Questo è un derivato della cultura machista di cui siamo permeati; se una donna chiede part time si dà per scontato che lo faccia per tenere i figli ed è "normale", se lo fa un uomo è strano, quanto meno.
Ad ogni modo, io da donna non l'ho mai chiesto, ma sono sincera, nel mio caso cambierebbe molto poco: alla fine per il tipo di responsabilità che ho io non ho orari, non esistono ferie e malattia, perchè è mia responsabilità e interesse che le cose filino per il verso giusto.
Ma detto questo, ricordo precisamente la prima volta che ho avuto la sensazione di essere in gabbia: il primo giorno di lavoro, trovandomi a fare il corso per neoassunti, guardai fuori dalla finestra, vidi un netta-pini potare delle piante, e riflettei che io stavo rinunciando all'aria aperta, a stare nella natura (cose che mi piacciono molto), a prendere il caffè in terrazza, a gestire il mio tempo, alla mia libertà. E si, mi sono sentita in gabbia.
Poi per qualche anno ho vissuto male la vita d'ufficio, ho anche cambiato lavoro ma la sensazione continuava.
E' migliorata un po' a un certo punto perchè ci ho preso le misure, ho capito che potevo fare degli incastri e ottimizzare le mie giornate, non pretendendo di rimandare alla sera tutto quello che volevo fare, ma trovando il modo di farlo durante la giornata lavorativa, nella pausa pranzo ad esempio.
Poi con lo smart altro miglioramento sostanziale: non dover prendere la macchina tutti i giorni, conciliare ancora meglio vita lavorativa e privata ha migliorato notevolmente.
Nonostante questo, la gabbia la vedo ancora.
Da giovanissima ritenevo che fosse fondamentale avere un lavoro, essere produttivi, autonomi, non dipendere da nessuno.
Adesso la penso molto diversamente, adesso l'unico vero valore è il tempo: avere tempo per se stessi, per gli affetti, per gli hobby, è il vero lusso. E se non mi servisse uno stipendio di certo farei altro mestiere e lo farei a prescindere dalle entrate, per il solo piacere di realizzarmi, e di sicuro non lo farei per 10 ore al giorno.