Messaggi di Impermanente

    Anni fa ho aiutato un amico a fare la dieta e a calare di peso. Cominciammo in maggio e finimmo ad ottobre, ottenemmo da 120kg di arrivare a 98kg. Poi oggi purtroppo li ha ripresi tutti, da quando non ci frequentiamo più per dissapori ed incomprensioni.


    Era uno molto difficile e pigro, non accettava di pesarsi le cose o di calcolare le calorie, trovava milioni di scuse, dallo stress familiare o lavorativo per non svolgere alcuna attività fisica. Però accettò la sfida.


    Mi misi lì e gli feci un file excel per fargli calcolare velocemente le calorie dei macronutrienti carboidrati grassi e proteine. E tutte le sere doveva mandarmi il resoconto della colazione pranzo e cena. 4 volte a settimana andavamo a camminare per un'ora insieme, e lui si impegnò a fare sempre le scale di casa a piedi o le varie commissioni senza l'ausilio dell'auto. Stimammo un fabbisogno calorico basale e un deficit che doveva raggiungere con l'attività fisica minima (camminare). La dieta era normocalorica, fatta sulle 2200 calorie quotidiane ripartite in 60% di carboidrati, 20% grassi polinsaturi e 20% di proteine.


    Dopo poche settimane cambiò subito atteggiamento e divenne da solo volitivo e attento agli sgarri, a volte anche in maniera talebana dal farsi pregare per mangiare un gelato che si era abbondantemente meritato. Gli dissi di non star sempre lì a pesarsi perchè più avanti sarebbe andato e più il calo di peso settimanale si sarebbe poi stabilizzato. Si pesava 3 volte al giorno.


    Una grande iniezione di fiducia gliela diedero le altre persone quando lo incontravano e gli facevano i complimenti per la forma fisica raggiunta, e lui mi mandava foto del pantalone enorme che aveva prima e che non gli serviva più. Con mio profondo imbarazzo, mi fece passare con tutti per il suo dietologo motivatore di fiducia. Poi però come detto, ha mollato e li ha ripresi dopo qualche anno quasi tutti.


    Anche io ho fatto e sto facendo diete. 10 anni fa ho smesso di fumare e ho preso 10kg, da 72 arrivai a pesarne 85. Quest'anno anche ho smesso di prendere il caffè e son finito da 73 a pesarne 83... purtroppo ogni volta che annullo una dipendenza prendo peso, perché pur avendo una vita molto movimentata, compenso con il saccheggiare pacchi interi di biscotti da 700gr.


    Adesso poi rispetto a 10 anni fa è per me molto difficile anche andare a correre per perdere peso, a causa dell'età (43) e dei vari acciacchi alla schiena e alle gambe... anche se i miei buoni 7km lenti comunque riesco sempre a farli.

    ipposam ciao, grazie, sì conosco bene l'argomento madre narcisista, capro espiatorio e bambino d'oro.


    Nella mia famiglia questi due ruoli sono stati alternati. Quando eravamo piccoli io ero visto come un incapace totale a cui dover star sempre dietro, mentre mia sorella era il genio che anche a 5 anni sapeva cavarsela da sola quindi non aveva bisogno di alcun supporto e aiuto. A me levava l'aria e a lei la lasciava nella più totale indifferenza facendola soffrire tantissimo, al punto che mia sorella rifiutava qualsiasi gesto di affetto da parte di mia madre. Io invece ero visto da tutti come affettuoso mammone e fessacchiotto molto incapace. A me era concesso tutto mentre mia sorella doveva guadagnarsi ogni cosa... e questo ha creato una sorta di respingimento affettivo suo nei miei riguardi, e di uno star male mio perchè non trovavo l'affetto che cercavo da lei.


    Poi d'improvviso le cose sono cambiate dal giorno alla notte: mia madre mi ha totalmente abbandonato, scartato, e ha incominciato a trattarmi malissimo, pur continuando a ritenermi un incapace e farlo credere a tutti, perfino convincendo me stesso, mentre ha cominciato a star dietro affettivamente a mia sorella cercando di recuperare con lei e continuando a considerarla un genio. Quando è morto mio padre questi ruoli si sono ancora più esasperati... Per farla breve io ho finito per sentirmi depresso ed incompreso, spesso inascoltato anche quando dicevo cose giuste ed avevo ragione, mia sorella ha cominciato a sentire la responsabilità affettiva di portar avanti la famiglia e di prendere il ruolo che aveva mio padre, e mia madre voleva essere compresa da tutti salvo poi accentrare tutto su sé stessa e non lasciare spazi nè di manovra nè di ragionamento pratico a nessuno, in pratica comandava lei e per tenerci ancora più sotto controllo ci impediva tutto e ha abusato anche nel tenerci spesso in svantaggio economico ed altro per limitare la nostra autonomia, senza contare che era un costante moltiplicatore di ansie e paure che partivano dalla sua testa per amplificarsi e radicarsi in noi.


