Uscire dalla comfort zone: come poter lavorare su me stesso?

  • Salve.
    Ho una tendenza allo scrivere testi lunghissimi in questo forum: spero non mi capiti anche stavolta, anche se mi è difficile introdurre l'argomento senza descrivermi. [EDIT: fail! :assi: :rolleyes:]
    Mettiamola così: sono un ragazzo di quasi 26 anni tutto sommato soddisfatto del proprio modo di essere, delle proprie amicizie, della propria vita in generale, ma questo non mi impedisce di sentirmi parte di un processo continuo di scoperta (e ri-scoperta) di me, delle mie potenzialità, del superare i miei limiti, le mie insicurezze, le mie pigrizie e quant'altro. Sotto certi altri versi, dunque, sono invece parecchio insoddisfatto di tutte le occasioni mancate della mia vita (in generale) e cerco di lavorare su me stesso, perché i rimpianti si riducano e le opportunità (sia che si rivelino "positive" o "negative") vengano colte.
    Entriamo in argomento: cos'è che da troppo tempo mi insinua un profondo senso di incompletezza, disagio e diversità?
    Bene: la mia totale assenza di vita sentimentale e di vita sessuale, praticamente da sempre.

    Con la sola eccezione di un'unica storia durata un anno e mezzo, e finita ormai da due anni (senza alcun rimpianto né ripensamenti, sia chiaro; anzi è una delle scelte di cui sono pienamente soddisfatto, per quanto sia stata ovviamente sofferta al momento in cui l'ho vissuta), durante la quale ho avuto se non altro qualche esperienza sessuale (ma mai l'atto vero e proprio), l'assenza di attività sentimentale/sessuale è stata una costante nella mia vita (un misto di ragioni: disinteresse, timidezza, attrazioni mai corrisposte, insicurezza) e questo, col tempo, diventa un fardello sempre più pesante da gestire.

    Badate: non intendo dire che voglio avere una ragazza qui e ora, né che voglio una guida al rimorchio. Ciò che intendo dire è qualcosa di più radicale: vorrei sentirmi bene con la mia condizione di, sostanzialmente, pressoché totale inesperto (non nel senso "poco bravo" ma nel senso oggettivo del termine: privo di esperienza), tanto per cominciare, e darmi da fare per superarla. Vorrei potermi liberare dalle mie costrizioni mentali che, unite alla forte timidezza in questo ambito, di fatto mi rendono incapace di vivere serenamente al 100%, anche esperienze che apparentemente con "sesso e amore" non c'entrano nulla. E' (neppure troppo) facile mettere la testa nella sabbia e fare finta di niente, ma ogni occasione è buona a ricordarmi che nella vita "c'è dell'altro", una componente che l'essere umano per sua natura vive in modo spontaneo e più o meno genuino: un film, una battuta tra amici, uno spot (non necessariamente dei profilattici, ma quelli sono tra i peggiori "infieritori" per me, quando invece promuovono appunto una sana sessualità)... Il sesso, la vita sentimentale per estensione, sono un qualcosa che è giusto vivere e che voglio vivere.

    Il problema è che ormai sono talmente inviluppato nelle mie consapevolezze, da sentirmi un totale immaturo, e dunque il problema non è solo vincere la timidezza (che, in certi casi, riesco a mettere da parte non so neppure io come), ma sentirmi sereno qualsiasi cosa accada, e pronto. Sentirmi sereno se con amici e conoscenti (magari con i quali mi trovo bene anche se non sono così in confidenza da dar troppe spiegazioni in proposito) si ipotizza di "andare a femmine" (anche in senso giocoso), sentirmi pronto se vedo una bella ragazza che mi colpisce particolarmente, o se magari una ragazza cerca di lanciarmi qualche segnale che, com'è lecito aspettarsi, qualunque altro ragazzo della mia età coglierebbe per poi prendere inziativa. E, vabbè, ovviamente sentirmi pronto per eventuali appuntamenti, e via discorrendo, fino ad arrivare alla sfera dell'intimità che, com'è facile intuire, quando ci penso a volte mi fa quasi paura più che immaginarla come una cosa bella (e grazie! anche guidare un'automobile può far paura se non lo si è mai fatto prima! e l'automobile non ti giudica, per di più!).

