Certamente, direi anche e soprattutto. Ma per l'esattezza nel mio caso è stato precisamente così. Lui aveva già una casa sua, ci abbiamo vissuto per un po' poi su mia iniziativa l'abbiamo venduta e abbiamo comprato casa nel quartiere che io ho scelto e che trovavo comodo; lui ne è stato felicissimo. Sostanzialmente la prima esigenza per me era andare in un quartiere dove avessi dei riferimenti che mi avrebbero fatto comodo una volta fatti dei figli; e sua madre non poteva essere un mio riferimento. Punto e fine.
Ovviamente non è che la scelta l'ho fatta da sola, ma lui stesso mi ha detto "è giusto che stia comoda tu, quindi guida tu questa scelta". A me è sembrato molto normale.
Ma non metto in dubbio che il ruolo di madre sia fondamentale. Se leggi ho sempre scritto che un diritto è il rispetto del suo ruolo di madre. La casa loro tra l'altro è lontana comunque dalla famiglia di più di 1000 km (ho letto bene?).
Io capisco che magari la questione truccarsi e lavarsi comodamente volesse anche essere non troppo letterale. Però alla fin fine con la storia che lui non capisce i bisogni della compagna, mi sembra un po' esagerato giustificarla in quanto donna e quindi bisogna rispettare cose che non sono realmente fondamentali. Cioè lui non vede comunque la sua famiglia da un anno e figli non ce ne sono ancora. Perché lui dovrebbe rinunciare a stare dai suoi perché lei deve sentirsi comoda e lui deve rispettare la sua natura di donna? Mi sembra un po' come chiedergli di pagarle la cena, di aprirle la porta della macchina. Pian piano si sta aggiungendo sempre più un qualche motivo per cui lei va tutelata in quanto donna. Quindi forse è anche meglio che non vada allo stadio in quanto "lo sai che le donne hanno bisogno di cura dal compagno, va cosi!".
Lei va tutelata in quanto persona e lui idem.
Ed altrettanto tranquillamente: dal momento che comici a parlare di "femminismo new age" mi rendo conto che una sintesi delle nostre posizioni è molto difficile, se non impossibile. Personalmente trovo naturale riscontrare quelle che sono le differenze intrinseche, e relative necessità, tra uomini e donne e come una relazione equilibrata passi attraverso il riconoscimento e la soddisfazione reciproca delle stesse, invece di imporre una supposta "parità" artificiale di genere che, prima ancora che culturalmente, non esiste nemmeno biologicamente. Poi mi rendo conto che questa è, come dici tu nel "terzo millennio", una battaglia persa in partenza ma lo è comunque su entrambi i fronti, giacché si tratta di posizioni evidentemente in completa antitesi ed inconciliabili.
Se vuoi parliamo tranquillamente del mio modo di pensare, giacche' non ho mai detto di essere antifemminista, ma solo contro i finti femminismi. Ma a prescindere, possiamo parlarne.
In tutto questo, visto che di femminismo parliamo, quali sono le caratteristiche di cui accenni delle donne? E degli uomini? In cosa consistono? Perché andrebbero da sé e non possono essere spiegate?