    Tutto questo per dire che oggi sì, credo siano giuste queste teorie del genitore narcisista, del bambino d'oro e del capro espiatorio, ma almeno nel mio caso familiare non le trovo così aderenti con la realtà. Credo che ci sia poca consapevolezza dei ruoli ed è anche difficile sentirsi al 100% nella categoria ad esempio nel mio caso di capro espiatorio... proprio perchè poi nelle dinamiche familiari diventiamo tutti al contempo attori attivi e spettatori passivi, vittime e carnefici. All'indifferenza si può reagire con altrettanta indifferenza come ho fatto io, ed anche se ero un capro espiatorio ho cominciato a reagire con meccanismi simili a quelli del mio genitore narcisista. Il punto a mio favore è che io ho potuto rendermene conto e farmi due domande autocritiche, perchè ho vissuto in un'epoca ricca di risorse ed informazioni utili a risolvermi, mia madre sicuramente da giovane non ha avuto queste possibilità ed oggi è quello che è per questo motivo.


    Non è una giustificazione ai suoi modi di fare, assolutamente no, però mi aiuta a comprendere i suoi limiti. Non ho la fortuna che hai tu di avere dei figli con cui colmare il mio bisogno di affetto e affettività, ma come dicevo prima ho ancora mia sorella e questo fa sì che almeno con lei continui a provarci a recuperare tutto ciò che ci è stato negato e a costruire la nostra famiglia.

    All'epoca dei fatti, davanti a un folto pubblico ma con luce spenta per proiettare le slides, non mi ricordo nulla se non di me che parlavo e parlavo cercando di stare nei miseri 12 minuti concessi, e per i quali avevo cronometrato per una settimana intera a casa il mio discorso dalle 10 alle 15 volte al giorno.


    Il consiglio che chiedi... beh, per me è stato semplice perché alla discussione della tesi di laurea parlavo a me stesso come facevo a casa. In pratica, mi parlavo addosso, tanto sapevo che nella commissione nessuno ci avrebbe capito nulla e, né tantomeno, mi avrebbero prestato attenzione dopo altre 12 discussioni, e dopo di me ce n'erano altre 7/8. Idem gli spettatori familiari degli altri a cui importa solo del proprio laureando.


    Anche io non volevo nessuno, né i miei; alla fine ho ceduto, e ho pure pianto di liberazione.


    Beh, mi avevano fatto anche il filmino, l'ho visto poi, e ogni tanto lo rivedo e mi commuovo sempre quando sento i commenti che fanno in sottofondo "Bravo! Sììì... giusto...". Poi le mie slide avevano anche delle immagini e delle transizioni simpatiche, quindi spesso i miei, che sapevano oramai la mia tesi a memoria, ridevano già perché sapevano cosa sarebbe spuntato fuori all'improvviso.


    Poi, inaspettatamente, alla proclamazione è andata bene come nessuno di noi poteva mai aspettarsi che andasse e lì, quando lo rivedo ogni tanto, mi sgretolo in mille pezzettini rivedendomi dall'esterno commosso.


    Non c'è da stare in ansia, è solo un bel momento che non ti godrai mentre sei lì, ma se qualcuno lo riprenderà sarà bello vedersi poi dall'esterno in tutta la propria emotività.


    In bocca al lupo!

    Ciao, mi ha colpito molto questo argomento, e per ora sono arrivato a leggere fino a questo tuo commento.


    Mi ritrovo molto in ciò che scrivi, anche io ho una madre anziana "controllante/dominante/svalutante" e una sorella più o meno come la tua. Come te, non ho più mio padre da anni, che era il perno dell'equilibrio familiare. Dal suo decesso si sono esacerbate incomprensioni, drammi e tragedie familiari anche abbastanza tesi, tanto da richiedere l'aiuto di un terapeuta familiare.


    Ad oggi, come te, ho acquisito tanta consapevolezza, ma quotidianamente non ho ancora capito dove cominci il loro comportamento consapevole e dove quello inconsapevole. Non capisco quanto alcuni comportamenti siano voluti e quanti involontari.


    La distinzione fra noi è netta e potrei farti tanti esempi lunghi simili ai tuoi e alla crema solare o al comprarle casa.


    Attualmente mia sorella vive in affitto in un bilocale e io, purtroppo, ancora con mia madre. Sono 15 anni che mia madre "deve comprarle casa" ma di fatto non l'ha mai aiutata economicamente né in altri modi ad emanciparsi. Mia sorella non guida nemmeno ed è bloccata dall'ansia su tante altre cose. Per anni, però, si è occupata lei di mia madre perché io mi sono isolato e non ho più parlato né interagito con entrambe per oltre 10 anni e precedentemente in maniera un po' intermittente.


