una soluzione pretica, se tuo marito e' d'accordo, puo' essere di affittare la casa che lasciate, e con l'affitto, pagare la casa che prenderete in citta'.
Ma al di la' delle soluzioni pratiche, dovresti chiarirti se questa decisione e' una decisione adulta e razionale, basata su dati di fatto e abbiettivita', condivisa dal marito, almeno, ma sarebbe meglio anche dai figli, se grandi a sufficienza.
Oppure, diversamente, se questo e' il desiderio di una bambina adattata ribelle, che vuole semplicemente cambiare ambiente con la speranza magica che cosi' cambiera tutto' in meglio.
Questo pensiero e' in relazione alla presenza dell'orco[tuo padre], da cui:- Se riesco a fuggire saro' salva e felice-.
Sai bene che non e' cosi. Cambieranno semplicemente i problemi, e in piu' quelli vecchi rimarranno, perche' comunque tuo padre e tua madre continueranno ad essere nella tua vita.
E' percio' necessari che tu rifletta bene sui motivi per cui vuoi fare questo gesto.
Ciao.
Messaggi di doctor Faust
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Cavoli, ma dite davvero? Non ci avevo pensato...
SEmbra proprio che un meccanismo mentale, che si istaura in certe persone, sia di questo tipo.
Potrebbe essere definita nevrosi da scacco, cioe' l'incapacita' di sentirsi felici, perche' dentro di se e' come se si sentisse una voce che dice:- Non ti e' permesso essere felice-. [super-io o Genitore normativo]
Questa solitamente e' una ingiunzione che arriva da un genitore, che potrebbe proprio essere:- NOn essere felice!-, magari inculcata con frasi come:- Dopo il sole viene la tempesta..., chi ride poi dovra' piangere..., La vita' e' una valle di lascime..., la felicita' non esiste,- ecc.
Di solito proferite o semplicemente sottointese da madri depresse e insoddisfatte, o da situazioni famigliari in cui ci sono stati lutti e malattie prolungate, con disagio generale. -
Senza riferirmi al tuo caso specifico, ma prendendolo come spunto per una riflessione generale, si puo' ipotizzare che certe inclinazioni sono presumibilmente ereditate, cioe' l'indole del soddetto e' inclinata in un certo modo.
Questo lo dispone ad accettare o respingere determinate ingiunzioni che arrivano dal genitore.
Nei casi come questo sembra che l'importante, per il soggetto, non sia raggiungere il risultato, ma confermare che' e' bravo ai suoi occhi, e percio' questo lo soddisfa come meta.
Il suo scopo percio' non diventa una meta ipotetica [titolo di studio], ma poter confermare che comunque lui e' sempre in gamba, capace, e in grado di ricevere carezze e riconoscimenti per la sua bravura.
Questo porta a cambiare continuamente interessi, perche' si hanno bisogno continuamente di nuove conferme e nuovi riconoscimenti, da altri e da se stessi.
Con un po' di fantasia si potrebbe ipotizzare che questi soggetti hanno avuto bisogno di mettersi in mostra, da bambini, per attirare l'attenzione. Altrimenti erano ignorati. Forse perche primogeniti, o uno di tanti fratelli.
Da qui la necessita' di fare sempre qualcosa di nuovo per avere l'attenzione materna, che altrimenti non sarebbe arrivata.
Una volta istaurato il meccanismo, questo permane come un programma. -
il problema è proprio che la gente viene qui a cercare conforto invece di trovarlo nella gente che ha a fianco.
forse perche' e' proprio la gente che gli sta attorno che lo fanno sentire inadeguato e perdente...
allora anche qualche sfogo su un forum, o qualche contro spinta, lo aiutano a reagire da adulto alla sua fragilita'. -
...e gia'...come se ci sentissimo colpevoli di star bene...
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Mara,...
Ma perche' dici che non va mai bene nulla di cio che dici o fai?
Ti riferisci ai tuoi genitori?