Già Asia, sicuramente prendere le distanza farà bene a me, è inutile rischiare di essere trattata così ogni volta. Io capisco davvero che gli ormoni possano giocare brutti scherzi (già quando ho il ciclo io mi sento la persona più instabile del pianeta) ma c'è anche un limite tra stress e preoccupazioni e... fare di un nomignolo (carino e affettuoso per altro) una tragedia.
Messaggi di moleskine
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Da qualche tempo una mia cara collega e amica ha scoperto di essere incinta. Da allora il suo rapporto con me è completamente cambiato. Non fa che trattarmi male, rispondermi in modo acido. Non so più come comportarmi, perchè pare che qualsiasi cosa le dica è un errore. Stamattina l'ho chiamata con un vezzeggiativo carino e se l'è presa a morte, mi ha risposto acidamente e mi ha negato di vederci anche questa volta. Io sono settimane che provo a incastrarmi con i miei impegni e le chiedo di vederci, quando prima ci vedevamo molto più spesso. Ogni volta ha un impegno, una scusa. Anche se le chiedo come sta si innervosisce. Prima eravamo molto unite, ci siamo avvicinate e conosciute piano piano, ci siamo piaciute e abbiamo stretto una bella amicizia. Ci siamo raccontate molte cose di noi ed è stato bello, credevo di aver trovato una nuova vera amica. E adesso si comporta così. Ehi, saranno anche gli ormoni della gravidanza, però non è nè la prima nè l'ultima donna incinta su questo pianeta. Ho avuto amiche che hanno avuto gravidanze, anche difficili, e sono sempre state dolci e affettuose con me e con tutti, proprio come prima.
Lì per lì ci sono rimasta male, ma sapete che c'è? Basta... basta star male per i modi della gente, non posso lasciarmi scalfire. Devo fregarmene un po' di più, anche se fa male essere bistrattati dalla gente a cui vuoi bene. Stavolta ci sta un grande e sonoro vaff... Sono stanca di mettere il rispetto di me stessa sempre dopo gli altri. Spero che gli ormoni non abbiano lo stesso effetto su di me se mai avrò dei bambini... -
Bella idea, magari riesco a tirarmi su anch'io se ripenso alle cose che riesco a fare:
- Riesco a sorridere e ad essere cordiale con amici, parenti e colleghi di lavoro;
- Riesco a stare da sola;
- Riesco ad essere di compagnia;
- Riesco ad ascoltare e occuparmi degli altri;
- Riesco a studiare e a lavorare (anche se non con la solita concentrazione); -
Purtroppo la nostra psiche è meno materiale di noi e nel nostro inconscio soppesa ogni virgola come un archivio da quando mettiamo piede su questa terra e prima o poi ci presenta il conto.
Caro Michele, grazie per quello che hai scritto.
Come dicevo poco più su, solo qui riesco a trovare una comprensione profonda. Perché solo qui trovo persone senza pregiudizi, capaci di porsi sinceramente nei panni dell'altro. La carenza di empatia che trovo intorno a me e, all'opposto, l'eccesso di empatia che provo per gli altri, fino ad addossarmi il loro dolore, è uno dei tanti motivi per cui alle volte mi sento fuori posto e troppo fragile per affrontare il mondo.
Devo lavorare su ciò che sento, anche se so bene che non sarà facile, perché dovrò fare i conti con tutte le mie mediocrità, i miei errori e dovrò fare delle scelte difficili (ho difficoltà con le scelte facili, figuriamoci con le scelte difficili...). Però lo devo fare. E dopo aver parlato un po' con voi mi sento già meglio, perché a volte davvero si ha solo bisogno di qualcuno che ci dica: "non posso fare molto, ma capisco davvero come ti senti". Per la prima volta dopo molti mesi non mi sono sentita sola e incompresa. -
capisco il tuo malessere e credimi è molto profondo.
