Messaggi di Dott. Di Stefano

    Non si preoccupi per le parole, non era un rimprovero, alla fine uso anche io quei termini, talvolta.

    ...

    Fa benissimo ad avere paura degli psicofarmaci, continui così.

    ...

    gli episodi tragici sono probabilmente alcuni dei traumi.


    Continui a lavorare con la/il terapeuta,

    Tantissimi auguri.

    Gentile Vixen,

    le sue domande evidenziano problemi molto importanti, che vorrei approfondire, in base alla mia personale esperienza. Mi riprometto anzi di scrivere dei post autonomi su questi e su altri argomenti.

    1. Guarigione. In psicologia non ci sono malati - o perlomeno ce ne sono molto pochi - e certamente l'ansia non è una malattia. Nel DSM-V sono classificati infatti i disturbi d'ansia, non l'ansia; la distinzione non è di lana caprina. Si tratta infatti di una reazione del tutto naturale di fronte alla preoccupazione che si avvicini un pericolo, o meglio, quello che la persona ritiene essere un pericolo. Nella stragrande maggioranza dei casi, questo dipende dalla presenza di traumi psicologici nella storia di vita. Ma lei, come tantissime persone, non deve guarire dall'ansia. Deve imparare ad accettarla, accoglierla e a capirne il messaggio. Il primo passo è certamente l'elaborazione dei traumi presenti. Il tempo per ottenere questo risultato ovviamente varia da persona a persona. Avendo però dietro una storia lunga - anche se è giovane - attendersi risultati dopo un tempo troppo breve è illusorio. Per quanto riguarda il metodo che è al centro del mio lavoro, cioè il metodo EMDR, è provato scientificamente che in un tempo variabile tra 9 e 12 settimane - o sedute - si ha un miglioramemto tangibile. Per la cognitivo comportamentale i tempi sono un po' più lumghi, ma non di tanto. Il primo periodo, però, non lo consideri, perché la conflittualità con la terapeuta ha reso il lavoro pressoché inutile. In ogni caso, le linee guida considerano la metodologia cognitivo comportamentale come efficace e di evidenza scientifica, per cui stia tranquilla.
    2. Ricadute. Purtroppo le ricadute ci sono sempre, qualunque sia il metodo scelto. Ma quelle di cui parla lei non sembrano ricadute, sono un percorso ancora incompleto. La ricaduta avviene dopo aver completato il lavoro, si tranquillizzi quindi e prosegua serenamente. Abbia pazienza.
    3. Psicofarmaci. Gli psicofarmaci NON si usano, ma vengono prescritti dal medico, psichiatra o no. Se la/il terapeuta non glielo consiglia, perché andare dallo psichiatra? I farmaci sono meno efficaci della psicoterapia, questo è accertato scientificamente e lo affermano tutte le linee guida. Se sono strettamente necessari, va bene; ma andare a far visita ad uno psichiatra di sua iniziativa... Faccia come crede, ovviamente. Però, dagli effetti di un farmaco è davvero complicato poi liberarsi. Scalarli è un lavoro lunghissimo, complesso, incerto e può causare ricadute. Il mio consiglio è di evitare questa visita, a meno che la/il terapeuta non glielo consigli. Lei/lui ha il polso della situazione, ha la sua fiducia e sarà lei o lui a suggerirle un passo del genere.

    Tengo a chiarire che i tempi di cui ho parlato, 9-12 settimane per il metodo EMDR e 6 mesi per la cognitivo comportamentale sono del tutto indicativi e sono una media. Possono variare da persona a persona e anche di molto. La diffferenza di tempi, che non è poi così rilevante, comunque non significa che un metodo sia meglio di un altro. Io stesso uso molto la terapia cognitivo comportamentale, laddove lo ritengo opportuno, senza preclusioni. A fare la differenza vera è la relazione terapeutica.


    Buon lavoro e un caro saluto

    Gentile Allegria!

    purtroppo il lockdown e la mancanza di relazioni sociali amplifica determinate emozioni spiacevoli.


    Ma, appunto, spiacevoli, non negative.

    L'ansia non è negativa, non è una malattia dalla quale guarire, ma il segno che qualcosa non va nella nostra vita.

    Accolga questa sua ansia, con serenità.

    Ascolti le sue sensazioni fisiche, perché le emozioni sono sempre e prima di tutto sensazioni fisiche.

