Messaggi di atlantide99

    Vi ringrazio di cuore. I vostri messaggi sono preziosi per me e so che sono giusti. So che fantastico ma a volte alcune cose che vedo sembrano dei segni dei miei pensieri più negativi. Di certo l’età è diversa, la situazione è diversa ma comunque penso che sarebbe bello avere un apprezzamento del genere, non solo nel privato ma anche nel pubblico…

    Spero di riuscire, col tempo, ad avere tutte le mie certezze. Fino ad allora, non escludo di continuare a scrivere qui, soprattutto quando ho bisogno di sfogarmi.

    Ti ringrazio tanto per la risposta! Hai ragione, i social fanno danni, troppi.

    Io non ho una considerazione del genere su di lui, però mi è capitato spesso di vedere gente che è stata tutta la vita fidanzata (anche con persone diverse) che appunto, non riesce a stare da sola… e spesso anche lui mi ha detto "la vita da single fa schifo, non saprei come comportarmi", "tornare a casa e non avere qualcuno a cui dare la buonanotte è brutto", quindi insomma... alcune cose non le invento io ma le deduco da quello che mi dice lui. Io al contrario non sono mai stata fidanzata prima, quindi so benissimo stare da sola.

    So che è una cosa brutta da pensare e non gliela dirò mai, ma nolente o volente continua a ronzarmi nella testa.

    Ciao a tutti, torno a scrivere qui come ho fatto anche in passato in merito a un problema che in questi giorni sto sentendo tanto.


    Sono fidanzata da un anno e mezzo con un ragazzo che è uscito da una relazione decennale con un’altra ragazza un anno prima di conoscermi. Premetto che io non avevo mai avuto un fidanzato prima e che lui aveva avuto solo quella storia, nata quando era piccolo e finita solo perché lei l’ha lasciato.


    Nei primi mesi della nostra storia mi ha sempre detto che io sono il vero amore della sua vita, che lei non lo aveva mai trattato come lo tratto io, che quella di prima era una relazione tossica dove lui è stato anche maltrattato e dove aveva paura di fare qualunque cosa. Queste cose me le dice anche adesso ma di meno, dato che si suppone che io abbia capito che sta bene con me e dato anche che conviviamo da un paio di mesi.


    Io non dubito del tutto dei suoi sentimenti o di quello che mi dice, ma ho la paura costante del suo passato. Mi è capitato di vedere delle sue vecchie foto su Instagram con questa ragazza, da adolescenti poco più che bambini fino all’età adulta, e non posso non soffermarmi su quello che le scriveva, sulle parole piene di dolcezza e quasi venerazione, su tutte le miriadi di foto che hanno insieme, fatte nei posti più random, sul sorriso che aveva in quelle foto (ho fatto una comparazione con le poche che abbiamo noi e non mi sembra che sia lo stesso).


    So bene che la sanità di una relazione non dipende dalle foto postate sui social, ma non riesco a non pensare a questa cosa, anche perché ha messo solo una foto di noi da quando stiamo insieme.


    La mia paura più grande è quindi questa: ho paura che l’amore che prova per me non sia grande come quello che provava per lei e che stia con me solo perché non riesce a stare da solo.


    Quando si prova ad accennare un discorso del genere, magari parlando di altro, lui mi dice sempre che non è così, che ha imparato a stare da solo e che sa quello che vuole, ma io non so perché non riesco a credergli fino in fondo.


    Ho paura che non proverà mai lo stesso amore puro che provava per lei. Ormai certe cose dolci non me le dice neanche più, non si comporta più come prima, sarà perché conviviamo... non lo so.


    Ho paura del suo passato e di tutte le emozioni forti che ha provato per la prima volta con lei. Tutto quello che riguardava lei lo esibiva come vanto, tutto quello che riguarda me invece no. Anche questo fatto che non l’avrebbe mai lasciata se non fosse stata lei a farlo... avrebbe continuato a stare con lei nonostante i mille problemi che mi dice che avevano.


    Spesso piango nel letto per questi pensieri, con lui accanto a me che non se ne rende conto.


    Non ho il coraggio di parlarne con lui, non credo che lo farò mai.


    Vorrei solo aprire una conversazione su questa "gelosia retroattiva". So che molte la provano... vorrei sapere altre storie del genere e come siete riuscite a uscirne.

