Vorrei ma non posso

  • Il titolo del post non è a caso e ora vi spiego il perchè.

    Soffro di ansia, come tutti qui credo, e da qualche giorno mi sono iscritta a questo forum che mi sta dando una mano soprattutto ad affrontare le serate come questa, in cui i pensieri mi perseguitano. Qualche giorno fa ho scritto qui cosa mi terrorizza maggiormente, ovvero i pensieri di catastrofi e sciagure che possono riguardare sia me che l'intera umanità. Come già mi era capitato di sentire in passato da altri amici, anche qui mi è stato suggerito che questi miei pensieri possano essere frutto di una forma di protezione da parte del mio cervello che vuole spostare la mia attenzione dai problemi della mia famiglia, verso i pensieri più gravi.
    Quindi cambio sezione e mi dirigo verso questa che riguarda la famiglia, sperando di ricevere consigli sinceri o comunque anche solo per sentirmi meno sola.
    Inizio col dire che i miei genitori si sono sposati giovani, perchè mia madre è rimasta incinta di mia sorella. Quando io avevo circa sette anni si sono separati. Da quel momento mio padre ha iniziato ad assentarsi, passando a trovarci sempre meno spesso. Con il tempo anche le sue telefonate sono diventate sempre più rare e le sue visite si limitavano alle occasioni di festa. Io ne ho sofferto molto perchè prima di tutto ero troppo piccola per capire e poi con l'adolescenza insomma, si è arrabbiati con il mondo quindi figuriamoci se riuscivo a superare questa situazione! In ogni caso ho cercato di accontentarmi di quelle poche attenzioni che mio padre mi riservava. Con mia madre ho un rapporto molto bello e lei mi ha sempre accompagnata dai miei nonni oltre che da mio padre quindi non sono mancanze da parte sua.
    Il giorno in cui ho compiuto diciotto anni ho aspettato la chiamata di mio padre e questa chiamata è arrivata. Però ho scoperto che quella chiamata è arrivata solo perchè mia sorella gli aveva inviato un messaggio per ricordargli del mio compleanno. Quando ho letto quel messaggio (ho sbirciato nel telefono di mia sorella) ho deciso che non avrei più sofferto per lui e ho smesso di parlargli e di rispondere alle sue chiamate.
    Ho continuato ha sentire i miei nonni paterni per qualche tempo finchè mia nonna non mi ha dato la colpa della situazione, dicendomi di essermi comportata in maniera infantile e che avrei dovuto cercare io mio padre.
    Io credo che lui stia meglio senza di me, nel senso che credo che lui non fosse pronto a fare il padre e che noi non fossimo la famiglia che voleva. Soffro molto per questo e so che dimenticarlo sarebbe la via migliore. So anche che dimenticare un padre non è una cosa che si può fare dall'oggi al domani, però sono arrabbiata perchè credo che si debbano avere dei bei ricordi dei genitori, mentre io di lui ho solo brutti ricordi.
    Sono passati 5 anni da quando ho voluto chiudere con lui e ancora non riesco a parlarne senza piangere.
    So che è la scelta migliore, ma non riesco a farmene una ragione. Mio padre non mi cerca più. Vede e sente mia sorella ogni tanto, ma molto raramente.
    Il vorrei ma non posso sta per vorrei cercarlo, ma non posso. Vorrei avere un padre, ma non posso averlo. Vorrei averlo accanto, ma non posso. Quando passo un esame o quando sono felice, vorrei raccontarglielo, ma non posso. Non riesco a godermi la vita perchè mi manca sempre quel qualcosa in più.
    E da poco più di un anno ora ho anche quest'ansia che compromentte la mia felicità.

    Vi ringrazio per aver letto e vi chiedo dei consigli per andare avanti.
    Grazie e buona serata!

  • Salve Gret, mi è capitata più o meno la stessa situazione indirettamente, ovvero una mia cara amica tanti anni fa aveva un rapporto molto conflittuale con i suoi genitori (entrambi medici di ospedale).

    Per farla corta, lei pensava continuamente al fatto che avrebbe dovuto avere un'infanzia e un'adolescenza felice e invece i suoi per qualche motivo non gliel'avevano data, perché lei aveva quest'immagine del genitore come un "essere perfetto la cui missione nella vita era quella di far felice i figli", ed era caduta dentro a questo talmente tanto che ha passato degli anni ripetendo che i suoi genitori meritavano di vedere la propria figlia morta e così via, ora a distanza di tanti anni pensa un po' come è andata a finire... lei vive felicemente con i propri genitori tanto che riempie il proprio account facebook di foto insieme con loro tutti sorridenti.

    Il cambiamento è avvenuto quando ha finalmente capito (intorno ai 35 anni) che i genitori non sono una specie di supereroi, ma sono degli esseri umani fallibili come tutti gli altri, e se in un certo momento o periodo non hanno fatto determinate cose, magari è perché non ne avevano avuto la possibilità, la forza o la capacità.

    Prova a metterti nei panni di tuo padre, io non lo conosco quindi ipotizzo... come potrebbe sentirsi quando la figlia lo rifiuta, non risponde mai, ha tagliato i ponti? Magari pensa "OK lei mi odia e non mi vuole più sentire ne vedere, evito di darle fastidio". Oppure dovrebbe continuare a cercarti per sempre? Tuo padre potrebbe anche non avere la capacità emozionale o la forza mentale per continuare a combattere in questo modo.

    Il mio consiglio finale è una bellissima frase che ho sentito in un film: "un insegnante di musica diceva al suo allievo: se lasci la corda troppo lenta non suonerà, se la tendi troppo si spezzerà", tu sei la corda, non devi essere ne troppo tesa ne troppo lenta nei cofronti di tuo padre, una buona via di mezzo farà si che la corda suoni armoniosamente.

    Non rifiutarlo per principio, perché l'effetto è solo quello che ti ci senti ancora più legata e dipendente, secondo me se instaurerete un rapporto anche saltuario ma sincero, senza aspettative particolari, ti sentirai più libera e più serena.

  • Mi associo a Mario.
    Ora che sei grande ti senti comunque una bambina dinanzi a tuo padre, dentro di te. Però è così, tuo padre, che non giustifico ovvio, è una persona che chissà quanti cavolo di problemi ha (tu sei in questo forum...chissà se anche lui non ne frequenta uno?) Ma i suoi problemi certo non può venirli a dire a te... come tu non ti apri a lui. C'è mai stata una litigata sana tra te e lui? Hai mai sentito le sue ragioni?
    Il padre è un uomo come tanti, scegline uno e seguilo, ho sentito una volta. Non devi ricostruire per forza il rapporto ma conosci la persona e non il padre. Non dargli responsabilità, non ora che sei adultà. Quando invecchierà e lo vedrai rugoso e lento si appianerà molto della tua rabbia....

    Per la questione dei pensieri catastrofici... Ridici su o.o Lo so che può sembrare strano ma... ridi. Prenditi in giro, e soprattutto appena li hai cambia subito pensiero, distraiti. Vedrai che col tempo non saranno più importanti.

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