    Cosa le sta dicendo il suo inconscio? Il suo Zombie, come io lo chiamo?


    Zombie, perché è in grado di farci fare delle cose o di impedirci di farle, senza che la nostra volontà e coscienza razionale possa intervenire, se non dopo.


    Cerchi di capire cosa le sta dicendo, se chiede un cambiamento, se avverte un pericolo, se teme una sofferenza.

    Accogliere queste emozioni è il primo passo.

    Nessuno ne è immune.

    Non esistono persone senza ansia, così come non esistono persone senza gioia e tristezza, senza rabbia e paura e così via.

    Nessuno ne è immune, neanche io.

    Ho vissuto un lungo periodo della mia vita in preda agli attacchi di panico, ho temuto di perdere la vita che avevo, la professione, le relazioni faticosamente costruite.

    Ma accogliendo queste emozioni e comprendendo che cosa mi stavano dicendo, sono tornato a lavorare e a vivere serenamente.

    Questo non vuol dire che io adesso non provi ansia. Non vuol dire che io combatta l'ansia.

    Come sempre, la ascolto e correggo quello che penso sia utile fare.


    Come ha fatto lei, bravissima!


    La vita è una continua ricerca.


    Ma chi ha detto che dobbiamo essere per forza sereni, calmi, felici, allegri... Fatti con lo stampino? No, grazie!

    Io voglio gustare tutte le emozioni, piacevoli e spiacevoli.

    Non positive e negative, perché quelle non esistono.

    Quando crediamo che siano vere, è il momento nel quale rischiamo di affondare. La mente è una grande ingannatrice.


    Un abbraccio.

    Cara Marasma,

    cominci da una cosa, una sola piccola cosa.

    Può essere tutto, attività fisica, lettura, meditazione. Anche semplicemente rifarsi il letto tutte le mattine e riordinare le proprie cose può essere un inizio - sia chiaro, non dico che non faccia queste cose, ma fare degli esempi non conoscendo le persone è difficile.

    Porti avanti questa abitudine per un tempo ragionevole, settimane, non giorni!

    Poi magari ne aggiunga un'altra.

    Naturalmente, attività più direttamente correlate alle sue passioni, al suo lavoro e a quello che desidera fare sono le migliori.

    E le faccia nelle prime ore della giornata, quando la sua mente è più ricca di energia.


    Un altro consiglio, piccolo, piccolo. Tutti noi possiamo essere in grado, in ogni giornata, la peggiore e la più storta possibile, di trovare qualcosa per cui essere grati. Il sole, un sorriso di qualcuno, un sorriso dato a qualcuno un avvenimento che ci rende felici. Tenga un piccolo diario della gratitudine. Costanza, mi raccomanda, arrendersi subito non aiuta.


    Un affettuosissimo saluto

    Gentile a.nabuca

    siamo certamente quello che impariamo. Aver fallito non vuole assolutamente dire che fallirà sempre.

    Questa è una delle idee generalizzanti che sono alla base di ansia, panico, depresione.

    Chi ha ottenuto importanti risultati, personali o pubblici, non ha importanza, viene da un numero impressionante di fallimenti. Perché se non testi e provi quello che veramente vuoi fare e desideri, non potrai mai capire cosa è sbagliato e cosa no.

    I genitori possono dire quello che vogliono.

    Quello che conta è il suo genitore interno, che le sta dicendo tutte queste spiacevoli idee del tipo sono sbagliato, storto, incapace e chi più ne ha, più ne metta.

    Lei ha inoltre un rapporto estremamente protettivo con sua madre, rapporto che la stressa.

    Ma guardi, che nella realtà, le persone poi ce la fanno sempre da sole, siamo noi ad essere convinti di essere indispensabili.


    Ha fallito clamorosamente in quello che ha provato a fare? Benissimo! In questo modo, riesaminando i suoi tentativi, può capire le correzioni da provare o addirittura se fare altre cose, completamente diverse.


    Gli errori e i fallimenti sono quelli da cui impariamo. Se sapesse quanti errori, quanti insuccessi, quante prove andate male ci sono alla base del mio lavoro e della mia vita di oggi resterebbe sorpreso. E questo vale per tutte le persone.


    Se vuole, sia più preciso. Cosa intende per fallimenti? In cosa avrebbe sbagliato suo padre? E poi lo dice lui! Lei se ne convince, ma chissà cosa c'è di vero.


