Danny, l'Italia di oggi la leggerezza l'ha bandita.
Messaggi di Giant_in_Despair
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Gigante, non sei migliore... Sei normale, sei come tutti gli altri.. E va benissimo così!
No. Io sono inferiore. Sono un underachiever. A volte per demerito mio, a volte per colpa di altri e del contesto.
Tutto quello che ho sempre chiesto è di potermela giocare alla pari. Ma qui non funziona così.
Adesso mi ritrovo mezzo sciancato e con l'aspetto mostruoso, devastato mentalmente, alle dipendenza di gente a cui non avrei rivolto la parola con disprezzo solo 4/5 anni fa. Però la mia natura mi impedisce di alzare bandiera bianca.
Ma sono stanco. -
Vuoi cambiare mentalitá, comportamento e visione della vita? vuoi rompere i tuoi schemi mentali? Bene allora é il momento di farlo
Ma di cosa stai parlando? Ma quale leggerezza che qua la gente sta disperata?
Per citare Boris, "un Paese di canzonette dove fuori c'è la morte".
Da quanto vivi fuori? Se hai letto quello che ho scritto anche io ci ho vissuto, fuori, e a meno che tu non ci stia da almeno 10 anni perdonami, ma questa è malafede. -
Io avevo attacchi terribili, iniziavano a tremare le mani, mi si stringeva la gola, mi sentivo svenire etc Poi in seguito alla rottura con una ragazza ho avuto una crisi di panico spaventosa, durante l'orario di lavoro.
Senti, farmaci a parte, è stata la consapevolezza di contenere e controllare questi spasmi e soprattutto razionalizzarne la presenza, consapevole che non mi avrebbero ucciso, ad avermi, almeno finora, salvato. -
Ma scusami eh, ma DAVVERO vedi la fisica, la matematica, la filosofia come dei PASSATEMPI e non, magari, come cose che si devono studiare per raggiungere obiettivi superiori?
Perché non cerchi di 'alleggerirti' un po', senza rinunciare, sia chiaro, alla filosofia? -
ma chi cavolo credi di essere? cosa credevi che arrivavi tu e c'era la banda e il sindaco alla stazione ad aspettarti?, prima volete l'autonomia e poi vi terrorizza l'idea che dovete cavarvela da soli...ti piace questa nuova città? bene! vivitela, è il modo più rapido per farsi nuove amicizie?...cercarle, creare opportunità di dialogo, che vuoi un po devi fidarti de tuo isitinto...piccolo consiglio con sentire ciò che dicono ma guarda ciò che fanno, dopo qualche giorno di panoramica sceglierai le tue vittime come un serial killer e partirai " ehi son nuova del posto sai dove si può mangiare una buona pizza...ho fame!" noti uno/a che ti piace come si comporta, come parla,come veste, poi guarderai cosa ha per le mani, un giornale di arte, sport, musica per cui ovviamente:"sai indicarmi un museo, una mostra, palestra, discoteca, pub...ma devi essere tu a partire, a rinnovarti continuamente, incuriosire, stimolare, divertire e perchè no anche provocare! se aspetti che siano gli altri...e non hai misure da pin-up...invecchierai sola.
Giusto. Ottimi consigli. Cerca di "agganciare" la gente, però non aspettarti troppo. Comincia ad abituarti all'idea che nella vita si hanno pochi amici e molte "comparse". Ma anche le comparse hanno una loro dignità e possono essere divertenti. Buttatici e non pensarci troppo.
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Contro tante cose. Ma non saprei definire qualcosa in particolare. Forse proprio questo è il punto.
Grazie per la critica, sicuramente mi è più utile della solita pacca sulla spalla. -
Buonasera a tutti.
Sono nuovo anche se ho lurkato per un po' di tempo. Mi presento: come il mio nick suggerisce, sono un gigante triste. Gigante per le mie dimensioni: 188 cm per beh, tanti, troppi kg. Più vicino ai 30 che ai 20.
Come avrete capito, ero il ragazzino che veniva sempre preso in giro per il peso, oltre che per la goffagine, dovuta anche a una madre opprimente e iper-protettiva, ma contemporaneamente capace di improvvisi scatti di ira, anche violenti, nei miei confronti. E un padre reduce dei corpi speciali, sempre pronto a sfidarmi e farmi vivere in un clima di competizione malata. Sono cresciuto pieno di rabbia e frustrazione, e complice uno sviluppo molto precoce, sono presto diventato il terrore dei miei coetanei. In quarta elementare mandai all'ospedale un bambino con le costole rotte, mentre ogni mese ne mandavo un paio in infermeria. Credo che se non fosse stato per il mio rendimento scolastico gli unici amici che avrei avuto sarebbero stati gli assistenti sociali. Non che ne avessi molti altri. Vi risparmio cosa scrissero la maestre nella scheda personale. Alle medie ho quasi spezzato il braccio a una s∙∙∙∙∙a che tutto sommato se lo meritava.
Alle superiori ho spaccato il setto nasale a uno di quinto. Facevo il primo.
Scuola sbagliata (impostami dai miei), compagni di classe che odiavo. No, in realtà no, mi erano del tutto indifferenti. Non feci comunque nulla per cambiare realmente, sviluppando uno stoicismo degno di Seneca. Ho finito la scuola con un voto abbastanza basso, senza passioni a parte il death metal, molte canne, una sospensione e molte persone pestate.
Ragazze pochissime, ero (e sono) orrendo, una specie di gigante malvagio che peggiorava giorno per giorno.
