Ciao,
MIchele
il distacco da parte mia c'è già stato diversi anni fa, quando mi sono trasferita in un'altra città e ci ho vissuto per diversi anni (solo successivamente, per un caso della vita, ci siamo ritrovati di nuovo vicini). In quattro anni ci siamo visti due sole volte, perchè io sono andata a trovarli. Pur non abitando a distanze incredibili, nessuno è venuto mai a trovarmi, nessuno mi telefonava per chiedermi come me la cavavo. Insomma, la "prova" della distanza c'è già stata e, anzi, a mio parere loro stanno pure meglio se io sono meno "tra i piedi"
Ipposam,
il punto è che io non mi sento di dire che mia madre non mi abbia mai amata. Fino all'adolescenza la mia vita è stata normalissima e felice. Mia mamma era sempre presente, sempre attenta con me, non mi ha fatto mancare mai nulla. E' stato solo quando, appunto, io ero adolescente (e mia sorella di qualche anno maggiore) che è iniziata la caduta libera.
Purtroppo, io (magari sbaglio) ritengo che non sia mia mamma a non avere amore per me e ad averne di più per mia sorella, ma che sia stata proprio quest'ultima che, caratterialmente più forte sia di me che di mia mamma, lad averla plagiata (passatemi questo termine). Tant'è che quando mia sorella non c'è (raramente, ma capita) mia mamma torna ad essere quella che era quando io ero piccola
Ma non appena torna mia sorella, scompare di nuovo. Sicuramente c'è un rapporto assurdo tra loro due. Un rapporto in cui è mia sorella a comandare anche su di lei, infatti io penso che mia mamma non sia felice. Ma nello stesso tempo, come accade a volte con i carnefici, mia mamma non riesce a staccarsi da lei, da suo figlio, dalla loro vita in comune e pur di non farla inquietare darebbe qualsiasi cosa. E sa che per continuare a star tranquilla con lei, deve perdere me (per volere di mia sorella). E accetta il rischio. Ora non so se accetta il rischio perchè comunque pensa che quando poi un giorno tornerà io la riaccoglierò come ho sempre fatto oppure se è perchè non se ne può importare di meno di perdermi. E' questa la cosa che proprio non capisco.
Messaggi di Maitranquilla76
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Ciao a tutti.
Scusate, leggo solo adesso.
Mi spiace vedere di non essere l'unica in questa situazione. E l'avere 40 anni non rende le cose particolarmente più semplici, come potrebbe apparire, perchè in realtà noi abbiamo bisogno di sentirci figli e di essere figli benvoluti, fino alla vecchiaia.
MIchele, in effetti è quello che provo a fare io da anni. Accettarli così come sono. Il punto è non ci riesco. Perchè loro non hanno un andamento, diciamo, costante. Per esempio, se mia sorella parte o sta via per diversi giorni, improvvisamente i miei genitori diventano genitori normali. E, nonostante io sappia benissimo che è un "affetto" passeggero, puntualmente mi illudo.
Cosi' poi quando ritorna la loro situazione normale e non riesco più nè a vederli nè a sentirli ci sto male.
E ci sto male davvero, sento un bruciore dentro, indefinibile.
Ecco perchè io sono quasi certa che solo il distacco vero e proprio potrebbe farmi accettare la situazione. Senza illusioni.