    Buonasera a tutti, apro questa discussione per capire se qualcun'altro ha avuto o sta vivendo la mia stessa esperienza. Mi sono resa conto che parte della mia mancanza di autostima dipende dal fatto che mio fratello maggiore (di 4 anni) non mi vuole bene.

    Non è stato sempre così: da piccoli stava sempre con me, mi preparava la merenda, badava a me, giocavamo sempre insieme, io stavo a guardarlo quando giocava alla play, guardavamo film e cartoni. Poi è diventato adolescente ed ha cominciato a non prestare più interesse verso la sorella minore perché aveva in testa le ragazze. Da lì in poi il nostro rapporto si è completamente lacerato e continua ad essere così dopo 10 anni.

    Non ha mai chiesto di me, delle mie esperienze, quando per caso voglio parlargliene sbuffa e non mi sta neanche a sentire. Di recente ho avuto una delusione amorosa e quando ho provato ad accennargliene, a tavola con i miei, ha continuato il suo discorso senza ascoltarmi. Non si rende conto di quando sto male, non gliene frega assolutamente niente di me.

    Non mi è venuto a trovare in erasmus (invece la ex sì) inventandosi una scusa, adesso gli ho sentito dire che non vuole venire alla mia festa di laurea con gli amici perché "non li conosce". Eppure si vanta sempre di sapersi comportare in qualunque contesto. Tutte le volte che l'ho invitato da qualche parte mi ha sempre detto di no, ovviamente non mi invita mai quando esce con i suoi amici.

    Io sono convinta nel profondo che lui mi consideri una bambina incapace di fare qualunque cosa (quando non è vero). Non gli ho mai sentito dire qualcosa di carino per farmi piacere, sono fermamente convinta che non abbia nessuna stima nei miei confronti.

    I miei genitori o non vedono o fanno finta di non vedere, l'unica volta che mi sono i∙∙∙∙∙∙∙a con mio fratello e gli ho detto quello che pensavo (la lite era per colpa sua) mio padre è venuto da me a dirmi di andare a parlare con lui, io gli ho detto che non avevo intenzione di fare l'ennesimo e vano passo nei suoi confronti perché non ero io a dovermi scusare. Ovviamente mio fratello non è venuto a chiedermi scusa, nonostante la colpa fosse sua e io abbia pianto come mai avevo fatto prima di allora.

    Da quel momento (circa 3 settimane fa) ho avuto chiaro davanti a me questo fatto, e cioè che io per lui non valgo niente e che fondamentalmente siamo due figli unici. Se vedo che da parte sua non c'e il minimo interesse per me allora anche io lo perderò per lui, mi chiedo perché debba essere sempre io a fare un passo nella sua direzione, a compiacerlo, perché i miei genitori ignorano la situazione ma poi si lamentano dicendo che sono IO a non parlare con lui quando invece è il contrario.

    So che tutto questo in parte deriva dalla preferenza che ha mia madre per mio fratello e dal fatto che mio padre la segua in tutto e per tutto, però dopo quell'episodio in cui per la prima volta io sono stata sincera con tutti e tre, pensavo che avrebbero cambiato atteggiamento, invece è tornato tutto come prima.

    Sono cosciente che la vera famiglia è quella che ti costruisci da sola, circondandoti delle persone che ti vogliono veramente bene, ma finché rimango in questa casa io continuerò a soffrire perché inconsciamente spero sempre di poter riallacciare un rapporto con lui.

    Avete dei consigli da darmi per smettere di soffrire, in attesa di crearmi una vita lontana anche da una città che non reputo più la mia?

    Ciao di nuovo a tutti. Grazie per le risposte e per i suggerimenti. Sinceramente non mi aspettavo di scrivere qui nel pieno dell'estate ma scrivere mi aiuta un po' a sfogarmi dato che non posso farlo con nessuno. Come volevasi dimostrare, con la zona rossa che c'è stata in primavera mi sono isolata ancora di più rispetto a prima. Il mio storico gruppo di amici ormai si è sfaldato e quindi non usciamo più insieme; quando cerco di contattate qualcuno per vederci o per andare al mare non risponde nessuno o mi dicono che hanno altri impegni. Ho provato a proporre gite o mete in cui andare ma niente; niente bellissima vacanza estiva come l'anno scorso. Un mio amico aveva proposto di andare ad un concerto di musica, io gli ho chiesto per ben due volte se mi poteva fare sapere di più e se potevo andare con lui. Ci è andato da solo senza dirmi più niente. A questo punto sto iniziando a pensare che mi odino.

