Spesso mi sono stupita nell'imbattermi in individui che, pur avendo di tutto e di più, si accanivano a sminuire gli altri.
Mi chiedevo cosa dovessero dimostrare e perché non si godessero semplicemente la loro fortuna anziché infierire nelle vite di chi stava peggio di loro.
Diciamo che si aprivano scenari piuttosto inquietanti, dalla cattiveria sorda e cieca alla smania di dover calpestare qualcuno per sentirsi forti.
Mai e dico mai ho intravisto qualcosa di benefico o di vagamente umano in queste persone.
Una persona equilibrata si fa gli affari suoi o, se è di buon cuore, incoraggia e sostiene: questa è la vera superiorità
Messaggi di *Asia*
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Se avessi le palle lo avrei fatto, non ci riesco proprio per paura del dolore fisico, non ho ancora trovato il modo di superare questo blocco
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Siccome mi piace far suonare entrambe le campane e sono curiosa di sentire i saggi consigli delle brave persone, ecco il post che mia sorella scriverebbe su di me. Rispondetele e farò in modo di recepire per lei.
"Sono Addolorata, la sorella di Asia.
Mia sorella è sempre stata una ragazza problematica: debole, irrequieta, immatura, promiscua.
Non vi dico le preoccupazioni, i dispiaceri e la vergogna che ha causato a tutti noi e quanto la nostra povera madre si è adoperata per metterla in riga, ma niente. Appena ha trovato lavoro se ne è andata di casa e da allora non solo non ne vuole più sapere niente di noi, ma va ad inventarsi che ha subito maltrattamenti e non so che altro.
Se la incontro per strada non mi saluta nemmeno perchè è invidiosa di me, che sono una ragazza matura, precisa e soprattutto ho un buon lavoro, ma è una colpa se sono migliore di lei? Al telefono non mi risponde, su WhatsApp mi ha bloccata.
Al mio matrimonio non è venuta , non vi dico l'imbarazzo davanti alla famiglia di mio marito che è molto cattolica. Per dirle della morte di nonno le ho mandato un messaggio col cellulare di mio marito e non si è nemmeno presentata al funerale.
I miei genitori iniziano ad invecchiare, alla nostra povera nonna non è rimasto molto e io ho tutto sulle spalle. Ho un lavoro, ho una famiglia e sarebbe giusto ci dividessimo le responsabilità familiari, ma come puoi ragionare con una persona che ti odia perchè sei migliore di lei?
Oltre a pregare ogni sera per la sua anima, come potrei fare amiche care?" -
Non credo possa dirti che sei una p∙∙∙∙∙a .....perchè non hai un impiego statale.
Quindi?Quindi se lei mi ferisce, perché p∙∙∙∙∙a non credo sia un complimento, io non posso affermare che lei mi ha ferita?
No, perché secondo la sua logica ( e immagino la vostra) , io non sto soffrendo per quello che mi ha detto, ma sono solo invidiosa perché lei ha un lavoro impiegatizio -
Il non sei riuscito è l'ultimo anello della catena.
Una catena in cui ti hanno distrutto in maniera ben più profonda e anche se in qualche modo "riuscivi" ,qualsiasi cosa avesse significato, non avrebbe cambiato nulla.
Quante persone riuscite sono nello stesso tempo infelici? Persino le rockstar, persino gli attori più amati e ammirati si suicidano!
Allora se la vita a queste persone dà tutto dal punto di vista materiale: successo, soldi, ammirazione e chi più ne ha più ne metta, significa che quello non basta a risolvere il resto!
Quelli erano rovinati psicologicamente, chi è stato? Lo sapevano solo loro.
Come io so chi ha rovinato me, con parole e fatti e non permetto di dire che il mio dolore è un capriccio, non tanto e non solo perché ci sono cartelle cliniche redatte da professionisti della psiche che attestano ben altro, uno dei quali disse che dovevo già ritenermi fortunata così, perché dato il mio ambiente familiare, aveva visto pazienti sforare nella psicosi per molto meno.
Ma contro la mia campana c'è una famiglia intera che dice il contrario, una famiglia che a voi piacerebbe, ne sono sicura.
E allora se dietro la campana di mia sorella che voi accogliereste a braccia aperte ci sono io, dietro la campana di chiunque di voi ci può essere una come me che però ancora si sta ammazzando di colpe. -
Specifico anche un'altra cosa inerente al settore lavoro, per far capire in che modo entri nella questione.
Mia sorella svolge un lavoro impiegatizio statale. Un buon lavoro e un buon stipendio che, sono sincera, merita. Ha la preparazione idonea e sono sicura che svolge un buon lavoro.
Però se lei dice che sono una p∙∙∙∙∙a e io le rispondo che mi ha ferita ed è una s∙∙∙∙∙a, se ne può uscire poi che io ce l'ho con lei perché sono invidiosa del suo lavoro d'ufficio?
