Claudia scusami, forse il mio post è stato troppo superficiale. E' chè da mesi sono piccato con me stesso per le scelte che ho fatto nelle mie relazioni passate, soprattutto nell'ultima. Così, quando scorgo casi che somigliano al mio, tendo sempre a "suonare l'allarme" 
A parte la frase che ho citato prima, leggendo che dopo pochi mesi la tua relazione è finita, posso supporre una cosa: come anche io ho sempre fatto, scegli con poca attenzione i tuoi partner. Mi pare abbastanza evidente: una relazione iniziata con la giusta coscienza di avere al proprio fianco una persona adatta a sè -a meno di gravi imprevisti ed eventi particolari- non finisce dopo così poco tempo!
Il semplice piacersi (ovvero: la sensazione di attrazione che proviamo verso una persona conosciuta superficialmente) non è sufficiente per iniziare un percorso. Ci ho messo 28 anni a scoprirlo ma tant'è, e non credo si tratti di mia opinione personale.
Ha sempre funzionato così: tu mi piaci; io ti piaccio? Perfetto! Pronti, via! Poi, come va, va. Sempre con poca consapevolezza di ciò che l'altra poteva offrirmi in termini fisici, emotivi, di condivisione, caratteriali etc. - e infatti quasi sempre è stato un disastro.
La mia ultima storia è abbastanza significativa per spiegarmi meglio: due anni fa conosco una ragazza, 4 anni più giovane di me: lei mi piace, io le piaccio. Subentra immediatamente il sesso, fantastico e sconosciuto a tali livelli per entrambi -che proprio due novellini non eravamo, sottolineo- e ciò contribuisce decisamente a far nascere il sentimento. Dopo un paio di mesi, però, nonostante l'innamoramento che sentivo arrivare, noto che con questa ragazza io ho poco a che fare: lei non condivide i miei interessi; io non ho praticamente la possibilità di farlo, non avendone lei di concreti. Sarà stata l'immensa complicità fisica, anche quella discreta mentale e una certa mia predisposizione, naturalmente giunta con l'età, alla relazione seria, impegnativa e stabile... insomma, decido comunque di andare avanti, tralasciando quello che consideravo importante per la mia gioia personale, a favore del benessere di coppia.
E cosa è successo? Che mi sono spento, mi sono annullato. Io ho una grande passione: la musica -suonata, vista, ascoltata, collezionata-, fulcro ASSOLUTO della mia vita. Ciò non era non solo non condiviso, non solo non valorizzato ma neppure considerato. Ho creduto di poterne fare a meno, ma ciò ha avuto effetti devastanti. Sotto questo punto di vista mi ritengo una persona limitata, ma è così: per sentirmi stimolato, ho bisogno di una persona che almeno apprezzi ciò che piace a me. Altrimenti, altre ad "afflosciarmi" dentro, non riesco neanche ad offrire grossi stimoli all'altro.
E' successo che dopo un anno e mezzo, con l'appassire della passione carnale -cosa naturale e prevedibile in tutte le coppie- si è sgretolato anche il rapporto, semplicemente perchè era basato su un qualcosa che sì, ci si illude che possa durare per sempre -ovvero, quel semplice e superficiale PIACERSI che è durato pure troppo tempo, nel mio caso!-, ma così non è, MAI. E la maturità di voler affrontare anche i periodi NO che una relazione prevede c'era solo da parte mia. Così sono stato lasciato, senza tanti fronzoli. Quando di mezzo c'era ancora un grande amore da parte mia, perchè se noi umani riusciamo a nutrire amore verso gli animali che qualche limite ce l'hanno, figurati verso una persona con cui si condivide molto tempo. E' finita una storia che credevo dovesse essere quella della mia vita. Credenza che, ripeto, derivava da non so cosa, vista la scarsa compatibilità.
Oggi ringrazio, se esiste, quell'entità superiore o il semplice destino che mi ha condotto a vivere questa esperienza. A certe consapevolezze sarei voluto arrivare ben prima che alla soglia dei 30 anni, l'età in cui cominci a fare un primo serio bilancio della tua vita, ma meglio tardi che mai. Alcuni ci arrivano in età molto più avanzata quando riprendere la "retta via" è difficile; altri addirittura non hanno conosciuto questa fortuna.
Chiedo scusa per la digressione, ho scritto fin troppo - forse perchè ho ancora bisogno di sottolineare a me stesso gli errori commessi per non ripeterli.
Ma quale è la morale della triste favola di fuoco_fatuo?
Ecco: cercate persone che siano affini, MOLTO affini a voi. Non accontentatevi MAI. E' un errore che rischiate di pagare molto caro.
Qualcuno che avete conosciuto da poco vi piace? Prima di finirci a letto o che subentri un legame affettivo, magari favorito da un bisogno -naturale e comprensibilissimo- di calore umano, imponetevi di sviscerarlo per bene. Cercate di frenare gli impulsi, vivete il rapporto nascente come un'amicizia, senza paura che l'altro possa fraintendere le intenzioni. Tanto se c'è vero interesse dall'altra parte mica scappano, eh! E se lo fanno, meglio così.
Capitene il carattere, gli interessi, la personalità. Una volta più chiare le idee, nonostante non si finisca mai di conoscere l'altro, sarà più facile prendere decisioni senza incappare in sofferenze e tranvate varie. Questo è lo "schema" che attuerò d'ora in avanti.
Credo possa funzionare per tutti.