    Al momento, per dirla con una battuta, per quanto sia un eterosessuale potenzialmente nel pieno del vigore e con la voglia di "farlo", mi sento perennemente come un eunuco in un harem. Cioè, anche in contesti (festicciole, discoteche, pub ecc.) dove ci sono moltissime ragazze io mi sento comunque incapace di fare alcunché. Vero è che non sono mai stato un tipo da "una botta e via", ma, ecco, vorrei comunque poter avere facoltà di scelta. Di scegliere se provarci con una ragazza o no, di scegliere se "fare una c∙∙∙∙∙a" e andare "con la prima che trovo" oppure no.

    Capito? Posso stare settimane/mesi senza mangiare una pizza, ma so che se ne voglio una posso in qualsiasi momento ordinarne una o andare in pizzeria e mangiarla.
    Sono stato, e penso di poter stare ancora, anni senza avere quasi alcun tipo di interazione "romantica" con le ragazze (salvo appunto la mia unica relazione, in cui però un'amicizia sfociò in altro, e in cui comunque col senno di poi posso dire che mancavano tante cose, tra cui una forte attrazione fisicia da parte mia; ah, e salvo una brevissima frequentazione, con un unico "appuntamento", circa 9 mesi fa, concluso subito perché "non è scattato nulla", come si suol dire). Ma il punto è: se non voglio continuare così? Se voglio uscire e mangiarmi una pizza? O, ancora, se un giorno incontrerò una "pizza" che avrò davvero voglia di "mangiare", cosa farò? Resto imbambolato e intrappolato nelle mie trappole mentali?

    Il mio sogno è incontrare una persona che mi stravolga, che mi piaccia a 360° e con un carattere affascinante tale non da farmi vincere qualsiasi paura e timidezza, ma addirittura di non farmele neppure percepire. Insomma, una persona con cui anzitutto riesca ad essere spontaneo al 100%, e a cui piaccio così come sono. In fondo mi sono accorto di essere piuttosto selettivo, anche involontariamente, perché se di amicizie femminili (sincere, spontanee, senza secondi fini e senza attrazioni da nessun verso) ne ho molte, la persona con cui vorrei stare (in senso lato) dovrebbe essere appunto straordinaria, nel senso proprio del termine, una persona che mi affascini non per il bel culetto o per l'intelligenza o per la simpatia, ma per un misto esplosivo di tutto questo, e altro ancora.

    Ma, sogni a parte, nel frattempo che faccio? Sto a guardare ed aspetto di incontrare una persona così, confrontando tutte con una sorta di modello mentale che neppure voglio avere? E quand'anche incontrassi una così, dato che viviamo nel mondo reale, come potrò essere sereno senza alcun tipo di bagaglio di esperienze con cui farmi le ossa?

    Ecco, mi sono dilungato anche stavolta. Chiedo a Voi qualche consiglio, o anche solo qualche opinione circa la mia condizione.
    Ciò che vorrei è colmare il mio senso di inadeguatezza, il mio vuoto, che non è rappresentato dall'assenza di una donna nella mia vita al momento ma dall'assenza in toto di vita sentimentale e sessuale, una condizione cui vorrei poter porre fine. Anche essere single può andarmi bene, ma vorrei esserlo - come si dice - per scelta, e non perché insicuro/inesperto/oggettivamente (e consapevolmente) immaturo.

    Alla peggio, comincerò a ubriacarmi (già, non sono mai stato un gran bevitore né mi sono mai ubriacato), così almeno in qualche modo 'ste inibizioni le perdo :whistling: :thumbup:

    Scherzi a parte, mi scuso per la lunghezza del post. Se a qualcuno va di dirmi due parole, posso solo dirgli grazie :beer:

  • Un modo per abbattere il muro dell'insicurezza e capire un po di più se stessi potrebbe essere cimentarsi in un arte marziale. Ti aiuterebbe a renderti più sicuro e a scaricare la tensione.
    Ma posso farti una domanda? Esteticamente come sei? Te lo chiedo perché l'aspetto fisico conta parecchio.