solo qui so di trovare una comprensione profonda che fuori non troverei mai. spesso la gente si ferma alle apparenze ed è carente di empatia: tu stai bene, io sto peggio, non ti lamentare. Ma la vita non è così, a volte ci portiamo dentro dei mostri più grandi di noi. E solo voi potete capirlo, quindi grazie
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O la tua interiorità è scema e non capisce niente, non sa vedere il ben di Dio di motivi di soddisfazione, di ricchezza di contenuti della tua vita, di felice corrispondenza con ciò che veramente desideri, o stupidamente non sa apprezzare ciò che tu sei, il tuo modo di procedere e di esprimerti, o non sa vedere la bontà e felice corrispondenza con te stessa e con i tuoi più profondi desideri delle scelte sinora fatte, o non sa riconoscere che la strada che stai prendendo, che le scelte di vita future che sei incline a fare sono le più corrispondenti a te e destinate a favorire la tua crescita e la tua vera realizzazione oppure...Oppure c'è nel tuo profondo la consapevolezza che tutto meriterebbe una verifica molto attenta e casomai passi avanti nella conoscenza di te stessa e di ciò che più ti è corrispondente, senza i quali rischieresti di destinare te stessa chissà a quale destino, non importa se in apparenza e per giudizio comune valido o invidiabile. Non importano le valutazioni da fuori, queste non tengono conto di te. Si è soddisfatti se le proprie scelte sono valide per se stessi, si è soddisfatti di se stessi se non si è andati e non si sta andando semplicemente al traino e affidati a ciò che comunemente si considera desiderabile e giusto. La tua interiorità non credo proprio che sia stupida e incapace di capire, se ti scuote, se non ti dà segnali di consenso, se non ti dà quieto vivere, se non ti dà benzina per procedere come stai procedendo, se tende a frenarti è per spingerti a rivedere, a sostare per capire, per trovare più profondo accordo con te stessa. Non buttare discredito su ciò che senti, non trattarlo come malattia, rischi di invalidare e di zittire una parte di te che vuole aiutarti a avvicinarti a te, a capirti, a capire, per non rischiare di illuderti circa la felice vita e di andare a sbattere in scelte che potrebbero profondamente deluderti e risultare vane. Fatti aiutare a ascoltare ciò che senti e che si muove in te, fatti aiutare a dare voce al tuo profondo, a instaurare col tuo profondo un dialogo attento e approfondito, sicuramente necessario, indispensabile per procurarti le guide di cui manchi, le tue guide. Buon ascolto, buona ricerca! Pierangelo Lopopolo
Caro Pierangelo, hai proprio ragione. La mia interiorità non mente e se sono arrivata a questo punto è perché per troppo tempo l'ho ignorata. So cosa c'è che non va: sento di non essere me stessa, di non vivere la mia vita, mi sembra di non scegliere mai secondo mola mia volontà. C'è sicuramente dell'altro che devo necessariamente capire e affrontare. Ma so che non posso più ignorare questo dolore che mi parla. Voglio smettere anche di sentirmi ingrata verso la mia vita: non è che il riflesso di ciò che pensa chi non conosce la mia situazione. Ciò che sento è vero, il malessere mi indica che sto sbagliando qualcosa. Devo solo capire cosa e prendere in mano il coraggio per risolvere la situazione
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Ciao cara, leggendoti mi sembra di leggere la mia storia, quando leggo "sono stato sempre un ragazzo felice e solare " vedo me stesso che in quei loop mentali ossessivi facevo confronti tra come stavo prima (perfetto) e come stavo dopo( triste malato diverso matto) innescando per ogni situazione es calcetto lavoro musica amore ecc frustrazione poiché non facevo altro che giudicare come dovevo stare e quel giudizio mi faceva aumentare ansia dere che a loro volta mi amplificavano la situazione che continuavo a giudicare... Come vedi non si finisce mai di stare in ansia e di essere distaccati.. Ora quello che cerco dirti e dirti non sono le solite cose ovvero è solo ansia ecc quello che ti dico con il cuore che ora non capirai perché ti farà strano ma questa ansia devi ringraziarla perche ti sta facendo conoscere quel lato di te che stai respingendo( quando dici non sono stato mai fragile e insicura ) e proprio li il grande errore perché io pensavo le stesse cose ma poi un giorno mi sono detto " e chi sei tu per non essere fragile e insicuro sei per caso un robot o una persona come tutte le altre e soprattutto perché non puoi avere paura perché non puoi essere apatico perché non puoi essere depresso perché??" appena ti rendersi conto che sei sempre tu ma sei più unico più completo perche quello stato d'animo ti vuol far capire che noi ansiosi cronici non siamo perfetti e proprio quella voglia di essere sempre al top sempre felici e sorridenti è una bellissima favola che può diventare realtà solo quando accatterai la tua parte oscura e inizierà i ad amarti nella tua totalità, non giudicarti ma prova a conoscerti e non pensare che se sono stato sempre cosi vuol dire che lo sarai per sempre, il cambiamento è vita e fa parte del tuo tempo tutti soffrono ma in questa società del sorriso e della bella vita non puoi essere triste perché devi farti il Delfi con sorrisoni, non puoi essere stanco perche devi essere produttivo, non puoi avere momenti difficili perché devi essere sempre al top insomma devi essere un robot... Ti scrivo cosi perché io stavo male come un cane , pensavo di essere pazzo, di non amare più il mio lavoro di non amare più la mia famiglia la mia ragazza perché ero senza emozioni insomma un morto, questo mio periodo inizio prima della convivenza con la mia ragazza, convivenza in un altra città e ti assicuro che non è stato facile anzi è stato il momento più brutto e bello nello stesso momento perché quando sei li nel buio ti rendi conto che è la vita con la sua totalità il lavoro più bello e che nessuno ti ha mai detto che non sarà stato semplice e non basta la laurea la ragazza e i gran sorrisoni per essere felici bisogna ESSERE per essere felici... Buona vita amico
Ciao caro amico, quello che dici è vero, ci penso da tanto. Il mondo in cui viviamo mette troppa pressione alle persone ansiose e introverse come noi. Tutto e tutti si aspettano da noi il massimo. Personalmente ho sempre risentito della necessità di essere perfetta in famiglia per porre rimedio agli errori degli altri. Questo atteggiamento mi è rimasto addosso, cerco sempre l'approvazione perché voglio compiacere gli altri ma così facendo annullo le mie necessità. Mi sembra a volte che le persone intorno a me pretendano troppo, per questo mi riferivo al mio fidanzato ad esempio, ma la stessa cosa vale sul lavoro e nelle altre relazioni. È difficile vivere così perché già da sola mi do il tormento per cercare di essere la migliore versione di me possibile, cerco di rendere felici gli altri rinunciando a ciò di cui ho bisogno. Ultimamente provo una grande stanchezza ed una sorta di rabbia che mi dice di prendermi quello che voglio, la libertà dai giudizi prima tra tutti. Il fatto è che dopo una vita passata a compiacere, quando rialzi la testa la gente fatica ad accettarlo e ti rema contro...