    Sto diventando nevrotica.

    La prima cosa che faccio appena sveglia è controllare il telefono e lì non c'è nessun messaggio; entro su Instagram e vedo solo foto di gente della mia età che ha amore e amici, tutte le sere in un locale a bere o fare aperitivi che è in vacanza da tre settimane. Insomma, che ha una vita e se la gode.

    L'unica cosa che ho potuto fare io è stata partire di nuovo con i miei (quando l'anno scorso mi ero ripromessa che non sarei partita mai più con loro) e vi lascio solo immaginare tutto il disagio che ho provato.

    Le uniche persone che vedo sono mia madre, mio padre, mio fratello e mia zia. Non so come farmi nuovi amici perché non so dove andare. Mi sento persa.

    A casa la situazione non migliora per niente. Sempre i soliti favoritismi al figlio maggiore, nessuno che gli dica niente, anzi, a lui è tutto permesso e perdonato: la mancata laurea, i soldi che spende, il fatto che non aiuta nessuno in casa perché si deve """"allenare""""". Invece se io per una volta non vado ad aprire la porta di casa a chi ha bussato perché sto studiando si scatena la polemica. Non importano gli sforzi che faccio, non importa se provo a dare ai miei un pi' di compagnia e aiuto, mi diranno sempre e solo cose cattive (e no, non scherzano mica). Mi incolpano di tutto, mi prendono in giro, mi rimproverano e sminuiscono davanti alle persone. Non posso essere contenta di un voto bello ad un esame che subito cambiano discorso e chiedono a mio fratello quando si laureerà. Questa cosa è successa più e più volte e anche con mia zia e mia nonna. Non credo che quando parlino con lui o di lui chiedano anche di me.

    Il colmo è questo: mio padre si lamenta che io sia sempre in mezzo ai loro piedi e mi dice che sono "peggio di una suocera" ma quando mi chiedono se voglio uscire con loro a fare la spesa ed io dico di no mi dicono "eh figurati, non sia mai che esca da quella stanza per fare qualcosa di utile, vedi che noi stiamo male se ti vediamo così"

    Capito? Stanno male se vedono che non voglio uscire perché devo studiare per la sessione di settembre. Eppure se esco con loro non fanno altro che dirmi "la prossima volta ce ne andiamo noi due da soli così stiamo più tranquilli"

    E allora che cosa dovrei fare? Mi rinfacciano sempre il fatto di essere nata e il fatto di avere avuto bisogno di loro negli anni passati. L'inizio dell'universita è stato l'inizio della mia rovina e della mia depressione. Ah no, secondo mia madre questa non è depressione. La depressione l'ha avuta mio fratello che, poverino, si è lasciato con una mentecatta ed è tornato a fare la bella vita a casa. Io ho dei problemini da niente e "mi devo solo dare una mossa".

    L' altra volta mia madre mi ha detto una cosa che mi ha ferito tanto: "pure io da ragazzina ho avuto i miei problemi ma alla tua età ne ero già uscita" Ma che diavolo di frase è?! Le ho risposto che il giorno in cui smetterà di fare paragoni tra situazioni e persone diverse sarà un bel giorno. Ma non smette di farli. Se mi abbatto per dei motivi x mi dice "e allora pensa a Tizio o Caio che ha dei seri problemi eppure sorride sempre". "Tu hai tutto" mi dice "non hai di che lamentarti" Io invece penso di avere un po' di cose che mi manchino.

    Quando le chiedo di prendermi sto benedetto gatto, per cercare di trovare un po' di felicità, non perde tempo a dirmi che lei non vede l'ora che io me ne vada di casa così lei si può prendere un cane.

    Non sono più io. Sento di stare diventando sempre più triste, sempre più cinica e cattiva. Do la colpa a me stessa ma io non credo che basti solo io a farmi piombare addosso tutti questi anni di negatività e di sfiga. Sto cominciando ad odiare quello che mi piaceva di più nella vita, fino a pensare di credere che il mondo ce l'ha con me e che la mia ruota si è incastrata per bene (e ditemi se non è una nevrosi questa).

