Di che tipo di attaccamento si tratta?

  • Devo dire che ultimamente su quest'ultimo punto sono migliorato, e considerando le poche esperienze avute:

    Ormai provo solo disagio se qualcuno/a mostra interesse per me che possa essere un uomo o donna in ambito anche solo di conoscenze superficiali. Disagio sociale come se mi stessero facendo qualcosa di proibito in luogo pubblico.

    O almeno credo che sia così ma comunque sia, mi ritrovo ad essere sempre troppo analitico senza fare fluire in me le emozioni.


    Alla fine mi comporto così sempre ma se c'è di mezzo un sentimento come l'amore, per il quale ho aperto questo thread, vivo tutto in maniera molto ma molto più amplificata.


    La tua domanda in cui mi chiedi se "mi odio" è molto interessante ma intendi dire in generale o solo nei momenti in cui qualcuno mi cerca ?

    In generale non saprei risponderti, forse fluttuo da un'idealizzazione positiva ad una negativa di me.

    In quei momenti sociali invece posso provare pena per chi mi cerca e di conseguenza per me stesso. Penso anzi che ci sia sotto qualcosa di non detto, che mi stanno cercando o che gli starei simpatico solo perché gli faccio pena e vogliano in realtà prendermi in giro.


    Però anche ultimamente, più lo dico più mi rendo conto di quanto sia sbagliata questa idea, almeno la maggior parte delle volte, ma allo stesso tempo però non posso garantire di non provare più queste cose se ad esempio dovessi viverle domattina.

    Cioè alla fin fine tutte queste sensazioni fluiscono prima e molto più velocemente dei vari pensieri razionali e obiettivi che posso avere sulla realtà.

  • Mi ritrovo ad essere sempre troppo analitico senza fare fluire in me le emozioni.

    Forse è anche un po' questo il punto: se non fluiscono bene le emozioni, può essere che tu faccia fatica a capire precisamente cosa provi e questo renda più complicato venire a capo del bandolo della matassa.

    Disagio sociale come se mi stessero facendo qualcosa di proibito in luogo pubblico.

    O almeno credo che sia così.

    Vedi, ad esempio, sarebbe forse da capire cosa stia dietro a questa tua sensazione. Perché approcciarti dovrebbe essere qualcosa di proibito?


    Ho ipotizzato che provassi odio verso te stesso, perché il fatto che provi pena o schifo se ti viene dimostrato interesse mi conduce a un'ipotesi – non so se corretta o no – che tu forse possa pensare stiano provando interesse verso qualcuno di non adatto a ricevere tale interesse e dunque questo li squalifichi. Ovvero che tu inconsciamente ti stia giudicando. In alternativa, un'altra ipotesi è che vengano squalificati per altre ragioni, tipo il fatto che ti aspetti ci sia un intento negativo nascosto nel loro agire. O, se è per altri motivi, forse sarebbe da chiarire il perché retrostante.

    La tua domanda in cui mi chiedi se "mi odio" è molto interessante, ma intendi dire in generale o solo nei momenti in cui qualcuno mi cerca?

    Nei momenti in cui qualcuno ti cerca, come da ipotesi soprastante, o anche eventualmente in generale nei momenti di idealizzazione negativa di te stesso.


    Altra cosa: hai confusione di identità? Tipo il discorso che avresti paura di perdere la tua identità se ti leghi a qualcuno, e il fatto che oscilli tra una visione positiva e una negativa di te stesso.

  • Tutto corretto ciò che dici, ma riparto dal punto della confusione d'identità.

    Devi sapere che io mi sento "contaminato" dagli altri anche per molto, ma molto meno. Ad esempio, ho paura di perdere la faccia, anche nei rapporti superficiali con i colleghi... che manco mi cagano per farvi capire quanto sono folle... e che però sono costretto a vedere tutti i giorni. Questo mi opprime con un'ansia magari anche positiva, ma che non mi fa dormire la notte, ad esempio.

    Se lavorassi o stessi solo in casa come facevo fino a pochi anni fa, avrei comunque i medesimi problemi di ansia, ma magari non ricollegabili a questa sensazione di sentirmi contaminato...


    Ed a proposito di contaminazione, è come se io fossi sempre perfezionista e preoccupato a preservare una mia certa purezza di identità molto fragile.


    Adesso vi dico una follia e non potete non dire che sono matto:

    In tutto ciò, mi sembra di empatizzare con le teorie naziste di purezza razziale, non che le abbracci, ma mi sembra di capire perfettamente quando i tedeschi, stremati da guerra e sanzioni, facevano le vittime dicendo di voler preservare il loro popolo a partire da donne e bambini, considerati le parti più fragili e allo stesso tempo più carini e belli con occhi azzurri, biondi, ecc. Gli handicappati invece li ammazzavano...

    Non che io sia bello esteticamente, anche se ero biondo e carino fino ai 5 anni... ma dentro di me mi sento così e soprattutto fragile da preservare. Sono narcisista, direi?


    Nonostante questo, comunque, NON mi sento superiore a nessuno e infatti empatizzo con le sole teorie di purezza e NON di supremazia della razza.

    Ahahah

  • Ed a proposito di contaminazione, è come se io fossi sempre perfezionista e preoccupato di preservare una mia certa purezza di identità molto fragile.

    C'è però una contraddizione nel ragionamento. Se preservi una purezza di identità, a meno che tu per identità non intenda solo una maschera, cioè un'immagine di apparenza esteriore da mostrare ai colleghi; se invece intendi una tua reale purezza interiore di identità, se la preservi non penso che la odi. È una parte di te che apprezzi.


