Ciao a tutti, dopo tanto tempo ho recuperato l'accesso al forum... anche se non ho mai smesso di leggervi qua e là 
Ho bisogno di sfogarmi. Per farla breve, poche settimane e lascerò la mia amata casa, quella dove vivo da oltre quindici anni e che ho venduto per acquistare una casa più grande.
Era un nostro progetto familiare e di vita, da sempre desideravamo una casa più spaziosa, specie da quando siamo in quattro. Dovrei essere felicissima, mio marito per esempio lo è, anche perché come sempre abbiamo fatto tutto da soli, senza l'aiuto di nessuno e lui è giustamente fiero di questo traguardo. Era però una di quelle idee che in fondo credevo non si sarebbero mai concretizzate... e invece, lo scorso anno abbiamo iniziato la ricerca (su spinta di mio marito) e nel giro di poco tempo abbiamo trovato quello che, almeno sulla carta, faceva per noi: nel nostro budget, con spazi per tutti, un po' di verde, nello stesso quartiere dove siamo adesso e dove ci piace stare, eccetera. Abbiamo fatto una proposta, che è stata accettata, poi messo in vendita la nostra vecchia casa: io accarezzavo il sogno di metterla in affitto, perché restasse di mia proprietà dato che sono legata follemente a queste mura, ma purtroppo per ragioni di budget e mutui non è stato possibile.
Alla fine, tutto è andato al suo posto e siamo giunti al momento tanto atteso e temuto: il trasloco.
Il problema? Io sono sotto un treno.
Non ho ancora fatto mezzo scatolone, e non faccio che ripetermi che diavolo ho fatto, perché ho venduto la casa che amo tanto e dove siamo stati felici... mi sento come se stessi dicendo addio a una persona cara, persa, come se stessi saltando nel vuoto. Non ho più il terreno sotto i piedi, vado a letto la sera e non riesco a dormire, mi manca il respiro quando penso che tra poche settimane sarò in una casa nuova che non sento mia, e che non mi ha rapito il cuore. E che per questa casa lascio il mio nido, che mi ha accolta e protetta per quasi metà della mia vita.
Quando ho acquistato questo appartamento ero così felice. La prima sera, quando finalmente mi misi a letto, piansi di felicità. Adesso non faccio che piangere dal dispiacere, mi sento costretta, come se mi avessero obbligata, e in più cerco di non farmi vedere dai miei bambini perché non voglio trasmettergli il mio stato d'animo: anche loro non sono felicissimi, dicono che la vecchia casa gli mancherà, e a maggior ragione non voglio gravarli di angosce non loro.
La verità è che mi sono pentita, contro ogni razionalità, se tornassi indietro di un anno con questa consapevolezza fa non farei un bel niente. Me ne ero già resa conto prima, ma tirarsi indietro a quel punto avrebbe significato perdere la caparra e altri soldi già versati per alcuni arredi, tanti soldi per una famiglia come la nostra, e quindi non mi è rimasto che andare avanti, anche perché mio marito me lo avrebbe rinfacciato a vita, anche giustamente, non solo per i soldi ma anche ogni volta che ci saremmo trovati scomodi o stretti, senza privacy, specie andando avanti con i figli che crescono.
E poi, appunto, in famiglia non ci sono solo io. Mio marito è entusiasta: per assurdo i ruoli si sono ribaltati, quando abbiamo comprato questa casa io me ne ero letteralmente innamorata, vecchiotta ma con tanta personalità, mentre lui era scettico e convinto più dal prezzo conveniente e dal mio entusiasmo. Adesso, mio marito adora la casa nuova, invece per me non è scattato l'amore: era perfetta per noi sulla carta, mi sarebbe dispiaciuto perderla perché non era facile trovarne una con questi spazi e così ben tenuta, con praticamente nulla da fare, e ho pensato che una volta sistemata secondo il nostro gusto mi sarebbe piaciuta.
Invece più ci avviciniamo al momento più la sento come ostile, non faccio che fare confronti in cui la nuova casa esce quasi sempre perdente. Mi sveglio e faccio colazione nella mia cucina, con i miei alberi fuori dalla finestra e le mie cose, e in ogni gesto ripetuto miliardi di volte è come se dicessi addio a questa parte della mia vita, ed è durissima. A 40 anni non direi mai a nessuno che non è giovane, figuriamoci, eppure è come se io mi sentissi già troppo vecchia per cambiare, come se stessi dicendo addio a tanti momenti felici e con la paura che non torneranno.
E in effetti no, ci potranno anche essere bei momenti ma tante cose non torneranno davvero: le gravidanze, i nostri figli neonati e piccoli piccoli, tante esperienze, noi due giovane coppia... tutti mi dicono che ne avremo altri, ma io ho sempre avuto paura del futuro. E intanto, il passato è passato, rassicurante... ci sono stati anche momenti tristi o difficili in questi anni, certo, ma alla fine tutto è andato per il meglio. E noi non ringiovaniamo di certo, la vita sempre più difficile per tutti, piena di incognite.
