Fine di una storia decennale

Ciao a tutti

Questo è il mio primo thread e ho deciso di iscrivermi a questo forum perché sto attraversando il periodo più difficile - in assoluto - della mia vita, con la fine di una relazione sentimentale durata più di 10 anni, insieme alla quale è crollata anche buona parte delle mie certezze nella vita. Quest’ultima (o il destino o chi per lui) mi ha messo improvvisamente nelle condizioni di dover chiudere un capitolo che credevo eterno, voltare pagina, trovare le parole per continuare a scrivere a partire da un nuovo foglio bianco e ricostruire le mie coordinate esistenziali a partire dalle fondamenta. E il tutto in una fase esistenziale in cui, al contrario, credevo di aver raggiunto finalmente un mio equilibrio e una mia stabilità. Una vera beffa, o doccia gelida.

Svegliarsi da questa comfort zone e da questa illusione è stato per me un trauma tremendo, che intendo affrontare e attraversare anche con l’aiuto di una psicoterapia - soluzione a cui non mi ero mai rivolto prima, nella vita. Sarà anche questo un nuovo inizio.

Oltre a questa strada, voglio aprirmi anche a molteplici alternative, traiettorie e vie di guarigione, tra cui le riflessioni e lo scambio di esperienze su forum come questo. Mi piacerebbe anche partecipare a gruppi di auto-aiuto di persona: le possibili soluzioni sono tante e voglio mantenermi aperto a quante più opportunità possibili.

Spero quindi di trovare in questa community uno spazio in cui parlarsi, capirsi e aiutarsi a vicenda, tra persone che come me stanno lottando per non naufragare nel mare tempestoso della vita… ma anzi, chissà, forse un giorno approdare addirittura a una nuova isola felice.

Un saluto e una buona giornata a tutti,

Spark

P.S. Come nickname ho scelto “Spark” perché credo che anche una scintilla o bagliore di speranza meriti di essere custodita e tenuta stretta, per poter andare avanti e credere ancora in sé stessi e nel futuro, anche e soprattutto quando le tenebre attorno si fanno più dense e soffocanti.

Ciao Vik, grazie mille per le parole di conforto. Purtroppo sono intervenuti molti fattori che hanno portato alla fine della relazione. Dopo 10 anni l’intesa sessuale era diventata sempre più problematica e faticosa, ma il fattore determinante è stata la divergenza di opinioni sul fatto di avere o meno un figlio: lei lo voleva, mentre io - anche alla luce della crisi e dell’instabilità in cui eravamo scivolati ormai da tempo - non ne volevo sapere, sarebbe stato un atto irresponsabile in queste condizioni.

A tutto ciò si sono aggiunte frizioni con le rispettive famiglie amplificate dalle diverse origini Nord-Sud tra me e lei, che hanno generato "contese" pluriennali su dove trascorrere Natali, Pasque, vacanze ecc. oltre a rivalità (sciocche) su quanto tempo si dedicasse a una o all’altra famiglia.

In ogni caso, io non l’avrei mai lasciata per prima, mentre lei ha scelto di fare il primo passo, parlando per prima di separazione e andandosene di casa prima per weekend poi per intere settimane.

Il dramma nel dramma è che, complice la vita di coppia, in questi ultimi 10 anni la frequentazione delle amicizie si è diradata e rarefatta sempre di più, fino a diventare un rapporto di semplice conoscenza occasionale. E ora mi trovo sostanzialmente solo, con un peso sulle spalle terrificante e la necessità di trovare le forze e le motivazioni per continuare a credere nel futuro, nonostante tutto.

Ho da poco compiuto 38 anni, per cui davvero mi trovavo in una fase di vita in cui credevo di aver raggiunto una certa (e agognata) stabilità esistenziale. Forse anche questo ha portato sia me che lei a dare molte, troppe cose per scontate.

Hai perfettamente ragione, è proprio sfumato un futuro immaginato (e per molti versi forse idealizzato). Servirà tempo e fatica, sarà un vero e proprio percorso "di formazione", ma già queste tue parole di conforto fanno tanto grazie davvero.

Ti capisco bene, ahimè, la paura di affrontare il futuro (e tutte le sue incognite) da soli è terrificante, direi proprio paralizzante. Io stesso, siccome abbiamo deciso soltanto da poche settimane di porre la parola "fine", sono costantemente combattuto tra l’orgoglio di non dover tornare sui miei passi, la tentazione (tremenda) di riconciliarmi e tentare la via della terapia di coppia, la paura (anzi, il terrore) di dover affrontare una vita in solitaria e la comodità di tornare sulla "strada vecchia" (pur con tutti i suoi problemi di fondo). Lasciarsi dopo così tanto tempo, e quasi alla soglia dei 40 anni, è un salto nel buio che toglie il fiato, è come salpare per il mare aperto senza avere una meta o una rotta prestabilita.

Già, probabilmente l’età incide perché si avvicina la fase dei "bilanci esistenziali" e si diventa più esigenti (in parte più egoisti) e meno tolleranti verso cose, atteggiamenti, dettagli su cui un tempo si riusciva a mediare e riconciliare i punti di crisi. Si avverte il peso del tempo trascorso, si sente la pressione di quello futuro che incombe. Un mix micidiale, che porta probabilmente molte coppie a pensare "ora o mai più".