Messaggi di bub

    All'epoca si vede che queste cose ti stimolavano... ipnosi, lavaggio del cervello, controllo della mente, manipolazione... Ma chi è che manipola chi? Non si riesce mica a capire tanto facilmente. Una persona scrive un libro e vorrebbe venderlo, io leggo delle recensioni e lo compro, ho delle aspettative ma poi lo leggo e scopro che non mi piace, non mi interessa come credevo... Ma nel far questo sono stato manipolato da qualcuno?
    Alla fine rappresentava comunque un rischio comprare quel libro.
    Può essere poi che quando la provi effettivamente qualcosa non ti piace e non ti interessa. Magari altre persone hanno trovato quel che cercavano quando hanno letto questo ipotetico libro e quelle recensioni li hanno indirizzati nel verso giusto.

    In realtà le altre persone mica lo conoscono quale sia il verso giusto (il nostro), per i più svariati motivi potrebbero volerti indirizzare da qualche parte (anche a fin di bene) e così ti dicono "io ho fatto questa cosa, mi ha fatto sentire bene", "svolgendo questo lavoro sono diventato ricco" e così via, ecco decentrando tutto non è mica detto che quella cosa farà sentire bene anche te o ti farà diventare ricco come l'altro tizio, rappresenta sempre un rischio fidarsi, perché tu sei tu, e gli altri restano altro da te, d'altra parte se non provi cose che non hai mai tentato di fare, non avrai mai la certezza che non funzionano con te.
    Alla fine io penso che hai provato a far certe cose e non erano le cose che cercavi davvero, certo è che se non avessi provato forse non saresti riuscito a capire o ad avere la certezza che queste cose non facevano proprio per te.

    Anche qua, magari altre persone, svolgendo attività del genere sono riuscite positivamente, ma come facevi a sapere prima di non essere una di queste persone? E le ipotetiche persone che ti avrebbero sottoposto a questo lavaggio del cervello come facevano a sapere che non era quello che cercavi?

    Quando sei giovane mica ti conosci, mica sai cosa ti piace e cosa no, sei influenzabile perché hai bisogno di provare.
    Secondo me neanche gli altri conoscono bene cosa ti interessa davvero. Ovvio che chi è credente e ha dato senso alla sua esistenza dedicandosi al culto di una religione magari ti influenzerà... Ma in condizioni di incertezza, cosa puoi fare?
    C'è anche chi è diventato prete credendo fosse la sua vocazione e poi ha cambiato tutto e si è sposato.

    Provi, tenti, meglio produrre un disastro e rischiare che non fare assolutamente nulla senza sapere davvero che non si desidera vivere in certi modi. Più che plagiato penso che tu sia stato coraggioso nel mettere in discussione certe cose e provare a farne altre, non è andata bene come speravi, sarà stata dura, lo comprendo, ma prima tu come facevi a prevedere che le cose sarebbero andate così?

    L'omeopatia forse è una bufala, certo è che anche la psichiatria ufficiale non è che per me sia molto attendibile (meno di un secolo fa questi erano convinti che l'elettroshock e la lobotomia facessero bene alla salute). Se bisogna poi scegliere con cosa curarsi quando si è affetti da sintomi depressivi, ansia o altro magari ci prende di più uno stregone con i suoi intrugli e le sue pratiche assurde che questi qua.
    Gli psichiatri affermano che le cure per le malattie mentali oggi esistono e sono disponibili ma io ho conosciuto un mucchio di gente ospedalizzata da anni che viene imbottita di psicofarmaci (diverse persone sono state sottoposte a vari TSO) e tutte queste guarigioni miracolose io non le ho osservate: queste persone dovrebbero esser guarite da un bel pezzo se era vero che questi farmaci risultavano tanto miracolosi come sostengono tanti psichiatri. Io sono quasi certo che questi interventi hanno addirittura complicato certe situazioni.
    Tutti affermano di aver compreso tutto... Mi sa invece che nessuno ha capito ancora nulla davvero.
    Non attacco tutta la medicina, certo è che in quest'ambito (mentale/psichiatrico) tutto risulta secondo me ancora troppo confuso.

