Nel mio caso ancora capitano episodi che mi feriscono, sebbene abbia una elevatissima consapevolezza di ciò che devo aspettarmi.
Ad esempio su tutto mi pesa moltissimo la differenza che fa tra me e mia sorella, è una differenza abissale, che mi lacera però, ogni volta.
Io cerco di essere precisa, di esserci sempre, di aiutare quando serve, di chiamare per prima. Insomma penso di cercare sempre di essere figlia modello. Ma nulla basta per farmi dare quella considerazione che ha per mia sorella. Un esempio in piccolo, senza cercare chissà che: esco per comprare un solare, viene con me, e mi spiega che vuole prendere un buon solare per mia sorella. Arriviamo in questa farmacia ben fornita, scelgo, e mi fa scegliere il solare per mia sorella. Poi facciamo 2 conti, uno mio per il mio solare e uno suo per mia sorella.
E niente a me, da mamma, sarebbe venuto naturale il gesto di regalarlo entrambe le figlie il solare, ma lei no: mia sorella è sua figlia io...sono l'altra. Così mi sento. Chiaramente non è questione di spesa...sono pochi euro, è proprio questione di principio, possibile non ci arrivi? Pochi giorni dopo è il mio compleanno, mi chiede cosa voglio per regalo. Mi fa regali 2 volte l'anno, a Natale e al compleanno. Le rispondo che ci penso un po' su, ma di sentirsi libera. E niente alla fine non le viene in mente nulla mi dà dei soldi poi ci penso io; le accenno quindi una cosa che mi farebbe comodo, costa forse sui 200 euro, ma capisco che è troppo, mi devo contenere.
Lato mia sorella, non solo ha un conto condiviso con lei, ma ha tutto pagato (anche ora che lavora), e vive in casa sua, un appartamento di lusso che mia madre ci tiene a lasciare a lei (mi ha proprio detto che mia sorella NON PUO' VIVERE IN UN APPARTAMENTO COME IL MIO CIOÈ GRANDE UN TERZO), e che al momento le ha dato in uso gratuito (mia madre vive altrove), sta studiando il modo legale per garantirle a vita di vivere lì, mentre io sono ovunque nel mondo a combattere coi miei mutui.
Queste differenze... pesano, molto, onestamente non è solo questione economica (io mi pago tutti i miei conti e va bene così), è una questione di cura, di attenzione, che è tutta dall'altra parte, ed entrambe, mia madre e mia sorella, non trovano nulla di strano in tutto questo. Mi spiace dire che mia sorella mi appare figlia unica.
Perdonare...è difficile quando ogni due per tre ti si sbatte in faccia che tu non esisti. Io l'ho capito che non devo esistere ma la sofferenza ce l'ho sempre dentro.
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Ciao, mi ha colpito molto questo argomento, e per ora sono arrivato a leggere fino a questo tuo commento.
Mi ritrovo molto in ciò che scrivi, anche io ho una madre anziana "controllante/dominante/svalutante" e una sorella più o meno come la tua. Come te, non ho più mio padre da anni, che era il perno dell'equilibrio familiare. Dal suo decesso si sono esacerbate incomprensioni, drammi e tragedie familiari anche abbastanza tesi, tanto da richiedere l'aiuto di un terapeuta familiare.
Ad oggi, come te, ho acquisito tanta consapevolezza, ma quotidianamente non ho ancora capito dove cominci il loro comportamento consapevole e dove quello inconsapevole. Non capisco quanto alcuni comportamenti siano voluti e quanti involontari.
La distinzione fra noi è netta e potrei farti tanti esempi lunghi simili ai tuoi e alla crema solare o al comprarle casa.
Attualmente mia sorella vive in affitto in un bilocale e io, purtroppo, ancora con mia madre. Sono 15 anni che mia madre "deve comprarle casa" ma di fatto non l'ha mai aiutata economicamente né in altri modi ad emanciparsi. Mia sorella non guida nemmeno ed è bloccata dall'ansia su tante altre cose. Per anni, però, si è occupata lei di mia madre perché io mi sono isolato e non ho più parlato né interagito con entrambe per oltre 10 anni e precedentemente in maniera un po' intermittente.
Di fatto, io così mi sono un po' emancipato dai sensi di colpa e non mi aspetto più nulla da loro che ricomprenda ragionamenti condivisi per il bene familiare e comprensione. Come te, so che so organizzarmi e che devo vedermela da solo senza contare su di loro.
