Messaggi di csognante1973

    Per me è causato dalla depressione.. dal fatto che stai vivendo un periodo buio e brutto.

    Io ho passato più volte anche periodi di un'intera settimana senza riuscire a mangiare niente... senza il minimo appetito proprio..

    Mi sento talmente disperato che ho lo stomaco chiuso ermeticamente.. per cui mi forzo: cerco di mangiare, anche se poco, qualcosina ogni giorno (perché altrimenti poi all'ansia e alla disperazione si uniscono pure i problemi gastrici dovuti al non mangiare)..

    E che non c'è nessun futuro.. il futuro è un'entità completamente astratta, inesistente: c'è solo il presente, ed è solo questo - l'ora e adesso - a determinare tutto (e le influenze del passato restano anche se non vuoi) .. anche la possibilità che si ha di guardare con più o meno (o nessuna) fiducia al domani.

    Ciao a tutti, è da un po' che non scrivo più su questo forum ma oggi sento il bisogno di farlo.
    Provate mai il desiderio di voler scomparire e di dissolvervi nel vento? A volte mi capita, vorrei semplicemente svanire e nel frettempo far scomparire qualsiasi mia traccia di me. Ho sempre vissuto cercando di mantenere un profilo basso, di farmi notare poco dagli altri, di avere una vita tranquilla e serena, anche se serena non sono. Ho paura, ho paura di dover fare cose che odio e che mi fanno stare male solo per accontentare gli altri, il mondo, che non capisce la tua vera indole e non la capirà mai. Così vengo presa dal panico e non riesco a ragionare e mi sento male al pensiero che qualcuno possa spingermi a fare qualcosa che non voglio solo perchè per gli altri è "giusto".
    A voi capita mai di sentirvi così? A volte sarebbe così bello lasciarsi svanire nel vento, dimenticare ogni cosa, tutti i problemi, dimenticare la vita, essere un essere senza forma e senza pensieri, senza sensazioni, senza problemi.
    Scusate lo sfogo, grazie a chi risponderà.

    Secondo me il problema è che stai idealizzando una condizione e uno stato che umanamente non sono però possibili, perché siamo vincolati a tante cose: la nostra natura umana, la biologia, il fatto di avere un cervello e un corpo .. dei pensieri (anche se non li vogliamo) e dei bisogni legati a tutto questo.. che possiamo reprimere e far finta che non ci siano.. ma poi (ahimé) ad un certo punto si paga il prezzo.

    Cioè.. penso che a livello IDEALE quella sensazione di tranquillità e "libertà" che descrivi possa apparire meravigliosa, ma poi nella pratica non è qualcosa di neanche lontanamente raggiungibile.. perché siamo esseri umani, non entità incorporee che possono esistere svincolate da qualunque cosa e condizione, privi di peso e pensieri e sensazioni: ce li avremo sempre.. brutti o belli pensieri e sensazioni saranno un qualcosa che ci porteremo fino a che la nostra mente smetterà di funzionare e morirà; solo allora saremo ciò che descrivi.. cioè (sostanzialmente) non saremo più nulla.

    Sì, perché comunque tu hai "cominciato" dopo.
    Non voglio intortarti con cose del tipo "no, sono fisime tue" perché non essendo stupido, avrai notato qualche differenza fra te e gli altri relazionandoti. E va bene, ci poteva stare.

    Il problema (a mio modesto avviso) però è un altro: Tu hai vissuto in isolamento molto più tempo che fuori, quella volente o nolente è la tua condizione più famigliare, è la situazione che comunque conosci di più. E' sicuramente vero che ci stai male, ma lì ci sono anche le tue sicurezze. A casa nessuno giudica, non ci si confronta, non bisogna riconoscere un limite che può ferire, che ci mette in discussione, a casa non bisogna sentirsi né meno, né più rispetto a nessuno, a casa non incontri i cattivi, ma nemmeno i buoni...Fra i due mali, potrebbe tornare ad essere ciclicamente "quello minore". Altrimenti uno se ne frega e continua a carro armato per la sua strada.

    L'isolamento ha due lati: Quello in cui dici "ci sto male, soffro, sono solo, non me lo merito, se avessi l'occasione tutto si risolverebbe", l'altro che è quello più originario, ovvero il suo essere zona di sicurezza/comfort.