Comunque, sono situazioni davvero tristi. -
Ciao Repcar,
io credevo di non essere riuscita a spiegare fino in fondo il disagio che sto vivendo, invece tu hai incredibilmente afferrato proprio il nocciolo del problema. Di mia sorella non ho parlato, perchè, come può intuirsi, è lei l'artefice di tutta questa sofferenza, tant'è che, da bambina, ho avuto una bella infanzia e tutto si è distrutto quando lei è cresciuta e ha iniziato ad avere influenze negative sui miei genitori. Però io non me la prendo con lei. Lei cerca di ottenere quanto più possibile, cercando di eliminare i concorrenti (non solo me...), ma quelli che non capisco sono questi due genitori che non si rendono conto delle enormi differenze tra le due figlie. Non parliamo di differenze dal punto di vista materiale, ma proprio di rapporto. Io non posso andare a casa loro (se c'è mia sorella, suo marito o il loro figlio) senza che vi sia stato un litigio, nulla. Non mi vogliono, non sono gradita. I miei non vengono da me, salvo che mia sorella sia lontana (viaggi ecc) perchè probabilmente preferiscono non indispettire lei. E passano anni. E' vero, è amore e odio. La amo perchè io la vorrei ancora come mamma, come quando ero piccola. E la odio, perchè una mamma cosi' non la voglio, una mamma priva di empatia, amore, affetto, interesse verso la propria figlia. Sono 6 anni che nessuno mi fa nemmeno gli auguri per il giorno del mio compleanno. Come si fa a dimenticare il giorno in cui è nata tua figlia?
Comunque, grazie mille per il tuo intervento, proverò e proverò ancora a fare questo salto, anche se so che mi è difficilissimo. -
Ciao a tutti, ragazzi!
Oggi volevo parlare un pò in merito ad una questione mi fa soffrire molto. Premetto che sono una donna adulta, indipendente e che vivo sola da molti anni. Ho moltissimi problemi di natura psichica (fobie, ansie ecc.di cui ho parlato in altri post ) e, a mio parere, tutti hanno un'unica origine: il rapporto terribile con la mia famiglia. Mi spiego. Tutti, sin da piccola, mi hanno sempre raccontato un aneddoto sulla mia nascita, ridendo. In pratica, pur essendo stata voluta e attesa con gioia, nel momento della mia nascita, quando mi portarono da mia mamma, lei mi rifiutò, dicendo che non ero sua figlia, in quanto troppo scura di pelle (ero in sofferenza fetale) Per molte ore non mi ha voluta nemmeno allattare, fino al giorno dopo quando, schiarendo la mia pelle, finalmente mia mamma cominciò a credere agli infermieri e cominciò a trattarmi da figlia. Racconto questa cosa perchè, anche se tutti le zie e gli amici ridono di quell'evento, a me, invece, alla luce di quello che è stato il mio rapporto con lei, quella storia non fa ridere affatto. Ho, certamente, avuto una bellissima infanzia, ma intorno ai 15 anni, all'improvviso, mia mamma mi ha quasi totalmente rinnegata. Ogni cosa mi era preclusa in quanto competeva a mia sorella (maggiore). Non potevo fare telefonate dal tel di casa perchè il telefono poteva, potenzialmente, servire a mia sorella, non mi venivano acquistati indumenti perchè, essendo lei più grande, era lei che doveva vestir bene. Stessa cosa per i libri, per i viaggi. Questi sono solo esempi banali di anni vissuti a chiedere e ad ottenere soltanto dei NO. Dopo la laurea me ne sono andata da casa e sono andata a vivere in un'altra città, dove nessuno è mai venuto a trovarmi per diversi anni. Ad un trasferimento di mia sorella, invece, tutta la famiglia si è trasferita con lei. Senza farla lunga, per un destino avverso (a questo punto penso sia cosi') ci siamo ritrovati a vivere tutti di nuovo nella stessa città, anzi a poche centinaia di metri gli uni dagli altri. Nonostante ciò, sono 10 anni in cui nessuno pranza con me (o mi invita a pranzare da loro) nemmeno a Natale o a Capodanno (io vivo sola). Se invito io, rifiutano. Se ho bisogno di aiuto (sto male per esempio) mi dicono che sono impegnati. Sono stata derubata letteralmente di migliaia di euro, perchè alla richiesta di un prestito da parte loro non mi sono tirata