    Rispetto all'ultima formulazione, io lascerei che il tram ammazzi le prime cinque persone, poi all'altro magri ci penserò dopo, meglio di così non saprei fare.
    La prima formulazione invece permette di risolvere il problema grazie soltanto all'ausilio dei mezzi pubblici, conviene far accoppare prima la persona libera di muoversi e poi riportare la leva nella posizione originaria, siccome gli altri cinque sono legati il prossimo tram terminerà il lavoro.

    In relazione invece a quello che qui sto quotando: non hai capito come ragiono.

    Il mio ragionamento è pragmatico. Io non giudico in termini semplicistici di "giusto" o "sbagliato", ma in termini di risultati misurati.
    Misurando questi risultati senza usare il relativismo tipico del "politicamente corretto" quel che appare è che seppur "giusti", certi comportamenti o "tipi di esistenze" portano a risultati "sbagliati", nel senso che fanno soffrire chi li vive e/o sono l'opposto di quel che il soggetto voleva ottenere nella sua vita.

    Ambasciator non porta pena.
    Io non dico a nessuno cosa deve o non deve fare. Se mi chiedono "come ottenere questo o quello" io rispondi sulla base dei risultati che ottengono persone che partono dalla medesima condizione.

    Stesso ragionamento per le ragazze che cercano il principe azzurro e mi chiedono come fare a trovarlo. Conoscendo lo schema di pensieri che c'è dietro, la mia risposta è sempre la stessa: "Stai cercando una chimera".

    E' l'onestà che mi spinge a rispondere in questo modo. Se fossi abbastanza disonesto risponderei "aspetta e vedrai che lo troverai".
    Chi però conosce i pensieri dietro a certi "restringimenti" della vita privata: sa bene che quel che il soggetto cerca: non esiste!

    Per essere pragmatici bisogna fissare chiaramente degli obiettivi e non è detto che tu e altre persone li condividete.

    Se per esempio tu hai per obiettivo guadagnare molti soldi e nient'altro mentre un'altra persona ha per obiettivo guadagnare soldi ma allo stesso tempo non vuol fare anche altre determinate cose tipo rubare (ma è solo un esempio potrebbero essere altri i vincoli, qualcuno potrebbe non voler fare altre cose per altri motivi) se tu hai raggiunto pragmaticamente l'obiettivo "guadagnare molti soldi" rubando non è detto che per l'altra persona sia pragmatica la cosa visto che ha un vincolo morale in più che vuol soddisfare comunque, non avete lo stesso obiettivo in pratica. Dal tuo punto di vista potrai sostenere che l'altra persona che si trova in difficoltà economiche risulta stupida e poco pragmatica nell'evitare di far certe cose perché comportandosi così ottiene l'opposto rispetto a te, non guadagna soldi, ma non è completamente vero che ottiene l'opposto rispetto a quel che vuole ottenere lei nell'insieme.

    In ogni caso non è pragmatico comunque il tuo modo di comportarti "onesto" perché poi hai ammesso tu stesso che molte di queste persone resteranno nella loro condizione, a me sembra solo che tu esprima un tuo giudizio. Hai bisogno di fare questa cosa, bene, falla, ma non dipingerla poi come un'azione utile oggettivamente. E' una cosa che serve a te perché ti fa sentire in certi modi.

    Poi se una persona cerca qualcosa che non esiste (o anche solo fuori dalla portata dei suoi modi di comportarsi) in fin dei conti non esiste alcun comportamento pragmatico adeguato per risolvere il problema, al più atteggiamenti morali e ristrutturazioni valoriali che possano rendere coerente il tutto, ma bisogna vedere se l'altro le condivide. Non è che cambiare obiettivo sia pragmatico, semplicemente non esiste alcuna forma di comportamento pragmatico in casi del genere. Che certe cose siano molto improbabili da ottenere magari la persona lo sa già (altrimenti perché si lamenterebbe?), non credo serva farglielo notare.

    In ogni caso comunque non si può mai arrivare a parlare di impossibilità anche in questi casi, non abbiamo dati di fatto, ma solo aperture verso il futuro, se tu dici che "non esiste il principe azzurro" fai un ragionamento rischioso, hai per caso conosciuto ogni singolo individuo sulla faccia della terra?

