Salve a tutti, frequento poco il forum e questo e' il mio secondo post, dopo quello di presentazione di qualche tempo fa. Volevo sentire le vostre opinioni riguardo la vita in famiglia con uno o piu' componenti depressi. Non voglio entrare nella mia storia in particolare, ma scrivo perche' non riesco a trovare conforto negli amici "reali" su questo argomento. Nessuno infatti pare capire a che stress vengo sottoposto, e quanta poca luce si sia in casa a causa del comportamento del (dei, in questo caso) depressi. Io, che non penso di essere depresso, provo sempre ad affrontare le situazioni, ma dopo tanti anni l'energia e l'entusiasmo mi viene meno e cerco confronto e conforto con le vostre esperienze in questo momento cosi' difficile. E lasciatemi dare una stoccata che spero serva a far riflettere chi si trova in una condizione depressa psicologicamente. Stare piu' o meno vicino a voi e' quasi impossibile. Un'ultima domanda, e' possibile poi, che i depressi siano anche arroganti riguardo la loro superiore sensibilita' o "gli altri non possono capire" etc. etc.?
vita con componenti famiglia di umore depresso
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Ciao. A quanto vedo, ti senti dire frasi che nella mia famiglia hanno girato per anni (a me sono sembrati secoli). "Voi non potete capire", "io ho una sensibilità superiore" ecc. ecc. Nei momenti in cui la persona depressa (dico depressione come termine generico) della mia famiglia era in crisi, provava un evidente fastidio a vedere altri di buon umore. E io, che ero piccola, avevo imparato a nascondere i miei stati d'animo e ad avere una parvenza costante di tristezza. Anzi, ero più che altro costantemente autocontrollata nell'espressione dei miei stati d'animo. Ricordo quanto mi innervosivo quando sentivo in tv che bisogna capire e star vicino. Mi chiedevo: ma non pensano che capire e star vicino possa trasferire gli stessi problemi anche agli altri membri della famgilia? Non pensano che un depresso è nella maggior parte dei casi una persona che ha vissuto con altre persone problematiche? Quello che avrei voluto sentirmi dire era: "liberati da questo giogo, non è colpa tua e non potrai salvare la situazione, non a costo di mettere a repentaglio il tuo sviluppo emotivo". Queste terribili esperienze vissute, che mi hanno segnata in modo irrimediabile, purtroppo, mi spingono a consigliarti di mantenere il giusto distacco, soprattutto se le persone con cui vivi rifiutano di farsi curare e quindi non ti danno nessuno spiraglio di miglioramento. Una volta sono stata illuminata da una persona che mi ha detto: "Va benissimo essere comprensivi e vicini, ma non puoi consentire che facciano a te quello che tu non faresti mai a loro".
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ciao icare...sono contenta che tu ti sia salvata,pero' credo che se una mamma depressa viene abbandonata dalla propria figlia muore perche' e' la cosa piu' brutta che potresti fargli...e poi conta anche che se tu scappi dal problema puoddarsi che tu abbia comunque nel dna la depressione perche' sono cose ereditarie e quindi avrai solo ucciso tua madre allontanandoti e laxciandola sola e magari si soffre lo stesso di depressione....io sarei gia' morta se mio marito e mia figlia non mi sostenevano...
e' dura lo so,ma io per loro lo farei....a volte capita che il cervello si annebbia e vedo tutto nero non mi fido neanche di chi mi sta vicino,ma loro sanno che passera' e che io li amo...e si fanno forza su questo....pensavo che era giusto cosi',invece no ho notato che non e' da tutti rimanerti accanto...sono proprio fortunata nelle mia disgrazia....mia figlia e mio marito sono la mia vita e la mia forza senza non avrebbe piu' un senso...auguro a tutti di trovare persone cosi'.... -
stellacupido, l'egoismo non è nel vivere la propria vita ma nel reclamare la vita di qualcun altro.
La madre troverà qualcun altro a cui appoggiarsi, lui/lei ha tutto il diritto di farsi la sua vita.
Non si mettono al mondo i figli per essere i nostri badanti.
Ma a prescindere da come la pensi frasi tipo "se una mamma depressa viene abbandonata dalla propria figlia muore perche' e' la cosa piu' brutta che potresti fargli" e "avrai solo ucciso tua madre allontanandoti e lasciandola sola" evitale perché qualcuno potrebbe anche risponderti male... poi non ti lamentare. -
stellacupido, l'egoismo non è nel vivere la propria vita ma nel reclamare la vita di qualcun altro.
Non avrei saputo spiegarmi meglio! E comunque, se questo può esserti di consolazione, io non mi sono affatto salvata. Sono stata accanto a questa persona (mio padre) con tutte le mie forze. Il problema è che una figlia che nasce in questa situazione non riesce a capire dov'è il limite dello stare accanto. Ero arrivata al punto di pensare di non aver diritto di vivere la mia vita, quasi che fossi nata solo per questo scopo. Mi sentivo un pezzo di ricambio di mio padre, la parte che gli mancava. E questo non è un modo sano di star vicino, Ti prego, quindi, di capire più a fondo quello che sto dicendo: non sto parlando di abbandono della persona in difficoltà, sto dicendo solo che ci sono anche degli obblighi verso se stessi e che nessuno ha il diritto, come dice sensei, di reclamare la vita di qualcun altro. Mio padre l'ha fatto, e il risultato è stato che sono cresciuta con una serie di problemi. Tu dirai che ho problemi nei geni? Io ti dico che ognuno di noi ha una natura che tende alla depressione e all'ansia, ma che sono le esperienze di vita a fare da detonatori e a scatenare problemi giganteschi. -
Sono assolutamente d'accordo con Icare, non si tratta di egoismo da parte dei figli, ma di salvaguardare anche la propria vita, la propria salute, la propria serenità interiore, sempre salvaguardando la salute dei nostri cari..Ci sono moltissimi modi per stare vicino ai nostri cari senza però rinunciare a vivere la nostra vita. Non è egoismo, ma un dovere e un obbligo verso noi stessi. E' necessario trovare un escamotage che soddisfi le esigenze di tutti, si puo' anzi si deve trovare, perchè la vita sia serena per tutti, non soltanto per uno.
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