Sono in stallo e sessualmente frustrato

  • bruce0wayne :
    So che anche le donne "ripiegano", io sono più portato a guardare la cosa dal punto di vista maschile, di un uomo che cerca di capire altri uomini come scrivevo. E probabilmente hai ragione, anzi aggiungo un'altra parola a paternità e serenità: stabilità. Comunque preciso: sono consapevole che tra un rapporto di solo sesso (quasi: perché con una sugar babe c'è anche un rapporto umano, ma

    Se cosi fosse tu dovresti avere più opportunità, peccato che il mondo non va coi.


    Il buon Bruce fa ottime analisi, però poi c'è la vita reale dove conta solo quello che sei e quello che gli altri percepiscono di te.

  • Hai sicuramente ragione quando scrivi che il fare l'amore non è subordinato all'adorazione estetica dell'organo femminile. Infatti sono consapevole della mia immaturità sessuale. Purtroppo per me non esiste, almeno non ancora, questo tipo di esperienza e di mentalità pregressa: cioè, non mi lascio andare, penso, controllo - l'ultima volta è andata leggermente meglio perché sono riuscito a "monitorarmi" meno, non so se sia chiara questa problematica maschile - e guardo - la mia eccitazione è troppo collegata all'elemento estetico -.
    Però vorrei ricordare che è difficile arrivare al sesso senza pagare per me, non per tutti gli uomini. E dall'ultima parte del tuo post sembra che io debba restare condannato a non provare il piacere di un normale rapporto senza avere "una piena e completa volontà di fusione" con un'altra persona: in questo modo non si rischia di scivolare verso una visione mistica di un rapporto sessuale, come un traguardo da poter raggiungere solo ragionando in un certo modo e diventandone degni? Stiamo però parlando di un atto che invece molti uomini compiono senza tanti "ma", semplicemente (ehm) provano desiderio-hanno sufficiente pratica o poche seghe mentali -> lo fanno.

    Le seghe mentali ti fregano altroché. La naturalezza nel sesso secondo me è basilare, capisco però che che non è così facile imbrigliare la mente, anzi più ci provi e peggio è. Sta lì la fregatura. Ho letto il trhead e mi pare di aver capito che per te l'estetica femminile è fondamentale. Niente di male eh, a tutti piacciono le belle ragazze, poi i maschi hanno generalmente una sessualità molto visiva. Mi ha colpito molto il fatto che non sei attratto dall'organo femminile, ci leggo, e perdonami è solo una mia intuizione, un'immaturità di fondo, come se tu cercassi la bella bambolina priva di orifizi naturali. Come una Barbie insomma.

  • E dall'ultima parte del tuo post sembra che io debba restare condannato a non provare il piacere di un normale rapporto senza avere "una piena e completa volontà di fusione" con un'altra persona: in questo modo non si rischia di scivolare verso una visione mistica di un rapporto sessuale, come un traguardo da poter raggiungere solo ragionando in un certo modo e diventandone degni? Stiamo però parlando di un atto che invece molti uomini compiono senza tanti "ma", semplicemente (ehm) provano desiderio-hanno sufficiente pratica o poche seghe mentali -> lo fanno.

    La mia era una possibile risposta alla tua ritrosia verso l'organo femminile e le difficoltà nell'avere un rapporto completo: checché se ne dica a mio avviso per lasciarsi andare è necessaria fiducia e anche un grado di coinvolgimento verso l'altra persona, altrimenti bisogna trovare una via alternativa come desensibilizzarsi un po' per riuscirci. Di conseguenza sono diffusissime le problematiche che descrivi, persino all'interno dei rapporti "normali" quando questi non sono limpidi e non vi è sufficiente fiducia: ansia da prestanzione, anorgasmia, e parlo per esperienza da partner non essendo io maschio.


    A livello di "piacere" non penso ti sia precluso, basta bypassare ciò che ti blocca. Ma il piacere inteso orgasmo va da sé che è una dimensione ridotta di un rapporto.


    Riguardo "gli altri uomini", vedo che tendi a osservare cosa fanno gli altri per capire (forse) anche te stesso. Penso che gli altri vivano la loro realtà che può essere assai distante dalla propria.


    E personalmente non credo nell'analisi dei rapporti che prevedono tutte quelle categorie di donne che ho letto in questa discussione e che mi erano anche sconosciute (doll, no-pro etc.) al fine di stabilire algoritmi dei rapporti umani per soddisfare poi qualcosa che non è detto debba essere necessariamente soddisfatto perennemente, o almeno, non con questo intento proprio come principio, perché l'intenzione è molto importante, quando questa è di trovare la propria dimensione sessuale senza però mettere in discussione se stessi ma semplicemente "manipolando" (virgoletto) gli altri e facendosi altrettanto manipolare, difficilmente queste occasioni si trasformano in qualcosa che va oltre l'uso reciproco, ovviamente non dico che tu non debba gioire del sesso più soddisfacente possibile (te lo auguro) ma la vita non può essere sempre aggirata e non siamo purtroppo noi a decidere la strada, e purtroppo non siamo nemmeno noi a poter decidere cosa è meglio per noi, spesse volte questo meglio coincide con un piacere che non prevede sforzi, e non sapendolo infatti cerchiamo la soluzione che non esiste.

