Messaggi di Saritta

    Lo trovo un modo per enfatizzare ulteriormente la presunta colpa della donna.

    Come se quella scelta non portasse già, di per sé, un pesante strascico emotivo.


    Tra l'altro, l'aborto non viene solo da situazioni disagiate. Certo, è benissimo fare sensibilizzazione, istruire, educare uomini e donne sull'utilizzo appropriato dei contraccettivi, appoggiare le iniziative che sostengono moralmente ed economicamente le famiglie e la donna per portare avanti la crescita di un figlio. Ma l'aborto resta una scelta libera della donna, che essa abbia 15 anni, 30 o 40, che essa sia nata in un contesto sociale disagiato o in una famiglia ricca. Perché, cari moralisti, capita, eccome se capita. Sappiamo tutti utilizzare metodi contraccettivi, ma sappiamo anche che esiste l'errore. Ed esiste la scelta ponderata di non portare avanti una gravidanza.


    Trovo un po' crudele questa imposizione...

    Anche perché nella maggior parte dei casi, non penso cambierebbe la scelta finale: servirebbe solo a far stare male ulteriormente alcune donne, per le quali, dopo l'aborto, la vita continua.

    Ciao :)

    Per quanto riguarda il lavoro, se senti necessità di cambiare e fai fatica, affidati anche alle agenzie oppure a un professionista, esistono degli psicologi-coach che aiutano non solo nell'orientamento, ma proprio anche nel preparare CV, colloquio, saper parlare e valorizzarsi, ecc.

    Non so in che città vivi, ma un po' dappertutto ci sono attività da poter svolgere: imponiti una camminata al giorno, dopo lavoro, e cura la tua persona esteriormente, fa stare meglio anche emotivamente.

    Puoi iscriverti in una palestra o a un corso, inizia ad uscire anche da solo, magari per vedere un museo, da cosa nasce cosa.

    Tutti i giorni ^^ che stupida sono stata a 19 anni, ho voluto pensare con la testa, o meglio pensavo di averlo fatto, ma in realtà ho solo messo da parte l'istinto, e fatto la scelta che credevo più "giusta" ... vorrei parlare alla vecchia me e dirle: tira fuori le palle, non ascoltare nessuno e buttati!!! Che la vita è una.

    Nel mio caso, dopo il liceo linguistico ho studiato Economia (triennale+magistrale). Perché? Bella domanda. Ero indecisa, non avevo una gran voglia di studiare e pensavo che tale facoltà mi avrebbe aperto molte strade. Non sto dicendo che il percorso non mi abbia dato soddisfazioni, anzi certe materie mi hanno anche appassionato e ho avuto buoni risultati. Ma il fatto è che non la sento "mia" come strada, non mi rappresenta.

    Sono sempre stata interessata alle materie umanistiche, alle lingue, mi piace scrivere. Ma temevo che quella strada non mi avrebbe dato futuro. In realtà, oggi, sono molto interessata anche a materie più scientifiche, come la nutrizione (lavoro per un'azienda nel settore dell'integrazione alimentare), ma ai tempi che ne potevo sapere? ^^

    Penso però che a 19 anni non si abbiano proprio gli strumenti per scegliere, né la maturità...non tutti hanno le idee chiare. Secondo me, la scuola dovrebbe insegnare meglio a tirare fuori le proprie abilità e capire in cosa si è più portati.

    Ora ho 33 anni.

    Con il tempo, mi sono anche resa conto di una cosa: se si studia e si persegue ciò che piace, anche se si tratta di un settore difficile, in cui c'è poca offerta lavorativa, alla fine si avrà soddisfazione perché il proprio lavoro lo si farà bene, con passione.

    A volte semplicemente accetto il corso degli eventi e mi dico che doveva andare così, che se avessi fatto altrimenti non avrei conosciuto determinate persone, ecc. Ma certi giorni mi crea proprio frustrazione. Penso "non sono fiera di me".

