Il quadro che presenti è assai complesso e bisogna considerare se premesse generalizzate (la situazione socio-economica non solo italiana, ma addirittura mondiale) giustifichino conclusioni come il presunto bisogno di una rivoluzione "nel mondo" da parte dei giovani per risolvere la questione. In verità, in ogni paese del mondo, si assiste a crisi di diversa entità: c'è chi è sotto i bombardamenti, chi vive in paesi estremamente poveri per volere di altri più ricchi, chi vive in dittature, poi c'è la nostra finta democrazia e relativi poblemi.
Partirei dalla storia della nostra civilità e possiamo osservare una costante: le classi più ricche e potenti (nelle loro differenti forme e gerarchie) da sempre vessano le classi minori, cioè il povero popolo. E' vero che quest'ultimo si è poi ribellato trovando lo stimolo per organizzarsi (come la nascita della democrazia già nell'antica grecia); e così ci sono state molte rivoluzioni sociali e politiche nel corso dei secoli in occidente. C'è da dire che fatta una disamina sui problemi politici, sociali ed economici a livello intrinseco ritengo che il problema sia, in ultima analisi, nella natura dell'uomo: la realtà esteriore è lo specchio dell'essere umano e non esisterà un sistema di governo perfetto finché vi sarà competizione fra i paesi, ma anche qui, entriamo in un problema vecchio quanto il mondo, in cui il più forte depreda il più debole creando un precedente, oltre che lasciando povertà e involuzione alle spalle, ma la nostra evoluzione come "impero di occidente" è derivata anche da questo, però in un mondo tecnologico, munito di ordigni nucleari, dove c'è necessità di risorse energetiche, e in cui la cultura è consumistica e la popolazione è cresciuta ma le risorse planetarie sono limitate, comincia a diventare più problematico rispetto ai secoli passati, e si afferma una lotta fra grandi potenze, dove colonie e stati satellite si trovano coinvolti come pedine, Europa inclusa in questo particolare momento storico. L'evoluzione (e la rivoluzione) per me può avvenire solamente nella coscienza del singolo, le ideologie passano, il sistema capitalistico elevato all'ennesima potenza presenta delle controindicazioni, le democrazie si stanno dimostrando imperfette o comunque l'opinione pubblica si può anche manipolare, e nemmeno le autocrazie sono certamente da auspicarsi; insomma rimane la coscienza dell'individuo, ma siamo molto lontani dal capire che l'umanità è come un organismo e il benessere di tutti può arrivare solo dalla reciproca collaborazione. Al momento in Africa c'è chi vive con pochi litri d'acqua al giorno mentre dall'altra parte del mondo volano aerei privati che bruciano quantità abnormi di carburante.
Più nel dettaglio Italiano possiamo dire che la crisi economica comincia da lontano e da qualche tempo si è intrecciata a una profonda crisi culturale e generale dell'occidente. L'Italia aveva (ed ha) i suoi punti deboli e grandi lacune, ma in tempi recenti il tutto è stato enormemente esasparato da disegni geopolitici complessi che alla base hanno consorterie e relativi interessi a gettarci, come europa mediterranea, nella povertà "definitiva".
Poi, nota a margine: Le rivolte non funzionano. Che ne è stato delle manifestazioni di questi ultimi anni, ad esempio sul green-pass? Inascoltati e umiliati in primis dal popolo stesso aizzato dai media e dalla disinformazione, lì si è toccato il fondo, ma tuttora sulla questione vaccini c'è un sinistro silenzio da parte delle istituzioni, anche alla luce delle controversie emerse (e qui mi fermo perché c'è un corposo thread dedicato). Lo cito solo come esempio sociologico ma a seguito ve ne sono stati a iosa. Altro esempio, si prendono venti persone e si ammucchiano in una piazza a sventolare quattro bandiere dell'Ucraina e tutti i media all'unisono: "L'Italia è con Zelensky, oggi incontro con presidente Meloni" (l'Italia, ormai è noto anche ai sassi, è per la pace, non per le armi) ci vuole dunque poco a sopprimere una manifestazione ignorandola, o crearne una finta, mentre tutti i mezzi di comunicazione (che sono parte fondamentale del problema) fomentano informazioni distorte e di parte.