Messaggi di glider

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    è un sentimento che costantemente accompagna le tue relazioni oppure è stato un episodio unico o quasi?

    direi una costante, in alcuni ambiti più prepotente e in altri meno

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    Ok il complesso delle misure...un vecchio classico. Ne hai mai parlato con uno psicologo?

    non saprei nemmeno quanto siano fondati questi complessi, alla fine lei riesce ad avere degli orgasmi con la penetrazione, e anche in passato non ho avuto problemi con la penetrazione. eppure il complesso c'è



    per entrambi: sto già seguendo uno psicologo da febbraio, ma è complesso trovare soluzioni su queste cose così radicate

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    le hai fatto notare che il suo commento non è stato...molto educato?

    diciamo di sì, e mi ha detto che era detto con molta leggerezza, e infatti non è che sia proprio quello il problema, ma questo senso di inferiorità dovuta a chiunque sia stato con lei prima di me e chiunque possa stare con lei adesso. in più il fatto che il ragazzo in questione fosse nero e che lei sia stata con un ragazzo nero in passato appesantisce il mio complesso sulle misure e sul non sentirmi virile

    mi rincuora il fatto che sì, effettivamente siamo sullo stesso piano che entrambi possiamo perdere l'altro per un'altro/a, ma vorrei vivere la relazione senza complessi, senza sentirmi inadatto, debole, non sufficiente

    ieri la mia ragazza ha fatto un commento abbastanza positivo e diretto su un ragazzo di colore che ci è passato davanti. so che è stata solo una leggera considerazione e che anche io, quando mi passa davanti una ragazza attraente -anche se sono con lei- penso che sia carina/bella/trombabile, ma certo non lo dico ad alta voce per paura di urtarla.

    niente di male quindi, nessuna gelosia, ma inizio improvvisamente a sentire un pesantissimo senso di inferiorità (tra l'altro il suo primo ragazzo con cui ha avuto rapporti da ragazzina era di colore)
    senso di inferiorità ora nei confronti di contendenti/ex contendenti (ed elementi di paragone?) dovuto solo al fatto che siano di colore, e quindi nella mia testa più virili, piacenti, attraenti e ovviamente più dotati di me.
    senso di inferiorità che va a mescolarsi a una già presente bassa (direi inesistente) stima di me stesso, come persona, fidanzato e partner.

    lo trovo tremendamente stupido e ne sono consapevole (consapevole dell'infondantezza di tutte le paranoie che mi creo) ma contemporaneamente mi pesa tantissimo sentirmi sempre a confronto (non che lei mi confronti con altri, spero, più che altro parte tutto da me, come se mi auto-sabotassi) con chiunque intorno a me

    come faccio a non pensare una cosa così stupida e auto-lesionista?

    Forse mi spaventa la possibilità di eiaculare precocemente, che succede spesso, che di conseguenze mi fa venire ansia da prestazione, con erezione incompleta, che porta a sua volta a sconforto e a poca voglia. credo sia questo il circolo vizioso che mi si è scattato dentro.

    non so se sia lei il problema, a non attrarmi etc. perché mi piace, quando siamo a letto un istinto "violento" mi viene fuori, ma il mio corpo non risponde.

    ciao a tutti,
    cerco di esprimere il più schermaticamente la mia questione:

    mi sono sempre ritenuto abbastanza disinteressato alle ragazze in modo 'sessuale',
    ho sempre preferito vedere le ragazze come esserini fatati con cui intraprendere relazioni sentimentali fatti di carezze baci etc. (come se il sesso non potesse entrare nella stessa sfera in cui sono presenti queste cose)

    fatta questa piccola premessa, ho avuto sempre problemi col sesso. solo con una ragazza la cosa mi è venuta molto naturale, ma con le altre è stato ed è ancora un continuo non aver voglia/interesse che poi si trasforma in una forzatura (penso che in ''quanto uomo'' dovrei averne voglia sempre, o essere sicuro, essere dominante, etc.) che mi fa vedere il tutto come un compito, un esame, una responsabilità, un dovere.

    le mie ultime avventure e rapporti sessuali sono state un susseguirsi di fiaschi (erezioni incomplete, pochissimo coinvolgimento, complessi, incertezza, una mai totale rilassatezza, eiaculazione precoce) ma questo oltre a non sembrarmi ''giusto'' per chi avevo di fronte, si è trasformata in una cosa che andava fatta a tutti i costi, una cosa che deve riuscirmi, come un'atleta che prova e riprova un esercizio finché non gli riesce alla perfezione.