    Ma io non sto affatto in una zona-comfort.

    Dal 2009 non lo sopporto più questo isolamento.. mi sta distruggendo.. mi sta annientando.. non ce la faccio più.. ho tentato il suicidio già due volte..

    Dovresti tradurre in atteggiamenti concreti il: "non farcela" e "problemi". Proprio a livello comportamentale, come si manifestano da parte tue e da parte loro.

    Da parte mia è che non sapendo chi sono, non sono in grado "comunicarmi".. a 43 anni è un handicap.. non avere punti di riferimento di nessun tipo (esperienze, relazioni) .. rende problematica qualsiasi cosa, anche un misero scambio di battute.. A me manda in crisi tutto.. non ho proprio risposte da dare.. le devo ancora trovare tutte quante.. non ho vissuto nessuna esperienza relazionale e contatto umano.. così o sto zitto o mi ritrovo a girare vorticosamente e impropriamente attorno al nulla.. le persone se ne accorgono .. ciò non è stimolante né coinvolgente.. tiene lontana la gente..

    L'unica cosa di cui riuscivo a parlare un po' son le cose che conoscevo.. libri, film, telefilm, .. ma non è che nascano i rapporti umani dal parlare di cose.. cioè.. ad un certo punto è come se ci si dovesse mostrare.. come esseri umani.. parlare del proprio vissuto..dire chi si è.. e io non è che non voglio rispondere .. io non lo so.. non so che dire di me..

    Se sei in grado di parlare solo di Cose o dei problemi che hai, delle tragedie della tua vita.. la gente marca le distanze.. non si avvicina, ti chiude tutti i canali di comunicazione.. che per me, che devo imparare a relazionarmi e uscire da questa "prigionia esistenziale", è esattamente il togliermi la possibilità concreta di farlo..

    Questo è il "non farcela" e il problema, sostanzialmente.

    Altrimenti il rischio è che tu ti stia facendo soggiogare dalle tue paure, come un ansia da prestazione vera e propria. Magari le cose non sono così drammatiche come pensi, e negli altri non c'è tutta questa voglia di "f∙∙∙∙∙∙i".

    Il problema principale non sono le mie paure (che ci sono.. ho paura di tutto: ma mi sono imposto d'affrontarle più volte e ancora lo farei.. avendone l'occasione.. ) ma il fatto che tutte queste occasioni e possibilità di provare e mettersi in gioco io non le trovo proprio.. non trovo proprio niente. Comunque io non penso che la gente voglia "fottermi".. volevo solo dire che è l'incapacità a relazionarmi a fregarmi già in partenza.

    Nella vita situazioni così "definitive" non ci sono neanche per chi oggettivamente ha ottenuto più di te.

    Per esempio: I matrimoni finiscono e si resta soli anche a 60 e passa anni, il lavoro si perde (oggi più che mai), qualcuno si trasferisce all'estero per disperazione e si ritrova solo a cominciare da zero.

    Ecco non è che l'esistenza va vista necessariamente come un periodo di caparra per assicurarsi il posto sicuro per tutto il rimanente tempo avvenire. Potenzialmente, per gente NORMALE, è un RICOMINCIARE ogni giorno: In base ai casi e alle situazioni.

    E chi ha mai parlato di situazioni "definitive" ?
    Qui il problema - ed è un problema bello grosso - è che a 43 anni io non ho mai iniziato niente (a livello relazionale). Mi mancano gli strumenti. l'a-b-c.. non so dare risposte.. non so comunicare e comunicarmi.. cioè.. problemi a parte, intendo, che poi è quello che la gente eviterebbe volentieri di sentire.. a meno che non sia controbilanciato da tanto altro.. che in me non c'è.. non ho vissuto un solo giorno "normale".. non ho mai fatto viaggi, dato un bacio, uscito in gruppo.. cioè.. non so.. a me non pare così piccolo il problema (a 43 anni).

