Se non è traumatizzato, è ugualmente una vittima? E chi lo sa. Convincerlo che è una vittima, a mio avviso, rischia di suggestionarlo a convincersi anche di avere un trauma: "hai subito", ma non è detto che sia vero, perché se nella sua innocenza ha invece vissuto il tutto in naturalezza, senza il minimo giudizio.
Capire cosa vive e prova lui è esattamente la ragione che mi ha spinta a comporre il mio post 95.
Io posso capire (sbagliando sicuramente di molto) quel che proverei io al suo posto, semplicemente perché non ho subito i suoi stessi condizionamenti.
Ma questo fa una differenza insanabile: di quel condizionamento, non avendolo subito, ho certamente un'idea molto diversa da quella sua. Senza merito o colpa di nessuno, tra Vainar e me.
Poi resta l'oggettività nelle sue mille sfaccettature, e per me, che non ho subito lo stesso suo condizionamento, sarebbe cosa agile tracciarne i confini.
Non intendo farlo per non condizionare in alcun modo le sue risposte, se si sentirà di darne.
Ma credo siano importanti le sue risposte, e comunque non trovo affatto che non sentirsi traumatizzato oggi (ove così fosse) equivalga ad alcun "ah, beh... allora tutto OK!".
D'altra parte, il senso della manipolazione condizionante è proprio quello di ostacolare con suggestioni ogni riflessione sensata e completa della vittima.
Può bastare l'esempio delle "truffe amorose"?... O aspettiamo che una vittima di truffa amorosa, nel pieno dell'overdose emozionale indotta, abbia solo il sospetto di essere truffata? Ma per carità! Lo nega anche se glielo prospetti... Ciò non esclude alla vittima il trauma pesantissimo ex post: quando deve capire per forza perché lei/lui non ha più un euro e il "grande amore" è sparito.