  • Secondo me va stabilito un po' qual è l'obiettivo prima. Se vuoi fare esperienza o stare in coppia. Nel primo caso è una questione di fare un po' di lavoro su te stesso per uscire dal guscio ed imparare a trovare la tua maniera per attirare le donne con una certa disponibilità verso il sesso. Chiaramente anche qui gradualità, nel senso: se ti piacciono carine fai palestra o almeno all'inizio devi abbassare i tuoi standard.

    Anche cercare persone che vogliano fare esperienza come te, cercando di capire che tipo di persona hai davanti. Magari ha bisogno di calma.


    Per quanto riguarda il fidanzarti altrimenti, secondo me si tratta sempre più di una questione di uscire dal tuo guscio e non pensare di dover affabulare e affascinare, quanto essere tu una persona completa e quindi affascinante. Dopodiché attirerai tutte quelle persone compatibili con te (curarsi di sé e del proprio aspetto comunque aiuta anche in questo caso).

  • Mi ha colpito molto il fatto che non sei attratto dall'organo femminile, ci leggo, e perdonami è solo una mia intuizione, un'immaturità di fondo, come se tu cercassi la bella bambolina priva di orifizi naturali. Come una Barbie insomma.

    "Come una barbie": Sì. In molti casi è così, perché la donna viene idealizzata.


    Le seghe mentali ti fregano altroché. La naturalezza nel sesso secondo me è basilare

    Già, ma come tu stessa hai scritto altrove: un uomo non può limitarsi ad aprire le gambe e aspettare che accada.

    Anche se qui non si parla unicamente della parte centrale dell'atto sessuale: il saperci fare, il saper interagire è fondamentale anche in tutto quel che ci ruota attorno.


    Qui come nell'altro caso: manca l'esperienza, perché anche se ne ha fatta di "fisica", si è "fossilizzato" in una zona di comfort superiore, ma pur sempre limitata.


    checché se ne dica a mio avviso per lasciarsi andare è necessaria fiducia e anche un grado di coinvolgimento verso l'altra persona, altrimenti bisogna trovare una via alternativa come desensibilizzarsi un po' per riuscirci.

    A meno di non agire sotto l'impulso deviato da sostanze o in una fase psicotica, oppure ancora di essere sociopatici: Sì. E' come dici tu.


    E personalmente non credo nell'analisi dei rapporti che prevedono tutte quelle categorie di donne che ho letto in questa discussione e che mi erano anche sconosciute (doll, no-pro etc.) al fine di stabilire algoritmi dei rapporti umani per soddisfare poi qualcosa che non è detto debba essere necessariamente soddisfatto perennemente

    La mia analisi prende in prestito termini usati anche da chi cerca di stabilire algoritmi "predittivi" o con fini particolari; tuttavia nel caso in specie sono stati usati solo per brevità e per definire un qualcosa che è difficile comunicare altrimenti.


    Il fine non era quello di stabilire algoritmi dei rapporti, ovvero un fine attivo. Il fine in questo caso è passivo: ovvero quello di spiegare che esistono vie di mezzo tra le donne che sta frequentando ora e quelle che non hanno nulla a che vedere con la prostituzione nelle sue molteplici forme.


    Con questo non significa che ogni donna dallo scarso potere finanziario che riceve regali sia una "no-pro". Sta un po' nel gioco dei ruoli (anche se sempre più anacronistici a livello economico). Diventa un rapporto con una no-pro se il rapporto stesso regge solo in virtù dello scambio indirettamente economico ed è iniziato con quel fine.

    Risorse in cambio di sesso.. non professionale e non per professione.


    quando questa è di trovare la propria dimensione sessuale senza però mettere in discussione se stessi ma semplicemente "manipolando" (virgoletto) gli altri e facendosi altrettanto manipolare, difficilmente queste occasioni si trasformano in qualcosa che va oltre l'uso reciproco

    Se uno sa a cosa va incontro: evita di farsi manipolare e di certo non manipola. Chi si comporta da no-pro sa bene che il comportamento di lui può cambiare in virtù del conoscere i reale fine del rapporto.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • "Come una barbie": Sì. In molti casi è così, perché la donna viene idealizzata.

    Oggettificata.


    Risorse in cambio di sesso.. non professionale e non per professione.