Ho pagato un duro prezzo di isolamento, odio cieco e rabbia per anni nei loro riguardi. Spesso le incolpavo di essere la causa della mia mancata emancipazione come persona e dei miei problemi. Mi prendevo a schiaffi ogni volta che mi fidavo di loro e poi venivo puntualmente tradito e pugnalato alle spalle.
Da settembre, però, sono cambiate in me un po' di cose. Ho voluto cominciare a ragionare in modo diverso. Ho visto delle vecchie foto di famiglia e ho avuto un'intuizione. Ho capito che spesso noi "scartati" ci facciamo tirare dentro proprio come le nostre sorelle nei meccanismi malsani dei nostri genitori/mamme.
Non esistono dei reali carnefici e vittime... si diventa tutti e tre al contempo carnefici degli altri due e vittime. Anche tua sorella e tua madre ti sembrerà strano, ma sono delle vittime. Tutto quello che tua madre innesca probabilmente lo fa con le stesse motivazioni della mia: ansia e panico, e queste belle sensazioni le ha regalate anche a mia sorella e a me, certo con sfumature diverse.
La dicotomia fra te e tua sorella si basa su questo. Mia madre vive i rapporti umani e affettivi in un legame fatto di ansia e sensi di colpa. Mia sorella è divorata dai sensi di colpa e dall'ansia per lei e mia madre, e quest'ultima la ricatta affettivamente. Io sono diventato un po' più strafottente e sto riuscendo (spero) a far ragionare un po' mia sorella, anche se in passato era difficile farlo perché l'ansia e il senso di colpa non la facevano ragionare.
Non spero in nessun miglioramento e non vivo sperando che qualcosa di bello possa avvenire per la mia famiglia così come si auspicava per noi mio padre, ma ci provo.
Dunque, ciò che volevo chiederti è quali sono i rapporti con tua sorella, buoni o tesi? Cosa provi nei suoi riguardi e come pensi sia il suo rapporto con tua madre? Pensi che perda affettivamente come te senza che lei però se ne renda conto, oppure che sia furbesco e vantaggioso rispetto al percorso che stai facendo tu?
Terminando e ritornando all'argomento principale, io non ho perdonato nessuno né credo, al netto delle mie e loro responsabilità, che nessuno debba perdonare nulla a nessun altro, perché quando si vuol bene a qualcuno è un discorso inesistente il perdono. E poi perché oggi provo pena per me e soprattutto per loro e per il nostro futuro come famiglia. Non si scappa: abbiamo tutti e tre le nostre colpe (anche mio padre che non c'è più le aveva e le ha ancora). Solo che per il bene che oggi voglio a me stesso ho deciso che non voglio più essere arrabbiato con loro, così quando fanno qualcosa di grave, beh, io penso a quella foto scattata dal padre di famiglia in cui c'è una mamma e i suoi due figli piccoli che ridono a crepapelle su una ruota panoramica.
Mi sforzo perciò di andare a ricordarmi tutte le cose belle vissute con loro e di rimuovere il peggio del peggio che spesso ho più evidente nell'immediato della memoria quotidiana. Ho capito che il marcio ha reso in secondo piano tutto ciò che invece sarebbe giusto riportare in superficie e ricordare per aiutarsi a volersi bene.
Probabilmente, se provi a fare questo esercizio anche tu, ti renderai conto che al netto di com'è e come valuti tua madre, avrà avuto anche bei momenti, pochi sicuramente, condivisi con te e tutta la famiglia. Ecco, su questo devi focalizzarti e lasciare andare tutti i soliti pensieri ridondanti su quanto male ti abbia fatto e ti faccia, facendoti percepire esclusa.
Poi sì, ti farà sempre incavolare per tanti altri motivi, ma il distacco che avrai nei suoi riguardi sarà molto più sereno.
Un'altra cosa buona è parlare, magari senza vostra madre in giro, con tua sorella ed essere chiare emotivamente fra voi, perché sarà lei la tua futura famiglia quando un domani tua madre non ci sarà più. Questo è quello che sto facendo con mia sorella, e su questo sto costruendo, perché domani lei ed io si possa finalmente sentirci famiglia e darci tutto l'affetto che ci siamo negati e che ci è stato negato.