    Cioè.. sì.. c'è gente che riparte.. ma con il bagaglio delle esperienze pregresse..
    E sai qual'è il dramma ? Che un lavoro o a guidare l'auto a qualunque età puoi trovare qualcuno che ti aiuta e te lo insegna.. ma i rapporti umani... no. Se non sai di tuo farli nascere.. se non sai chi sei e cosa stai relazionalmente offrendo agli altri e glielo fai capire... non frega a nessuno e nessuno ti aiuta o ti viene incontro in questo.

    Quindi, tu che lavori hai fatto?

    Un po' di tutto.. dall'impiegato amministrativo a lavorare in una catena di ipermercati.. poi qualche lavoro da casa ai tempi dell'esplosione del web (molto prima della crisi) ..
    Con le riparazioni e la casa non me la cavo proprio.. sono abbastanza un disastro su tutto ciò che richiede manualità e fisicità.. Son pure senza auto e vivo in un paese di campagna in mezzo al nulla.. (mi viene da piangere..)

    Se non sposti anche solo una delle convinzioni ferree che hai, la prima quella del ritenerti complessato, pieno di blocchi e che non avendo vissuto non potrai vivere: il tuo schema non crollerà mai. Mettiti -qualche volta- in dubbio. Metti in dubbio che a 43 può anche non essere così tardi come pensi. Se hai deciso che lo è: lo sarà di conseguenza...

    Tu dici di non sapere chi sei, ma accidenti hai delle certezze su di te che sono davvero inamovibili però.

    Io non ho certezze .. tutte le mie convinzioni sono crollate in questi anni disastrosi di sforzi, tentativi fallimentari.. ma proprio tutte.. è per questo anche che non so più chi sono.. cioè.. tutto quel che credevo era falso..
    Io ci ho provato.. ho ignorato l'età, i limiti, i problemi e mi son buttato come riuscivo nella "mischia".. ma non son arrivato da nessuna parte.. proprio da nessuna.. cioè.. il Nulla veramente.. e con questo ci devo fare i conti, non è che posso ignorare il fatto che per qualche motivo gli sforzi che ho fatto non sono serviti a migliorare la mia situazione e anzi mi han solo messo altri dubbi e paure.. Tipo quella che possa essere tardi.. mi è venuta perché più di qualche persona me l'ha proprio scritto.. in forum tipo questo.. Se a ciò ci aggiungi i rifiuti e le molteplici persone che non ti dicono nulla (a volte, raramente, qualche frase incoraggiante di circostanza) ma che evitano di relazionarsi con te concretamente anche se ne dichiari in maniera chiara il desiderio e la voglia .. non lo so.. posso far finta di niente.. ma nella mia testa e nel mio animo tutto questo ha un peso e mi fa stare malissimo .. mi uccide.

    Un obiettivo lo hai se il soldi stanno finendo: Sopravvivere.

    E' che sto così male che non ho voglia di sopravvivere in queste condizioni. Vorrei vivere.. ma - tentando - mi son reso conto che nelle condizioni in cui mi trovo mi è di fatto precluso tutto quel che mi servirebbe..

    Di sopravvivere sono stanco.. è da quando è morto mio padre 30 anni fa che non faccio altro che sopravvivere (male) e basta.

    Il dolore è un potente stimolante: Non vuol dire che tutto è perduto. Vuol dire che si sta cercando una soluzione anche se non la si vede. Infatti bisogna immaginarsela.

    Il dolore fa da stimolo.. la soluzione l'ho cercata.. il problema è che in questi anni di tentativi per me faticosissimi a parte il fallimento e la sofferenza non ho trovato assolutamente niente d'altro.. e inizio ad avere una paura terribile che una soluzione non ci sia. Che sia oggettivamente tardi.. Cioè.. non ho vissuto, non ho fatto niente.. ho 44 anni e .. tutto mi è precluso.. non so cosa fare.. non riesco più a individuare percorsi, strade.. io quello che potevo tentare in questi anni l'ho tentato.. ma qualunque strada io provassi a prendere mi trovavo di fronte solo ad altri miei limiti e mancanze .. e al fallimento.

    In questo momento pensare alle relazioni sociali è la stessa cosa che mettere il carro davanti ai buoi. Devi ricominciare a lavorare, dopodiché poniti una meta. A volte nella disperazione di non avere nulla di quel che si vorrebbe: ci si dimentica che le cose si ottengono una per volta, con strategia.
    Altrimenti non c'è uscita per il pantano in cui sei. Crolli, e non lavori, i soldi si esauriscono e quando in preda al malessere penserai istintivamente a una via d'uscita la troverai chiusa.

