Mille e una fantasie erotiche...

  • N°9.

    Ha sempre amato i suoi capelli corti.

    Prima, a dire la verità, amava le sue trecce.

    Ma ora si sente bella. I capelli corti, alla maschietta.

    Cammina lungo il corso nella nostra bella città di Pavia.

    E' maggio, gli alberi ondeggiano leggeri ad un vento che porta gli odori e i profumi della bassa.

    Ciò che ci colpisce, di lei, (ora, quì, seduti al tavolino di un bar) è il suo miniabito. Il sul microabito.

    Leggero, vaporoso, grande... ora che cammina, (passa davanti al locale), ci viene in mente l'immagine di una tenda di lino, in una villa greca, che il vento (il vento di una finestra lasciata aperta) fà volare e danzare...

    Ci alziamo, la seguiamo. Sembra che mille e mille fate danzino attorno a lei, il suo passo, la sua velocità (ai piedi espadrillas catalane), danno magia a questa mattina... e le macchine, gli aerei, il moto delle nuvole si fermano.

    Un uomo cammina, la segue. Lei fà un piccolo balzo e ci regala così il suo segreto. Niente mutandine. Il suo miniabito... Abbiamo scritto che indossa un miniabito. No. Il termine è scorretto. Più correttamente, lei indossa un microabito. La falda del suo vestitino le arriva appena alla linea dei glutei... lì, proprio dove inizia la gamba.

    E ciò che è meraviglioso sono questi giocosi balzi, questi saltelli. Lo scopo evidente è alzare il vestito, mostrare la sua nudità al pubblico muto e compiaciuto del corso, della strada. Ed ecco il momento unico. L'atto unico, il gesto indimenticabile.

    Fà una piroetta su sé stessa. E il vestito si alza vaporoso, lei danzatrice di un palcoscenico urbano, fino all'ombelico. Una piroetta e vediamo, chiarissimi il suo nudo, depilato, monte di Venere. La sua m o n a...

    Il gesto è violento, fortissimo, come un'ondata di un mare che ci travolge. Non possiamo far altro che fermarci.

    Il cuore batte violento... e ragioniamo. Cerchiamo un contatto con la nostra razionalità.

    Ecco: nel sesso c'è una regola importante.

    Mostrando non puoi fare altro che rivelare la tua purezza.

    Mein Herz, halt Dich an mir fest

  • N°10.

    La sua cameretta.

    Sul comodino un peluche.

    Il suo peluche di bambina.

    E' estate, mamma e papà dormono.

    Lei, nei suoi sedici anni, riposa... una minigonna di cotone Replay...

    Una canotta leggera, un reggiseno Yamay. Fuori, stridono i grilli. Non dovremo essere quì.

    E' vero. E' eccessiva, invadente, la nostra presenza. Dovremo essere fuori... per strada. Ci sono cose, nell'erotismo, che non è giusto sapere.

    Ma, se lo facessimo, saremo scorretti. L'erotismo, il sesso, infatti, non conosce la parola segreto. I segreti degli amanti, come scrive giustamente Georges Bataille, non sono altro che verità condivise.

    Mamma e papà dormono, di là. Il papà ha un sonno pesante... russa. Lei, la nostra protagonista, non riesce a prendere sonno, il suo cuore batte forte... (pum pumm... pum pumm). La stanza ne è inondata.

    Alza piano la mano e prende il suo peluche. (Un cane dolcissimo e grande). Divarica un po' le gambe e lo stringe. Lo porta sù (la minigonna risale...). Ci gioca. Si alza leggermente, getta il peluche d'un lato. Le è sembrato di sentire un rumore?

    SI tira sù la minigonna. Mette i pollici sotto le mutandine e le sfila. E poi, veloce, con il cuore a mille, le prende e le nasconde sotto il cuscino... si riabbassa di corsa la gonna... ha sentito qualcosa? Mamma, per caso, stà camminando lungo il corridoio?

    Il cuore, il suo martellare, è dolorosissimo. Piccoli istanti... nessun rumore. Un silenzio bellissimo. Solo Marco (Marco...) al primo piano ascolta musica classica (Shostakovich? Sì... lo ha cercato su Wikipedia...). Marco... il suo sorriso, la sua eleganza, la sua bellezza...

    Mette dunque il peluche a contatto con il suo sesso. Tra le gambe. Lo stringe. Il pelo, leggerissimo, le accarezza le grandi labbra... la sua vagina si schiude. SI apre... leggera. E piccole gocce bianche le umettano. le piccole labbra. Ciò che ci colpisce è una nostra consapevolezza.

    Non possiamo vederlo... ma sicuramente la clitoride (parola greca... la collina... dunque, femminile... ed è giusto che sia così. Lezione di grammatica amorosa: clitoride è un termine femminile. Abbandoniamo la stupida arroganza maschile di dire il clitoride. No... la clitoride. Le donne hanno il diritto di riconquistare questa parola, per loro preziosissima)... dicevamo: la clitoride deve essere cresciuta.