    ora esco con una ragazza che mi piace tantissimo, mi sento a mio agio con lei e rapito dal suo modo di essere e di fare. andava tutto bene ed ero contentissimo finché a letto una sera non ha "iniziato lei". a me andava e non andava. alla fine è andata malissimo e ora il pensiero che sia andata male mi ossessiona. ci abbiamo riprovato ma è andata comunque male. ha cercato di rassicurarmi ma non funziona. è una cosa che parte da me, vorrei una libido normale, essere attivo, avere voglia, godermi al cento percento le mie relazioni, e in particolar modo questa, che per ora, almeno per ora, preferirei vedere come un semplice conoscersi fatto di parole, sguardi e flebili contatti fisici.

    mi sembra che le persone vadano tutte super veloce, io credo di aver bisogno di tempo o forse c'è qualcosa di più sotto? non riesco a vedere il sesso come una cosa ''pura come le coccole''? forse non sono interessato e basta? non riesco ad associare le relazioni sentimentali al sesso?

    sono confusissimo, avrei voglia di fare sesso con la ragazza con cui sto ma credo di starlo idealizzando in qualcosa che poi svanisce dalla mia mente quando sono con lei.

    ciao,
    il mio è solo uno sfogo. so che nella mia situazione ce ne sono molti altri come me,
    oggi un altro colloquio andato male, uno di tanti.

    a marzo avevo iniziato uno stage in agenzia che sembrava promettere bene,
    i miei colleghi erano contenti, facevo bene quello che facevo, anche se non ero completo al cento percento dal punto di vista formativo le mie conoscenze mi permettevano di lavorare e rimanere impegnato per tutte le otto ore giornaliere, proprio come gli altri, anche se il mio era uno stage. in più avevo capito di essere bravo in qualcosa, il che contava molto di più per me.

    insomma ero lì, senza farmi insegnare nulla, ma lavoravo. e in più erano tutti contenti di me. la cosa si prospettava bene, ero quasi sicuro (e me lo dicevano anche i colleghi) che alla fine del tirocinio sarei stato assunto.

    non è stato così. ma in parte ne sono stato contento perché ho scoperto com'è stare otto ore seduto in ufficio e non mi piaceva particolarmente.
    ma ora che sono tornato al mio stato di disoccupazione mi sento di nuovo attanagliato da un senso di inutilità e frustrazione: forse non sono abbastanza per essere assunto da qualche altra parte? forse devo saper fare di più? nel periodo post-tirocinio mi sentivo in pace, ma ora è crollato tutto.

    ti capisco bene,
    soprattutto leggendo la tua sensazione di irrealtà mi ci sono ritrovato molto.

    se può esserti utile potresti costruirti una sorta di mantra, razionalizzare, analizzarti. immaginare graficamente la tua ansia o il tuo modo di stare bene e assecondarlo. cos'è esattamente che più ti turba durante la giornata/in questo periodo/da sempre?

    salve a tutti,
    vi espongo direttamente il mio problema.

    è dall'estate 2016 che dormo male. mi sveglio una volta a notte, almeno. di recente va peggio: mi sveglio più spesso, a volte faccio degli incubi. dormo con la luce accesa, apro la finestra per sentire i rumori dall'esterno. ho quasi paura di rimanere in silenzio e al buio. premetto che mi è capitato spesso nel corso della mia vita.

    da che ho memoria, credo di aver fatto questo per anni e anni quand'ero piccolo: svegliarmi nel cuore della notte e andare nel lettone dei miei genitori. fino a quando durante la pubertà ho iniziato a dormire più tranquillo, non so come nè perché.

    vorrei tanto capire come mai.
    sono una persona ansiosa generalmente, ma lo sono da una vita eppure fino all'anno scorso dormivo tranquillo senza interruzioni.

    non mi è successo nulla di eccessivamente traumatico quando è iniziata, anzi.

    cosa può essere? a chi è capitato? come si risolve? la valeriana non serve a nulla.

    Il punto è che la morte non esiste e che Sei anche ora mentre vivi perché ricorderai chi sei stato anche dopo la morte fisica e sarà così perché non morirai e non morirai perché il tuo sé è spirituale e comunque sopravviverà al tuo corpo [...]

    Se sono ''immortale'' perché non ricordo vividamente ciò che ero prima della mia ''forma umana'' ?
    L'unico ricordo che c'è è nei deja-vu?