    Tuttavia, mi è capitato di leggere un paragrafetto in cui ti descrivevi interiormente in modo negativo, come arido ecc. Sei dunque diviso in due interiormente? Questo nucleo di identità fragile che conservi e che apprezzi, e una parte della tua personalità che invece giudichi negativamente? Oppure, come ipotizzato all'inizio, si tratta solo di una maschera che ti protegge dal giudizio esterno?


    Sul discorso della purezza, hai fatto un'associazione di tipo storico. Bisogna vedere perché a te risuona proprio quell'associazione in base al tuo vissuto, in quanto altri potrebbero, ad esempio, individuare una loro idea di purezza in altri schemi, ad esempio nella natura, nell'arte o nelle singole persone in base a criteri differenti, come la personalità.

  • Oddio, non lo so. In principio mi preservo perché mi vedo debole e allora indosso una maschera... che però posso considerare deprecabile e penosa. Cioè, sento che non mi piace avere una maschera, ma ho paura comunque ad esporre il mio vero io, che nella mia storia personale ho sempre considerato a rischio di essere depredato e distrutto dagli altri, che per me sono stati spesso un problema piuttosto che una risorsa. Da qui deriva il paragone con quei popoli che si sentono schiacciati da altri popoli e vedono nell'ultranazionalismo un proprio riscatto.


    Alla luce di ciò, avrebbe più senso lasciarmi andare, espormi e gettare questa maschera che alla fine comunque non mi piace un granché. Ma è anche vero che a volte non so distinguerla dal mio io interiore e sincero... Ma forse sto sparlando e facendomi un po' di seghe mentali!?


    Poi è anche vero che possa vedere la mia interiorità spaccata tra una parte negativa ed un'altra positiva.

  • Ok, ti ringrazio. Ora è un po' più chiaro.


    Se il tuo io lo percepisci un po' fragile, è anche saggio, penso, finché non si rafforza, preservarlo dagli altri. Come nell'esempio dell'ultranazionalismo, non è un comportamento pavido.


    Essenzialmente la maschera diventa un muro a bastione di protezione. Basta che tale bastione non risulti eccessivo e ti impedisca di avere rapporti autentici con gli altri, ovvero che in quel muro tu non faccia entrare nemmeno pochi fidati.


    Che possa poi avvenire una confusione dell'io con la maschera, quello capita. Di solito la maschera si modella per essere gradita agli altri e non a te, per questo forse la consideri deprecabile e penosa.


    Ti chiedo più dettagli sul tuo sentirti "contaminato" dagli altri. Ti senti contaminato o invaso dalle loro emozioni, come se non riuscissi ad isolarti?


    Oppure la contaminazione sta nel fatto che sono gli altri a modellare la tua maschera e dunque a dare forma ad una parte di te, sottraendo spazio al tuo vero io che, nel dare forma alla maschera, si piega agli altri ed alle altrui esigenze, perdendo temporaneamente la sua vera forma mentre indossa la maschera?


    Oppure per contaminazione intendi altro?


    Sulla spaccatura, forse dovresti comprendere quali sono i lati positivi del tuo vero io, per coltivarli e rafforzarli se lo percepisci un po' fragile, così che un giorno sia abbastanza forte da poter fare capolino da dietro le mura e riprendere il suo posto di capitano della nave al posto della maschera. Sempre che io ci abbia azzeccato, perché comunque si va a tentoni con le ipotesi quando non si conosce una persona.

  • Direi proprio questa!

    Sì, non è strano. Se il focus della tua attenzione è troppo incentrato sugli altri per essere in grado di muoverti adeguatamente in base alle loro mosse, rischi di perdere il collegamento con il tuo vero io, ovvero di scentrarti dal focus su te stesso.


    Se è questo il caso, se vuoi, cerca di dare più attenzione a cosa senti tu e meno attenzione a cosa pensano gli altri. Se ti fa paura, potresti lavorare a sciogliere l'emozione della paura.

  • Però credo che il mondo intero agisca così e ne sia più che felice, perché l'importante alla fine è fare star bene gli altri, essere cercati dagli altri ed esserne felici di conseguenza. Giusto!?


    Io invece se sto in mezzo agli altri, tendo ad annullarmi per paura: come se stare zitto e buono mi facesse accettare e notare, ma anche se ciò accadesse non ne sarei per niente contento.

    Allo stesso tempo tendo a disinteressarmi completamente degli altri, non per paura ma al contrario perché con un moto di orgoglio, cerco di non farmi influenzare dalla presenza degli altri e così risulto persino strafottente e tutt'altro che impaurito.

    E capita che talvolta finisca per riuscire a interagire con gli altri soltanto litigandoci, come se mi piacesse ma alla fine mi fa stare ancora più male e impaurito.

  • Però credo che il mondo intero agisca così e ne sia più che felice, perché l'importante alla fine è fare star bene gli altri, essere cercati dagli altri ed esserne felici di conseguenza. Giusto?

    Sì, lo fanno tutti di portare una maschera, ma di solito è una mediazione tra le esigenze altrui e le proprie, perché non hanno un alto livello di paura tale da annullare le proprie esigenze. Poi c'è anche chi non porta la maschera per paura, ma solo per convenienza.


    Se tu, per paura, arrivi ad annullare te stesso, poi finisce che provi rabbia per tale annullamento. È il tuo vero io che protesta di fronte al suo annullamento, e poi si vendica di chi ritiene causa del suo annullamento, cioè gli altri, nei moti di orgoglio in cui si fa sentire tutto d'un colpo ipercompensativamente alzando la voce, per tutte le volte che è stato zitto.


    Però capisci che non sono realmente gli altri la causa, ma il fatto che tu non abbia vinto contro la paura degli altri. È un lavoro riuscire ad esprimere sé stessi in modo assertivo.

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