Messaggi di Shantaram

    Shantaram è un modo per auto-annullarsi ma è pura illusione perchè sappiamo bene che dopo i tagli ci troviamo davanti la REALtà ed è proprio li che crollo inesorabilmente e vorrei che il rito continuasse per far sparire me stesso

    Forse io non ho bene in chiaro il perchè mi taglio, ma sentendo voi non vedo queste grandi differenze. Nel mio taglio-orgasmo non c'è nessuna gioia. Nessuna soddisfazione vitale. C'è il lasciar uscire, il senso di svuotamento, di fine. Ma grazie per le vostre testimonianze che mi aiutano a capirmi meglio.

    le persone con questo "buco" dentro dovrebbero avere persone comprensive e capaci di contenere il dolore che ci attanaglia vicino.

    chi ha un buco dentro, e sceglie di tagliarsi, spesso ha voci interiori

    ha comunque un codice morale molto fermo perchè sceglie di farsi del male piuttosto che fare del male.

    ha un senso di colpa e di orrore pieno, che gli scorre nelle vene, e probabilmente nessuno lo ha mai abbracciato veramente, e nel momento giusto.

    senso di vergogna immensa quando non riesco ancora oggi a rispondere allo stress in modo diverso e più adeguato, e mi taglio. è una cosa che trovo umiliante. è una cosa terribile

    Non è molto diverso. Anche per me. Tempo fa prima che cominciassi a tagliarmi usavo altre modalità. Che non avevano nulla a che vedere con il sangue, vita, istinto materno, salassi...Era un modo più grezzo e violento di punirmi, provare dolore, annullarmi attraverso lo sconquassamento fisico.
    Da bambina mi picchiavo la testa contro il muro e questo è continuato fino all'adolescenza. Poi sono passata alla violenza vera e propria nei confronti di persone più grosse di me, con provocazioni atte a far si che ricevessi indietro un sacco di botte. Fino a che non incontrai mio marito che al primo pugno dato ...mi ha abbracciata.
    Da lì un percorso nuovo. Fare male a qualcuno è diventato un divieto fortissimo, tranne che per quanto riguarda me. Ora senza troppo casino, senza urla, senza blu sugli occhi o la testa dolorante per settimane. Solo un po' di sangue lavato via con l'acqua e qualche crosta nascosta ...

    Si avete ragione. Di vitale in tutto ciò c'è proprio poco. :dash:

    Nel tagliarsi credo ci siano tante cose, sicuramente lulur anche quella di sparire. I pensieri si mischiano. Desideri la pace e a volte la vedi solo nella morte. La morte è l'assenza delle emozioni, delle sensazioni, il più delle volte dolorose ed è da queste che cerchiamo la pace, l'orgasmo.
    E' un pensiero naturale credo, perchè nessuno ha davvero voglia di star male. Poi però succede che ci troviamo a desiderare il dolore quasi fosse l'unico modo di sentirci vivi. Perchè? Credo che alcuni di noi abbiano sperimentato nella vita l'amore attraverso la violenza, il dolore, la sofferenza e dentro lì vi abbiano trovato comunque un contatto, un essere accettati e amati, anche se in maniera distorta e quindi diventa un modo di comunicare e interagire nelle relazioni e con sè stessi perchè è quello conosciuto, quello impresso fin da bambini. Qui parlo ovviamente della mia esperienza e delle risposte che mi sto dando. Per questo Pavèly il pensarmi bambina felice è proprio impossibile. Non lo sono stata.
    Ora potrei essere una donna felice ma ancora non mi riesce.
    E' più facile stare male che provare piacere, gioia, ecc.
    Devo ancora impararlo.
    Di certo i miei figli me lo stanno insegnando...solo che sono io che dovrei insegnar loro cosa significhi amare ed essere amati senza ferite.
    Oggi è una giornata importante è vero. Vado a giocare.

