Messaggi di l3n

    Da 4 anni convivo con una sindrome da conflitto subacromiale alla spalla destra. In poche parole, ho un rigonfiamento sotto l'acromion che provoca lo sfregamento del tendine, quindi mi fa male il braccio se lo muovo in escursione ampia.

    Dopo vari tentativi e soldi spesi inutilmente fra fisioterapisti, dottori e altri - i quali hanno dato ognuno una diagnosi diversa inutilmente - ho trovato un altro dottore (penso che questo sia l'ultimo, poi lascio stare) che ha proposto una terapia con iniezioni di acido ialuronico accompagnate da questa CEMP.

    A parte l'acido ialuronico, c'è qualcuno che conosce questa terapia CEMP e può dirmi un'opinione se funziona o no, o se ha alte possibilità di funzionare? Quelle onde elettromagnetiche pulsanti sembrano un po' quella medicina alternativa che non ha né capo né coda. Volevo chiedere l'opinione di qualcuno che ha esperienza o competenze.


    Poi, anche altri consigli su come affrontare questo problema sono ben accetti.

    Con i pensieri ossessivi mi sono rovinato parti della vita, inclusa in particolare quella relazionale. Non sottovalutarli: se sei giovane, prendi in considerazione l'idea di andare in psicoterapia se ritieni possa essere necessario.

    Per chi ha problemi di stanchezza e spossatezza generale da pressione bassa, o anche per motivi ormonali-endocrinologici ecc., consiglio, tra le altre cose, di provare la terapia del freddo. In parole povere, semplicemente iniziare a lavarsi con acqua fredda (doccia e quant'altro), ovviamente non partire d'improvviso ma seguire le indicazioni che si trovano in molti spazi del web.

    Sì. La psicologia è una cosa estremamente complessa e non c'è soluzione a tutto. Psicologi o psicoterapeuti possono aiutare in un'ampia gamma di casi, ma ci sono degli stati che permangono, che non sono né identificabili né gestibili. Certe forme di malessere psicologico o mancata predisposizione alla vita stessa possono portarti a fare una vita che diventa un vero calvario quotidiano. Io ne so qualcosa, e posso capire chi sta peggio e che farebbe meglio a fare la scelta.

    Grazie per le vostre risposte, non mancano di senso, anzi... Il fatto è che quando ti trovi così, poi senti anche certi ragionamenti da parte della gente su certi aspetti della vita che ti spengono proprio e ti chiedi: ma per chi devo impegnarmi? Ed è come se ti passa la voglia.


    Però forse è un problema mio, che me la prendo troppo con certe cose. Anche il vostro modo di pensare è del tutto fondato.

    Da un po' di tempo mi trovo imbattuto in un conflitto di passioni interiore dal quale non riesco a venire a capo.


    Da qualche anno ho intrapreso un percorso con un partito politico del quale sono rimasto molto appassionato, sia per i modi di pensare, che per i modi di agire, che per il modo di essere degli appartenenti. Preso dal fervore iniziale, ho intrapreso questa attività che mi ha portato ad attaccarmi non solo all'ambiente politico, ma anche, a livello sociale, alle persone. Inoltre, questa esperienza, che è stata la prima nella mia vita, ora che ho 40 anni, mi ha fatto capire che mi piace molto l'ambiente politico e le sue attività.


    Andando avanti, questa mia presa ha subìto una flessione, data dal fatto che, nella vita, per via di una serie di vicissitudini e dei miei modi di essere, non mi sono mai attaccato fermamente al paese stesso, l'Italia, dal quale provengo. Ci tengo a precisare che rispetto molto questo paese, pago ogni singola tassa, ancora faccio i biglietti dei mezzi pubblici, nonostante mi senta prendere per il c...o dai miei concittadini che mi dicono di fregarmene. Insomma, nel mio piccolo cerco di fare del mio meglio per dare un giusto contributo, ma non posso dire di essere un patito di questo luogo. Cerco sempre di emigrare. Viaggiando molto, mi sono trovato spesso più in linea con modi esteri di vivere che con quelli locali, e alla fine mi sento un po' un pesce fuor d'acqua... Indubbiamente non posso escludere che ci siano anche tante cose che amo, ma non so se siano la maggior parte.