    Un affettuoso saluto

    Gentile Marasma

    Non saprei dirle se la strada che amerebbe potrebbe darle le soddisfazioni che desidera.

    So però che l'indecisione, il tenersi aperte tante strade, fare tante cose senza mai farne veramente una è un meccanismo inconscio che ci tiene lontani dal fallimento - per paura di ledere il nostro io - ma anche dal successo e ben chiusi nel nostro guscio. Nella zona di comfort.

    Per cui ponderi bene le possibilità, ma poi prenda una decisione e tenga la barra dritta.

    La verità è che abbiamo paura di fallire, perché ci sentiremmo incapaci.

    Ma tutti i successi sono figli di innumerevoli fallimenti.

    Un caro augurio

    ...

    Non so neanche dove stia trovando la forza di scrivere queste parole su un forum, forse a guidarmi è l'estrema necessità di cacciare tutto fuori, da qualche parte.

    ...

    Gentile lost95

    Non entro nel merito di quello che dice, mi focalizzo su questa frase. Lei ha estremo bisogno di parlare della sua situazione.

    Naturalmente è difficile farlo e certamente c'è il rischio di non essere compresi.

    Stabilire però a priori quali saranno le reazioni degli altri è sbagliato. Quella che lei descrive dopo, nel post, è la reazione che avrebbe la sua personale proiezione interna di familiari e amici.

    Le persone sono spesso molto diverse da come pensiamo.

    Non è necessario dire tutto in un colpo. Può provare a tastare il terreno, dicendo qualcosa e stare a vedere.

    D'altronde, anche nella psicoterapia, i pazienti cominciano di solito a sbloccarsi totalmente dopo un certo tempo.

    L'alternativa, se vuole parlare con qualcuno, è proprio un professionista. Se ha mezzi molto limitati, si rivolga ad un servizio pubblico. Sono migliori di quanto chiunque possa pensare.

    Molti professionisti offrono primi cołloqui gratuiti, inoltre, potrà così capire se vale la pena proseguire.

    Ma provi prima con un familiare o un amico. Potrebbe avere insospettabili e positive sorprese.

    Parlare è il primo passo, di solito necessario. L'illusione di risolvere da soli è spesso molto pericolosa.

    Un affettuoso saluto.

    Caro Riccardomfc#

    lei assume lo xanax su prescrizione medica?

    Glielo chiedo perché così dovrebbe essere, ma l'esperienza mi insegna che molte volte la terapia viene autoprescritta e spesso si riesce ad ottenere il farmaco senza ricetta medica.

    La domanda è motivata dalla sostanziale incongruenza tra diagnosi e terapia. Lo xanax non è un anti depressivo, ma un ansiolitico. Potrebbe avere una sua ragione, ma dovrebbe essere valutata da un medico.

    Mi faccia sapere.

    Un abbraccio

    Gentile Allegria

    è abbastanza frequente che nella psicoterapia, specie nei primi passi, l'ansia e altri sintomi si inaspriscano.

    Si tratta di un lavoro di cambiamento fondamentale e complesso, che moltissime persone non iniziano. Gli effetti sono però molto più efficaci e stabili di qualsiasi altra terapia, come testimonia l'imponente letteratura scientifica sull'argomento.

    Quanto alla paura dei rumori, non c'è nulla di strano. Spesso forti rumori sono associati ai traumi e quindi rappresentano degli stimoli - o trigger - molto forti.

    Ormai è dimostrato che il trauma psicologico crea delle memorie appunto traumatiche, che possono attivarsi senza l'intervento della coscienza razionale. L'amigdala e/o i centri pià profondi della mente possono far entrare in funzione tutto: il sistema nervoso autonomo, il corpo, senza che la corteccia possa far nulla, se non dopo.

    D'altronde, è giusto che sia così. Se prende in mano un oggetto rovente oppure se guidando improvvisamente compare un ostacolo o ancora se le tira addosso qualcosa, lei reagisce prima ancora di pensare a cosa stia concretamente succedendo.

    La stessa identica cosa accade per le reazioni emotive, che sono infatti immediate e prive di un supporto razionale.

    Non si preoccupi di quello che accade, ma continui il lavoro che sta facendo nella psicoterapia.

    Un abbraccio e tanti auguri