• Provvedo a spostare in spam tutti gli OT,siete invitati e richiamati ad evitare di scrivere in dialetto ed usare espressioni poco felici,chiaramente vietato dal regolamento,nonchè evitare di offendervi reciprocamente.

    Questo è un richiamo ufficiale,l'ultimo.

    Simona C. per lo staff

    Una parola è poco, due sono troppe

  • Ho visto che e' stato levato al il riferimento ad un articolo sulla storia dei tatuaggi in occidente e sulle possibili implicazioni igieniche.

    Siccome ritengo utile una educazione e informazione sanitaria su questo punto, riprendo l'argomento evitando commenti:

    La domanda sorge spontanea: i tatuaggi sono passati di moda? Tutti corrono a cancellarli, un po’ per motivi estetici, e un po’ per motivi sanitari o psicologici. Imprimere un disegno sulla pelle, con ago e inchiostro, infatti, può sortire degli effetti spiacevoli sulla salute, può veicolare infezioni, ad esempio. Ma è piuttosto il pentimento che subentra, per una scelta che non si adatta più al presente, perché magari legata ad un momento, o ad una persona, che ormai fanno parte del passato. Qualunque sia il motivo che spinge a volersi disfare di un tatuaggio, per eliminarlo dalla pelle è necessario ricorrere a costosi trattamenti estetici che si basano sull’uso del laser. Non solo le persone comuni stanno decidendo sempre più di frequente di “ripulirsi” da un tattoo scomodo, ma, come sempre in questi casi, i vip sono stati i primi a lanciare queste contro-tendenza.
    http://salute.pourfemme.it/art…-vip-tra-i-pentiti/16685/

    è rischioso farsi i tatuaggi? Quali controindicazioni ci sono?

    Secondo uno studio dei ricercatori dell'University of British Columbia (Canada), e pubblicato sull'International Journal of Infectious Diseases farsi un tatuaggi è rischioso, può portare a contrarre epatite C, ma anche Hiv, epatite B, infezioni fungine o batteriche, e di sviluppare reazioni allergiche per la pelle.

    http://saluteesalute.blogspot.…troindicazioni%20tatuaggi

    Per un lunghissimo periodo gli unici occidentali a praticare il tatuaggio furono le persone appartenenti alle classi sociali devianti come i criminali, le pro¬stitute, oppure marinai, abituati a trascorrere lunghe ore di ozio nelle traversate oceaniche, che istoriavano la cute col tatuaggio rappresentando le loro avventure rischiose e le esperienze di vita personale. Soprattutto tra le persone coatte per motivi giudiziari, il tatuaggio ha sempre goduto un'ampia diffusione, proprio per¬ché è l'unica forma di libertà concessa al loro corpo. Il fenomeno del tatuaggio associato alla criminalità ha sempre assunto connotazioni di "codice gerarchico" nell'ambito di gruppi organizzati a margine della legalità.


    LE COMPLICANZE MEDICHE DEI TATUAGGI
    Infiammazioni asettiche ed infezioni piogeniche
    Infiammazioni asettiche temporanee da trauma o puntura
    Infezioni piogeniche
    Infezioni superficiali
    Impetigine
    Ectima
    Infezioni superficiali
    Foruncolosi
    Eresipela
    Cellulite

    Infezioni non piogeniche
    Sifilide
    Lebbra
    Epatiti virali
    Tubercolosi cutanea
    Rosolia
    Tetano
    Mollusco contagioso
    Ulcera molle

    Malattie cutanee che si manifestano con i tatuaggi
    Vaiolo
    Verruca volgare
    Herpes simplex e zooster
    Psoriasi
    Lichen planus
    Lupus eritematoso discoide cronico
    Cheratoacantoma

    Ipersensibilità acquisita ai pigmenti del tatuaggio
    Cromo (grigio)
    Cobalto (blu)
    Cadmio (giallo)
    Mercurio (rosso)

    Miscellanea
    Cheloidi
    Granuloma sarcoideo
    Eritema multiforme
    Scleroderma localizzato
    Linfoadenopatia
    Sclerodermia

    http://www.dermoesteticalaser.it/html/detatuaggio.asp

  • http://www.dillinger.it/horito…ale-giapponese-43137.html
    Quest'altro non lo posso linkare perchè farei spam:
    Storia del Tatuaggio

