Vabbè, forse non "sono stata spiegata", fa lo stesso grazie comunque per il tempo!
Sensibilità
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Ma dai clearness, se per te è importante prova a spiegarti meglio
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Non so se era quello che intendeva Clearness, fare fruttare la propria sensibilità nel senso di mettere a frutto questo dono per una vita e una professione più soddisfacente ed efficace. O almeno l'ho intesa così perché mio malgrado sono 30 e rotti anni di "militanza" ospedaliera, ne ho viste di ogni e la sensibilità di chi opera in questo settore è una vera e propria marcia in più che porta benefici incalcolabili ai pazienti: si tratta di presenza e prestazioni migliori, di incoraggiamenti necessari e importanti che aiutano la cura, di capire proprio, grazie ad un'attenzione particolare, cosa fare clinicamente che risolve e funziona di più.
Ovviamente va tenuta sotto controllo perché altrimenti si rischia burnout e di fare invece veri e propri disastri.
Il che spesso porta molti a scegliere la via della distanza, del "congelamento emotivo" che però è anche una grossa perdita sia umana che professionale...
Se ho capito male scusate, calcolate che sono tornata ben tardi dal lavoro e sono stata buttata giù dal letto da una telefonata di lavoro anch'essa -
Meglio che risponda Clearness, lo saprà lei cosa voleva dire, no?
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ma da studente di Psicologia, ti renderai conto da solo dell'ambiguità del significato del termine "fruttare" se accostato al concetto di sensibilità. Siamo al confine dell'ossimoro.
Al contrario. La sua domanda è molto più che pertinente: è necessaria. E proprio in virtù dei suoi studi.
La sensibilità, come altri aspetti rattrappiti, trascurati o disattivati in noi, può essere tranquillamente educata e se incanalata nella giusta direzione, fatta fruttare. -
può essere tranquillamente educata e se incanalata nella giusta direzione, fatta fruttare
A questo punto mi è chiaro che attribuiamo al termine "sensibilità" due significati differenti.
La persona sensibile per me è quella che in virtù di una capacità di lettura più immediata e particolareggiata della realtà (comprendendo appunto la capacità di empatia), adotta nei confronti del prossimo l'atteggiamento meno lesivo.
Non se lo pone proprio il problema del COME, camminando in modo meno pachidermico dentro un stanza piena di cristalli, minimizzare i danni...è insito nella sua natura avere spontaneamente questa cura...così insito dal non pensare nemmeno lontanamente alla possibilità di puntare sulle "giuste azioni in borsa"....quelle appunto più redditizie (nel caso dell'elefante, quelle che distruggono meno bicchieri). -
Per dirti, a me come ingegnere, non verrebbe in mente di domandare: quanto deve essere il coefficiente di riflessione sul carico per massimizzare il trasferimento di potenza.
O sono ingegnere e "ce l'ho dentro", oppure non mi faccio questa domanda.
La persona sensibile non deve far fruttare proprio nulla...è lei il frutto in se..il dono. -
Mh... insomma un possesso genetico, che si ha dalla nascita, cucito addosso dalla grazia divina.
Come si crede che la genialità non sia soprattutto studio, fatica, esercizio. Ed è proprio il convincersi di avere in dote naturalmente cose di questo tipo, senza credere invece di doversele guadagnare, prendersene cura, esercitarle... ecc., ecc., che porta a giustificare la propria pigrizia con il credere di avere un dono che non abbisogna di essere coltivato.
Tradotto: il miglior modo di sprecare quel dono. -
Mh... insomma un possesso genetico, che si ha dalla nascita, cucito addosso dalla grazia divina.
Questo lo pensi tu. Per me piuttosto un insieme di "carattere" (nell'accezione latina del termine...inteso cioè come fato, ovvero come struttura costituzionale. Della serie, le macchina vanno per strada, gli aerei volano...è il loro fato) e modalità di metabolizzare gli eventi/le esperienze di vita
Come si crede che la genialità non sia soprattutto studio, fatica, esercizio. Ed è proprio il convincersi di avere in dote naturalmente cose di questo tipo, senza credere invece di doversele guadagnare, prendersene cura, esercitarle... ecc., ecc., che porta a giustificare la propria pigrizia con il credere di avere un dono che non abbisogna di essere coltivato.
Tradotto: il miglior modo di sprecare quel dono.Prova a fargli fare 24/24 equazioni differenziali al Trota e aspettati che per un non meglio identificato miracolo, tiri fuori l'effetto Tunnel quantistico. Auguri Vento.
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La mela non se lo chiede proprio cosa può farne dei zuccheri che la compongono...
Così il pensiero dell'uomo si posa sulla propria immagine esclusivamente col tentativo recondito di alterarla.
Quello che veramente è non può saperlo...può sapere/mentalizzare solamente quello che vorrebbe essere/diventare.
Ovviamente parliamo di cose super discutibili...però è questo il frutto della mia esperienza/osservazione.
Apprezzo moltissimo il tuo contributo Vento...finalmente un punto di vista differente...ne più ne meno valido del mio.
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