Messaggi di littlewombat

    ...Non ha senso cercare l'approvazione di chi non ti accetta. Lo so ahimé per esperienza diretta. Genera ulteriore disprezzo e perdita di autostima....

    Verissimo. Ma se nel tuo ambiente ci sono solo persone che non ti accettano? Come si fa? Alla fine uno è costretto ad isolarsi (come me nell'ambiente di lavoro)

    ....La gran parte della gente semplicemente passa il tempo con i propri cari, amici o familiari che siano, senza elucubrare chissà cosa....

    Sì, certi però sono molto socievoli, escono, viaggiano, si divertono. Altri stanno quasi sempre da soli. ...

    ...Il problema per chi, come noi, è solo, è - appunto - avere degli amici. O dei familiari con cui si è in buoni rapporti. Avere una vita sociale....

    Anche i miei amici sono un po' dei solitari come me...

    L'altro problema è che chi è solo di solito lo è da sempre, inteso almeno come dagli anni della formazione (adolescenza o poco dopo); mentre chi è abituato fin da subito a stare con le persone, tra le persone, mantiene questa capacità anche crescendo. E per essere stati abituati a stare con le persone occorre aver avuto una famiglia con la medesima abitudine

    Ora che mi ci fai pensare è vero: erano poco socievoli anche i miei. Non volevano mai nessuno per casa quando eravamo piccoli, non ci mandavano mai dagli amichetti, non andavano mai da nessuna parte. Qualche volta invitavano qualche parente a pranzo, ma basta. Eppure i miei fratelli sono socievolissimi, e la famiglia era la stessa. L'unica che sono diventata così, sono io :S

    Mi sa che la ricerca interiore non finisce mai... ma non vi voglio stressare, così mi farò un diario da qualche parte, giusto per tenere nota...
    Comunque, anche se non durerà, oggi sono soddisfatta. Da ieri mi sono messa in dieta (o qualcosa del genere: niente carboidrati, latticini, olio e zucchero) e oggi dopo il lavoro ho fatto una camminata di un'ora. Avevo dolori dappertutto, però ho continuato. Non si può aspettare sempre il momento giusto.
    Per il fatto di riprendere gli studi interrotti, ancora non ci riesco. Sono troppo deconcentrata. Non riesco a smetterla di scrivere nel forum, nonostante i buoni propositi... Dovrei smetterla di dire "dovrei", farlo e basta... Ammiro le persone tutte d'un pezzo, che quando vogliono veramente una cosa, la fanno. Io cambio di continuo idea. A volte combino qualcosa lo stesso, però è dura...

    MI FACCIO SCHIFO. Non volevo più scrivere niente nei forum per non perdere tempo. Devo fare le mie cose e mi dedico al cazzeggio. Forse perché le sento come un obbligo e non ne ho voglia. Ci ho pensato molto al fatto dell'invidia, viste le mie esagerate reazioni all'invidia altrui, e mi sono anche posta la domanda: non è che sarò invidiosa anch'io di qualcuno? Di qualcosa? Certo delle cose che non mi interessano non sono invidiosa. Fosse anche essere miliardaria, non è nelle mie priorità.
    Però magari delle cose che mi interessano? Ci ho pensato su molto, poi mi è venuto un flash. Mi ero appena svegliata dall'anestesia dopo un intervento. E' entrata la dottoressa di guardia e, per un istante, vedendo quel camice, ho sentito... di odiarla! Ero un po' intontita: sotto l'effetto delle droghe l'autocontrollo era minore. La odiavo proprio perché portava quel camice, e avrei voluto moltissimo ESSERE LEI. Lo ammetto. Il mio più grande desiderio fin da piccola sarebbe stato fare il medico. Poi la mia carriera "sanitaria" si è svolta invece, sfortunatamente, solo come paziente. Nella vita faccio tutt'altro. E non invidio i medici, anzi li ammiro moltissimo: salvano molte vite, sanno un sacco di cose, hanno un lavoro molto pesante e pieno di responsabilità. Ma chi lo sa in quel momento che significato aveva per me l'essere un medico: so solo che, sicuramente, io non potrò esserlo mai.
    Altre cose che mi fanno invidia sono legate alla mia vera o presunta introversione: invidio le persone che si divertono nelle occasioni sociali. Le vedo che chiacchierano e che ridono molto divertire, e non posso fare a meno di chiedermi cosa avranno di così divertente da dirsi o da fare. Io alle feste non mi sono mai divertita per niente. Le trovo di una noia mortale. Oppure invidio un po' le coppie felici. Io non ci sarei portata, per via del mio carattere. Però sento tutto questo come una mancanza, qualcosa di cui sono stata privata e che non potrò mai avere. Il mio carattere è questo, e non saprei cosa fare.
    Ah mi dimenticavo... se a qualcuno interessa... stanotte ho letto un'anteprima di un libro sull'invidia. Pare che invidia e gelosia siano legate oltre al narcisismo, anche al disturbo ossessivo, quindi all'ansia... Non so che attinenza abbia la cosa, però boh, potrebbe c'entrare.