    Ora io non se che lavoro facevi e se puoi riprendere a lavorare, se è possibile: Fallo.

    Quando hai la possibilità economica, hai anche più scelte. Per esempio viaggiare: Se hai i soldi non hai più scuse, molte sono le persone che partono da sole e si conoscono in viaggio, anzi alcuni viaggi vanno organizzati apposta. Basta informarsi.

    E' dal 2010 che lo cerco (inutilmente) il lavoro.. anche questo mi scoraggia e mi fa star male... purtroppo - problemi di fragilità e insicurezza a parte - non ho professionalità o competenze specifiche.. ho fatto tutti lavori generici.. non ho una rete sociale di nessun tipo (solo solo ed isolato).. non so più cosa fare nemmeno per questo...

    Una cosa che si impara con l'esperienza...è che non c'è un numero finito di tentativi da fare.
    La vita è come essere in mare aperto, non saranno due o tre bracciate a farti restare a galla (traumatiche o piacevoli che siano): ma imparare un costante nuoto.

    Sì.. ma questo è tutto a livello teorico: se poi non hai un lavoro, un identità definita (io non so manco più chi sono - non ho vissuto), non ti sai relazionare con gli altri, sei complessato e pieno di blocchi ... non sai nemmeno chi sei perché non hai vissuto.. tutte queste occasioni e tentativi non è che ci siano, purtroppo. E' questo che mi ha mandato definitivamente in crisi: vedere quanto poco spazio REALE e possibilità concrete mi ritrovo stando in queste condizioni.

    E' vero: non sono due o tre bracciate a farti restare a galla. Ma da quelle due o tre bracciate si parte.. senza nneanche quelle.. come si può sperare di nuotare ?

    Non si esce dalla zona di comfort senza provare dolore.

    Non è la paura del dolore a bloccarmi.. è una vita che soffro e basta. Io.. non so cosa fare. Non ho punti di riferimento.. non ho strumenti.. spazi.. occasioni manco per tentare.
    Ingenuità, inesperienza, non conoscenza di sè stessi (sotto nessun aspetto).. a 43 anni sono veri e propri handicap..ho fatto e sto facendo i conti con questo.

    C'è l'aria nei tuoi polmoni, ti basta e ti avanza. La strada si può creare, fatta la strada arriverà anche l'incontro con le altre persone. Ma parti da te per adesso.

    Fidati che anche chi è circondato da persone non è che può contare su esse...

    Io ho bisogno degli altri.. perché è tutta la vita che sono solo. Solo veramente.. non in senso esistenziale. Solo fisicamente, isolato materialmente.. tutta la vita passata così.. non ce la faccio più.. dai.. ho 43 anni .. è logico che ad un certo punto qualcosa cede dentro dopo tutta un'(in)esistenza così..

    Il mio problema non è tanto non avere avuto o avere persone su cui contare: è non avere avuto e non avere nessuno.. nessuno proprio.. sto impazzendo..

    Frequenta parrocchie, associazioni, circoli, vedrai che ti aprirai e ti farai degli amici. Però tu ci devi mettere la buona volontà, altrimenti non socializzerai. Dimentica il passato, ormai non puoi farci nulla. Fidati che è cosi, un giorno, ripensando a questi momenti, potrai ridere per la banalità della situazione in cui ti trovi.

    La situazione non ha niente di banale o facile. Anche perché ho quasi 44 anni.. non 20. E neanche 30, purtroppo.

    Quelle che hai suggeristo son più o meno le cose che fino a due anni fa ho provato a fare.. frequentare associazioni culturali, iscrivermi a corsi, attività collettive: ed è stato proprio ritrovarmi in quelle situazioni a mettermi di fronte sempre più impietosamente ai miei limiti.. non aver vissuto e non avere fatto esperienze ti "riduce" come persona.. ti mancano proprio parti di identità, di te stesso.. io prima non me ne rendevo conto di quanto ciò influisca nei tentativi di relazionarsi agli altri.