Il cambio si è reso necessario anche per motivi di spazio, qui non ci stavamo davvero più... però mi dico che è anche colpa mia, avrei potuto essere più ordinata, comprare meno cose, e restare qui. O che avremmo dovuto fare dei lavori per sistemarla o investire per arredarla meglio... ma anche adesso stiamo spendendo un sacco di soldi, e invece avremmo potuto fare quei meravigliosi viaggi che non abbiamo mai la possibilità di fare. Idee, dubbi continui, in ogni momento, che non mi danno tregua. E quasi nessuno con cui parlarne: tutti mi dicono che mi passerà (lo spero) mia madre mi dà della pazza (lei ha cambiato parecchie case ma non è sentimentale, anzi, e oltretutto pensa che la mia nuova casa sia bellissima) mio marito mi capisce, ma fino a un certo punto. Ed è vero, vero quello che mi dicono, che sarà una bella avventura di famiglia, ma più vado avanti più che essere felice e entusiasmarmi nel vedere la casa che prende forma, sono sempre più triste e angosciata, vorrei solo mettermi nel mio letto e svegliarmi scoprendo che è stato tutto un sogno. E poi mi do della scema, perché faccio un sacco di storie invece di vedere i lati positivi. Quanto ho desiderato due bagni, quante volte ho pensato che qua dentro con due adolescenti sarei impazzita, quante volte ho maledetto il caos... perché in fondo pensavo che le cose non sarebbero mai cambiate.
Nel futuro però continuo a vedermi in questa casa, non riesco a immaginarmi altrove, tanto meno in quella nuova!
Non mi ci vedo viverci, fare le cose più normali, come se avessi una sorta di rifiuto.
E nessuno mi capisce, non ho nessuno con cui parlarne davvero. Tra pochissime settimane sarò in un posto nuovo, e so già continuerò a rimpiangere queste mura. Sarà così, ne sono certa perché mi conosco, ho lasciato il cuore in ognuna delle case in cui ho vissuto, una in particolare... e mi manca da sempre, tuttora. Questa è stata la prima veramente mia, un grande traguardo per me, quella in cui ho vissuto più a lungo. Con che coraggio chiuderò quella porta? Perché me ne vado, quando sto così bene qui? Chi me lo ha fatto fare? 
Dovrebbe essere una cosa bellissima e io invece la vivo come una disgrazia, una specie di lutto... ho paura di stare esagerando e ho quasi vergogna di questi miei sentimenti.
Stasera per esempio ho passato una bella serata fuori, eppure il tarlo è sempre lì, la consapevolezza di aver fatto un errore, e un dispiacere di fondo che diventa sempre più forte e macchia tutto. Ho anche pianto senza farmi vedere tornando a casa in macchina.
Dico addio in ogni gesto, ma è come se non ci credessi davvero e questo mi fa paura. Mi sto preparando psicologicamente al cambiamento, consapevole che ci vorrà del tempo, ma quanto? Succederà mai?
Sono piena di dubbi anche nelle cose più stupide e che dovrebbero darmi gioia: perché ho comprato quella cucina e non un'altra? Perché non tengo il mio vecchio tavolo, perché ne ho comprato uno nuovo? Non mi sembrerà ancor di più la casa di un estraneo?
Non riesco nemmeno a giudicare lucidamente la nuova casa, persa in questo mare di emozioni quasi tutte negative, e non riesco a capire se non mi piace veramente e non mi ci sento a mio agio per via di questi miei sentimenti e paranoie o se davvero ho sbagliato ad accettare di acquistarla perché tutti mi dicevano che era perfetta per noi, e in effetti in un certo senso lo è, considerando poi che eravamo già al limite del nostro budget e non avrei certo potuto pretendere chissà che. Ma forse avrei dovuto seguire il cuore, il primo istinto in cui non mi aveva colpito positivamente: tante volte ho pensato di aver comprato questa dove vivo adesso spinta dal cuore e non dalla testa, ma in fondo non ho fatto bene? Per me nulla è più bello della mia vecchia casa, lo è sempre stato. E come mi sento sciocca adesso, quando penso che a volte mi sono vergognata perché in certi periodi abbiamo frequentato spesso persone molto benestanti e quasi mi sentivo in imbarazzo a invitare... adesso a volte mi sento dire quanto è accogliente, gli amichetti dei miei figli la adorano, e ancora una volta mi chiedo se ho sbagliato.
Razionalmente non è così, ripeto, gli spazi erano davvero risicati, in fin dei conti siamo a poche centinaia di metri e non dall'altro capo del mondo, e poi forse è giusto evolversi, e cambiare... forse l'immobilità, le paure che mi frenano, non sono nemmeno positive. Lo stress e la nostalgia sono normali, okay, ma perché ci sto così male?
Mi piacerebbe sapere le vostre opinioni, e le vostre esperienze in merito.
Grazie per avermi ascoltata.