Messaggi di Morning

    Non sapevo che il piano di studi lo stabilissero loro.
    Per il resto, può dipendere dalla tremenda disorganizzazione delle università Italiane?

    Perché io sento spesso di ragazzi che si lamentano delle stesse cose di cui si lamenta LuceOscura..degli orari, della vita convenzionale..e tutto il resto
    Però poi accettano lavori in posti come la Svizzera, che è conosciutissima per essere la regina della puntualità, e cambiano completamente idea.

    Alcune cose dipendono da una cattiva organizzazione che molte volte fa perdere tempo (e pazienza!).
    Altre dipendono dall'impostazione del corso di laurea. Le ore di lezione sono tante, i programmi di esame sono enormi.
    Gli esami stessi non sono una passeggiata. Il tirocinio è lungo e non retribuito, la tesi idem.

    Anche io sento ragazzi che si lamentano degli orari assurdi... quando in realtà hanno solo due ore di lezione al giorno, ma non consecutive.
    Gli italiani sono lamentoni a prescindere, anche quando non ne avrebbero motivo.

    MeMedesima non è esattamente così, o almeno non è così in certi corsi di laurea.
    L'autore del post fa CTF che è quello che ho fatto anche io ed è un ambiente tutt'altro che tranquillo.
    Il piano di studi non lo facciamo noi, gli orari sono effettivamente impossibili e certi esami sono disumani. Senza contare l'obbligo di frequenza, le propedeuticità, i laboratori, i progetti, il tirocinio, le assurdità burocratiche. Star dietro a tutto è piuttosto difficile. E' uno dei CdL più difficili, più di medicina.
    Se non c'è la motivazione ti ammazza letteralmente.
    Per cui lo sfogo dell'autore è più che comprensibile.

    LuceOscura,
    forse sei solo giù di morale. E' capitato anche a me... praticamente quasi ogni giorno. Non sai quante lacrime ho versato...
    Lasciarsi indietro alcuni esami del primo anno e finire fuori corso è normale. Succede praticamente a tutti.
    E non credere agli sboroni che ti dicono di aver preparato gli esami in una settimana: in questo corso di laurea molti tendono ad avere uno spirito di competizione malsano.

    Non so come sei messo con gli esami e non so se la chimica ti fa effettivamente schifo oppure sei solo demoralizzato.
    Quello che ti consiglio è di pensare a ciò che sei riuscito a fare fino ad ora con tanta fatica, devi esserne orgoglioso perché non tutti ci riescono.
    Pensa a te stesso e non agli altri.

    Se vuoi un po' di supporto morale da chi ci è passato, scrivimi pure.

    Ma in questo post fortunatamente non si parla né di DAP né di DOC, la ragazza non li ha mai nominati né ha scritto qualcosa che potesse lasciar intendere queste problematiche. Ha solo manifestato una certa ansia contestualizzata e più che mai fisiologica e giustificata. Tutti, chi più chi meno, sono ansiosi prima di un esame o per un colloquio di lavoro. Tutti abbiamo avuto il cuore a mille, voce tremante, bocca secca ecc... è il sistema nervoso che funziona così in condizioni di stress.

    Non sono contro l'utilizzo di farmaci (è il mio mondo ed è quello che ho studiato anni ed anni) ma sono a favore del loro uso solo quando ce ne sia realmente bisogno. Io stessa nell'ultimo periodo dell'università ne ho assunti per trattare l'insonnia.
    Ma qui il problema sembra di tipo psicologico piuttosto che uno squilibrio di neuromodulatori. A me sembra che Ipazia abbia un modo di interpretare quello che sta vivendo (università) in maniera estremamente rigida, che si aspettasse di eccellere negli esami perché probabilmente era quello che le accadeva a scuola. Ma l'università funziona in modo diverso ed una media del 25 non rappresenta certo un fallimento, soprattutto al primo anno quando c'è tutto il tempo di recuperare.