    Oltre ai problemi oggettivi legati all'inesperienza (ingenuità, disagio, mancanza di spontaneità) non si riesce proprio a "comunicarsi".. e se non sei in grado di comunicarti (perché non ti conosci) gli altri ti evitano .. per cui tu continuerai a non fare quelle esperienze che ti servono per conoscerti e uscire dal circolo vizioso.. io non so davvero più come venirne fuori.. come si fa a riuscire ad esser considerati da qualcuno se non sai nemmeno chi sei perché non hai vissuto ?

    Non mi son mai sentito tanto disperato in vita mia.. non so davvero come uscirne..
    Cioè.. ho bisogno di relazioni e contatti ma per tutto il deficit che ho e il non-vissuto non riesco a costruirne.. mi manda in crisi tutto e la gente non è che sta lì a capire o ti da seconde possibilità.. una volta che vedono che non ce la fai e hai problemi .. sei f∙∙∙∙∙o... perché tanto c'è un offerta di relazioni praticamente infinita..

    csognante1973 cosa t'impedisce di aprirti agli altri? Si sarai timido, perchè non hai avuto rapporti , ma puoi sempre iniziare ad averli, senza aspettarti che ciò avvenga per forza. Io anche non ho amici, ho solo la mia famiglia, è vero che sono molto più giovane di te, ma non penso che non ci sia nessuna speranza che un domani possa avere degli amici. Apriti e non avere timore, so che può essere difficile, ma non darti per vinto mai.

    Non mi apro agli altri.. perché NON CI SONO altri con cui aprirsi.. sostanzialmente.

    Vivo isolato, non ho nessuna rete sociale attorno.. in più aggiungici l'inesperienza relazionale e i problemi che comporta ad una certa età .. e hai il quadro della situazione disastrosa in cui sto annegando sempre più disperatamente..

    Sforzi su internet ne ho fatti parecchi negli anni passati .. ma ormai ho mollato.. perché anche ad aprirsi e confidarsi non è che magicamente poi nascano rapporti di conoscenza reale (che è un po'quello di cui avrei bisogno ora.. visto che così non ce la sto facendo.. precipito nell'abisso sempre più.. )

    Boh..sto pensando di ritentare il suicidio di nuovo.. è terribile.. ma sembra non ci siano altre strade e così non ce la faccio proprio..
    Quando hai problemi grossi e difficoltà è come se non si esistesse per nessuno.. come se nessuno volesse che esistessi.. è terribile... dio.. son stato male in passato, ma mai come in questi ultimi 2 anni.. in cui ogni sforzo da me fatto si è rivelato vano e inutile.. spero di trovare la forza .. non me lo merito questo inferno eterno privo di ogni umana cosa... non sono la persona migliore del mondo ma non ho fatto niente per meritarmi questa condizione inumana.. dio..

    sinceramente io ho scelto di togliermi da quasi contesti per raggiungere la felicità. sognavo di fare altro (ma non l'ho fatto) e piuttosto che star li a cercare dei punti fermi all'esterno(che non troverò mai). il punto fermo sono io.
    direi che guardando le cose da questa prospettiva...le mie ansie sono diminuite, anche perché i miei sogni lavorativi e relazionali sono troppo alti per la miei limiti attuali.

    Il punto fermo siamo noi.
    Ma ci devono essere altri punti.. magari non fermi.. anche mobili.. altrimenti come si va avanti solo con sé stessi ? Senza rapporti umani e un confronto con l'esterno (che poi è esattamente ciò che mi ha condotto in questa condizione disastrosa attuale) dove li trovi gli stimoli per andare avanti ? Come ti si possono creare ?

    Io sto impazzendo e basta.. non so neanche chi sono più...

    Non ti sei voluto bene e ti sei quasi annullato.

    Il problema è che prima di tentare ad uscirne io di sicuro bene me ne volevo molto...

    Adesso.. dopo tutti questi disastrosi e traumatici tentativi falliti che ho fatto.. non è che mi odio.. ma mi son ritrovato indubbiamente di fronte a così tanti miei limiti.. dovuti alla mia totale assenza di esperienza e vita reale .. che mi son reso conto che non so proprio che pensare di me... non so chi sono..