    Il mio discorso è oltre questo.


    Penso che l'autore debba inziare (non dico modificare immediatamente, ma quantomeno disporsi) ad andare oltre una visione utilitaristica dei rapporti a cui seguirebbe una visione della donna (nel bene e nel male) che non sia fondata sull'idea di questa come figura in cui l'aspetto saliente in ogni concetto finora da me letto è come averci uno scambio sessuale sulla base di tedenze, programmi, impostazioni.


    Non vedo quindi come ottenere uno scambio di risorse e sesso "non professionale" ma sempre concepito con una visione (e un intento) utilitaristico del rapporto possa compensare quel lato emotivo, intimo, sentimentale che manca e che mio umile parere è il reale bisogno, consapevole o no, dietro ogni rapporto umano equilibrato e minimante edificante: anche quando questo finisce.


    La relazione è un'esperienza di cui a mio avviso l'ultimo (ma proprio l'ultimo) scopo è trovarvi la propria comodità, vale anche per le esperienze disimpegnate, ma da ciascuna bisogna trarre una sincera conoscenza di se stessi e non la conferma di una realtà che viene osservata con distacco, impersonalmente e soprattutto teoricamente. Altrimenti dalla comfort zone di cui parli non si esce davvero poiché non si può prendere solo la parte che gratifica immediatamente -sesso-. Se la vita ostacola il raggiungimento di uno status quo c'è una ragione, fra le prime non credere a sufficienza in se stessi tanto da non sviluppare le proprie potenzialità umane che indubbiamente ci sono, che non vuol dire essere erogatori di risorse verso le donne, ma vuol dire avere qualcosa da dare umanamente a queste e cercare di riflesso uno scambio dello stesso livello.

  • Oggettificata.

    "Oggettificata" e "Idealizzata" hanno significati che si tangono, ma sono definizioni diverse.


    Una donna "Oggettificata" non ha alcun valore oltre quello dato dall'oggetto in sé. Viene considerata non meritevole di rispetto e "usata" senza tener conto che in lei c'è un intero universo, normalmente molto più ampio di quello nella testa di chi la sta oggettificando.


    Una donna "idealizzata" è anche in piccola parte oggettificata, ma non in quanto priva di valore o non meritevole di autodeterminazione e rispetto. La porzione di oggettificazione riempie quei vuoti di conoscenza dati dal non averci mai interagito realmente. Un po' come quando si parla di qualche personaggio famoso, attribuendogli pensieri e tendenze non necessariamente sue. In quel momento lo si oggettifica in una proiezione di fantasia.


    Idealizzare è opera di fantasia e proiezione delle proprie paure e dei propri desideri. Quando si idealizza una donna in realtà il complemento oggetto è la propria mente. Il terreno di idealizzazione inoltre è proprio quello fornito dalle chiavi di seduzione date da profumi, vestiari, estetisti e comportamenti sociali ben studiati per sedurre. Di solito l'immagine idealizzata della donna è ben al di sopra della realtà ed è un problema solo per l'idealizzatore. Per l'idealizzata in senso generico è un vantaggio, in senso personale di solito uno svantaggio.


    Penso che l'autore debba inziare (non dico modificare immediatamente, ma quantomeno disporsi) ad andare oltre una visione utilitaristica dei rapporti a cui seguirebbe una visione della donna (nel bene e nel male) che non sia fondata sull'idea di questa come figura in cui l'aspetto saliente in ogni concetto finora da me letto è come averci uno scambio sessuale sulla base di tedenze, programmi, impostazioni.

    Il passaggio per uscire da una zona di comfort così solida di solito è un passaggio intermedio.

    Penso, credo, temo che non sarebbe in grado di interagire in modo "funzionale" con una persona che non ha un "contratto" con lui. Almeno così racconta.


    Non vedo quindi come ottenere uno scambio di risorse e sesso "non professionale" ma sempre concepito con una visione (e un intento) utilitaristico del rapporto possa compensare quel lato emotivo, intimo, sentimentale che manca e che mio umile parere è il reale bisogno, consapevole o no, dietro ogni rapporto umano equilibrato e minimante edificante: anche quando questo finisce.

    Inizialmente è così, ma un "contratto" non scritto e mai discusso di questo tipo non dura a lungo. Presto, sin da subito iniziano ad emergere i lati umani della relazione e con quelli bisogna imparare ad avere a che fare.


    Ci sono tantissime persone convinte di stare con un partner che li/le ama: invece il/la loro partner ama le loro risorse.

    Poi ci sono i casi in cui il rapporto inizia con uno scambio a mo' di app di incontri con lei che cerca "viaggi" e lui che se la porta in vacanza. Se son rose fioriranno.


