A mio avviso il problema è cercare di avere troppe certezze cerebrali, in realtà siamo perfettamente attrezzati per vivere senza tali certezze. Un modo per pensarci di meno può essere fare attenzione ai nostri sensi fisici e sviluppare un senso di gratitudine verso di essi, in modo da impegnare la mente in qualcosa di positivo e legato alla concretezza. Si può allargare la gratitudine all'aria, all'acqua, al calore, alla terra, ai vegetali, alle foglie, ai fiori, agli alberi, alla Luna, ai colori, ai profumi, ecc... Non è sbagliato pensare tanto, solo che forse bisogna trovare un equilibrio anche degnando di attenzione le cose semplici, che spesso si danno per scontate anche se rincuorano. In fin dei conti siamo pur sempre animali e non meritiamo di chiuderci in anguste celle mentali.
Però si può comunque pensare, anche in modo elaborato e fuori dall'ordinario, allora pure nel pensiero secondo me ci vuole equilibrio. Ad esempio se ipotizzo che gli altri non abbiano coscienza posso allo stesso pensare che siamo tutti sulla stessa barca, tutti possiamo essere pieni di dubbi sugli altri e su noi stessi; insomma se estendo e distendo le problematiche che mi vengono in mente la cosa potrà essere meno opprimente. In fin dei conti pure se la vita fosse solo un film saremmo tutti attori, e lo saremmo insieme. Se ci creiamo un film possiamo gestirne la regia, la sceneggiatura, la fotografia, scegliere se creare qualcosa di ossessivo, drammatico, tragico, neutro o perfino avvincente. La nostra mente ha tante risorse e possiamo decidere se creare scenari più ampi, meno martellanti.
Difficile, pesante, invece è ossessionarsi nel voler stoppare certi pensieri, imporsi la negazione non funziona bene, in quanto ricorda la cosa che si vuole negare e in più le aggiunge pressione. Si va a finire che si cerca di scappare all'impazzata da mostri che noi stessi creiamo... ma possiamo fare qualcosa di diverso: girarci, sorriderli, abbracciarli e non ci mangeranno, perché loro si nutrono solo della nostra fuga.