    Sono tornata alle mie cose, ma non mi passa. Se degli estranei ormai non mi importa più, non riesco a fare a meno di pensare a cosa ha voluto dire per me avere un genitore invidioso. E' un qualcosa che ha interferito con tutta la mia vita. Cerco di pensare che gli invidiosi sono persone insicure, che il narcisismo ormai pare sia la normalità, tanto che lo hanno addirittura cancellato dalle patologie psichiatriche. Ma non me ne faccio una ragione. Le persone che ti vogliono bene sono contente quando le cose ti vanno bene. Le persone invidiose sono persone che ti odiano. Come può un genitore odiare un figlio? Cerco di razionalizzare pensando che i figli nascono e basta, non sempre voluti. Spesso agli uomini dei figli non importa molto. Talvolta niente. A volte addirittura li abbandonano per menefreghismo. Cosa resta? Non c'è odio per mio padre. C'è un grande VUOTO. Io gli voglio bene nonostante tutto. Cerca di "fare il genitore" come meglio può. Un tempo disse "non mi importa che mi amiate. Dovete solo portarmi rispetto (questo implicava che lui non era tenuto a rispettare noi)". I padri padroni un tempo erano comuni, io ho una certa età. Ma il vuoto non se n'è mai andato. Persone egocentriche che pensano solo a sè stesse. Forse per questo non ho più voluto nessuno dopo l'ex. Tanto per cambiare narciso pure lui. La grande impresa sarebbe quella di farcela da soli, nonostante questo vuoto che ti tiri dietro per tutta la vita. Di essere solo una cosa inutile, indesiderata o addirittura odiata fin dall'inizio. Quasi un peso. Qualcosa che lo mette in competizione per l'amore della madre. Un adulto in competizione con una neonata!!! Tra l'altro figlia sua (ma certi uomini non sono mai sicuri neanche di questo, neanche se hanno ventisette prove del DNA davanti). E' questo che fa male. E che forse si continua a vedere nella malevolenza degli altri. Riuscire a farcela da soli, malgrado loro, malgrado tutto. Finora non ne sono stata capace. Non lo so se un giorno tutto questo mi passerà, e se mai un giorno ci riuscirò :( .

    MB, ci sono delle dinamiche di gruppo sui posti di lavoro, con la formazione di gerarchie non istituzionali, ed eliminazione dal gruppo delle persone indesiderate sotto forma di maldicenze e di mobbing. Ma qui si andrebbe a parare in argomenti fuori tema, per cui non mi addentro. In ogni caso, anche se non so come difendermi, se queste persone hanno espresso queste convinzioni, ora sono giunta alla conclusione che... se le tengano pure. Per quanto dipende da me, cercherò di fare il meglio possibile NONOSTANTE le persone negative. Se poi mettono i pali tra le ruote in modo esagerato, vedrò di prendere dei provvedimenti adeguati, però ho deciso di PERDONARLI. Non li odio più. Se vogliono rodersi il fegato per cose assurde, facciano pure: ci staranno male soprattutto loro. Io cercherò di andare avanti, e chi lo sa, magari prima o poi potrebbe capitare un occasione migliore, e anche l'ambiente e quelle persone potrebbero cambiare. Mai dire mai, però non bisogna mai fermarsi, perchè, chi si ferma è perduto.

    Oggi che è il mio ultimo giorno di ferie, volevo smetterla di pensare e tornare alle mie cose e ai miei progetti abbandonati da tempo, ma mi pareva che mancasse qualcosa...e questo senso di incompiuto mi perseguitava per tutto il giorno. Poi, mentre preparavo da mangiare, c'era la TV accesa e stavano trasmettendo un programma di detenuti. Non so, forse era qualcosa di vagamente religioso, cosa che non mi interessava minimamente (io non sono religiosa). Stavo per cambiare, ma captai involontariamente qualcosa di quello che stavano dicendo. Mi pareva che i galeotti non fossero per niente pentiti del male che avevano fatto agli altri (si parlava di omicidi, non di bruscolini) si parlava di perdono, di difficili condizioni delle carceri, di riabilitare chi aveva sbagliato. Il mio primo sentimento fu di RABBIA. Loro non si pentono ma vorrebbero tutti i benefici, e noi li dovremmo addirittura PERDONARE!!!. Mettevano proprio il dito nella piaga, in quanto io, se pur non mi vendico, non riesco assolutamente a perdonare chi mi ha fatto del male. Qualcuno, forse un prete, in un'altra trasmissione disse che misericordia viene dalla parola misero, non nel senso di povero, ma nel senso di MISERABILE, nel senso di persona spregevole. Perchè quindi dovrei addirittura perdonare delle persone spregevoli che mi hanno fatto del male? Una signora nella trasmissione di questa mattina disse queste parole: LE PERSONE RANCOROSE SONO BRUTTE. Fu come se mi guardassi allo specchio, arrabbiata e furiosa, incapace di continuare le mie cose e la mia vita per non aver avuto la possibilità di fargliela pagare a chi mi aveva impedito di essere me stessa. Così, per farla pagare a loro, alla fine, LA STO FACENDO PAGARE A ME!!!. Questa consapevolezza, indirettamente, mi ha fatto stare un po' meglio, perchè almeno, anche se non so come comportarmi nei casi concreti, ho capito dove stava il problema. Grazie ancora a tutti voi per avermi aiutato in questa ricerca interiore. Spero che possa servire anche a voi, come è servita a me. Un grosso saluto a tutti! ;)

