Non so bene se sto inserendo questo post nella sezione giusta...
Stanotte ho sognato mia nonna che è mancata 5 anni fa... un sogno strano.
Questo stogno mi ha portata a riflettere su una cosa: "ma chi era mia nonna???"
Cioè... io l'ho sempre vista come la mia nonnina che mi voleva bene... come la mamma di 7 figli... come la moglie di mio nonno...
Però mia nonna era, prima di tutto una donna...
Ma che donna era?? Una donna che sin dall'infanzia è vissuta in povertà... ma è mai stata felice?
Era felice di essersi sposata con mio nonno, un uomo che, come tutti gli uomini meridionali di un tempo, era sempre fuori casa per giocare a carte al bar... che non era molto presente nella vita familiare.
Era felice di aver avuto 7 figli?
Era felice di essersi trasferita a Torino per esigenze economiche?
Mi sembra di non averla conosciuta affatto...
Vi è mai capitato di voler bene ad un vostro parente, ma di rendervi conto che non sapete bene chi sia?
Perchè spesso i rapporti restano "superficiali" e si ha paura di parlare delle proprie emozioni e di aprirsi... a volte ci si apre di più con dei perfetti estranei che non con i propri parenti...
Ho un'amarezza dentro di me, in questo momento.
Perchè io amo mia nonna... e, chissà perchè, anche se non sono credente, ho sempre la sensazione che lei sia con me.

mia nonna
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a volte parlando con mia nonna e ponendole domande sulla sua vita mi rendo conto di quanto siano diverse le nostre generazioni.
lei, come suppongo quelle della sua età, non avevano possibilità di scelta ma in quanto donne erano destinate ad accudire una prole numerosa e un marito autoritario. mia nonna, ora alla soglia degli 86 anni, mi racconta quando mio nonno la chiudeva in camera per poi uscire con gli amici. mi parla delle difficoltà ecomomiche, della mancanza di comfort, della guerra e di tutte le sue atroci conseguenze e di tutte quelle cose che chi ha un nonnino conosce bene.
mio nonno, suo marito, è morto 4 anni fa.
mi sento triste se mi soffermo a pensare all'esistenza di mia nonna...
la sua impossibilità di sentirsi amata, corteggiata, desiderata. nessuna gratificazione, sacrifici e devozione per la famiglia, per dei figli che ad oggi la ritengono un "problema", un oggetto da parcheggiare qui o la. con mia madre mia nonna ha partorito sette volte, 3 femmine e quattro maschi, di cui 5 ingrati (mia madre e sua sorella si sono sempre battute per non farla rinchiudere e sono fiera di questo). cosa ha reso felice mia nonna? forse l'abbaglio dell'amore ma ben presto la realtà ha preso preptentemente il posto alla speranza di un progetto felice... e questo è solo quello che riesco ad immaginare, forse i dolori e le difficoltà erano ben più gravosi di ogni dettagliata descrizione. conosco mia nonna, le sue paure, i suoi "acciacchi" ma non conosco esattamente la donna che è stata, i suoi sogni... ed a volte la trovo rassegnata anche nei pensieri per tener fede ad una morale d'acciaio che non lascia posto alla trasgressione ed alla sana voglia di migliorare: non concepisce il divorzio, (non ha concepito neanche quello di mia madre ma la sua assoluta discrezione non ha lasciato spazio a critiche)il cambiare spesso partner, è figlia di un retaggio culturale duro a morire...
sono convinta che non è stata felice ma forse più equilibrata di me, nei pensieri e nelle azioni.
hai ragione denny, non ci si sofferma troppo ad esplorare i pensieri e le sofferenze altrui,e l'immagine che proponiamo è spesso divergente con i nostri reali pensieri.
crediamo di sapere, di conoscere, di comprendere ma in realtà non siamo sufficientemente umili per aprirci ad altre prospettive. -
è verissimo deny, hai dato voce a un pensiero che tempo fà avevo fatto e poi non sò perchè dimenticato. non era rivolto a mia nonna (mi ci hai fatto pensare tu ora), ma a mia zia, che oggi non neanche 60 anni ed è sempre stata la mia zietta preferita anche perchè è molto moderna nei pensieri.
è terribile svegliarsi e rendersi conto di quanto riusciamo ad essere superficiali nei confronti di persone così care.......non sò rispondere però alle tue domande, credo che un tempo non ci ponevano troppe domande e non si rifletteva o meglio non si dava peso alle domande esistenziali, come dei robottini bloccavano i pensieri quando questi si facevano "tentatori".
grazie deny x questo post. -
Forse quello che dici Lully è vero... come per mia nonna e come per la nonna di Mara, le donne di quella generazione, anche se non erano felici, forse non se ne rendevano neanche conto.
Non si fermavano a pensare a problemi esistenziali... vivevano e basta... ogni cosa che la vita gli dava andava bene.
Nascevano per essere mogli (spesso trascurate o addirittura maltrattate), per far figli (spesso molti figli!!!) e per far le donne di casa.
Non si ponevano domande... era così e basta.
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