    Ciao a tutti,

    mi sento molto vicina a chi si taglia, comprendo...anche se non so se sia per tutti uguale.
    Pavèly, la tua domanda mi ha dato lo stimolo di rispondere dando un piccolo contributo.
    Da tre mesi non mi tagliavo più.
    Ieri una discussione è stata motivo di grande sofferenza per me.
    Ho ricominciato. Mi sono chiusa in bagno, in silenzio, sola, una lametta in mano, l'ho rigirata più volte, so che mi ero detta che non l'avrei più fatto. Non ho avuto alternative. Il taglio, il dolore sono momenti di tensione, spasmi, c'è il bisogno impellente di arrivare da qualche parte...poi il sangue comincia a colare e sul mio volto un sorriso, un sospiro, finalmente mi accascio e riprendo la vita.
    Vado a letto stravolta, ho bisogno di un orgasmo. Sì le due cose vanno insieme in qualche modo, non è normale lo so tutto questo mischiare, mischiarsi, di emozioni e sensazioni che danno allo stesso tempo un idea di gioia e una tristezza infinita.
    Mi masturbo.
    Mi sveglio al mattino e sono infelice come non mai. E' il compleanno di mio figlio. Sorrido e lo bacio. Gli canto la canzoncina. Lo amo profondamente. Fa 6 anni. Lui mi guarda e mi abbraccia. Morirei in quell'abbraccio. Può riempire ogni mia cellula. Ma so di non poter gravare su di lui la mia infelicità il mio dolore. Lui ha la sua strada, il suo mondo interiore, puro che non deve essere macchiato dal mio.
    Quindi come fare per riuscire a trovare quella pace e quell'equilibrio che possano bastare per dargli tutto il bene che merita?
    Lo porto a scuola, lo abbraccio, sorrido. Sorrido perchè non voglio che veda il mio pianto.
    Torno a casa...
    Vado in bagno e di nuovo mi taglio.
    Fra un'ora torna e devo impacchettare il suo regalo, devo farlo sentire importante, voglio che non senta il mio male.
    Ma non sto ancora bene. L'ansia è forte. Riapro il forum. Luogo salvifico in molte occasioni e trovo voi. Non sono sola, non sono davvero così sola come sento. O siamo tutti soli in fondo con il bisogno di aprire varchi per far uscire il vuoto provare a riempirsi di qualsiasi cosa?

    Non so chi tu sia, cosa tu abbia vissuto. Quali i tuoi dolori, le tue paure, le tue mancanze. Ma so che nel gesto che compi c'è dentro tutto. Capita spesso di sentirsi soli in questo. Lo psichiatra sembra capire. Ma lui non si taglia. Non sa cosa si provi davvero. In fondo non lo sa nessuno. Solo chi l'ha provato capisce. Ma così è in tutto . Saremmo davvero saggi se comprendessimo e imparassimo dall'esperienza degli altri. Purtroppo non basta. Per comprendere, per imparare, bisongna avere l'esperienza.
    Ma non importa se lui capisce cosa provi , non è questo il suo ruolo. Lui è un tramite, colui che ti aiuterà ad attraversare il ponte, a trovare gli strumenti dentro di te. Non aspettarti nulla. Sii tu colui che agisce per il proprio bene. E' l'unico modo per arrivare dall'altra parte. Buona fortuna.
    Shantaram

    Ciao lurlur.
    Io sono Shantaram. Un anno fa venivo qui ogni giorno. E ogni volta che vi entravo era per superare un momento difficile. L'anno scorso cercavo dovunque qualcuno con cui riuscire a "confessare" ciô che facevo per stare un po' meglio. Ma non trovai nessuno.
    Oggi rientro e la prima discussione che salta all'occhio è la tua.....

    Non che sia contenta che tu stia male ma...una parte di me sente di non essere sola.
    Quando sto male mi taglio il braccio. Ho cominciato a farlo l'anno scorso in momenti di rabbia molto forte, istintivamente, come unico mezzo per allentare la tensione e risolvere un conflitto.
    Ora, in cura da lì con antidepressivi, mi è risuccesso una settimana fa. Di nuovo mi sono tagliata ed ho un braccio che continuo a nascondere.
    Stavolta è stato diverso. l'ho fatto consapevolmente. Sapevo cosa volevo fare. Mi sono presa il tempo. Ho preparato gli attrezzi e con tutta calma mi sono ferita volontariamente. Il sangue che colava era liberatorio. E' vero poi, a crisi passata, sembra tutto così stupido, inutile, umiliante. Ma lì, in quel momento, è l'unica cosa che puoi fare.

    Non è una pratica quotidiana la mia, ma è qualcosa a cui penso spesso. Quando arrivo a farlo è perchè ho esaurito le mie risorse emotive...
    Non so se sia giusto, sbagliato, non lo so. E' un modo per risolvere temporaneamentee uno stato emotivo ingestibile.
    E fino a che non facciamo male ad altri, beh, dov'è il problema?

    Ad ogni modo io non ti conosco, non so perchè lo fai, ma dalle poche righe che ho letto di te, sento la tua inquietudine. E solitudine...Capisco cosa provi...Prima o poi finirà!