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Ciao moleskine, nel mio periodo buio di tre anni fa mi sentivo esattamente uguale a come ti senti tu adesso,era come se la vita avesse perso tutto il suo sapore e ogni cosa che facessi non avesse alcun significato. Io ne sono uscita con la psicoterapia (fai bene a riprenderla dopo il periodo estivo) e con la terapia farmacologica (cipralex + Lexotan). In alcuni momenti della vita capitano periodi di tristezza che sembra non siano destinati a passare,non importa quanto la nostra vita sia bella o quante persone amorevoli abbiamo attorno, noi ci sentiamo così quando siamo noi stessi a non amarci più. Solo comprendendo noi stessi possiamo uscire da questo tunnel.
Un bacio
RiverSongCiao cara, è bello sapere di non essere sola. Ti ringrazio per la gentilezza e la comprensione. Vi terrò aggiornati sulla ripresa della terapia .
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Ma stai prendendo qualcosa?
No, mai preso nulla!
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Sono tornata a scrivere qui perché siete gli unici a poter capire come mi sento e a darmi qualche consiglio.
Sono un paio di mesi, ma in particolare nelle ultime due-tre settimane, che mi sento uno schifo.
L'ansia mi colpisce appena apro gli occhi al mattino. Palpitazioni, senso di panico, svogliatezza. Sento un nocciolo duro di tristezza dentro di me che non avrebbe ragione di esistere, perché a vederla da fuori, la mia vita è perfetta. Un bel lavoro, una famiglia, cari amici, fidanzato innamorato, soddisfazioni, svago. Eppure io lo sento, incastrato tra cuore e stomaco, il mio malessere. La mia paura verso la felicità, l'ansia nel vivere la più semplice delle situazioni, come andare al mare mezza giornata con gli amici. In ufficio sono distratta, commetto errori, divento permalosa. A casa mi tocca fingere di stare bene, ma continuo a non prestare attenzione a nessuno dei miei familiari e ad essere scostante. Vivo nella dimenticanza di me stessa. Mi curo di meno, non ho voglia di fare attività fisica, lascio tutto in disordine, mangio male. RIesco a fare poche cose e tutte senza un briciolo di forza. Mi sento insofferente verso le persone che amo, specie verso il mio fidanzato. Mi sembra che pretenda da me più di quanto io non possa dare. In parte è così, è realmente difficile stare con lui. In parte mi chiedo se non sono io a sentirmi debole, a non essere più in grado di sopportare altre tensioni. MI dico che tutto questo è molto dovuto alla stanchezza fisica e mentale che provo dopo un anno impegnativo. Ma può la stanchezza diventare dolore? O non è forse questo mio perenne soffocare un grido dentro al petto a causarmi quella spossatezza? Passo le giornate a invidiare chi ha una vita migliore della mia semplcemente perchè HA SCELTO di averla, mentre io ho ancora paura di prendere le mie decisioni. Guardo la gente che insegue i propri sogni e rivendica i suoi diritti e mi sento giù. Io non ho saputo farlo, non è ho avuto il coraggio e adesso in parte ne pago le conseguenze. Non so. E' tutto un casino, mi chiedo se riucirò mai a venire a capo dei miei pensieri. Dovrei tornare dalla psicologa, ma questo è periodo di ferie, perciò mi toccherà aspettare fino a settembre. So che a 26 anni sono stanca di sentirmi così. Rivoglio la mia vita. Qualcuno di voi si è mai sentito così? Alla fine non importano le motivazioni, raggiunto questo stadio di ansia e tristezza le motivazioni perdono il loro confine e c'è solo ciò che si sente. Come avete fatto a uscire dallo stallo? io so che ci riuscirò, ma non so come partire...