    Questa contraddizione genera in me un senso di stranezza nel seguire un percorso politico, perché mi fa venire da chiedermi: che senso ha? Cioè, in poche parole, sono più innamorato del partito politico che del paese stesso che dovrei difendere. E allora mi sembra come se stessi facendo una cosa senza senso.


    Qualcuno mi ha detto che è normale lottare proprio per il proprio paese se ci sono delle cose che non ci piacciono, al fine di cambiarle. Altri mi hanno detto che dovrei lasciar stare e fregarmene, dato come sono fatto.


    Il consiglio che volevo chiedere è questo: devo seguire questa logica di principio e lasciar perdere tutto, oppure fregarmene e seguire il fatto che mi piace la vita di partito, lasciando stare quello che provo per il paese, ecc. ecc.?


    Astenersi per favore eventuali "la politica non serve a nulla, sono tutti ladri e tutto un magna magna" o affermazioni simili. Non mi interessa sapere il parere sul mondo e sulla politica in sé per sé, ma il consiglio che chiedo è riferito a una mia scelta da fare e basta.

    Magari lo avessi io il posto fisso, forse in un ambiente privato duravi tre giorni e ti buttavano fuori per incapacità o inadeguatezza. Amico mio, il tuo problema nasce dal fatto che questa società ha impostato il lavoro nella nostra mente come fulcro della vita. Secondo me bisognerebbe uscire da questa mentalità, il lavoro è un mezzo, non sei tu stesso.


    La soluzione sta nell'iniziare a vedere il lavoro non più come il tuo scopo, ma come un mezzo per vivere e dignitosamente, visto che avrai orari normali e trattamento umano, e quando stacchi iniziare a vivere una passione od un hobby ed al lavoro non pensarci proprio più. Un amico mio fa così e non lavora di certo per lo Stato, è appassionato di musica ma fa un lavoro schifoso, il vigilante, e mi ha detto "a me non frega nulla del mio lavoro, quando sono lì penso a quando stacco e cosa farò dopo quando suonerò".

    Adesso è possibile affidarsi alla psicoterapia online.

    Puoi cercare anche il terapeuta esperto in disturbo ossessivo compulsivo.

    Io così feci e mi trovai bene

    Grazie ma l'idea dell'online mi innervosisce. Finché si tratta di parlare di persona è un conto, ma se dovessi iniziare una psicoterapia non reggerei con questa modalità. Se online esiste però un modo per trovare uno psicoterapeuta dal vivo, ben venga.

    Potresti provare con la terapia breve strategica. Non è molto impegnativa Perché di solito dura poco e non viene fatta tutte le settimane. Io ho curato una forma molto invalidante di doc e non ho più avuto ricadute.

    Sull'università, se sei così preso dal rimurginio mi viene difficile pensare che qualsiasi scelta tu faccia sia voluta totalmente. Prenditi altro tempo per te. Trova dei momenti di riflessione e cerca di capire cosa davvero conta per te.

    E prova a farti aiutare da un professionista

    Il problema è anche come trovare uno psicologo, cioè da dove inizio se non ho conoscenze? Che faccio, vado su internet a digitare "psicologo per rimuginii?" Se non si è del campo non è per nulla facile orientarsi nella ricerca di uno psicologo adatto al proprio caso.