    La parola tatuaggio deriva dal polinesiano "tatau" che letteralmente significa battere o marchiare e indica il picchiettare del legnetto sull'ago per bucare la pelle. L'introduzione di questo termine polinesiano è da attribuire al capitano James Cook che nel suo diario descriveva la tecnica del tatuare degli indigeni polinesiani. Da tatau quindi poi derivò la parola inglese tattoo. Il tatuaggio è ormai provato che ha origini molto antiche: é stato trovato in una grotta in Francia un punteruolo molto appuntito ricavato da un osso di renna che molto probabilmente fu usato per tatuare durante il paleolitico superiore. Scavi archeologici hanno riportato alla luce resti di uomini e donne tatuati vissuti fino a 6000 anni fa, appartenenti a popolazioni sudamericane, nordamericane, eschimesi, siberiani, cinesi, egiziani e anche italiane. Chi si tatuava, si incideva dei segni sul corpo che dovevano comunicare un messaggio a chi li vedeva. Il tatuaggio poteva comunicare che chi lo portava era un re, un nobile, un valoroso, un guerriero, oppure uno schiavo o un delinquente, o che apparteneva a una setta religiosa, a un esercito, a un gruppo politico, a un movimenti culturale e così via. Il tatuaggio poi, era considerato un modo per abbellire il corpo, per diventare più belli. Nelle società tribali erano i re e i nobili a tatuarsi o comunemente i ricchi, coloro che potevano permetterselo; i tatuatori erano trattati con gran rispetto e ricompensati lautamente per la loro opera. Gli egizi li usavano durante le cerimonie funebri, a Roma i Legionari si tatuavano sul braccio il nome del loro generale o dell'imperatore e la data del loro ingaggio mentre venivano invece marcati per infamia i disertori, i prigionieri e gli schiavi. I Celti adoravano come divinità anche animali quali il toro, il cinghiale, il gatto, gli uccelli e i pesci e in segno di devozione se ne tracciavano i simboli sulla pelle. I Britanni, il cui nome deriva da "brith" ( dipingere ) non portavano altre vesti che dei mantelli fatti con peli di bestie selvagge e si facevano sul corpo incisioni di varie forme e figure che riempite con un succo di coloro scuro, davano loro una tinta che non si cancellava mai. Fra i primi cristiani era molto diffusa l'usanza di tatuarsi un tau, la figura delle croce di Cristo, sulla fronte. I Turchi si tatuavano simboli religiosi per garantirsi una sepoltura in terra consacrata. Poi fino ai racconti e alle spedizioni di James Cook il tatuaggio scomparve dall'Europa anche in seguito ad una Bolla Papale che ne vietava la diffusione. All'epoca di Cook nasce il tatuaggio moderno occidentale: i marinai si facevano tatuare durante i loro viaggi in oriente, imparavano le tecniche, cominciavano a tatuarsi a vicenda e nel giro di pochi anni in tutti i grandi porti europei e americani si poteva trovare un tattoo shop. Così a mano a mano il tatuaggio venne sempre più conosciuto ed apprezzato fino ad arrivare ai giorni nostri dove ormai è possibile trovare diverse tecniche e farsi tatuare ciò che più ci piace in qualsiasi parte del corpo.

    Origini del tatuaggio
    Guerrieri Timucua tatuati nella Florida del 1562.
    Tatuaggio sul volto di un maori, fotografia fine secolo XIX

    Il tatuaggio è stato impiegato presso moltissime culture, sia antiche che contemporanee, accompagnando l'uomo per gran parte della sua esistenza; a seconda degli ambiti in cui esso è radicato, ha potuto rappresentare sia una sorta di carta d'identità dell'individuo, che un rito di passaggio, ad esempio, all'età adulta.

    Tatuaggi terapeutici sono stati ritrovati sulla Mummia del Similaun (ca. 3300 a.C.) ritrovata nel 1991 sulle Alpi italiane, altro ritrovamento con tatuaggi anche piuttosto complessi è quello dell'"uomo di Pazyryk" nell' Asia centrale con complicati tatuaggi rappresentanti animali. Tra le civiltà antiche in cui si sviluppò il tatuaggio fu l'Egitto ma anche l'antica Roma, crocevia di civiltà, dove venne vietato dall'imperatore Costantino, a seguito della sua conversione al Cristianesimo ("Non vi farete incisioni nella carne per un defunto, né vi farete tatuaggi addosso. Io sono il Signore" Levitico 19.28'). È peraltro da rilevare che, prima che il Cristianesimo divenisse religione lecita e, successivamente religione di Stato, molti cristiani si tatuavano sulla pelle simboli religiosi per marcare la propria identità spirituale.

