Messaggi di Garden

    Ciao, io non so se possa esserti utile, devi provare in prima persona e vedere se funziona... Stavo in questi giorni riflettendo da cosa possa scaturire l'ansia: la vergogna che provi, non potendo nascondere la cicatrice mentre sei in mezzo agli altri, ti genera uno stato di allarme, di ansia e conseguente stress come se ti dovessi difendere? Ipotizzavo che forse l'ansia sia un eccessivo senso di allarme, un iper attivazione dell'amigdala (meccanismo di attacco o fuga). Se cosi fosse ti genererebbe uno stato di tensione muscolare, nel mentre sei in mezzo agli altri, per prepararti ad attaccare o fuggire da quelli che istintivamente percepisci come nemici. Lasciando un attimo da parte la causa psicologica che genera il problema, una volta ho sentito una persona dire che se non si riesce a curare il problema nella mente, si può iniziare a risolverlo nel corpo... tradotto, sciogliendo la tensione muscolare. Ti faccio un esempio: stai camminando per la strada circondato di persone, ti si attiva il senso di vergogna e vorresti fuggire, il senso di allarme inizia a generarti tensione muscolare; mentre succede, cerca di smettere di pensare e porta l'attenzione sul tuo corpo: cosa provi? Cosa stai provando nella tua mano e In ogni singolo dito, uno ad uno? E nel braccio, nel busto, al cuore, nelle gambe, nelle dita dei piedi? Prova lentamente a sentire il senso di allarme e tensione in ogni singola fibra muscolare del tuo corpo, e prova a prenderti qualche secondo per rilassare, una ad una, ogni singola parte, con particolare attenzione al cuore che è la pompa. Magari le braccia e le mani puoi anche massaggiartele, anche se sei per la strada o in un bar, non è un gesto strano. Poi vedi come ti senti, se la vergogna è diminuita. Fai un esperimento, non penso possa creati danno, al massimo non funziona...


    Se non vuoi prendere farmaci, io quando sono sotto tensione prendo l'integratore di magnesio, che è un rilassante (ovviamente senza abusarne).

    C'è da dire che le tradizioni hanno un loro "filo logico", per cui per rispondere "secondo logica di una o più di una tradizione" bisogna contestualizzare e questo non sempre è fattibile perché sarebbero necessarie troppe elucubrazioni.


    Riuscire ad essere "belli dentro" con una realtà "miserevole fuori", mi sbilancio nel dirlo, credo sia davvero la sfida centrale, di tutte le tradizioni, ragione per cui difficilmente la cosidetta "spirtualità" nasce nel materialismo e nell'opulenza, o comunque è tipico che le personalità protagoniste si spogliano delle loro ricchezze prima di andare alla "ricerca di se stessi", insomma almeno in prima istanza, la logica spirituale richiede un distacco dalla materialità, che non significa demonizzarla.


    Il benessere materiale non è un problema, ma la materia, ciò che vogliono dirci le tradizioni è per sua natura instabile, oggi il tuo corpo è sano, domani potrebbe ammalarsi, così tutto ciò che è materiale: "Non accumulate dove ruggine e tignola consumano e dove ladri scassinano", non è un invito a vivere in miseria e povertà, ma è un invito a ristabilire la corretta priorità e a non cercare "salvezza" spirituale, qualora la si cerchi .

    Parlando di filo logico che ricollega più tradizioni, la domanda che avevo posto faceva riferimento proprio a questo specifico filo che scorre di fondo a molte tradizioni, un percorso iniziatico. Dal momento che avevi citato la legge dello specchio, pensavo la mia domanda risultasse facilmente comprensibile: tu dici che riuscire ad essere belli dentro, nonostante la realtà fuori sia miserevole, è la sfida di tutte le tradizioni (non è che sia sbagliato, ma penso sia incompleto), questo perché viene chiesto un distacco dalla materialità. Sul fatto che un distacco dalla materialità sia fondamentale è vero, perché l'attaccamento è un grosso problema interiore che va risolto (un inferno karmico, fatto di paura, avidità, ecc), ma una volta risolto il velo di maya che si reggeva su questo attaccamento si dissolve e lascia vedere che non c'è distinzione tra spirito e materia, tutto è spirito sottoposto a diversi gradi di densità karmica che si evolvono da pesanti a mano a mano fino a diventare più leggeri, quindi non c'è distinzione tra mondo spirituale e mondo materiale. Tutti nasciamo con la nostra fetta di karma, che esso derivi da vite precedenti oppure sia ereditato dalla famiglia di nascita, sono d'accordo con te che sia a discrezione delle credenze di ognuno ma, al di là di questo, se è vero che all'inizio una realtà miserevole e le difficoltà sono il più grosso sprono evolutivo a crescere spiritualmente e a diventare belli dentro (la sfida di cui parli), altrettanto è vero che una volta vinta la sfida, consumato il karma di origine, una volta risolti gli inferni karmici interiori, essi per legge dello specchio non si rispecchieranno più nella nostra realtà esterna e ci sarà abbondanza e benessere anche materiale. Risolti i problemi dentro si scioglieranno anche quelli fuori: paradiso dentro corrisponderà a paradiso fuori, salvezza spirituale. La corrispondenza è ovviamente anche inversa.


    Vitriol, visita la tua terra interiore e metti a posto i problemi, scoprirai la verità nascosta, uomo conosci te stesso e conoscerai la verità. Non molto diverso da un odierno percorso di psicanalisi introspettiva.

    Se ti piacciono le tematiche di Matrix ti consiglio Gurren Lagann, un cartone animato che tratta lo stesso argomento.