    Per condividere una qualsiasi forma di comportamento pragmatico bisogna condividere a monte obiettivi e valori, se non c'è questo non si può parlare di comportamento pragmatico (o funzionale), questo sembra che tu e certe persone che ragionano come te non lo riusciate ad afferrare proprio (assumete erroneamente a monte che tutti desiderano e vogliono vivere negli stessi ed identici modi). Ultimamente parlano tutti di comportamento pragmatico o razionale, ma la razionalità non ci dice quali scopi debbano essere conseguiti e nemmeno se questa esistenza abbia valore o senso. Se una persona vivesse solo in funzione dell'obiettivo "principe azzurro" tolto questo scopo di mezzo potrebbe anche perdere di senso il resto. Le persone non hanno per scopo vivere, altrimenti nessuno si suiciderebbe, le persone vogliono vivere in certi modi (e ognuno ha un'immaginario e desideri un po' diversi da tutti gli altri), questi in genere sono i loro scopi, se questi modi di vivere risultano inaccessibili può venir meno anche il sotto scopo "vivere".

    Un suicida magari per te ottiene l'opposto di quel che vuole perché questo vuole vivere in certi modi, ma nell'insieme il suo scopo completo risultava inaccessibile e quindi questo tipo di comportamento non si può valutare in termini razionali, al più solo morali (è un tipo di comportamento che modifica lo scopo come un qualsiasi altro, in cui la persona rinuncia a vivere in certi modi per vivere in altri, in entrambi i casi l'altro scopo viene deposto). Ci si è avvicinati o allontanati allo scopo deposto? Non c'è alcuna scala oggettiva per valutare queste cose per me, solo schemi di valori diversi che avvicinano o allontanano le due cose.

    Citazione da bruce0wayne

    Credo che resteranno vergini perché hanno un imprinting troppo forte e non sono in grado di capire la loro reale condizione. In cuor loro credono di "avere ragione" ad essere come sono. Persistono nel cercare una donna compatibile con i loro schemi e a 37 anni si stupiscono di non riuscire a trovarla.

    Sei tu che hai parlato di ragione e torto in questo contesto, mi riferivo al tuo messaggio precedente, non al tuo goffo tentativo successivo di correggere poi quel che avevi affermato ed espresso prima.
    Faccio un esempio: se tu affermi che una persona che non ha reddito proprio non si debba stupire del fatto di non poter ricevere assistenza medica, stai esprimendo il tuo punto di vista politico sulla questione, non stai descrivendo dati oggettivi. Qualcun altro potrebbe stupirsi del fatto che non ce l'abbia questa assistenza. Ma non è che se attualmente la persona non ha assistenza tu hai ragione e l'altro torto.
    I valori e preferenze non sono dati oggettivi per quanto possano esser condivisi da molti.
    L'essere e il dover essere sono due cose distinte e moltissime persone che ragionano come te le confondono sistematicamente, questo per me è un errore.

    Se prendi un qualche amico tuo che è single a 40 anni e gli chiedi che cosa gli offre il mondo: te lo dirà anche lui. "C'è da stare attenti".

    Ciò non significa che TUTTE le persone single a 35 anni siano degli scarti. E' solo che è più probabile che tra questi si trovino quelle persone che non sono state in grado di costruire niente. Chi per incapacità, chi per aspettative irrealistiche, chi per disturbi della personalità, chi per problemi economici, chi per problemi di dipendenza, etc. etc.
    Si tratta di un dato oggettivo.