    Sono tanto stanca.

    Ciao a tutti, di nuovo. Mi ritrovo nuovamente a scrivere qui perché stasera mi sono resa conto di aver distrutto tutto e di essere rimasta completamente sola. In questa settimana non ho fatto che piangere e pensare di non valere niente. Mia madre stasera mi ha voluta "affrontare" a cena davanti a mio padre e mio fratello, dicendomi che sto rovinando la vita a loro (e a me) e che non mi può più aiutare. Beh, in realtà è da un po' che non mi aiuta più perché ogni volta che avevo un attacco d'ansia lei non mi voleva più sentir parlare e quindi in questi mesi ho cercato di tranquillizzarmi come meglio potevo. Ho smesso di parlarle per non farla preoccupare ma lei si è allontanata da me. Stasera ho capito che lei non mi vuole più aiutare e che mi odia per come sono.

    Mio padre, poverino, ha cercato di aiutarmi e un po' mi ha fatto sentire meglio ma io non gli posso dire perché ho paura di rimanere da sola, non gli posso dire che non c'è un manco un ragazzo che mi c∙∙a. Mio fratello non mi aiuta più da anni e mi sono vergognata tantissimo quando mia madre ha cominciato ad urlarmi contro davanti a lui.

    Di lei non so più che dire... Dice che non sa più come trattarmi, che non le parlo più. Ma non voleva questo forse?? Ma poi ogni volta che le dicevo una cosa lei non mi ascoltava mi guardava con aria di sufficienza o mi diceva che quello che avevo da dire non le interessava. Quando avevo un video divertente da farle vedere mi diceva che era stupido oppure non lo vedeva nemmeno. Ho smesso di farle vedere video e di parlare delle cose che mi interessano ma che lei non ascolta. A me sembra che le sto facendo un favore cercando di calmarmi anche da sola quando ho attacchi d'ansia! Ma sembra che lei si sia indispettita da tutto ciò e quindi ancora di più non mi calcola. Il suo modo di "spronarmi" non mi ha aiutato in passato né tantomeno mi aiuterà ora. Non sapete da quanti giorni non mi abbraccia o mi bacia o mi dice che mi vuole bene o che è fiera di me. Oggi per una cosa che le ho detto mi ha risposto che sono un' "acida zitella". Ma mai che si chieda perché sto così male. Dice che soffre vedendomi così ma intanto a me sembra che non mi voglia più bene e che vuole che vada via.

    Lo vorrei anch'io... Stanotte ho sognato di andare a New York con un treno per iniziare una nuova vita. Magari quel sogno fosse stato vero. Con questo covid non posso farlo e quindi sono costretta a rimanere a casa in questo clima di m∙∙∙a. Con loro e soprattutto con mio fratello che mi giudicano senza chiedersi perché mi sento così brutta, inadeguata e sempre più piccola rispetto agli altri. Ma come devo fare?

    Ho vergogna di stare con loro anche a tavola. Non voglio sentire mio fratello che si lamenta sottovoce, sospira.. e poi fa battutine e parla come se non fosse successo nulla. Scommetto che non vuole aiutarmi perché ha dovuto farlo in passato con la sua fidanzata e quindi "adesso basta". Peccato che io sia sua sorella piccola.

    Vorrei solo stare serena e tranquilla. Vorrei smettere di avere questa tristezza che mi accompagna sempre e che sta diventando sempre più forte.

    Mi vedo orribile allo specchio, ho un sacco di difetti che odio e penso di essere diventata ancora più brutta.

    Non so che fare. Non so come uscire da questa situazione. In casa non posso più parlare. Se parlo mi rinfacciano tutto. Mi guardano come se fossi una guastafeste. Con i miei amici nemmeno perché sembra che li cerco solo quando ho bisogno di aiuto.

    Mi è rimasto questo forum che sono contenta di aver conosciuto, se no non saprei neanche dove sarei ora. Secondo voi come posso darmi aiuto?