    La figura di Lucifero è molto controversa, il nome latino Luci- fero significa portatore di luce, infatti è spesso associato alla figura di Promete, e anche ai miti di Ecate, psicopompa che regge la fiamma. Ma è un discorso lungo e non voglio uscire troppo fuori tema. Su Satana penso la verità sia più banale di quanto si creda :D ma taccio.


    Io penso che il bene e il male in senso assoluto non esistano, la natura è essenzialmente economica, male è il nome che diamo a ciò che non fa la nostra economia, bene è il nome che diamo a ciò che la fa, mi riferisco all'economia\benessere di un individuo, o della società o dell'ambiente, ecc.


    Tu dici che nessuna tradizione promette il benessere terreno, bensì solo quello spirituale, ma ti faccio una domanda: se prendiamo in considerazione il principio che fuori è lo specchio di dentro, come si può essere belli dentro se la realtà che ci circonda fuori è miserevole? Altrettanto, se è vero che lavorare dentro modifica fuori, ossia la realtà terrena (principio dello specchio), così è vero anche il contrario, ossia migliorare la condizione fuori migliora, di specchio, dentro. Questo a mio avviso significa essere uomini di buona volontà, tra l'altro è stato detto che l'albero buono si distingue dai suoi frutti, come può dunque essere buono un albero/persona che fuori, nella realtà materiale, produca miseria e bruttura (frutti amari o acidi)?


    Questo è anche un modo per distinguere se un insegnamento è buono o cattivo, se applicato che effetti/frutti produce nella realtà?

    Sono pefettamente d'accordo con Juniz sulla questione americana colonialista, e anche sul culto della personalità dei Russi o coreani conservatori. Dico solo che rispetto al passato, nonostante i rischi, (cit: da grandi poteri derivano grandi responsabilità) a me più che un Kali yuga, l'epoca moderna con tutte le sue potenzialità mi sembra già un paradiso, oggi basta solo impegnarsi con i mezzi che abbiamo per creare un paradiso per tutti.

    Parlo di visione del mainstream perché sento continuamente gridare ai problemi e mai discutere delle soluzioni. Continue voci di allarmismi ambientali o economici, ma trovo poche rubriche di attualità che pubblicizzano le soluzioni concrete attuabili. Come ad esempio il geotermico, o le camole mangia plastica, e questi sono solo esempi banali. Ma nel frattempo piccoli imprenditori, nel sottobosco, concretizzano certe realtà.


    Certamente che siamo natura, ma se finora la natura e gli istinti ci hanno protetti dall'ambiente, non sarebbe ora che data la nostra intelligenza prendessimo coscienza e padroneggiassimo la nostra personale natura, come un bambino che diventato adulto si rendesse indipendente dai genitori e quindi da madre natura? Questo non significa mancare di rispetto ai genitori.

    Forse è un altro tipo di inferno. Recentemente ho letto "I quattro accordi" di Don Miguel Ruiz. Parla dell'inferno in cui viviamo quotidianamente, basato sulle credenze e sugli accordi creati dal genere umano. Un inferno moderno, senza certe sofferenze fisiche "dei tempi passati" ma altrettanto opprimente.

    Puo essere, ma penso che ci fossero anche tante sofferenze psichiche, bigottismi, follie. Sarà che ho provato sulla mia pelle un assaggio degli ultimi strascichi della densità karmika medioevale, e la sento più densa.

    Dalla lettura mi è venuta in mente la frase di un film famoso: "Da grandi poteri derivano grandi responsabilità", aggiungerei che è rischioso affidare potere a dei bambini. Sicuramente al giorno d'oggi, a differenza che in passato, abbiamo un potere tecnologico immenso, e come umanità abbiamo gli strumenti per creare tanto il benessere quanto problemi su macro scala planetaria; altrettanto, a patto di dimostrare lo spessore adulto, di assumercene la responsabilità individualmente, in prima persona e senza delegare, abbiamo i mezzi tecnologici per risolverli. Questo è un grado di libertà che l'umanità non ha mai sperimentato prima d'ora, e richiede lo sviluppo di un altrettanto alto grado di responsabilità. Ma le condizioni per sviluppare responsabilità a livello sociale ci sono? La responsabilità è dote di chi ha spessore, sinonimo di profondità o abisso. Se andiamo a vedere la densità del karma odierno, è molto più leggero a livello generale rispetto al passato, si conservano le sacche più dense nei paesi del terzo mondo, ma grazie alla globalizzazione si stanno emancipando ad un alleggerimento del karma, così come si perdono gli inferni, gli abissi, le vette, le virtù, di cui la responsabilità fa parte. Se parliamo di abissi, nel passato il karma era spaventosamente più denso che al giorno d'oggi, privo di esperienze forti che fanno crescere, l'uomo tende a rimanere bambino, come il paguro rimane nel guscio. Per risvegliare un dormiente funziona meglio una doccia gelata che un caldo tepore, credo che chiunque, sperimentando le torture che si infliggevano nel medioevo, o in un manicomio ottocentesco, converrebbe con me che oggi viviamo nell'ovatta. La testimonianza della suora di clausura Charlotte Wells, penso possa dare un assaggio di cosa ancora fosse il karma ai tempi, pur recenti, in cui si firmava con la X. Oggi la gente soffre di ansia per un colloquio, in passato soffriva di ansia per la cauterizzazione di un arto amputato senza anestesia. Questo per dire che il vero nucleo del problema odierno, più che una degenerazione verso un inferno apocalittico, potrebbe essere al contrario una perdita di spessore umano dovuta al benessere, dovuta alla mancanza di inferno e abisso, e la vera sfida sia riconquistare spessore e responsabilità individuale, nonostante l'ovatta spirituale generata dall'assenza di docce gelate. Chi si adagia sul divano del benessere perde la bellezza di una muscolatura scolpita, siamo come spade non affilate, vinceremo la sfida di responsabilizzazione che ci lancia la tecnologia?