    Shantaram

    Non ho consigli da darti, mi dispiace tanto ma davvero tanto. Vorrei dirti che non ti accadrà più, che non è nulla, ma non riesco. Anche a me hanno detto che soffro di un disturbo della personalità di tipo borderline. All'inizio ho cercato di capire cosa significasse realmente. Ora serve solo per elencare alcuni tratti comuni ad altri o per far comprendere più velocemente alcune caratteristiche agli addetti ai lavoro. Quello che conta è come stai dentro. E quando tutto si spegne è perchè si è rotta la lampadina. Possono tanto dire che non è nulla gli altri...ma non è così. Chi lo dice lo fa per difendersi e nascondersi. Fa bene a loro ma non a te.
    L'unica cosa che mi sento di dirti è di non mollare mai. Non funziona una terapia? Molla quella e cominciane un'altra. Ci sono terapie sbagliate e terapie giuste. Se tu sai di aver bisogno di aiuto e vuoi essere aiutata, non fermarti, fallo. E' la tua vita, è quella, con il sacco pieno delle tue cose che devi portare o buttare, quello lo scegli tu.
    Da parte mia, ti auguro buona fortuna per il tuo viaggio e che tu possa trovare sempre, SEMPRE, la forza di non mollare mai. Dove arriverai non ha importanza, compi il viaggio. Altrimenti sei spacciata.
    La paura ce l'hanno solo i coraggiosi, quelli che nonostante siano terrorizzati, continuano a guardare in faccia il loro mostro. :)

    Rifletto sulla fantasia n.16 (ancora non l'ho proprio mollato questo thred... :P ) e poni una domanda davvero interessante che mi sono già posta anch'io. Credo che il problema diventa tale fintanto che si separa da sè stessi quella sfera sessuale che invece va integrata. Se noi la vivessimo come un diritto della persona, il diritto alla sessualità che dà benessere come un diritto costituzionale, non ci porremmo problemi nel comunicare le nostre fantasie i desideri e paure, soprattutto in un ambito di psicoterapia dove è importantissimo esternare questa parte.

    Solo che non è così. Alcuni addirittura rinunciano alla sessualità perchè ritengono sia qualcosa di cui non hanno bisogno. O sono anime elevate e pure o la rinuncia si trasforma in una zavorra che impedisce alla persona di sentirsi completa nella sua totalità. Non lo so, a me piace pensare che il sesso sia un bene primario che ci serve per vivere serenamente la vita. E' una finestra che ci mostra chi siamo. E' un modo di volerci bene. E' il moto dell'amore.
    Mi rattrista pensare che può diventare anche doloroso e distruttivo, ma questa è la legge del piacere che senza il dolore non può manifestarsi.

    Fine della riflessione.

    La differenza tra erotismo e pornografia è chiara: nell'erotismo c'è un elemento culturale e filosofico che manca nella pornografia.

    Caro Pavèly grazie per avermi spiegato la differenza tra pornografia ed erotismo, anche se credo che già l'avevo intuita. Di certo nel leggere le tue fantasie erotiche non c'era ricerca di eccitamento anche se non temo questa sensazione che sa viaggiare per strade sconosciute e non si fa comandare dall'intelletto.
    Inoltre ho parlato di emozioni non di eccitamento nel mio intervento precedente.
    Questo solo per chiarire...

    Ma questo post vuole essere di dimensione e r o t i c a. Lo scopo, dunque, di per sé sadiano, non ha nulla a che fare con l'eccitazione o altro. Usa il sesso per riflettere.

    Se il tuo scopo è riflettere usando il sesso, beh allora non interverrò più in questa discussione per non rischiare di lasciarmi coinvolgere, questo perchè oltre alla riflessione a cui tu vuoi connotarlo, l'erotismo dà emozioni e anche eccitamento.

    E, la sua finalità, è riflettere.

    Quindi, onestà: chi non vuol riflettere sul sesso, non cerchi in queste mille e più fantasie stimoli o altro.

    Non voglio riflettre sul sesso, voglio imparare a viverlo quindi mi congedo da questo thred così:

    "A volte leggiamo delle cose che ci fanno capire di colpo di non aver vissuto niente, provato niente, sperimentato niente fino a quel momento. Ora io mi rendo conto che la maggior parte di quel che mi è successo era un'esperienza clinica, anatomica. C'erano i sessi che si toccavano, si univano ma senza nessuna scintilla, senza abbandono, senza emozioni. Come posso farcela? Come faccio a incominciare a sentire, a sentire? Voglio innamorarmi in modo che la sola vista di un uomo, anche a un isolato di distanza mi faccia tremare, penetrandomi tutta, mi indebolisca, mi faccia sussultare addolcendomi e sciogliendomi qualcosa tra le gambe. E' così che voglio innamorarmi, così totalmente che il solo pensiero di lui mi porti all'orgasmo."

    Il delta di Venere (Anïs Nin)