Ho una strana domanda, ieri in autobus di sera, pieno zeppo di persone di ogni etnia, di ogni età, cultura e personalità mi sono sentito come intrecciato in un disegno bizzarro.
Non saprei descrivere bene la sensazione che ho provato, oggi ci ho riflettuto e la cosa che mi ri da quella sensazione è uno dei tanti quadri di Pollock.
Mi chiedevo esiste un libro che cerchi di descrivere questa sensazione? O che ne abbia comunque a che fare? Mi piacerebbe leggere un libro del genere.
Messaggi di Chilogrammo
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Io prendo l'olanzapina, ed a volte qualche goccia di EN, se stai a leggere il bugiardino ti viene l'ansia, chi sa poi a te che soffri d'ansia come deve essere.
Però te le ha prescritte un medico, non uno spacciatore, lui sa quello che fa, questo dovrebbe farti rassicurare, no?
Sull'olanzapina uno degli effetti collaterali è:"morte improvvisa immotivata". Io ne ho parlato con il medico, lui mi ha detto che nel mio caso non era possibile, perché quello era un effetto che era stato riscontrato solo con le iniezioni, io prendo le pillole invece, però la molecola è la stessa e quindi sul bugiardino viene scritto ugualmente (la modalità di assunzione può variare gli effetti collaterali a quanto pare).
Sull'EN invece un effetto collaterale è il coma, ma non ho chiesto al medico, chi sa a quali dosaggi e a quali casi puo' succedere (sul bugiardino ci sono tutti gli effetti collaterali, ma tu non puoi sapere come stanno realmente le cose). L'EN non lo prendo quasi mai, però quando sono veramente distrutto e non riesco a dormire lo prendo e mi rilasso.
I farmaci mi hanno e mi stanno aiutando tantissimo, ho un immensa gratitudine nei loro confronti, anche se adesso sto scalando e vorrei arrivare a non prenderli più.
Sono come una stampella, non è detto che risolvono il problema, ma ti mettono nella condizione di poterlo fare ed è una cosa importantissima.
Come ha detto un altro utente, ormai siamo nel 2016, abbiamo medicine che prima le persone si sognavano, perché non sfruttarle?
E poi non solo i farmaci hanno possibili effetti collaterali orribili.
Le malattie hanno gli effetti collaterali più orrendi, morte, coma, depressione, suicidio, schizofrenia, demenza, ti tolgono letteralmente la vita nonostante tu sia ancora vivo. -
Credo il mio problema siano le persone, non mi aspetto niente di buono da loro, mi piacerebbe stare in compagnia, poter avere dei bei rapporti con le persone, e alle volte ci riesco, ci sono quei momenti in cui mi connetto con il mondo è mi sento guarito e di nuovo bambino, ma sento di avere in profondità nessuna passione per gli altri, non confido in loro, e spesso mi annoia o infastidisce stare con le persone, come se la crescita mi abbia rubato questo. E poi provo rabbia e da bambino non succedeva.
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Oh, quindi non è strana come cosa, la trovavo innaturale, non il suicidio o il pensiero del suicidio in sé, ma pensarlo o farlo quando si sta bene, uno credo che di norma va avanti e si fa forza proprio grazie ai periodi sì, non il contrario, ed invece può succedere di tutto.
Beh dai, però non sono muoruto ahahah :-DE (in realtà si, ora sono uno spettro Uuhuuu uuu!! :_N) -
Di solito si pensa al suicidio perché si sta male e quasi sempre non lo vogliamo realmente, perché abbiamo paura di provare dolore, di fallire, perché in realtà vogliamo vivere.
A giugno di questo anno ho avuto un momento di forte rabbia, mi faceva male la testa, verso l'una o le due di notte sono uscito di casa e sono andato a sdraiarmi su una panchina in una zona verde e mentre guardavo le stelle mi sono rilassato, ed è passata la rabbia, ed ero in pace con il mondo, poi ho visto dei palazzi li vicino ed ho pensato, adesso entro, salgo fino al tetto e poi mi butto giù, ma con una gran pace nel cuore, non mi importava se provavo dolore o meno, ho provato realmente il desiderio di terminare la mia esistenza li, volevo che quella sensazione di pace durasse per sempre.
Poi mi ha fermato il pensiero che i miei sarebbero stati male, mi son detto:" non poso fargli questo".
Vi è mai capitato di pensare al suicidio quando eravate sereni ed in pace con il mondo? Non è strano? -
Buon senso è ascoltare il medico, dire i farmaci fanno male senza nessua competenza al riguardo non fa bene, fa solo male a chi si fa suggestionare e smette per questo di curarsi.
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Un mese fa ero sfinito. Oggi grazie alla cura, farmacologica, sento di riprendermi la mia vita.
Il resto sono chiacchere.Concordo.
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Da uno nessuno e centomila.
Era proprio la mia quell'immagine intravista in un lampo? Sono proprio così, io, di fuori, quando - vivendo - non mi penso? Dunque per gli altri sono quell'estraneo sorpreso nello specchio: quello, e non già io quale mi conosco: quell'uno lì che io stesso in prima, scorgendolo, non ho riconosciuto. Sono quell'estraneo, che non posso veder vivere se non così, in un attimo impensato. Un estraneo che possono vedere e conoscere solamente gli altri, e io no', E mi fissai d'allora in poi in questo proposito disperato: d'andare inseguendo quell'estraneo ch'era in me e che mi sfuggiva; che non potevo fermare davanti a uno specchio perché subito diventava me quale io mi conoscevo; quell'uno che viveva per gli altri e che io non potevo conoscere; che gli altri vedevano vivere e io no. Lo volevo vedere e conoscere anch'io così come gli altri lo vedevano e conoscevano. Ripeto, credevo ancora che fosse uno solo questo estraneo: uno solo per tutti, come uno solo credevo d'esser io per me. Ma presto l'atroce mio dramma si complicò: con la scoperta dei centomila Moscarda ch'io ero non solo per gli altri ma anche per me, tutti con questo solo nome di Moscarda, brutto fino alla crudeltà, tutti dentro questo mio povero corpo ch'era uno anch'esso, uno e nessuno ahimè, se me lo mettevo davanti allo specchio e me lo guardavo fisso e immobile negli occhi, abolendo in esso ogni sentimento e ogni volontà. -
Ma lui chi è? ti sta dando la sua fiducia?
Forse sta male e sta trovando qualcuno, chiunque sia per sfogarsi, non lo trovo giusto in una chat con un'altra persona, ci sono altri modi.
Per quanto riguarda te, avere tatto è un conto, ma star male per lui è un altro, la tua mente non deve essere il suo cestino, o per lo meno io la penso così. -
Ma non sarebbe meglio lasciar stare? Se ha bisogno di aiuto psicologico può farlo da chi gli sta vicino, da un professionista o su un forum anonimo, in chat tu ti metti in prmia linea, ma questa persona chi è? Se vuoi conoscerlo perché ti piace è un conto, ma dover star male per lui mi sembra eccessivo.
Ti faccio un esempio, ho chattato con un emigrato africano che era in un campo vicino Napoli, giusto quattro chiacchiere, ha iniziato lui a parlare e connettersi con me, gli ho dato qualche parola di conforto, ma poi lo ho salutato e addio.