Comincio l'Università, facoltà imposta dai miei. La odio. Non riesco a dare un esame. Lascio.
Scelgo una facoltà che più mi piace, per quanto offra pochi sbocchi. Non vi dico qual è che poi ridete. Vabbè, chissene, ovviamente Scienze della Comunicazione.
Passo il test. Mi laureo. Senza lode ma con passione e una bella tesi sperimentale. Perdo un anno appresso a una ragazza che meriterebbe solo calci nel c∙∙o, o piuttosto molta, molta psicanalisi. Mi spezza il cuore e mi distrugge l'anima. Incontro un'altra. Lecca le mie ferite. Ci innamoriamo. Due anni insieme. La storia più importante della mia vita. I miei la odiano e fanno di tutto per farci lasciare, soprattutto mia madre. Litigi a non finire.
Abbandono la musica (ero bravino, ma non abbastanza per superare il livello di dilettante) e scopro le arti marziali. Divento incredibilmente bravo in poco tempo. Il Maestro vuole formarmi come suo assistente, essendo andato via l'altro.
Nel frattempo collaboro con un quotidiano e corono il mio sogno nascosto: fare il giornalista. Sfruttamento allucinante nelle redazioni, sudore, pochi soldi ma moltissima passione. Mi iscrivo all'Ordine. Il Quotidiano fallisce. Poco male, per quello che (non) pagavano... Una mia amica che vive all'estero mi invita da lei in estate, lei ha trovato lavoro fuori. Certo, in altri tempi, prima del crak della Lehman Bros., ma ci provo uguale. Sei mesi fuori. Esperienza tanto dura quanto bella. I soldi finiscono. Torno con la coda tra le gambe. Colpo di scena: vengo preso da una grossissima testata. Niente nomi, non voglio guai.
Sudore, fatica, sei mesi senza un soldo, poi i primi pezzi pagati. Mi faccio un nome. Divento discretamente noto. Amici, nemici, soprattutto nemici, adulatori, sfuttatori, qualche ammiratore. Intanto c'è qualcosa che non va col mio corpo, è vero che non mi sto allenando, ma sto decisamente ingrassando.
Passano due anni e mezzo, sbuca un figlio di papà dal nulla. Un mese di prova e gli fanno il contratto. Nonostante avesse già un posto pubblico bello sicuro.
Colleghi e superiori fanno di tutto per farmi capire che per me non c'è più spazio. Io e altri collaboratori veniamo messi in condizioni di andarcene.
Passa qualche settimana.
Iniziano gli attacchi di panico, le notti insonni, la gola che si stringe e non mi fa respirare. Gli ansiolitici, i sonniferi. Ingrasso, ingrasso, ingrasso.
La maggior parte dei miei ex-colleghi mi evita, ma ammetto di aver dato il mio contributo. Sempre meno amici.
Vado dal medico di famiglia. Incompetente pagato dalle aziende farmaceutiche, laurea comprata. "Tranquillo, non hai niente."
Cambio medico, scopro di avere una gravissima disfunzione alla tiroide. Inizio una terapia ormonale, una dieta. Vado anche in psicoterapia.
Trovo lavoro in un call center. In pochi mesi mi fanno l'indeterminato. Guadagno meglio di un collaboratore di una grossa testata, lavorando meno ore, non scherzo.
Ma io quel lavoro lo detesto. Odio la gente. Odio gli ignoranti. Odio gli italiani. Tra clienti e colleghi è una gara di idiozia.
Ricomincio a studiare. Stavolta lingue. "Ma dai, hai quasi trent'anni, ma che vuoi fare". "Wow, ti ammiro, io non ci riuscirei".
Nel momento in cui scrivo mancano cinque esami alla laurea.
Il peso va e viene, ma intanto arriva un'ernia cervicale. Stare seduto per ore e l'aria condizionata non perdonano. E tutto sto peso addosso...
Mando a f∙∙∙∙∙o la mia terapista. Mi ha fatto capire molte cose, è vero, ma a volte mi sembra di avere a che fare con un'idiota. Alterna complimenti altisonanti e poco credibili a malauguri, nel caso decida di non proseguire la terapia. Che cerca di rendermi il suo schiavetto. O meglio, il suo Bancomat. Non ci sto.
Adesso mi ritrovo con la schiena a pezzi, il peso sempre più difficile da buttar giù, visto che ridotto così non posso allenarmi come vorrei, la dieta non riesco sempre a seguirla, mi sento brutto e solo, o meglio, SONO brutto e solo. Non è tanto la mancanza di una donna il problema, quello capita, ma il fatto di essere sistematicamente rifiutato e deriso. Il fatto di non poterne avere una, per quanto brutta, sfigata... Tranne che da qualche esaurita ridotta peggio di me.
Un mio amico mi dice che mi sbaglio e che dovrei puntare su "altri aspetti". Mi viene da ridere solo a pensarci: non sono simpatico, ho un senso dell'umorismo che spaventa la maggior parte delle persone, la cultura... beh quella c'è, ma se l'aspetto fa in modo di non far avvicinare nessuna, sai che me ne faccio... Poi in un Paese di ignoranti...
L'ansia va e viene, anche se sto decisamente meglio.
Ho dei piani per il futuro, ma solo perché sono lottatore dentro. Puro istinto. Altrimenti l'avrei fatta finita da un pezzo. Combatto senza un perché. Funziono così, punto.
Vivo nel terrore che l'istinto venga meno.
Chiedo scusa se vi ho annoiati, è che ho seriamente bisogno di sfogarmi. E di piangere. Non piango mai.