Tornare a vivere dopo 20 anni di depressione... si può?

  • Anche io devo andare in una comunità psichiatrica purtroppo. Non so se riverso le mie paure sull'aspetto estetico trovandone di nuove. Penso di no. I tatuaggi sono indelebili come le cicatrici e non riesco ad accettarli.


    È una questione di accettazione di quello che sono a livello di immagine, che non riesco lontanamente a farmi piacere.


    Il tatuaggio sopra il pube mi crea vergogna quanto la cicatrice. Non so nemmeno se posso rimuoverlo perché lo ha fatto un non professionista, e io pensavo invece lo fosse perche aveva il suo studio.


    Che dire ragazzi, qui non ci si rialza più.

  • Non so se riverso le mie paure sull'aspetto estetico trovandone di nuove. Penso di no.

    Se non è così, rimossi i tatuaggi dovrebbe risolversi, comunque penso sia rimovibile come gli altri anche quello fatto dal non professionista, perchè l'inchiostro penso sia lo stesso, lo vendono di varie marche, difficile l'inchiostro fosse "home made".

  • Ciao, ho 43 anni e sono in una situazione con qualche similarità. Nessun rapporto sentimentale. Depressione e vita sociale in calo per più di 10 anni. Verso i 38 mollo il mio hobby/compulsione principale sostituendolo con film e serieTV... dopo qualche anno mi rendo conto che i mei pensieri ricorsivi sono monologhi, sto cercando qualcuno con cui parlare nella mia testa invece che nel mondo reale. Dal 2020 ho avuto 3 crisi depressive, antidepressivi provati pochissimo e con varie controindicazioni.

    Nell’ultimo anno mi si è accentuata la solitudine, specie nel fine settimana. Ho provato a rientrare in contatto con un vecchio amico...nada. Mai conosciuto nessuno di persona sui social, ho provato Tinder da 2-3 settimane e mi sa che è meglio se lo disinstallo o mi deprimo e mi viene l'ansia e paura se faccio match.


    A fine mese vado in psichiatria all’ospedale. Spero ci si possa sostenere a vicenda.

    Benvenuto, ti consiglio di aprire un thread in cui racconti meglio la tua storia, così può passare inosservato.
    Chi ti ha prescritto gli antidepressivi e per quanto tempo li hai presi?
    A fine mese fai un ricovero?
    Capisco bene la solitudine e i weekend a guardare serie tv a ripetizione.

  • Mi viene il dubbio che anche il mio problema di non auto accettazione di altra natura ormai lo sia (un doc).

    Qual è la tua problematica principale? Il DOC va curato con gli stessi medicinali per la depressione se non erro; mi hai detto che prendevi l'iperico, ma come la melatonina sono medicinali blandi che fanno poco in situazioni più complesse. Vedi un dottore?

  • No i tatuaggi troppo in profondità non si possono cancellare del tutto purtroppo.

    Rimangono come marchi.


    E qui vi chiedo come è possibile accettare un tatuaggio trasgressivo che è di un'età che nemmeno ho vissuto.

    Non riesco a sposarlo con l'uomo che vorrei essere.

  • Qual è la tua problematica principale? Il DOC va curato con gli stessi medicinali per la depressione se non erro; mi hai detto che prendevi l'iperico, ma come la melatonina sono medicinali blandi che fanno poco in situazioni più complesse. Vedi un dottore?

    No, non vedo nessuno, avrei un po' l'abitudine di fregarmene o di cercare di arrangiarmi in tutto quello in cui posso.


    Ho chiacchierato tempo fa della questione sul forum. In pratica, ho un problema di non auto-accettazione a livello caratteriale, come Martin lo ha a livello fisico. Anche il mio noto ultimamente che forse tende a shiftare, nel senso che se arrivo a maggior accettazione di me su un punto che era quello iniziale (ora lo lascio da parte), poi tendo a fissarmi di più su aspetti secondari negativi della mia personalità.


    Questo per continuare probabilmente a giustificare il sentimento di auto-odio che ormai è cementato, riflettevo a prescindere dalle cause che lo hanno generato.


    Ad esempio, ultimamente tendo a centrarmi sul mio aspetto della pigrizia, come Martin sui tatuaggi, che per carità, saranno aspetti magari anche realmente negativi, ma poi diventano strumentali a un sentimento che è ormai diventato un'abitudine di atteggiamento verso sé stessi, e da qualche parte deve rispuntare fuori.


    Non rubo comunque altro spazio al thread di Martin. In realtà sto utilizzando questo sito anche per imparare a conoscermi meglio.

  • Avevo avuto modo di accennarlo più sopra in questo thread. Posso capire la sensazione di Martin. Io ho avuto l'acne verso i 20 anni, di una forma molto infiammata e dolorosa, e da allora faccio fatica ad accettare la mia pelle che oggi è nella norma, non ha niente che non vada (razionalmente parlando lo so), ma continuo a percepirla, specie nei momenti di maggior fatica e stress, come qualcosa di brutto, non accettabile.


    La vorrei diversa, più liscia, più uniforme, e penso che "se avessi la pelle perfetta allora sarei davvero felice" (spoiler: in realtà non è così). Ne ho parlato tanto in terapia, ne sto parlando molto, e so bene che proietto sulla mia pelle, reputandola "inaccettabile", alcune parti interiori di me stessa che faccio fatica ad accettare e ad amare. Anche la mia, come quella di Garden, è una non accettazione, o un'accettazione con molta fatica, di alcune parti di me che vorrei diverse.

  • Si, certi sentimenti tendono a rispuntare come i funghi.

    I miei erano anni che erano quieti. Quest'anno si è scoperchiato il vaso di Pandora, speriamo di comprenderli e "addomesticarli", questi sentimenti. Riconosco che in questo momento fungono anche da meccanismo di difesa e resistenza dal punto di vista sentimentale. Infatti, mi rendo conto che avrei il desiderio di incontrare qualcuno, ma queste sensazioni mi impediscono di mettermi in gioco davvero. Quindi, per il momento, aspetto che siano più "mansuete". In ambito amicale e lavorativo, per fortuna, non mi danno questi problemi. Infatti, da quei punti di vista, la mia vita procede regolare e con soddisfazione.


    Se penso a un ipotetico compagno, mi dico: se non accetto queste cose di me, come potrà accettarle lui?


    Oppure, nei momenti peggiori, quando percepisco orrenda la mia pelle (quando in realtà non lo è, o perlomeno non ai livelli così terribili che mi prefiguro io), penso quasi con sollievo di non avere un compagno, perché penso "e se mi vedesse così? Mi lascerebbe", e provo sollievo a essere da sola.


    So che sono pensieri disfunzionali.

  • Tendo ad avere un sentimento simile, Paoletta. Anche a me non crea problemi in campo amicale, ma in campo relazionale sì. Lì si tende ad essere molto più pignoli con sé stessi se si ritiene di avere qualche cosa che non va. Non so perché questa rigidità si manifesti più in quel settore, forse perché in campo relazionale c'è una sorta di ansia da prestazione, o perché una persona deve davvero fare i conti con sé stessa esposta, mentre con gli amici si può comunque restare più sul vago.


    Non so se Martin abbia problemi anche nelle amicizie, so che lamenta problemi relazionali pure lui. Anche io mi rendo conto sempre di più che sono pensieri disfunzionali, in quanto gonfiati emotivamente, ma una parte di sé ci crede, e tra la parte razionale e la parte che ci crede finisce per esserci una lotta. Ti auguro di riuscire ad addomesticarli, Paoletta. Io ci lavoro con un po' di inerzia.

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