    La relazione è un'esperienza di cui a mio avviso l'ultimo (ma proprio l'ultimo) scopo è trovarvi la propria comodità, vale anche per le esperienze disimpegnate, ma da ciascuna bisogna trarre una sincera conoscenza di se stessi e non la conferma di una realtà che viene osservata con distacco, impersonalmente e soprattutto teoricamente. Altrimenti dalla comfort zone di cui parli non si esce davvero poiché non si può prendere solo la parte che gratifica immediatamente -sesso-.

    Quando e se la parte umana inizia ad emergere... di solito il sesso perde il primo piano e la comfort zone va a farsi benedire.


    Questo tipo di esperienze non si possono vivere in modo impersonale; a meno di essere psicopatici, ovviamente. Tutto il distacco che può esserci all'inizio: scompare quando appare il rapporto umano. Una occasione però bisogna dargliela.

    Omnis mendaciumo. Bis vincit qui se vincit in victoria. Re sit iniuria.

  • Ci sono tantissime persone convinte di stare con un partner che li/le ama: invece il/la loro partner ama le loro risorse.

    Poi ci sono i casi in cui il rapporto inizia con uno scambio a mo' di app di incontri con lei che cerca "viaggi" e lui che se la porta in vacanza. Se son rose fioriranno.

    Per me non esiste una realtà esterna e oggettiva, come scrivo sempre, ciascuno vive la situazione adatta alla sua evoluzione, poiché a mio avviso la vita ha il solo scopo di spingere ogni individuo a risolvere di volta in volta se stesso.


    Chi è convinto di stare con un partner che lo ama ma invece ama le sue risorse: vuol dire che questa è la situazione che necessita di vivere per svegliarsi dalla sua illusione. Ma tutte le relazioni sono profondamente e inguaribilmente egoiste, per questo ci "disilludono", l'egoismo dell'altro è lo specchio del proprio egoismo. Esistono egoismi più spudorati, come la compagna che ti abbandona appena finisce la bella vita, ed egoismi più indiretti, come pensare di legare a sé una donna con le risorse.


    Purtroppo la vita è complicata e io credo che l'unico modo per rimanere a galla sia quello di sviluppare la propria indipendenza (non intendo economica in questo frangente) mi riferisco all'indipendenza da tutte le "apparenze" del mondo, indipendenza persino da se stessi e dai propri desideri (che non vuol dire fare l'eremita e smettere di fare sesso) si può fare sesso a uso reciproco sapendo però cosa ci si può aspettare da se stessi e dagli altri, ma se ci aspetta qualcosa che va oltre il proprio essere, la natura della situazione che si sta vivendo, e forse la propria meta evolutiva, allora è lì che cominciano frizioni e conflitti.


    Ma non voglio imporre più di tanto il mio punto di vista, è solo un ribaltamento di osservazione della realtà, e un invito al perenne insegnamento "Conosci te stesso" (e poi il mondo trova le sue spiegazioni di conseguenza). Ad ogni modo penso che ciascuno sia "sulla strada giusta per lui" quindi la strada che comunque sia lo condurrà dove deve andare, altrimenti non vi sarebbe.

  • È un punto di vista affascinante e, per certi versi, consolatorio. Soprattutto quando dici che "ciascuno sia sulla strada giusta per lui, altrimenti non vi sarebbe". Mi piacerebbe tanto crederci, il fatto è che ho notato che spesso siamo i peggiori nemici di noi stessi, ci autosabotiamo.

  • È un punto di vista affascinante e, per certi versi, consolatorio. Soprattutto quando dici che "ciascuno sia sulla strada giusta per lui, altrimenti non vi sarebbe". Mi piacerebbe tanto crederci, il fatto è che ho notato che spesso siamo i peggiori nemici di noi stessi, ci autosabotiamo.

    La strada giusta inteso quella che a ognuno serve percorrere. Quando si osserva un tratto di percorso da una consapevolezza più ampia, e questo accade con lo scorrere del tempo e a seguito di un certo "macerare", si capisce che tale percorso non poteva essere diverso da come è stato, anche con i propri autosabotamenti, che sono umanissimi e riguardano tutti noi. Certo questo vuol dire constastare che alcuni desideri non potevano essere soddisfatti alle condizioni che si era immaginato e stabilito, ma vivendo e comprendendo essi tendono a cadere da soli e a perdere la loro attrattiva perché ci si scopre cambiati.


    E inoltre è anche un modo per accettare che nessuno di noi può interferire nel libero arbitrio di un altro: quindi per me non c'è giusto e sbagliato anche se dai miei post può sembrarlo, nessuno può dire ad un altro cosa fare, cosa desiderare o non desiderare, etc., ciascuno può soltanto scoprire da solo come gira il mondo, io suggerisco soltanto di non credere alle apparenze.

    DALI :hibiscus:

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