    È inoltre attestata nel Medioevo l'usanza dei pellegrini di tatuarsi con simboli religiosi dei santuari visitati, particolarmente quello di Loreto. Fra i cristiani la pratica del tatuaggio è diffusa fra i copti monofisiti. Col tatuaggio i copti rimarcano la propria identità cristiana, i soggetti sono solitamente la croce copta, la natività ed il Santo Mar Corios, martirizzato sotto Diocleziano e rappresentato in sella ad un cavallo con un bambino.[1] La Religione ebraica vieta tutti i tatuaggi permanenti, come prescritto del Levitico (Vaikrà) (19, 28). In particolare, l'Ebraismo vieta ogni incisione accompagnata da una marca indelebile di inchiostro o di altro materiale che lasci una traccia permanente. Anche la Religione musulmana vieta tutti i tatuaggi permanenti, come spiegato da diversi ahadith del profeta Maometto, sono consentiti solo i tatuaggi temporanei fatti per mezzo dell' henna, pigmento organico di color rosso-amaranto, ricavato dalla pianta della "Lawsonia inermis", "Henna" in arabo. Nella tradizione araba e anche in quella indiana sono le donne a tatuarsi con l'henna, sia le mani che i piedi; molte spose vengono completamente tatuate per la loro prima notte di nozze, infatti la sera prima delle nozze viene chiamata "Lelet al Henna" (la notte dell'henna). I tatuaggi d'henna sono estremamente decorativi, quasi sempre con motivi floreali stilizzati; quelli molto elaborati finiscono per sembrare delle opere d'arte che hanno la durata media di qualche settimana di vita. Gli uomini musulmani, specialmente i fervidi praticanti sunniti, usano l'henna per tingersi i capelli, la barba, il palmo delle mani e dei piedi; agli uomini non è consentito fare tatuaggi decorativi neanche con l'henna. Comunque c'è da dire che tra i contadini egiziani (usanza molto probabilmente derivante dall'Antico Egitto) ed i nomadi musulmani (per lo più quelli sciiti) sia le donne che i bimbi particolarmente belli, vengono tatuati in maniere permanente con piccoli cerchietti o sottili linee verticali, sia sul mento che tra le due sopracciglia. È un'usanza di tipo scaramantica, infatti il colore con qui si tatuano è l'azzurro, il colore scaramantico per eccellenza fin dal tempo dei faraoni.

    Altri popoli che svilupparono propri stili e significati furono quelli legati alla sfera dell'Oceania, in cui ogni particolare zona, nonostante le similitudini, ha tratti caratteristici ben definiti. Famosi quelli Maori, quelli dei popoli del monte Hagen, giapponesi, cinesi e gli Inuit anche se praticamente ogni popolazione aveva suoi caratteristici simboli e significati.

    Nella zona europea il tatuaggio venne reintrodotto successivamente alle esplorazioni oceaniche del XVIII secolo, che fecero conoscere gli usi degli abitanti dell'Oceania. Alla fine del XIX secolo l'uso di tatuarsi si diffuse anche fra le classi aristocratiche europee, tatuati celebri furono, ad esempio, lo Zar Nicola II e Sir Winston Churchill. È da segnalare che il criminologo Cesare Lombroso ritenne, in un'epoca di positivismo, essere il tatuaggio segno di personalità delinquente. La diffusione del tatuaggio in tutti gli strati sociali e fra le persone più diverse negli ultimi trent'anni relega tali considerazioni criminologiche a mera curiosità storica.

  • sinceramente mi fido meno dei dentisti per la pulizia (e non parliamo delle sale operatorie). e poco di chi è tatuato come dico io "alla frigorifero". mica perche è della mafia cinese giapponese.... morto de fame..ma perche è cretino dentro...e lo mostra fuori..

    Amatevi l'un l'altro, ma non fatene una prigione d'amore. Gibran

  • Personalmente non amo i tatuaggi, per vari motivi. Ancor meno da quando mio fratello si è fatto tatuare una lapide di tomba con la sua data di nascita (N) e senza quella di morte (M)... Comunque mi ha detto che la sua non è l'unica. Boh!

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