indietro e non ho più visto un centesimo, anzi, mia sorella mi ha bloccato anche la possibilità di poterle telefonare o inviare sms. Ma, nonostante ciò, ogni mattina mia mamma mi chiama e chiacchiera vagamente. Ma perchè mi chiama? Tanto che io le dica che sono al TOP oppure che sto male e ho bisogno di correre in ospedale, la sua risposta è sempre la stessa "ah, vedi se c'è qualche vicino o qalche tuo amico". Questa cosa mi fa impazzire, perchè preferirei non sentirla per nulla. Purtroppo, è una situazione che mi fa malissimo, anche se sono adulta, perchè non ho mai capito cosa io abbia potuto fare di sbagliato per non farmi amare. Eppure, per un genitore certe cose dovrebbero venire spontanee. Naturalmente sono decenni che tento di parlarne, ma la risposta è sempre "ma figurati, sei tu che sei fissata!" A me va bene che loro abbiano una loro vita con mia sorella, dalla quale ritengo di essere stata immotivatamente esclusa, ma la cosa che non riesco a concepire è come facciano a fregarsene letteralmente quando ho bisogno di aiuto. "Chiedi a quel tuo amico" oppure "Vedi se qualcuno può aiutarti" E loro?? UNa volta ho avuto la febbre a 41 (delirio puro! ), mia mamma venne a trovarmi per 5 minuti (passava da lì) ma subito mi disse "torno a casa che tua sorella torna da lavoro e deve cenare". E io? Io con 41 di febbre mi alzai dal letto e cucinai qualcosa per me, giusto per non morire di fame. Ci sono volte in cui mi sento talmente sola che piango per ore. Lo psicologo mi dice "loro non li cambierai, devi essere tu a cambiare e a non fare più affidamento su di loro". Ma a farlo è difficile, anche perchè, ripeto, mia mamma continua a farsi sentire fingendo interesse, finchè è al telefono, poi non appena le chiedo un aiuto, rifiuta. Scusate la lunghezza del post, ma mi chiedo, come posso affrontare questo dolore che continuo a portarmi dentro? So che dovrei staccare del tutto ma non riesco a farlo perchè lei mi cerca, e se la rifiuto io poi mi sento in colpa.
Grazie per qualsiasi consiglio o parola. -
[Pertanto ti auguro di dover cambiare presto il tuo nickname in Sempretranquilla![/quote]
Grazie MIchele, estendo l'augurio a tutti noi!!! -
Saf
Perchè ti decidi solo ora? 20 anni sono tanti...se i disturbi erano talmente forti da essere invalidanti penso che saresti già corsa da tempo ai ripari...
Al di la di questa considerazione devi sapere che è ben più difficile sradicare un problema che sta li da tanto tempo piuttosto che uno insorto da pochi mesi. Cosa aspettarti? tutto e niente, nel senso che sicuramente male non ti fa (se non al portafogli) ma ad una risoluzione completa non ci punterei.
Io ho fatto psicoterapia, sono sempre stata ansiosa e ancora lo sono...sicuramente mi so gestire meglio ma dire di aver risolto sarebbe una bugia.Ciao Safale,
diciamo che i miei disturbi non sono mai stati totalmente invalidanti, nel senso che mi sono sempre fatta molta forza per fare comunque tutto ciò che dovevo fare. Per dirti, quando avevo gli attacchi di panico, svolgevo un lavoro che mi portava in giro continuamente. Immagina il terrore che avevo di sentirmi male mentre ero in treno, auto o in giro a piedi. Nonostante ciò non ho mai saltato un giorno di lavoro. Facevo una forza abnorme su me stessa, e quando mi sentivo male entravo in un negozio o in chiesa o da qualche parte, perchè avevo notato che se parlavo un pò riducevo i sintomi Nella fase acuta (quando mi ricoverarono) invece il mio medico mi ha voluta curare con degli psicofarmaci che mi fecero un gran effetto, devo dire. Li ho presi per diversi mesi. Ma dopo sospeso il farmaco, gli attacchi di panico non li ho piu' avuti ma la paura si è manifestata in altri modi, primo tra tutte l'ipocondria. Ma anche in questo caso, mi forzo e faccio comunque la mia vita. Non ho altra scelta, in fondo. Sono quasi sola al mondo, vivo sola e cedere a questo disagio per me significa la fine, perchè se non mi aiuto da sola, nessuno lo farà. -
Perchè non pensi ad andare al mare? è meglio. E non ci sono ragni.