    Ipazia, ci sarà sempre chi prenderà un voto più alto. Tu devi solo studiare al meglio delle tue possibilità, senza paragonarti agli altri e senza metterti dei paletti ("se prendo

    Ma uno psicologo, che non sa niente di niente di chimica, cosa vuoi che ne sappia dei farmaci?
    Non possiamo dirti se la tua attuale terapia sia troppo forte. Il tuo psichiatra ha raccolto l'anamnesi ed in base a questo formulato una diagnosi. Se vuoi essere più tranquillo cerca il parere di un secondo medico.

    La terapia che ti ha prescritto è costituita da un ansiolitico, neurolettici (o antipsicotici) ed un farmaco per controllare taluni effetti collaterali di questi ultimi.

    Mi sento di concordare con Dhalsim. Quello che descrive Ipazia sembra una normale ansia pre-esame, tanto che indica una causa ben specifica. Non leggo né di attacchi di panico né di condotte di evitamento né di un disturbo d'ansia grave tale da giustificare un trattamento farmacologico. Piuttosto che cercare di mettere una toppa bisognerebbe forse rivedere un po' di cose.
    Forse il metodo di studio è sbagliato e per questo motivo il senso di insicurezza relativo alla propria preparazione prende il sopravvento durante l'esame.
    Forse se gli esami fanno tutti schifo e ci si sente scoraggiati nello studiare il percorso di studi è sbagliato.
    Forse è sbagliata l'idea che se non si è al top si è automaticamente dei perdenti o dei falliti.

    Io rifletterei su questo prima di buttarmi su farmaci antidepressivi, che hanno indicazione specifica per vere e proprie patologie.

    Prendere degli ansiolitici per studiare e affrontare gli esami non mi sembra una cosa furba. Piuttosto prova ad informarti se il tuo ateneo mette a disposizione uno psicologo per consulenze su questo tipo di problematiche che tra l'altro sono molto comuni. Un conto sono gli attacchi di panico o la mancanza di sonno ed un altro è l'ansia che devi imparare piano piano a gestire da sola. Se ti aggrappi agli ansiolitici rischi di peggiorare le cose, finendo col non essere più in grado di affrontare le cose più banali senza il tuo farmaco/salvagente. E poi considera che accanto all'effetto ansiolitico ci sono stanchezza, stordimento, ridotta vigilanza e diminuita capacità di reazione. Tutti effetti non esattamente utili quando si deve studiare.
    Il tuo più che un disturbo d'ansia grave mi sembra un modo negativo di affrontare l'università. Bisognerebbe indagare sui motivi.

    Addirittura telefonare a casa??
    Da me i professori neanche rispondono alle email.
    Anche a me hanno annullato un corso a scelta, o meglio, mi hanno comunicato che non poteva essere indicato come tale e conteggiato nel calcolo dei CFU. Me lo hanno messo come "extra".
    Purtroppo c'è poco da fare se non stare dietro alle loro menate: una mattina si svegliano e decidono di cambiare una procedura (ovviamente sempre e solo a livello verbale) e tu rimani fregato.

    Internet è un'ottima risorsa quando sei più avanti con gli studi e devi approfondire argomenti specifici che sui libri non ci sono.
    Le materie che si fanno a scuola hanno programmi didattici di base ed è difficile che vi siano errori o cose inesatte. Tutt'al più possono esserci semplificazioni di argomenti più complessi. Se la matematica o la chimica non la si capiscono a primo impatto, è molto più utile sbatterci la testa mille volte da soli piuttosto che trovare la spiegazione già pronta.
    Magari ci si mette un pomeriggio intero per capire un passaggio ma poi non lo si sbaglierà/dimenticherà più perché si è stati ore ad arrovellarcisi il cervello.
    Anche perché su internet c'è pure il rischio non tanto remoto di trovare cose inesatte.

    In realtà l'uso di internet come mezzo principale di apprendimento non ha poi tutti questi vantaggi. Il fatto di avere tutto disponibile e già pronto all'uso ammazza la capacità di sviluppare senso critico, l'attitudire al ragionamento ed a risolvere i problemi in maniera autonoma. Una volta le ricerche si facevano con le enciclopedie ed in biblioteca: dovevi cercare gli argomenti sui libri, leggere tanto, selezionare ciò che ti interessava e tralasciare il resto, mettere insieme il tutto in un tuo elaborato. Ci si perdevano le giornate ma si imparava di più.