    Grazie a tutti per le risposte e grazie ad avantitutta per avermi raccontato della sua esperienza (e auguri per il matrimonio ❤).
    Viene detto spesso "non puoi amare nessuno se non ami prima te stessa" però io penso che riuscirei ad amarmi di più se ci fosse qualcuno che ami quindi mi potrei sentire meglio, e avere più fiducia di me. Mi rendo conto che quello che ho appena scritto è dettato da un bisogno di approvazione, ma davvero, in questi anni non c'è stato neanche un momento in cui mi sono sentita il primo pensiero di qualcuno al mattino e vorrei anche che venisse apprezzato quello che faccio e come lo faccio senza che fosse dato per scontato. Poi mi rendo conto anche che ho una visione ideale delle relazioni e molto romantica e dunque non so come vanno le vere dinamiche di esse (ed es si può litigare ecc.).
    Non vivo in un paesino ma in una grande città del sud Italia. La mia famiglia non è numerosa e di certo non è tanto unita: ho due nonne casalinghe, due zie casalinghe, un'altra single (quella a cui mi paragona mio fratello). Il pensiero di mia madre è un po' contraddittorio in quanto si porta dall'infanzia dei retaggi bigotti per cui è importante il matrimonio, ma lei ha avuto il colpo di fulmine con mio padre. Mio fratello ha 25 anni ma la mentalità di mio padre e anche se non lo ammette desidera tantissimo avere una famiglia e dei figli in futuro. Lui è stato fidanzato da quando aveva 14 anni fino a quest'anno con ragazze diverse. Di certo la mia famiglia ci mette a confronto. Dicono: "lui ha avuto così tante ragazze in tutti questi anni e lei neanche un povero Cristo che se la pigliasse. Lui è intraprendente e sicuro di sé e lei è timida e senza autostima". Odio questa mentalità.
    Quello che mi fa imbestialire e quando parlano male di una donna (collega, conoscente o amica) e la prima cosa che chiede mio padre è "è signorina?" (come se ancora si usasse sta parola) e alla risposta sì ecco i soliti commenti "ah ecco perché si comporta così/è acida/non sa fare niente". Queste cose mi fanno davvero soffrire.
    Poi, durante i discorsi seri i miei genitori se ne escono con frasi del tipo "l'importante è che siate felici in quello che farete, se trovate la persona giusta è un bene, vi potrete anche sposare e fare una famiglia, ma se non la trovate non fa niente" ma io ritengo che se dicono anche le cose che ho scritto prima è perché lo pensano davvero.
    Vorrei rispondere anche ad amoreperduto e ringraziarla per le sue belle e schiette parole. Molta gente mi dice che sono intelligente e introspettiva, so molte cose di me e di come funzionano e si collegano i miei pensieri; però sono anche molto sensibile, piango spesso quando discuto con i miei genitori e questo mi fa apparire debole ai loro occhi, perciò è difficile che mi prendano sul serio. Per quanto riguarda i tuoi consigli devo precisare che sono studentessa di Legge al quarto anno e di certo non mangio schifezze: anche per questo sono così magra (oltre che per costituzione), dovrei al contrario fare una dieta ingrassante per prendere almeno 2 chili ma non ci riesco. Il mio malessere si ripercuote sul cibo nel senso che non ho più fame e non voglio mangiare e più non mangio più divento magra e non mi piaccio.
    Invece avete totalmente ragione sul fatto di dover avere una vita sociale ma io non sono mai stata una di quelle persone con un sacco di amici e di giri (i miei genitori e mio fratello pure:una volta fidanzati hanno abbandonato gli amici). Ho dei miei cari amici della scuola a cui voglio molto bene e sono sicura che se avessi un ragazzo non li abbandonerei mai perché odio questo comportamento; tuttavia non sono una di quelle che prende l'iniziativa per uscire o per vederci, mi piace accodarmi.Questi mesi sono difficili per me per questo motivo: si può uscire con pochi amici ma io non scrivo mai a nessuno e quindi passo molto tempo in casa a studiare per gli esami. In più ho avuto e tuttora ho un po' di paura ad uscire per quel problema alimentare che ho ovvero quello di mangiare e sentirmi male davanti a tutti e fuori casa mia. L'anno scorso ho combattuto a lungo contro tutte queste fisime ma capite bene che i miei risultati si siano andati a far benedire con tutta sta situazione del Covid. Quindi io sono rimasta sola.
    So per certo che la mia mancanza di vita sociale mi ha portata a questo punto, a scrivere oggi queste cose su questo forum. Tutto inizia da là e quindi penso che dovrà finire là.
    Però avete ragione, devo avere un po' più di rispetto per me ed essere sorda a quello che sento nella mia famiglia. Devo trovare delle cose belle di me, essere più sicura di me e lasciarmi scivolare addosso i miei stupidi pensieri. Ma è così difficile..

