Insicurezza ed affermazione di sé

  • Ciao ragazzi, apro questo thread perché sento l'argomento molto presente nella mia vita e vorrei chiedervi le vostre esperienze e punti di vista sulla questione che vado a spiegare.

    In pratica nella mia vita sono sempre stata insicura nell'affermarmi nei gruppi di persone, porre i miei confini e farli rispettare. Avete presente quelle situazioni per cui una persona entra in un gruppo nuovo e tende ad evitare il disaccordo o non lo sa gestire bene, col risultato che alla fine accontenta tutti meno che sé stessa? Di conseguenza poi mi arrabbio e tendo a diventare piuttosto rigida (qualcuno nel forum ricorderà di certo).

    Oppure quando gli altri invadono il territorio e vogliono comandare, assumere il controllo ecc, tendo a dubitare di me e non difendermi. Da piccola ero molto per le mie, figlia unica, iperprotetta e i miei genitori tendevano a difendermi da tutto.

    Non riesco facilmente a dettare io il ritmo alle persone, lottare ed ottenere rispetto ed autorevolezza.


    Voi come avete acquisito una sicurezza nei conflitti? Come li affrontate? Come ponete i vostri limiti agli altri? Quali sono le vostre esperienze simili od opposte alla mia (o semplicemente le vostre esperienze)?

  • Ma cosa stai cercando di fare? Prendere il posto del boss? O crearti un clan tuo separato? Lascia perdere, non vale la pena. Rispetta il tuo ruolo all'interno del clan, oppure tiratene fuori e stai lontana da certe cose. A meno che non abbia capito male, e magari stai parlando di come avere autorevolezza su piazze nuove. In quel caso ti sconsiglio di usare troppo la violenza, sono metodi che ormai reputo superati. L'autorevolezza si ottiene dando qualcosa in cambio.

  • Personalmente non vedo il motivo di essere autorevoli, è un ruolo che lascio volentieri agli altri. Quando ho subito l'autorevolezza altrui ho ascoltato byapassando tutte le parole inutili e verbose che provengono dall'ego che esalta se stesso e le sue pseudo ragioni, se al di là di questo si può fare qualcosa di concreto e posso aiutare la persona nella sua richiesta che sia di aiuto/attenzione/sostegno va bene, c'è sempre un grado di accettazione verso la persona che non ha ancora raggiunto un'evoluzione tale tanto da volersi erigere a leader della situazione, la si comprende senza prendere questo suo atteggiamento sul personale, e un po' si cerca di collaborare; se sono contesti in cui è possibile evitare non mi presto a questo tipo di gioco oltre un certo limite e mi allontano, infatti sul Forum discuto cercando di dare comprensione e senza voler far sentire nessuno fuori luogo, se nonostante ciò non trovo nessuna apertura ma bensì persiste un atteggiamento atto ad estremizzare o a mistificare non rispondo più, la verità non si impone, la verità è tale perché può accettare che ciascuno la scopra da sé, con i suoi tempi, come diceva Rumi, i fiori non crescono al rumore del tuono...

    Il cammino dell'anima è un cammino di coraggio, abbiatelo.🌺

  • Dettare il ritmo significherebbe diventare il leader del gruppo, cosa che non tutti vogliamo fare o per cui siamo portati.

    Capisco il voler evitare i conflitti - anche io sono così.

    Forse non riesci ad imporre i tuoi confini con assertività per paura delle conseguenze, nello specifico per paura dell'abbandono? Potrebbe essere una ragione per l'insicurezza (che comprenderei).

  • Ma cosa stai cercando di fare? Prendere il posto del boss? O crearti un clan tuo separato? Lascia perdere, non vale la pena. Rispetta il tuo ruolo all'interno del clan, oppure tiratene fuori e stai lontana da certe cose. A meno che non abbia capito male, e magari stai parlando di come avere autorevolezza su piazze nuove. In quel caso ti sconsiglio di usare troppo la violenza, sono metodi che ormai reputo superati. L'autorevolezza si ottiene dando qualcosa in cambio.