Perché di questo la incolpo: delle sue parole e dei suoi gesti nei miei confronti, dopodiché poteva fare l'impiegata o la barbona, per me rimane sempre la stessa belva crudele che ha contribuito a rendere i miei prima 20 anni di vita un incubo che per altro non riesco a far finire nemmeno con il no contact più estremo. -
Vorrei sommessamente e umilmente far notare un particolare:
l'odio nasce da una ferita profonda
Non odi qualcuno perché ha un lavoro migliore, questa è la facile scusa di chi non vuol prendersi la responsabilità delle proprie cattiverie.
Se una persona ti vuole bene, può pure diventare Presidente della Repubblica e gioirai con lei perché magari in quel successo ci hai sperato, hai tifato, hai sostenuto.
Se una persona ti fa passare l'inferno, può essere il Presidente della Repubblica o Pacciani il contadino, la odi in ugual modo -
A questo punto, per non perdere il filo del discorso, direi che è doveroso sintetizzare il tutto
Dinamica
Mia sorella fa e dice cose che mi feriscono---> mi sento ferita
Mia sorella non tollera il mio sentire---> inscena un teatrino volto a uscirne pulita e a scagionare i suoi amatissimi genitori. Durante queste performance estemporanee si sfianca a ripetere quanto mi voglia bene e quanto sia addolorata della situazione
Non mi faccio abbindolare dalla sua falsità buonista--->Passa al piano B ovvero io ce l'ho col lei perchè sono invidiosa del suo alluce sinistro
Nel frattempo io esco di casa. A 20 anni e soffrendo di attacchi di panico. Ovviamente i miei problemi psicologici non esistono, è tutta scena, sono io ad essere debole e di conseguenza farmeli venire.
I miei problemi psicologici sono talmente falsi che mi faccio 8 anni di psicoterapia, di nascosto dalla mia "famiglia".
Mentre io lotto per la mia sanità mentale e faccio ogni sorta di lavoro per mantenermi, la mia angelica sorella, a braccetto con la nostra venerabile madre, va a dire di me che sono:
un'ingrata, un'invidiosa, una p∙∙∙∙∙a, una debole, un'egoista e addirittura, alla notizia del mio conclamato ateismo, vengo definita l'Anticristo, ma questo l'ho preso come un complimento.
Ora, se mia sorella scrivesse sul forum, le dareste ragione al 100% perchè scriverebbe cose simili alle vostre.
Quindi le pecore nere non hanno nemmeno il diritto di far sentire la loro voce.
La ragione deve per forze essere tutta dalla parte del più forte, già scritto all'inizio.
Perchè se una persona si realizza nel lavoro è una brava persona, dunque ha ragione di default. Del resto il mondo del lavoro, come la società tutta, è prettamente meritocratica , basta guardare la classe politica.
A me piace sentir suonare tutte le campane e mettermi dalla parte del torto, contro il branco. Del resto il branco è già forte in sè, che potrà mai importare loro se qualche pazzoide li contraddice? Eppure...come quella volta al lavoro che mi schierai dalla parte di una collega aggredita dal branco e una dolcissima madre di famiglia mi definì Hannibal Lecter, ma anche questo lo presi come un complimento. -
Quindi le pecore nere non dovrebbero avere nemmeno un qualunque "avvocato del diavolo " che cerchi di spiegare come si sentono e le loro ragioni?
Il mio vaniloquio inutile è rivolto a loro, a quelli che se ne stanno zitti zitti dietro la tastiera a rileggere giudizi e disprezzo che, in altre forme, hanno ricevuto, facendosene una colpa e annullandosi ogni giorno di più. Magari può servire sapere che da qualche parte qualcuno li comprende.
Del resto che male faccio?
Dovrei raccontare la mia storia a che pro? Per essere assolta o condannata? Per essere credibile? Potete pure pensare che sono fuori di testa o sto scrivendo sotto l'effetto di chissà che, tanto chi deve capire , capisce -
Wow un'altra edificante perla di saggezza!
Il lavoro lo devo fare io.
Fico, pensavo di farlo fare al maggiordomo, ma giustamente chi fa da sé fa per tre!
Però c'è un piccolo particolare che mi fa crollare tutto l'insieme:Io non ho bisogno del loro aiuto economico, nè lo cerco...
Ops
Sono uscita di casa che avevo 20 anni; giustamente mi sarei dovuta muovere prima. Ho fatto quello che ho potuto chiedo venia. La mia venerabile sorella invece è uscita a 32 ma è giustificata perché doveva preparare il matrimonio in pompa magna.
Questo atteggiamento che voi "brave persone " trovate sgradevole, a me è servito a sopravvivere perché se non uscivo a' cazzimma adesso stavo sotto 3 metri di terra