    Il lavoro che faccio mi piace, e anche l'azienda stessa, però a volte penso che sto esprimendo solo il 50% di me.


    ipposam Hai detto bene, "arido", anche io a volte sento di fare un mestiere piuttosto "inutile", che non mi rappresenta, l'unica cosa che mi interessa in questo momento è il settore, quindi mi piace imparare e formarmi nell'ambito della nutrizione, sto cercando di imparare (anche se il mio ruolo è nel commerciale). E spesso lo percepisco solo come un lavoro, non riesco a farne una passione, soprattutto del mio ruolo. Non mi sono nemmeno mai piaciuti i numeri :grinning_face_with_sweat: e sono finita nel commerciale.

    Tu come fai a "ovviare" a questa situazione? Io diciamo che cerco di fare cose che mi piacciono nel tempo extra, leggo molti libri, faccio sport. Vorrei dedicare più tempo alla formazione da autodidatta, non con scopi lavorativi ma di ampliamento culturale.

    Se vuoi ne parliamo ;) Buona giornata!

    A me il tuo sembra un gesto molto carino, e aggiungerei romantico!

    Hai pensato proprio al suo desiderio, perché le hai regalato nello specifico qualcosa che desiderava, e anche molto personale ed "eterno". Quindi non può dire che non ci sia stata una ricerca, una scelta.

    Uno dei primi regali che avevo fatto al mio attuale compagno era proprio un tatuaggio ^^ sapevo che lo voleva fare ma non si decideva, così ho preso accordi con la tatuatrice e glielo abbiamo prenotato. Era molto felice e a me fa piacere se quando riguarda quel tattoo, un pensiero va a me e a quel momento, a prescindere da come andranno le cose tra noi.

    Magari lei l'ha vista così: anziché pensare e cercare tu stesso qualcosa per lei, hai ripiegato su un'idea sua che già aveva. Mi sembra un po' infantile però. E secondo me non c'è nulla di male nemmeno nel regalare una gift card, magari quando si sta insieme da un po', poi tanto si capisce se un regalo è "buttato lì" oppure è fatto con sentimento, sia pure una gift card. Non ti colpevolizzare! :)

    Ciao, grazie per aver condiviso questa tua parte di te, mi ci sono un po' riconosciuta. Penso tu intenda che, in contesti sociali, tendi a stare in disparte e fatichi a imporre la tua volontà, i tuoi confini, con conseguente accettazione dei voleri altrui, e questo alla lunga ti crea frustrazione/insoddisfazione e rabbia, perché poi tendi a irrigidirti non sentendoti a tuo agio e rispettata. Ti capisco, perché sono una persona molto insicura, credo che dall'esterno non si noti, ma dentro di me, io lo so. Quando mi trovo in un gruppo (es. tra colleghi di lavoro), misuro ogni parola che dico, non riesco ad essere spontanea perché penso molto al giudizio degli altri, fatico a far emergere la mia personalità. Tendo ad adeguarmi a quello che è il discorso generale, a seguire la piega della conversazione. La mia riservatezza mi limita e non mi permettere di imporre i miei confini, così spesso mi sono sentita mancare di rispetto in piccolezze da nulla, che però io notavo: non essere coinvolta, o che la mia opinione non venisse richiesta, mi sono sentita bypassata insomma. A volte mi sento un po' invisibile per questo. Tendo a tenere tutto dentro, e purtroppo mi sono capitati episodi in cui non ho saputo gestire emozioni/rabbia. A me personalmente non interessa nulla di "trainare" un gruppo o essere leader, mi basterebbe trasmettere più fermezza e consapevolezza. Invece sembro sempre quella indecisa, che sta nel mezzo, ambigua addirittura. Forse perché io stessa non ho ben chiari quali siano i miei limiti, le mie esigenze. Sto pensando infatti di parlarne con una psicoterapeuta, perché questa mia caratteristica coinvolge un po' tutte le sfere.

