Messaggi di layton

    anche se non sono un esperto so che ci sono vari gradi e tipologie di depressione, non è che per forza bisogna rimanere a letto tutto il giorno per esserlo! Ci sono le forme leggere ma croniche e il disturbo depressivo di personalità che è quello che mi è stato diagnosticato, non è solo noia :huh:

    Mark, se il tuo problema è la paura che i tuoi familiari possano essere contrari alla tua scelta io credo che la tua situazione non sia così pessima, nel senso che dovresti parlare chiaro con i tuoi genitori e porti con loro in una condizione di parità e non di sottomissione, parlo sempre in linea teorica, non conosco le tue dinamiche familiari..è solo quello che farei io. D'altronde non ce ne deve fregare niente di quello che pensano familiari, parenti e amici, perché loro la loro vita se la sono fatta, hanno fatto le loro scelte, e noi dobbiamo fare la stessa cosa! Perché sacrificarsi per il lavoro è una cosa che ci può stare, prendere dei farmaci per lavorare, che poi anche se sporadicamente è quello che faccio anche io, è una cosa che non va bene.
    Quello che ti frena è esterno a te (la tua famiglia), quello che frena me invece è dentro di me: ho paura che lasciando l'attuale lavoro, vista la mia età di 37 anni, potrei non ritrovarlo in tempi brevi o forse anche mai più, oppure a condizioni ancora peggiori.
    Per esperienza ti posso dire che un periodo di 2-3 mesi di pausa dal lavoro può essere utile, lo so che non è risolutivo perché poi bisogna ritornarci, però a me un periodo di 2 mesi di pausa mi ha permesso di riprendermi, di riposarmi e di mettere a fuoco delle problematiche della mia vita che andavano affrontate. I tuoi ti fanno la guerra? in che senso, uno non può stare male, o prendere una pausa? Saranno cavoli tuoi no? ;)

    ciao, mi ritrovo in alcune cose che hai scritto, soprattutto sul lavoro! Anche io ho un lavoro a tempo indeterminato, abbastanza sicuro, rapporti con i colleghi non buoni, zero possibilità di carriera ed è anche mediamente faticoso, insomma un inferno che mi ha rovinato la vita. Anche io vorrei tanto cambiare, addirittura lasciarlo anche senza averne un altro pronto, visto che qualche risparmio ce l'ho, ma nessuno mi incita, vengo scoraggiato da tutti, non hanno fiducia in me.
    Me lo dico sempre, da anni che la vita è una e bisogna trovare il coraggio di cambiare, ma poi mi trovo ogni maledetta mattina a svegliarmi con la nausea per quello che dovrò affrontare.
    Sicuramente non dobbiamo dare retta agli altri e meno che mai ai genitori. Loro anche se ci vogliono bene, tendono a preferire che scegliamo strade non rischiose, penso sia un meccanismo inconscio che li preserva dall'avere problemi. Ecco perché dobbiamo dare retta a noi stessi, solo ed esclusivamente a noi stessi.
    Cosa posso consigliarti, al lavoro prendi un periodo di aspettativa o di malattia, giusto per ricaricarti un po'.

    cerca di vivere serenamente, d'altronde quando i genitori non sono più giovanissimi è un'evenienza a cui bisogna pensare per essere preparati, ma non ossessivamente, bensì come una cosa che fa parte della vita.
    Se poi dici che dimostrano meno anni di quelli che hanno è già buon segno.
    Mia zia è diabetica grave da 20 anni, ora ha più di 80 anni ed è in buona forma. Con le cure e lo stile di vita giusti si può vivere a lungo, tranquillo.
    Tutte le patologie tolgono anni di vita, l'uomo è programmato per vivere fino a 120 anni, ma nessuno ci arriva perché qualcosa viene sempre, se non è diabete è ipertensione, artrosi. etc.
    E' una cosa a cui penso anche io, ma non ci si può far niente, ossessionarsi è solo dannoso, per te e per loro.

    La solitudine di per sé non sarebbe il male assoluto, però lo è in una società che è ancora strutturata sulla coppia. Penso che se la maggioranza fosse single, a nessuno peserebbe la solitudine.

    Purtroppo non basta "non pensarci", la ragazza c'è chi ha facilità a trovarla e chi no.

    Poi certo se ci si mette ad osservare bene quello che avviene nelle coppie c'è spesso da mettersi le mani nei capelli, però il pensiero va sempre al fatto che chi è in coppia secondo la nostra mente sta meglio, ha qualcuno con cui condividere gioie e dolori..ha un riferimento. La paura di stare soli per me non è paura della solitudine, ma la paura della mancanza di un riferimento in caso di bisogno. Lo so che è un ragionamento mediocre, ma spero che qualcun'altro possa condividerlo e consigliarmi su come superarlo oppure se l'ha superato.

    Anche io, nonostante che sono indipendente e posso stare anche senza una donna, ho paura di restare solo in futuro, essendo figlio unico e i genitori si sa non sono eterni. So che è un modo sbagliato di approcciarsi alla vita, anche io fino a poco tempo fa' non l'avrei mai pensato, ma ora ci penso, con conseguenti ansie a non finire.
    Non credo che la ragazza aiuti a risolvere i nostri problemi, anzi.. potrebbe anche far peggio, prima bisogna stare bene e in equilibrio con se stessi, poi ci si rapporta con l'altro sesso.
    Riguardo allo psicologo non saprei che dirti, forse potrebbe aiutare, anche perché non è facile parlare di queste cose con le persone comuni.