Ciao a tutti, vorrei raccontarvi la mia esperienza.
Ho sofferto di DOC (disturbo ossessivo compulsivo); ormai il più grosso è stato fatto, rimane ancora qualcosa che con il tempo e l'esercizio posso diminuirlo. La scoperta del "problema" è stata circa un anno e mese fa, quando ho capito che tutti quei timori che mi tormentavano non potevano essere "normali". Non era nemmeno la prima volta; episodi simili mi erano capitati durante le superiori, ma dopo mesi difficili sono riuscito a trovare un equilibrio. Purtroppo però, l'inizio dell'università, l'ambiente nuovo, difficoltà varie, sono state leve che hanno fatto riemerge il tutto.
Così ho deciso di sottopormi alle cure da una psicoterapeuta. Fin da subito mi sono trovato a mio agio e questo ha permesso di fare un buon lavoro. Le mie ossessioni erano "da manuale": "potrò essere gay?", "un giorno potrò mai uccidere?", "dio esiste?". Sono quesiti che almeno una volta nella vita ognuno si è chiesto. Per uno che ha sofferto di DOC comporta il voler avere la sicurezza al 100% che tutto ciò non possa MAI accadere; ecco le compulsioni. Si, la mia testa "frullava" di pensieri per scongiurare queste possibilità.
Il percorso che ho fatto è stato molto impegnativo. Ho trascorso mesi a voler "battere la testa contro un muro", pur di stare tranquillo. Per fortuna ha prevalso la razionalità e con molta pazienza ho sistemato ogni singolo pezzo del "puzzle".
Comunemente quando si ha un dolore al ginocchio, la schiena che scricchiola, si è molto distaccati con il "problema". In qualche modo lo si vede come qualcosa che non ci appartiene, un estraneo un po' scomodo. Pensare la stessa cosa quando centra la nostra "zucca" è un po' più difficile, avendo a che fare con noi stessi.
Leggendo alcuni libri specifici, dipingevano "il problema" come un mostriciattolo. Si, quelli neri, piccoli e pelosi. Un "amico" che ha trovato casa in noi. Sarà che amo le metafore, ma a me ha aiutato a trovare quella distanza tra "me" e il disturbo. Non centravo più io; Il problema era lui. Inoltre sono una persona auto-ironica; tante volte mi facevo problemi su alcune questioni che poi venivano liquidate dalla psicoterapeuta come "è il mostriciattolo, stai tranquillo"; la cosa mi faceva molto ridere perché avevo trascorso molto tempo a pensare e pensare, per poi non risolvere niente.
Il fatto di non essermi mai preso troppo sul serio è stato fondamentale, a giochi fatti. In qualche modo non mi sono mai fatto coinvolgere da quello che stavo facendo. Infatti è lecito che "avere un problema" destabilizzi molto la persona. Io alcune volte non mi rendo ancora conto di quello che ho passato. Certo, non posso dire che sia stata una passeggiata; anzi, tutt'altro. Però sono riuscito a portare il tutto ad una cosa normale, quasi consueta.
Sicuramente non sarò la persona che dopo questo "popo di righe" vi dirà "sconfiggete le vostre paure"; lo trovo inutile. E' come se una persona vi dicesse: "ci troviamo a Roma" e tu non sai nemmeno in quale direzione andare per raggiungerla. Quello che vorrei lasciare è che ognuno deve trovare la sua strada, il suo tragitto per raggiungere la metà. E' vero, ci vuole molta determinazione, tempo e pazienza. Io sono fiducioso che ognuno ce la possa fare. Sicuramente "essere stufi di una certa situazione" può aiutare a trovare quale sia la direzione da prendere. Importante, poi, che se lungo il vostro cammino trovate delle persone abbiate il coraggio di chiedere "per Roma, dove devo andare?"; evitate di "fare i timidoni" se state girando a zonzo.
Questo è stato il mio percorso, a voi auguro BUON VIAGGIO.

Il mio percorso [esperienza]
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Bravo!
Uscire da un disturbo complesso come il Doc non è semplice!
" Sarà che amo le metafore, ma a me ha aiutato a trovare quella distanza tra "me" e il disturbo. Non centravo più io; Il problema era lui."
In effetti è proprio il distacco dai pensieri negativi a far si che essi evaporino da soli! -
bella testimonianza... Mi hai fatto quasi commuovere
anch'io soffro di un disturbo ossessivo, ma anche di depressione, e ho avuto alcuni attacchi di panico... Non mi faccio mancare nulla insomma! Mi hai fatto commuovere perchè sono in un periodo di risollevamento, sì, ma anche di tanti dubbi riguardo la possibilità di guarigione... Ne uscirò? Ci sarà mai una fine? Che senso ha tutto questo? Mi sento solo indebolita da questa esperienza, e non rafforzata come alcuni mi dicono, i ricordi dei periodo di più acuto malessere mi tormentano e m fanno star male. Vorrei essere anch'io così ottimista da prendere la cosa con ironia...
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Ne uscirai alla grande!!
Io ci sono riuscito e sto creando un sito dove parlo della mia (lunga) esperienza! Dagli una occhiata, è in firma.
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Cara Madama, pure io mi sono chiesto mille volte se mai ne sarei uscito da questa situazione. Una volta iniziata la cura pensavo che i timori sarebbero svaniti per i fatti loro; non è stato così. Con molta pazienza e tempo ho pian piano iniziato ad accettare che nel futuro sarebbero potute accadere le cose che più temevo. Non è per niente facile, anzi tutt'altro; non da sicurezza (di cui chi soffre di DOC ne vuole ed è "ghiotto"). E' un po' questa la "formula della felicità". Purtroppo è un percorso "molto intimo" con se stessi, e tante parole di altri posso essere utili fino ad un certo punto.
Vedrai che pian piano acquisirei fiducia in te stessa, e passo dopo passo sarai in grado di affrontare quelle situazioni difficili. Per dire, io non so ancora affrontare "a spada tratta" qualsiasi cosa. Anzi, ci sono situazioni per me nuove in cui i residui del "mostriciattolo" si divertono un sacco. Ma imparata la tecnica, si riesci a sorpassare quel blocco e aggiungere un'altro "check" alla liste delle cose risolte.
Comunque, grazie! -
Concordo con te doubt, è necessario trovare o ritrovare la fiducia nel domani, senza porsi troppe domande o farsi problmemi che comunque non hanno un risposta nell'immediato. Forse è la cosa più difficile per chi è incastrato nel tunnel del malessere...ma ci si può riuscire. E' importante dare questo messaggio. Complimenti.
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Grazie safale. Si è vero, uscirne non è semplice; se si riesce a non prendersi troppo sul serio è tutto più semplice
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