    Dall'età di circa 20 anni ho iniziato a cronicizzare il mio D.O.C. da rimuginio, tendo sempre a pensare e ripensare se fare una cosa o non farla e quando arrivo finalmente a decidere poi vengo puntualmente afflitto da dubbi su ciò che ho fatto, se è giusto o sbagliato. Ciò accade col semplice decidere che strada prendere per arrivare ad una determinats destinazione, allo scegliere impiegando una settimana un libro da leggere, finanche alle importanti decisioni della vita sulle strade da intraprendere e gli obbiettivi da perseguire, alternando tra momenti di maggiore decisione e lucidità mentale, che per fortuna di tanto in tanto si fanno vivi, e periodi di rimuginio onnipresente. Ora sono arrivato a 38 anni, in psicoterapia non ci sono mai andato perché non mi sono mai deciso a farlo, e oramai sento che è già tardi per iniziare questo percorso, visti gli anni che ci vogliono per arrivare a capo di qualcosa senza mai entrare nei dettagl del problema...


    UNO DEI DILEMMI legati al problema sovraesposto fu a suo tempo la scelta universitaria, frenata e ostacolata dal D.O.C. e in paritcolare da problemi di natura economica che mi hanno messo nella condizione di dover lavorare a tempo pieno 8/9 ore al giorno per pagare tutto il necessario per andare avanti: alla fine non ho scelto e sono andato avanti lavorando e basta. Questa cosa però mi e sempre pesata, e così a 33 anni ho scelto di provare con una facoltà/corso che mi piaceva: "scienze archeologiche", inutile dire che fra il lavoro e altre problematiche varie ancora non sono riuscito ad arrivare alla laurea. Adesso mi trovo a dover decidere se continuare o lasciar perdere, non è che posso andare avanti 25 anni per prendere una triennale.


    In sostanza il problema e che oltre ad aver avuto una quantità smisurata di attacchi di rimuginio, dati sempre dal problema sovra esposto, quindi dubbi sulla scelta universitaria, sulla materia, che sì è quello che mi piace ma magari a quell'età avrei potuto scegliere qualcosa di più remunerativo e pratico, ho dubbi sul continuare o no... Oltretutto questa cosa dell'Università a me un po' ha rovinato la vita... essendo stato da sempre in famiglia considerato come come quello che bene o male avrebbe studiato (chiarisco che a me è comunque sempre piaciuto), questa pressione mi ha creato una specie di ansia da prestazione: ho sempre rincorso senza mai arrivare a destinazione questa cosa e nel frattempo mi sono rovinato la vita perché per rincorrerla e per mancanza di tempo non ho mai potuto farne altre che mi sarebbero piaciute, come ad esempio trasferirmi per lavoro fuori dall'Italia, dedicarmi ad un corso di musica ecc...


    Ora mi trovo ad un bivio e devo decidere se continuare: cambiare facoltà, lasciare perdere o dedicarmi al mio lavoro, che comunque mi piace. Niente, sono preso dal rimuginio e nel vuoto più totale su cosa decidere e soprattutto sul come decidere. Ho questa idea che mi rimbomba in testa in continuazione come una palla di ping pong che sbatte da un muro all'altro, a volte sento che sto per impazzire, non vedo l'ora che arrivi la sera così mi addormento e mi spengo. Talvolta il rimuginio (non solo riguardo l'università ma anche per altro) diventa talmente invasivo che mi crea addirittura mal di testa.


    Voi cosa mi consigliereste di fare? So che varrebbe la pena andare avanti ma se non riuscissi a portarla a termine quanto tempo perderei ancora? Il problema forse è che non sono piu quello di una volta, a 20 anni avevo meno difficoltà a studiare, ora sono diventato molto più pratico, diciamo che mi riesce meno facile chiudermi sui libri ed anche questo mi crea difficoltà, allo stesso tempo se lasciassi perdere gli studi ne sentirei la mancanza. Insomma, sto inmpazzendo, non ce la faccio più a rimanere in questo limbo, volermi laureare e non arrivarci mai, voler fare altre cose e non farle perché devo studiare ma allo stesso tempo non non riuscire a concludere nulla...


    Sono stanchissimo, aiutatemi a capire cosa fare, anche solo quali ragionamenti utilizzare... Vi ringrazio.