Messaggi di moleskine

    Cara dottoressa e cari tutti,
    ho letto molti vostri post e mi sono stati estremamente utili per fare luce in me stessa.
    Vi spiego brevemente il mio problema, senza dilungarmi troppo.
    Ho 23 anni, un lavoro fisso, ho quasi terminato i miei studi mantenendomi interamente da sola. Dopo la fine della mia prima relazione importante e momenti di grande sconforto e crisi personale, mi sono profondamente riavvicinata alla mia famiglia. Attualmente sto da quasi un anno con un ragazzo 7 anni più grande di me con cui ho un rapporto felice, equilibrato e sereno. Non è una favoletta, ma è l'amore consapevole e maturo che sognavo. Il mio problema è questo:
    non riesco a parlare con mia madre.
    Premetto che con lei ho un buon rapporto, le voglio bene, comprendo e tollero le sue ansie, la sua apprensione. Però per tutta la vita ho cercato di compiacerla, cercando anche di colmare i vuoti e le delusioni causate da un fratello problematico.

    Ora sto diventando adulta. Lavoro tutto il giorno e quando rientro a casa studio con profitto. Non peso economicamente nè moralmente, anzi cerco di essere d'aiuto anche se non sempre ci riesco. Vorrei imparare a rivendicare i miei diritti: presentare il mio fidanzato, che non sarà un rampollo di sangue blu, ma è una persona buona e onesta che mi ama davvero... poter viaggiare con lui. O non sentirmi in colpa se passo un weekend al mare, se esco il fine settimana e faccio più tardi del solito. Insomma, vorrei poter avere le mie libertà di ragazza adulta e responsabile senza dovermi nascondere per non ferirla. Il fatto è che quando parliamo non riesco mai a spiegarle che ormai sono una adulta, che ho diritto di fare le mie scelte anche se lei non le condivide, che ho un pezzo di vita che non le appartiene più, che ho esigenza di essere autonoma. Lei mi rimprovera,controlla l'ora a cui torno, se mi allontano da casa per qualche giorno mi chiama continuamente, mi guarda storto se faccio qualcosa di vagamente trasgressivo (come se andare a ballare a una serata hip hop fosse un reato).

    Vorrei spiegarle che il fatto che voglia più libertà non significa che io voglia abbandonare la famiglia e dimenticarmi di lei, non significa che le voglia meno bene, ma solo che sono cresciuta, lavoro, sono autonoma e vorrei poter godere della mia vita. Vorrei spiegarle tutto questo ma quando comincio lei si chiude a riccio e si mette sulla difensiva. Ha paura di tutto quello che voglio fare come viaggiare, andare a qualche concerto, concedermi un weekend con il fidanzato. Mi attacca, punta sul senso di colpa, esce discorsi come la rispettabilità, il fatto che sono stati genitori che mi hanno dato tutto e che non possono essere ricompensati così, che io devo rispettarli perchè sono sotto il loro tetto. Discorso comprensibile, se non fosse che quando ho manifestato l'intenzione di abitare da sola (potrei farlo in qualsiasi momento) per poco non le è preso un infarto.

    E' davvero esagerata, perchè io so bene di non chiedere niente di strano e in cuor mio so di non aver mai fatto niente di davvero deplorevole, niente di cui possa vergognarsi. Sono stata una buona figlia, me lo riconosco dopo molti anni di colpevolizzazione. Anche lei lo ammette, spesso, ma mi sembra che non sia disposta a tollerare il fatto che io cresca davvero, che diventi una vera adulta. Non riesce a tollerare che io voglia rompere il cordone per potermi sviluppare completamente e non capisce che io davvero non ho alcuna intenzione di abbandonare la mia famiglia. Voglio solo essere trattata per quello che sono e fare ciò che è giusto che una persona della mia età faccia senza dovermi nascondere per proteggere la sua sensibilità.

    Ma come posso farglielo capire? Come posso comunicare con lei? Come posso abbattere il muro di ironia, autodifesa, ottusità e non ascolto che alza ogni volta che si parla di cose a lei scomode? Perchè finisce sempre per alzare la voce e far irritare anche me e di certo non è una cosa buona. C'è un modo più giusto per parlare alle persone che non vogliono ascoltare e non ti prendono sul serio? E' possibile arrivare a farle capire il mio ragionamento?

    Non so se sono le domande giuste, ma spero comunque in una risposta. Perchè costantemente sono qui a chiedermi: come parlo con lei, come fare a farle capire?
    Mi scuso per la lunghezza del post, e spero tanto, davvero, di ricevere qualche parere.

    io ci sto pensando da molto tempo. ho una casa nello stesso paese dei miei a pochissima distanza. al momento è affittata ad una coppia, tra due anni scade il contratto e vorrei subentrare io... avrò 25 anni, allora, vorrei sistemarla e andarci a vivere. effettivamente comprendo il tuo problema, stare più lontano possibile dai propri genitori ha un effetto benefico sulla crescita personale, l'ho sperimentato negli anni in cui sono stata fuorisede per l'università. però considera bene il lato economico della faccenda. se non hai grandi possibilità, è avventato pagare un affitto quando potresti tranquillamente risparmiartelo. se fossi in te io eviterei di passare quella mezz'ora con i tuoi tutti i giorni... magari alterna, sostituisci la visita con una telefonata breve, trova un hobby, qualcosa che ti tenga lontano da casa in generale... non conosco la tua vita, quindi non posso dire granchè.. solo che se fossi nella tua situazione farei esattamente così: cercherei di passare quanto più tempo possibile fuori casa. penso che i rapporti si allenterebbero e le tue tensioni anche... ora come ora, visto che sono tornata a vivere con loro dopo l'uni, riesco solo a pensare: l'avessi io un appartamentino privato, anche accanto a loro!!

    ho una situazione simile... vorrei riuscire a parlare apertamente con i miei, specie con mia madre. ho anche io 23 anni e sono fidanzata da un anno con un ragazzo splendido, che però mi tocca tenere nascosto. perchè? perchè sono spaventata dalla mia esperienza precedente, quando a 19 anni avevo un fidanzato che a mia madre non è mai assolutamente piaciuto e pur facendomici stare mi ha sempre impedito di viaggiare da sola con lui e persino di farlo venire a casa qualche volta. adesso sto con questa persona, un ragazzo serio, lavoratore, umile ed onesto ed ho paura anche solo di dire che sto con lui perchè so che non è il rampollo di sangue blu che mia madre si aspetta per me.
    vorrei essere libera di dirlo, sto con lui, sono felice ed equilibrata! ma non posso. la cosa bella sapete qual è? che sono una figlia integerrima. ho 23 anni ed ho sempre lavorato e studiato duramente. sempre obbediente, sempre fonte di orgoglio, bravissima a scuola e all'università, ho trovato lavoro prestissimo e ormai ho un posto fisso da ben 3 anni. non peso economicamente nè moralmente, sono d'aiuto in casa e li amo davvero, i miei genitori. avrei tutto il diritto a una indipendenza, serena e civile, senza traumi. invece mi ritrovo a mentire come una sedicenne per poter vivere un amore splendido e finalmente maturo. non so davvero come fare.