    Ciao a tutti. Sono una ragazza di 21 anni (quasi 22) ed ho, tra i tanti, un pensiero flusso in testa: quello di non piacere a nessuno. Infatti nonostante la mia età non ho mai avuto alcuna esperienza con i ragazzi e questo mi porta a pensare che non ci sia niente di bello o di buono in me. Durante le medie, il liceo e l'università non ho mai conosciuto nessuno che mi interessasse o che fosse interessato a me. Non ho mai avuto neanche un flirt, ai ragazzi non piaccio, neanche per provarci così, tanto per fare. A 22 anni questa cosa mi imbarazza molto e comincia a farmi stare male sempre di più perché ho paura che non proverò mai l'amore che tante ragazze attorno a me conoscono già da anni. Dovunque guardo vedo coppie, tutte la maggior parte delle persone che conosco sono fidanzate, anche quelle che non pensavo trovassero una persona perché non esteticamente tanto belle o per il loro carattere. E invece tutti hanno qualcuno tranne me, sono sempre sola. Tempo fa c'era un ragazzo che mi piaceva un po' e lui era single ma io non sapevo come provarci perché i vergognavo; solo pochi mesi fa ho scoperto che lui si è fidanzato ed io ci sono rimasta un po' male.
    Non so se sono una bella ragazza. Io trovo solo difetti: sono troppo magra, ho degli inestetismi che mi imbarazzano molto, sicuramente non sono una buona forchetta, porto gli occhiali, ho dei capelli mossi ma sottili che spesso si sformano semplicemente dormendo o appuntandoli. Non so neanche come definire il mio carattere... se a qualcuno può interessare sono acquario e mi rivedo in molti dei suoi tratti caratteristici.
    Ho tante fisime e fobie e per molto tempo non sono uscita con i miei amici per un problema alimentare e di ansia. Anche adesso con il Covid non esco mai, neanche con i miei amici perché mi è venuta di nuovo la paura di uscire e di stare male. Questo chiaramente non mi porta a relazionarmi con gli altri o a conoscere qualcuno di nuovo.
    Ma anche in questa situazione ho sentito di persone che si sono fidanzate e mi chiedo: come fanno? Ad esempio mio fratello che si è lasciato con la fidanzata e ha subito trovato un'altra ragazza con cui parlare. O la mia amica che si è lasciata col ragazzo e si è subito fidanzata con un altro. Come fanno a trovare così tante persone a cui piacciono?
    Io mi sento davvero in difetto rispetto a loro. Cercavo di non pensarci quando avevo 14 anni perché mi dicevo "c'è tempo" ma adesso è una cosa che mi fa davvero soffrire perché non voglio non provare mai le cose belle dell'amore di cui tutti parlano. Anche io vorrei addormentarmi abbracciata a qualcuno, anche io voglio essere il primo pensiero al mattino, anch'io vorrei fare gite romantiche fuori porta,anch'io vorrei essere consolata se mi sento triste. Eppure non accade mai.
    Mi viene spesso detta la solita frase "quando non ci pensi più ecco che arriva l'amore" e mi piacerebbe davvero crederci ma in questi anni ci ho pensato fin troppo perché potesse accadere.
    In più mi devo sorbire le battute o le domande dei miei parenti: mi chiamano zitella gattara (perche mi piacciono i gatti ma non ne ho nemmeno uno), mi dicono che vivo nelle favole aspettando il miracolo dal cielo e odiano avermi sempre intorno. Mio fratello poi mi giudica silenziosamente, mi considera una bambina e mi ha chiesto diverse volte se mi sentissi con qualcuno. Al mio semplice "no" lui mi risponde "e allora morirai sola come nostra zia" con un tono che odio e che non capisco. Io allora mi arrabbio e mia madre, al posto di difendermi, gli dice che sono permalosa.
    Vorrei un ragazzo anche per allontanarmi dalla mia famiglia e per essere un po' più sicura di me ed indipendente ma non trovo nessuno e nessuno trova me.
    Ci sono altri nella mia situazione??