    Il dato oggettivo consiste nel fatto che queste persone non si riescono ad accoppiare e non si riescono ad adattare (fino ad ora), questo è il dato oggettivo, dire a qualcuno che è uno scarto rappresenta attribuirgli un valore come persona.
    Se un certo quadro non piace alla maggioranza delle persone, il dato oggettivo consiste nel fatto che non piace alla maggioranza delle persone adesso, affermare che è uno scarto (questo quadro) secondo me significa affermare qualcosa in più, rappresenta un posizionarsi all'interno di una gerarchia di valori nei quali ci si riconosce, e non si ha a che fare più con un semplice dato oggettivo.
    Tu pensi davvero certe cose e ti posizioni in un certo punto (e credi che posizionarsi in questo punto sia qualcosa di oggettivo) anche perché hai parlato di ragione e torto nel tuo discorso.
    Nell'espressione delle preferenze non c'è ragione e torto in maniera oggettiva. Se io preferisco il gelato al gusto di fagioli e non lo trovo in una gelateria non è che ho torto rispetto a chi preferisce il gelato al cioccolato e lo trova ovunque.
    Fatti, valori e preferenze sono due cose distinte, i primi soltanto sono oggettivi perché non vengono caricati da alcuna forma di dover essere e semplicemente non ci si riconosce in questi.
    Nel momento in cui anche tu diventi giudice e valutatore non sei più imparziale e non descrivi più dati di fatto ma le tue preferenze e come pensi che il mondo e le persone dovrebbero esser fatte. Tu stesso hai detto che queste persone che erano scarti avevano torto, ma che significa? Si può aver torto quando si afferma qualcosa di falso e non quando si esprime una preferenza o una valutazione.

    Tu metti sullo stesso piano le due cose ed è un errore logico enorme secondo me.

    I dati di fatto sono quel che è vero. Come dovrebbero stare le cose, che direzione far prendere alla società e tutta quest'altra roba non sono dati di fatto perché ancora non si sono neanche verificati (quel che è già vero ed acquisito si trova nel passato e non nel futuro) e si è tuttora sempre in lotta.

    Io mi sento in parte morto e sono vivo. Quando ti senti così anche la voglia di toglierti di mezzo risulta depotenziata e perde di senso.
    "Quando non si può vivere e non si può nemmeno morire, l'esistenza si svuota di ogni slancio e si sottrae ad ogni comunicazione con il mondo".
    Se sei una nullità, e non senti più spinte interiori, già sei morto, non c'è bisogno più nemmeno di ammazzarti, ci ha già pensato qualcos'altro ad ammazzarti; ultimamente sto iniziando a comprendere cosa potrebbero provare quelle persone che affermano in modo delirante di essere morte essendo convinte di esserlo davvero in senso biologico. Comunque non c'entra quasi nulla con la discussione, chiedo scusa per la digressione.

    Non mi sono mai visto nello sguardo altrui, l'avessi fatto sarebbe stato ancora e sempre il mio sguardo....

    Ovviamente è tutto riducibile alle proprie credenze, questo è ovvio. Ma è scorretta la tua impostazione perché confonde credenze con quel che gli agenti vedono.

    Facciamo un esempio di semplice prospettiva. Se io so che tizio è alle mie spalle penso che il suo sguardo rilevi quel che è sulla mia schiena, non è che penso che sta guardando quel che sto guardando io (la mia schiena non posso guardarla ma credo che tizio adesso la stia osservando col suo sguardo, dato che credo sia alle mie spalle). Si possono usare credenze (sempre nostre) relative a quel che sta osservando qualcun altro senza accavallarle a quello che stiamo guardando noi.
    Quel che crediamo di vedere va distinto comunque come costrutto da quel che crediamo stia vedendo qualcun altro.
    E' completamente scorretta per me la tua impostazione. Porsi la domanda, "ma tizio cosa sta osservando? Come mi vede?" non è banale e non si riduce ad alcun atto masturbatorio, anzi, chi si masturba è chi crede che non possono esistere altri punti di vista distinti dal proprio.

    Se si prendesse per buona la tua idea dovrei arrivare a credere che siccome io non posso guardare la mia schiena non può farlo neanche qualcun altro perché quel che guarda qualcun altro coincide con quel che guardo io.

    "Quel che credo di vedere" va distinto da "Quel che credo vede Tizio e Caio", non coincidono affatto, anche se sono costrutti costituiti da credenze soggettive non risulta così ovvio accavallarli e farli coincidere.

    Ma hai tu stesso questo problema? Io fino all'età di sette-otto anni ne soffrivo talvolta (ero anche sonnambulo comunque).
    Nel mio caso di sicuro dipendeva da problemi e conflitti vari, anche la scuola influiva.
    In effetti poi quando sono riuscito ad essere più sereno e tranquillo (cambiai scuola) questi sintomi fortunatamente sono spariti e non si sono presentati più.