    Anzi, penso che anche scrivere sul forum sia una scusa per non fare quello che dovrei fare. Odio i doveri che mi sono imposta da sola. Odio dover fare qualcosa per forza, senza averne voglia, solo perché bisogna. Un conto è fare qualcosa spinti dalla forza del desiderio, e un conto è trascinarsi a fatica in un mare di doveri. Ma non potrò mai dare una svolta alla mia vita continuando a vivere nello stesso modo di come ho sempre vissuto. Facendo le stesse cose, otterrò sempre gli stessi risultati. Lo so che è difficile, ma nessuno verrà mai a salvarmi se non mi salvo da sola. La responsabilità che ho sempre per gli altri non riesco ad averla in primo luogo per me stessa. Perché? Perché devo sempre pensare che gli altri hanno la precedenza su di me? Che la loro vita sia più importante della mia? Le loro cose più urgenti? La loro felicità più importante? E io? Perché mi stimo così poco da non impiegare un minuto di tutto il tempo che dedico a loro, soltanto PER ME? Penso che sono talmente uno sfracello che è una mission impossible fare qualcosa. Tempo perso, fatica buttata. Eppure la vita è una sola, e il tempo passato non ritorna mai più. Ora, in questo preciso momento, devo smetterla una volta per tutte di rimuginare e di scrivere. Devo smetterla di pensare e devo cominciare a vivere. Ora o mai più. Adesso. Scusatemi se vi ho scocciato con le mie lagne, e grazie di tutto. Vi voglio bene, abbiate cura di voi. Un saluto a tutti.
    Little Wombat

    si avvicina l'anno nuovo e faccio come sempre un bilancio delle cose fatte e non fatte.
    Fatte: nessuna
    Non fatte: praticamente tutte.
    Nonostante ogni anno, all'inizio dell'anno, decida di finire gli studi, di mettermi in dieta, di iscrivermi in palestra, di imparare questo o quello. Ma alla fine non combino mai niente. Ogni anno alla fine dell'anno posso solo constatare che, anche quest'anno, nessuna delle cose che volevo fare l'ho portata a termine. Forse perché non mi interessavano veramente? Forse perché sono pigra? Forse perché sono stata distolta da altre cose più importanti?
    Ogni anno sono un anno più vecchia, ma mi lascio semplicemente vivere, come negli anni passati. Ma poi, mi dico, chi l'ha deciso che devo fare tutte queste cose? E' proprio obbligatorio? Non le ho fatte finora e non è successo niente di male. Niente di bene, però. Semplicemente il nulla. Vegetare. Poi mi dico che non ha senso autoimporsi di fare delle cose che in realtà non interessano, anche se farebbero bene. Tutti dicono che sbaglio. Probabilmente hanno ragione. Ma non mi riesco a convincere lo stesso. Me ne pentirò un giorno. Riesco a vedere solo il presente. Il futuro non riesco a concepirlo. Finchè non è diventato presente, per me, non esiste.

    Sì Diverso, infatti poi ho fatto il test dell'introversione, e non sono risultata introversa (l'ho scritto da un'altra parte). I problemi evidentemente sono altri. Alla fine però mi sto convincendo che ci sono varie gradazioni di introversione nelle persone.
    Quando come in questi giorni di festa non ho niente di particolare da fare, mi annoio molto. Anch'io comincio varie cose e non ne concludo nessuna. Forse è vero che ci sono troppi stimoli in giro, e per le persone curiose è un bene ma anche un male. Perché si cominciano tante cose ma non si approfondisce niente. Non mi pare che niente valga la pena di essere portato a termine. Alla fine mi lascio vivere come in letargo. Mi domando che scopo abbia una vita come questa...