    Diciamo più la seconda e di conseguenza capisco il consiglio.


    Juniz  Licoricedetox


    Autorevole è diverso da autoritario. Nemmeno io amo le persone verbose, ma quelle che al contrario, sono umili e autorevoli allo stesso tempo.


    Per quanto riguarda la paura dell'abbandono, sicuramente entrano in gioco aspetti del genere. Il punto è che delle volte, detto terra terra, sono una di quelle persone che non ha imparato ad affermarsi o difendersi (che ovviamente sono cose molto diverse) e di conseguenza subisco un po' nel lungo periodo. Mi blocco molto in alcune situazioni sociali, tendo a dare agli altri, ad adeguarmi o al, contrario, mi irrigidisco senza mai comprendere esattamente come dovrei comportarmi. È come andare in bici, non riesco a farlo e non ho imparato. Mi chiedevo quindi come abbiate imparato voi, quali sono in generale i vostri pensieri, opinioni ed esperienze in merito.

  • In pratica nella mia vita sono sempre stata insicura.


    Da piccola ero molto per le mie, figlia unica, iperprotetta e i miei genitori tendevano a difendermi da tutto.

    Non riesco facilmente a dettare io il ritmo alle persone, lottare ed ottenere rispetto ed autorevolezza.

    Il punto penso sia proprio questo, ne ho discusso anche in un altro thread in cui altre persone sostenevano i danni che possono esserci se non si viene protetti e io sostenevo invece il punto di vista opposto, ossia che anche essere troppo protetti porta altrettanti danni su un altro fronte, appunto: insicurezza, ansia o scarsa capacità di difendersi dalle persone prevaricanti. Metaforicamente se vieni gettato nell'arena impari a combattere, certo farà i suoi danni se si esagera, di altro tipo, ma anche il contrario porta ai danni che lamenti. La via di mezzo è sempre difficile da bilanciare.


    Ormai sei adulta, come fare a rimediare... Costruisci un immagine di te forte e credici. Come immagini si comporterebbe una versione forte di te stessa? Ciò che intendo dire è: cerca di chiudere in un cassetto l'imbarazzo o la paura quando devi esprimerti su una questione, ed esprimiti con audacia, con assertività, senza rabbia ma con decisione e magari anche con un certo umorismo, non lasciare che le cose che devi esprimere covino nell'ombra, allenati a gettarle nell'arena prima ancora che si ingigantiscano.


    Sai come mi hanno detto che ci si salva da uno tsunami? Prendendo una barca e andandogli incontro mentre è ancora in mare aperto. Superandolo prima che l'onda si avvicini alla terra e aumenti di altezza grazie al calare della profondità del fondale, faccia cresta o accumuli detriti nel suo percorso a terra. Qui vale lo stesso principio: devi trovare il coraggio di andare incontro allo tsunami o la cosiddetta shitstorm, che spesso piove addosso a chi si esprime liberamente.

  • Io sono tutto tranne che un asso della socialità e ho anch'io non indifferenti problemi di insicurezza, quindi il consiglio che mi sembra giusto darti è in linea con quello di Garden ed è il medesimo che io stessa cerco di seguire: se sei sicura della ragionevolezza della tua opinione, cerca di farla valere con calma e assertività senza farti prendere dalla paura. Gli altri non sono migliori di te né hanno più diritto rispetto a te di dire la loro.

  • Gli altri non sono migliori di te né hanno più diritto rispetto a te di dire la loro.

    Già, tra l'altro anche se dovesse capitare che fossero migliori come persone, le idee restano comunque abbastanza slegate dai singoli. Un individuo può dire cose giuste anche senza essere necessariamente una bella persona. Per cui penso che a dire la propria se ne abbia sempre il diritto, anche se umanamente si possono avere dei difetti, le idee hanno una loro dignità a sé stante da quella della persona che le ha pronunciate. Una dignità che sta nel loro essere intellettualmente oneste per cui, se ci credi, e non hai calcolato che ti crea troppo danno, parla e dì la tua. Poi si può sempre sbagliare.