    Ciao a tutti.
    Vorrei parlare un po' di nuovo della mia situazione. Ho già scritto un thread su questo che si chiama "ansia che non riesco a gestire". Ora penso di aver capito altre cose quindi vorrei il parere si qualcuno. Questa estate è stata bella per me, non ho avuto completamente ansia, ho mangiato benissimo, sono anche andata in vacanza con i miei amici ed è andato tutto a meraviglia. Da pochi giorni però non mi sento bene e ieri infatti ho misurato la febbre e l'avevo a 37.7. Chiaramente la prima cosa a cui ho pensato è che potessi avere il coronavirus ma non ho ancora fatto un test. Dall'altro lato ho appena finito di avere il ciclo quindi potrebbe essere debilitazione? Ne ho parlato con mia madre che pensa possa essere ansia dell'esame (esame che tra l'altro ho scoperto di dover dare in via telematica,che è una cosa che odio). Mi dice che non riesco a darmi una mossa (odio questa frase) e che per colpa di questi esami sta cadendo malata. Non so proprio che dire.
    Mi sembra che tutti i progressi che ho fatto stiano andando in fumo. Tra l'altro la materia mi sembra di saperla bene e non voglio pensare di essere preoccupata per questa. Però mi si è chiuso di nuovo lo stomaco, stamattina mi sono svegliata prestissimo e con la nausea, come avveniva nei periodi più bui. Non posso più parlare con mia madre perché non mi crede più e si è stancata di tutto ciò. Anche questo mi fa soffrire perché vorrei poter ragionare con lei ma lei non mi vuole più ascoltare perché dice di essere stanca di ripetermi che devo uscire e devo stare con i miei amici. Ma io ai miei amici queste cose non le voglio dire.
    Voglio capire come poter affrontare gli esami senza essere così in ansia perché mi sta distruggendo senza motivo.
    Ps: vorrei precisare che ho spesso somatizzato piccole ansie in febbre: l'ho avuta quando dovevo fare i 18 anni, la maturità, il mio primo esame all'universita, l'esame della patente, diverse volete quando dovevo partire

    Caro dottor Collevecchio,
    La ringrazio infinitamente per aver risposto al mio nuovo messaggio. Ho visto diversi suoi video e mi sono tornati molto utili, anche per il fatto che lei parla in maniera calma e rilassante. Ho visto il video e sinceramente io non saprei cosa rispondere: certamente non vivo più certe esperienze con la serenità di un tempo. Ad esempio tra due giorni ho un esame molto importante e sia questo sia il fatto che mi sono resa conto che questa sessione sono stata meno produttiva di quanto volessi, mi hanno causato una leggera preoccupazione nelle due settimane appena passate. Preoccupazione che come al solito si riversa sulla mia poca fame (ho mangiato un po' di meno ma ho fatto sempre almeno quattro pasti al giorno) o ad una sensazione di pienezza dopo aver mangiato. Di certo, rispetto a due anni fa, l'ansia non interferisce in maniera preoccupante sulla mia quotidianità. Mi sono fatta forza col tempo e i miei risultati li ho avuti. Se l'ansia sia eccessiva rispetto alla situazione direi di sì perché alla fine è un esame universitario, non è certo una malattia terminale.. Ma credo che il mio corpo risponda così perché vedo questa situazione come tragica e penso che se non passerò l'esame sarò una fallita. Ho molte aspettative su me stessa (studiare è l'unica cosa che faccio per cui penso che se fallisco anche in questo non sono buona a nulla) e non riesco spesso a perdonare i miei errori ma ci rimugino costantemente. Ad esempio ho paura che il giorno dell'esame possa stare male di stomaco o vomitare o sentirmi male mentre aspetto di fare l'esame. Quello che mi spaventa è tutto il momento precedente all'esame stesso vero e proprio (da quando mi sveglio fino a quando mi siedo davanti al professore). Questo è il pensiero che mi accompagna da tutto il mese e su cui si sta concentrando la mia mente. Non voglio che l'ansia si riversi sul mio stomaco e mi faccia smettere di mangiare.. A volte mi piacerebbe essere una di quelle persone che quando ha l'ansia non riesce a smettere di mangiare