    Di fatto, io così mi sono un po' emancipato dai sensi di colpa e non mi aspetto più nulla da loro che ricomprenda ragionamenti condivisi per il bene familiare e comprensione. Come te, so che so organizzarmi e che devo vedermela da solo senza contare su di loro.


    Ho pagato un duro prezzo di isolamento, odio cieco e rabbia per anni nei loro riguardi. Spesso le incolpavo di essere la causa della mia mancata emancipazione come persona e dei miei problemi. Mi prendevo a schiaffi ogni volta che mi fidavo di loro e poi venivo puntualmente tradito e pugnalato alle spalle.


    Da settembre, però, sono cambiate in me un po' di cose. Ho voluto cominciare a ragionare in modo diverso. Ho visto delle vecchie foto di famiglia e ho avuto un'intuizione. Ho capito che spesso noi "scartati" ci facciamo tirare dentro proprio come le nostre sorelle nei meccanismi malsani dei nostri genitori/mamme.


    Non esistono dei reali carnefici e vittime... si diventa tutti e tre al contempo carnefici degli altri due e vittime. Anche tua sorella e tua madre ti sembrerà strano, ma sono delle vittime. Tutto quello che tua madre innesca probabilmente lo fa con le stesse motivazioni della mia: ansia e panico, e queste belle sensazioni le ha regalate anche a mia sorella e a me, certo con sfumature diverse.


    La dicotomia fra te e tua sorella si basa su questo. Mia madre vive i rapporti umani e affettivi in un legame fatto di ansia e sensi di colpa. Mia sorella è divorata dai sensi di colpa e dall'ansia per lei e mia madre, e quest'ultima la ricatta affettivamente. Io sono diventato un po' più strafottente e sto riuscendo (spero) a far ragionare un po' mia sorella, anche se in passato era difficile farlo perché l'ansia e il senso di colpa non la facevano ragionare.


    Non spero in nessun miglioramento e non vivo sperando che qualcosa di bello possa avvenire per la mia famiglia così come si auspicava per noi mio padre, ma ci provo.


    Dunque, ciò che volevo chiederti è quali sono i rapporti con tua sorella, buoni o tesi? Cosa provi nei suoi riguardi e come pensi sia il suo rapporto con tua madre? Pensi che perda affettivamente come te senza che lei però se ne renda conto, oppure che sia furbesco e vantaggioso rispetto al percorso che stai facendo tu?


    Terminando e ritornando all'argomento principale, io non ho perdonato nessuno né credo, al netto delle mie e loro responsabilità, che nessuno debba perdonare nulla a nessun altro, perché quando si vuol bene a qualcuno è un discorso inesistente il perdono. E poi perché oggi provo pena per me e soprattutto per loro e per il nostro futuro come famiglia. Non si scappa: abbiamo tutti e tre le nostre colpe (anche mio padre che non c'è più le aveva e le ha ancora). Solo che per il bene che oggi voglio a me stesso ho deciso che non voglio più essere arrabbiato con loro, così quando fanno qualcosa di grave, beh, io penso a quella foto scattata dal padre di famiglia in cui c'è una mamma e i suoi due figli piccoli che ridono a crepapelle su una ruota panoramica.


    Mi sforzo perciò di andare a ricordarmi tutte le cose belle vissute con loro e di rimuovere il peggio del peggio che spesso ho più evidente nell'immediato della memoria quotidiana. Ho capito che il marcio ha reso in secondo piano tutto ciò che invece sarebbe giusto riportare in superficie e ricordare per aiutarsi a volersi bene.


    Probabilmente, se provi a fare questo esercizio anche tu, ti renderai conto che al netto di com'è e come valuti tua madre, avrà avuto anche bei momenti, pochi sicuramente, condivisi con te e tutta la famiglia. Ecco, su questo devi focalizzarti e lasciare andare tutti i soliti pensieri ridondanti su quanto male ti abbia fatto e ti faccia, facendoti percepire esclusa.


    Poi sì, ti farà sempre incavolare per tanti altri motivi, ma il distacco che avrai nei suoi riguardi sarà molto più sereno.


    Un'altra cosa buona è parlare, magari senza vostra madre in giro, con tua sorella ed essere chiare emotivamente fra voi, perché sarà lei la tua futura famiglia quando un domani tua madre non ci sarà più. Questo è quello che sto facendo con mia sorella, e su questo sto costruendo, perché domani lei ed io si possa finalmente sentirci famiglia e darci tutto l'affetto che ci siamo negati e che ci è stato negato.