ora, quando qualcuno conclude una lunga relazione, tendenzialmente fa dei grossi cambiamenti: lei ha deciso che l'università non le piaceva poi così tanto (i suoi genitori l'hanno un po' obbligata a finirla) e quindi, alle 6 di mattina, va in palestra per poi saltare le lezioni.
Ha preferito il suo aspetto fisico allo studio, mentre io ho molta passione per quello che faccio (di gran lunga di meno della palestra, mi piace andare a correre ma nulla di più); quindi, crescendo, le nostre strade, pur essendo tuttora collegate (entrambi siamo ancora all'università), si sono separate.
Avrei avuto l'occasione di approfondire quella relazione, ma ora non provo più l'interesse che avevo prima, anche se, per un vecchio riflesso, mi piace ancora. So di essere una persona molto più ideale che pragmatica e questa è tutta una questione ideale: mi piace Valentina, ma penso (per come sono stato educato e per le mie passioni) che questa sia una scelta non tanto interessante (ognuno è libero di fare quante scelte "non interessanti per me" quanto vuole
; mi sono volutamente astenuto dalla parola "stupida") e quindi lei è diventata molto meno interessante per me.
Mettendo da parte tutta questa sfortunata questione di tempismo: nel forum ci sono persone molto diverse fra loro e da me. La maggior parte di voi ha anche un po' più esperienza di me nella vita, quindi, secondo voi, cosa è meglio tra il pragmatismo e gli ideali? Bisogna essere come si è e non snaturarsi mai oppure si possono rompere le proprie regole interne per, forse, essere un po' più felici? Questo è solo un episodio, ma non è l'unico che mi porta a farmi questa domanda e sono sicuro che verrò messo di fronte a questa scelta molte altre volte, quindi vi prego, come persone esterne, siate onesti. Mi sto facendo un'enorme quantità di s*ghe mentali e dovevo decisamente buttarmi di più (e chiaramente questo non vale solo per andare a letto con qualcuno, si parla in generale), oppure tutto quello che vi ho raccontato ha un senso per voi?