    Lei sfiora il peluche. Ecco i movimenti del bacino. Il suo ondeggiare... il peluche stretto dalla gambe sotto la sua minigonna e nella stanza la sua fantasia. Marco che la bacia al muretto davanti alle sue amiche.

    L'ondeggiare del peluche... le onde del piacere... il liquido lubrificante... perlaceo, brillante.

    Ed ecco un gemito... il suo gemito. Il gemito di una ragazza di sedici anni...

    Terrorizzata prende il peluche, scatta in piedi, apre il suo armadio.

    Lo getta dentro... e il suo pensiero è: "Mi avrà sentita?"...

    Dio... le viene da piangere. (Sì le viene da piangere...)

    Nel sesso, dunque, c'è un aspetto di cui non abbiamo tenuto conto.

    Spesso, si sono parole non dette.

    Mein Herz, halt Dich an mir fest

  • N°11.

    E' seduta sul divano.

    Ha alzato la maglia e il reggiseno.

    Con una piccola pompetta, stà aspirando il latte dal capezzolo del seno sinistro.

    Lui la guarda, appoggiato allo stipite della porta. Ha solo un asciugamano sui fianchi.

    Il tessuto di cotone preme sul suo pene. Sente il vapore della doccia bollente sulla pelle.

    Ancora per un attimo... pensa al piccolino, al paflughino, il piccino che dorme di là. Si morde, con dolcezza, il pollice e il medio...

    Lei è assorta, gira leggermente il capo, gli sorride. Lui si avvicina, scioglie l'asciugamano, il pene si erge turgido nella penombra della camera da letto.

    Il piccolino di là, nella culla, dorme dolcissimo...lui si abbassa, accosta le labbra. Lei interrompe (meravigliata?) il suggere del latte. Allontana la pompetta e lui, con lentezza, accosta le labbra al capezzolo, ora sposo dell'aria.

    Lo morde piano... e lei sente una cascata di elettricità lungo la schiena. Sorride. E' meravigliata. E il suo sposo, Lui, sugge... sente le gocce di latte sulla sua bocca. Lei guarda lungo la camera, cerca un appiglio, qualcosa che gli spieghi quella sensazione.

    Ma non c'è nulla. E' come una sensazione di vuoto, un librarsi nell'aria... il suo sposo, il suo compagno, il amante, il suo uomo, in ginocchio, davanti a lei, con un pene turgido e svettante, le stà suggendo il latte dal capezzolo. Sà di dover far qualcosa, sà, lei, di dover agire e allora gli appoggia con dolcezza la mano sulla testa.

    Si getta sul letto, lui la segue... sente pulsare il sesso sotto le mutandine di pizzo, sotto la gonna dei tailleur che indossa... la sente pulsare. (Pum pumm, pum pumm). La sua f∙∙a diventa un cuore. Stringe i suoi riccioli neri. Stringe la sua testa, vorrebbe fare qualcosa ma è smarrita, è un volo, è qualcosa di nuovo. E si accorge di una cosa.

    Ride e piange.

    Ride e piange quando lui le lappa i capezzoli... quando lui, uomo adulto, cerca il suo latte.

    Questo è amore. Ed è una lezione importante.

    Amare, lo sai, significa librarsi nel vuoto.

    Mein Herz, halt Dich an mir fest

  • wow Pavely.. è stupefacente come tu riesca a descrivere non solo gli ambienti ma anche le sensazioni... è come se tu, se noi vivessimo quello che scrivi solamente leggendolo... è da pochi suscitare queste emozioni!
    e poi tutti racconti diversi, veramente belli!

    "...perché la vita è in due maniere,la parola è un’ala del silenzio,il fuoco ha una metà di freddo." Neruda.

  • Caro Pavèly,


    Penso che tu abbia
    una grande cultura letteraria e molta fantasia, scrivi perc hè ti piace farlo e
    hai del talento. Ma spero di non offenderti se ti dico che tra tutte le tue
    storielle l'unica che ho sentito vera e mi ha dato un minimo di emozione è quella
    con lo scenario di Parigi. Sarà perché amo Parigi, di certo non sono io la
    misura della tua capacità di scrivere, sarà perché c'è dentro la vita e nelle altre non l'ho sentita, sarà perché
    ognuno si immedesima in ciò che gli è più simile. Non lo so.


    Non riesco a
    immedesimarmi nelle altre….non provo nulla. Cerchi sempre di intellettualizzare
    dando un senso finale ad ogni tua storia. E' necessario?


    So che starai
    pensando allora perché non la scrivo io una storiella prima di giudicare quelle
    degli altri?


    Anche a me piace
    scrivere, senza ambizioni letterarie, ma mai ho scritto una storiella erotica.
    Sarebbe una prima assoluta e ho paura del fallimento totale, quindi ….





    Ad ogni modo
    piaci quindi vai avanti, ma se posso
    permettermi un consiglio…. Mettici meno testa e più sensazioni TUE.

    :friends:

    "La nave dormiva. Il mare si stendeva lontano, immenso e caliginoso, come l'immagine della vita, con la superficie scintillante e le profondità senza luce." (Joseph Conrad)

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