Le ossessioni nascondono un carattere ereditato propenso alle paure e solitamente si reagisce con l'iperattività e l'azione. Cosi' la stanchezza impedisce di farsi troppe domande. E' una forma di difesa. Comunque se ti piace raccontare i fatti tuoi e non trovi nessuno che li capisca, c'è il water a pagamento. Si chiama psicologo. Cosi magari sarai miracolata oppure avrai un altro motivo di lamentela.[/quote]
Ti ringrazio per il tuo punto di vista, ma non è che a 40 anni suonati, mi viene in mente di andare da uno psicanalista solo per noia, quando invece potrei andare in vacanza.... Mi pare un pò riduttiva questa cosa', considerando che in vacanza ci sono già andata e che non sto a casa 24 ore su 24 a pensare al nulla, ma lavoro (ne ho ben TRE, ahimè,) e ho una vita normale, tant'è che più volte ho specificato che agli occhi della gente che mi circonda io sto benissimo (mi reputano solare e mi chiamano per rsolvere i LORO problemi). Ma i problemi ce li ho anche io e, sinceramente, non mi pare normale che in circa 20 anni di vita io abbia avuto: depressione (da non alzarmi dal letto), attacchi di panico (con ricoveri), agorafobia, ipocondria e ora aracnofobia. E' ovvio che non sono i ragni il problema, anzi, sono certa che mi passerà questa paura nel momento stesso in cui me ne verrà un'altra. Se bastasse una vacanza a risolvere i problemi, sarei guarita da anni. Magari. -
Ciao, ti capisco. Il giorno precedente è sempre il peggiore. Penso pure, per esperienza personale, che poi una volta che ci sarai dentro (quindi domani) questa paura un pò di passerà e forse il fatto che ci andrai con una persona che non conosci bene potrebbe esserti da stimolo per fare cose che generalmente non faresti. Però capisco perfettaente il tuo stato d'animo.
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Grazie a tutti!!
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Grazie a tutti per le risposte!
Io, oltretutto, sono una persona molto curiosa e sento la necessità, a questo punto, di capire cosa sia potuto succedere, qual è stata la situazione che mi ha portata a vivere ciò. In pratica, tra alti e bassi, sto cosi' dal 2005 e il fatto che sia un problema ciclico ( periodi in cui sto bene) non lo rende meno grave. Poi, ultimamente, parlo di un anno e mezzo, da quando ho cambiato casa, sono precipitata nel baratro e, nonostante alla gente appaia sempre gioiosa e solare (non so perchè tutti hanno questa idea di me), io invece non sono felice, sento che i giorni scivolano via tra paure, terrore, ansie e insonnia e non riesco a vivere una vita decente. Io penso che tutto sia dipedo da un rapporto problematico con la mia famiglia di origine e che ora, vivendo sola ed essendo praticamente stata abbandonata immotivatamente da tutti loro (genitori e sorella) mi si è rovesciato addosso tutto il malessere che tenevo chiuso dentro di me.
Concordo con chi dice "sono conversazioni che puoi fare anche con un amico", allora, forse io non riesco a conversare per bene con le persone o altri sono più fortunati di me, perchè ogniqualvolta tento di tirar fuori il discorso (con il mio ragazzo o un mio amico) mi rispondono che se ne parlo è peggio, che non devo pensarci e che devo lavorare su me stessa, mentre io sento il bisogno di tirar fuori quello che ho dentro e non ci riesco, perchè mi viene chiesto di soffocare queste paure.
Michele, non ho ancora fatto l'incontro conoscitivo con lo psicoterapeuta,lo farò la prossima settimana, per cui non so ancora cosa mi consiglierà.
Evelyn, grazie mille, in effetti, penso che dopo tutti questi anni, perlomeno l'aver preso coscienza di avere un problema è l'inizio della risalita.