    Il rischio quando ci si espone e si confronta il proprio pensiero con quello di altri (oltre ad essere attaccati) è quello di finire per riconoscere di avere torto ed avere esposto il proprio errore in pubblico. Questo può creare un sentimento di umiliazione, perché è facilissimo identificarsi con le proprie idee a livello di personalità quindi, nel momento in cui vengono umiliate le nostre idee, sentiamo destabilizzato o svilito il nostro io. Ma tu non sei le tue idee, tu sei solo tu, le idee vanno indossate come un guanto e buttate all'occorrenza se alla prova dei fatti si rivelano fallaci, certo è più facile a dirsi che a farsi.


    La parola umiltà e la parola umiliazione hanno la stessa radice (humus/terra/concretezza) e parlano della prova della terra, della realtà concreta, e di come un idea alla prova dei fatti e del confronto attivo, regga o crolli.


    A mio avviso non può essere umile chi non si mette mai in gioco con sicurezza, mostrando una certa arroganza o autorevolezza di pensiero. Chi non espone con audacia le proprie idee alla prova della terra e fa sempre la parte dell'umile insicuro. Egli sta probabilmente usando l'umiltà che è ben vista socialmente come uno scudo contro il biasimo, insomma volendo passare sempre per una bella persona mentre in realtà si protegge dall'umiliazione che rende davvero umili, e al contempo autocelebra sé stesso in qualità di bella persona. A mio avviso, solo chi mette in gioco con arroganza le proprie idee, rischiando di esporre i propri sbagli ed essere davvero umiliato, può essere reso davvero umile. Hai detto che ti piacciono le persone umili oltre che autorevoli, a mio avviso per arrivare ad essere umili bisogna esporre il proprio pensiero con una certa autorevole arroganza.

  • Voi come avete acquisito una sicurezza nei conflitti? Come li affrontate? Come ponete i vostri limiti agli altri? Quali sono le vostre esperienze simili od opposte alla mia (o semplicemente le vostre esperienze)?

    Quello che penso è che le persone realmente sicure di se stesse non cercano il conflitto e se sono tirate in ballo in uno, cercano di schivarlo, questo perché non ci sono mai buoni motivi per fare le guerre nel quotidiano.


    Se il conflitto invece è necessario affrontarlo io personalmente lo faccio subito, andando al sodo e chiedendo spiegazioni, così mi tolgo il pensiero, altrimenti rischio di rimuginarci e ingigantirlo.


    Per quanto riguarda i limiti con gli anni ho imparato che il miglior modo di porli è il sarcasmo, faccio una battuta e dico ciò che penso.


    Da piccola ero molto per le mie, figlia unica, iperprotetta e i miei genitori tendevano a difendermi da tutto.

    E' abbastanza comune che un bambino iperprotetto sia poi un adulto insicuro, quantomeno ne sei cosciente.

  • Secondo me l'iperprotezione genitoriale non va bene. Ho una sorella più grande di me che a causa di questo non si è mai evoluta. La sua storia è piuttosto triste e non è il caso di raccontarla qui. Però lei aveva tante potenzialità, pur se in un'indole timida e riservata. Quelle potenzialità sono rimaste inespresse ed è un vero peccato, e un dolore per me. Resto convinta che di questo abbia una grande responsabilità mia madre, mio padre è mancato molto presto, ansiosa e ipercontrollante, non le ha permesso di spiccare il volo. Ho perdonato mia madre, che comunque è stata una mamma affettuosa e generosa, però questa vicenda mi ha tolto la voglia di fare figli, temevo di essere come lei, e chissà, forse lo sarei stata.

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