    Ciao :) Anche a me accade!! Amo la lettura, spesso la preferisco alla compagnia delle persone. Ho una lista di libri da leggere che aumenta in maniera esponenziale, e ahimè sono lenta a leggere per il motivo che hai descritto: voglio capire appieno ogni frase, parola, assorbire e vivere ogni sfumatura. A volte leggo e rileggo la stessa frase fin quando non la sento "mia".


    Questo "ostacolo" si è un po' affievolito con l'utilizzo del Kindle, che mi hanno regalato, non so perché ma ora leggo molto più velocemente :grinning_face_with_sweat: Però so che molti non vogliono abbandonare la carta, se non è il tuo caso puoi eventualmente provare il Kindle anche tu.

    Mmm... allora direi che il vero limite non sono le sue mancate esperienze sessuali, piuttosto il suo atteggiamento immaturo... Mi pare che scappi anziché affrontare la situazione, a prescindere che sia interessato o meno a te, ha un atteggiamento evasivo. Non può tenerti sulle spine all'infinito, prova a mostrarti un po' più fredda e sulle tue e vedi se reagisce.

    Ciao! In particolare, ti trovi ad avere a che fare con un uomo alla prima esperienza?

    Secondo me va contestualizzato, nel senso dipende dal vissuto e dai trascorsi... Anche se, a livello ormonale e di crescita fisica, normalmente l'istinto e il desiderio di contatto vengono molto prima, quindi 30 anni mi sembra un po' tardi. Probabilmente entra in gioco il lato emotivo, quindi la timidezza, insicurezza, blocchi derivanti da esperienze pregresse.

    Magari un 30enne alla prima esperienza la può vivere con più pensieri e meno leggerezza rispetto a uno di 20.

    Se mi capitasse di incontrare un ragazzo di 30 anni che non ha avuto esperienze sessuali, sinceramente la cosa un po' mi bloccherebbe, e se la persona mi piace e interessa, vorrei andare a fondo e cercare di capirne le motivazioni.

    Asi Sì, vero, nel mio caso forse è più spossatezza mentale e fisica, pigrizia e inerzia, derivante anche in parte dal fatto che ciò che faccio a livello lavorativo non mi appaga appieno e spesso mi sento "nel posto sbagliato", inadeguata.


    Nel tuo caso, mi pare di capire, si tratta di uno stato depressivo/di ansia che ti blocca e ti rende inattiva, e la cosa ti fa soffrire e sentire in colpa.


    In linea di massima, comunque, forse dovresti essere meno severa con te stessa e accettare che questi momenti fanno parte di te, del tuo percorso, e si alternano a momenti di attività.

    Premetto che non sono mamma, quindi lungi da me dare opinioni su fatti ed emozioni che solo vivendo l'evento di una nascita, si possono davvero comprendere.

    Però quattro anni, dal mio punto di vista sono inaccettabili... Il sesso è parte integrante del rapporto, non è un optional, e ci stanno assolutamente periodi in cui uno dei due (soprattutto una donna dopo un parto), per qualsiasi motivo, possa sentirsi spento, non attratto, a disagio, ecc. Ma se il periodo si protrae, già solo di mesi, va affrontato...

    L'allattamento a quattro anni? Mi sembra veramente esagerato...Anche la frase che ti ha detto "il seno è della bambina" a mio avviso cela un grosso blocco da affrontare, con un sessuologo o un terapeuta, perchè si sta privando totalmente della propria femminilità. Lei è donna prima di essere mamma... E nei tuoi confronti ha avuto una grande mancanza. Siete giovani poi...

    Tu hai dato prova di grande rispetto, pazienza e amore, ma a tutto c'è un limite. Comunque ora avete ricominciato, e vedrai che è solo questione di tempo, parlatene e non demoralizzatevi, i vostri corpi devono reimparare a conoscersi :) In bocca al lupo!