  • Sai una cosa? Sulle arti marziali hai ragione: ho praticato AiKiDo per 2 anni ed è stata una delle esperienze più appaganti ed entusiasmanti che abbia mai fatto. Mi ha aiutato molto a credere in me, nelle mie possibilità, e a superare limiti che ci creiamo solo mentalmente.
    Ho poi smesso per varie ragioni, e sono anni che mi riprometto di riprendere (anche se proprio ora è un po' difficile, sia per tempo disponibile che per un fatto economico).

    Sul secondo punto: mi fai una domanda da un milione di dollari, mia cara :rolleyes: Non ho una chiara percezione (o meglio: valutazione?) di come sono, ma diciamo che, un po' limitando gli eccessi di auto-critica, un po' basandomi su ciò che mi dicono e su ciò che mi accade, penso di essere di piacevole aspetto. Magari non sono uno che piace a tutte, il che non può che farmi prendere atto del fatto che evidentemente non sono "oggettivamente bello" (o non sono nulla di speciale), ma neppure mi ritengo brutto. Diciamo carino, va': posso piacere come posso non piacere.

    Che cosa ho detto? Tutto e niente, perché la domanda è di default soggetta a... soggettività, appunto, e proprio io non riesco ad avere una valutazione di me stesso. A volte mi sento e mi vedo decisamente di bell'aspetto, altre volte mi vedo un c∙∙∙o, non so essere più preciso di così.

    In ogni caso, anche se so che l'aspetto è importante (e infatti non vado in giro trasandato e trascurato, sebbene manco sia un maniaco dell'immagine), penso che possa essere un problema fino a un certo punto. Certo, se fossi un bel ragazzo al 100% ("oggettivamente bello"), la vita sarebbe mille volte più semplice, ma non è il mio caso. E comunque ho superato da secoli la concezione secondo cui l'aspetto sia l'unica cosa su cui fare affidamento, anzi. E' che mi manca la vena seduttoria, mi sento male quando dicono "L'uomo è cacciatore" o "L'italiano è il maschio latino" eccetera eccetera, perché - per estremizzare - io non mi sento minimamente cacciatore, e questo mi mette a disagio. Sono felice di quello che sono (insomma, di non essere un puttaniere né di rincorrere le ochette), ma lo sono un po' troppo, perché anche la ragazza più alla mano possibile si aspetterà da me (da chiunque) determinate cose, mentre io mi sento perennemente impacciato.

    Vero è che è pure raro che io incontri qualcuna che mi piaccia davvero: una volta, appunto, ho conosciuto una ragazza con la quale sono entrato subito in sintonia e con la quale mi sono sentito subito a mio agio, in perfetto feeling, e praticamente siamo arrivati a mezzo millimetro dal baciarci già alla seconda sera che ci siamo visti (tra l'altro in comitiva, manco a dire in un appuntamento galante). Questo per dire che in certi casi, quando sento feeling, quell'anima da cacciatore forse forse la caccio pure io. Magari ancora acerba, ma forse forse c'è.
    Il problema è che non mi capita pressoché mai, un feeling di questo tipo, come se... boh? non ci fosse mai "tensione" tra me e chicchessia. Forse, chissà, il mio corpo non produce feromoni? (è una battuta ma a volte mi sento proprio così)

    Comunque, e concludo (sigh, non riesco proprio a scrivere poco!), sono tanto impacciato quando ho a che fare con chi mi piaciucchia anche solo un po' quanto spontaneo e disinvolto con chi non mi "interessa" minimamente, tant'è che - specie ultimamente - tendo a stringere molto facilmente amicizie femminili (nel senso stretto, sincero e bello, e non "occasioni mancate").

  • Secondo me hai difficoltà con la persona che trovi interessante perché hai paura di mostrare ciò che sei veramente. Cioè, il fatto che ti piaccia una ragazza ,che rientra nei tuoi canoni, ti porta ad aver paura di sbagliare e a dire e fare qualcosa che possa rovinare l'approccio. Ovvero pensi a una miriade di cose da discorrere ma finisci col dire: Banane.

  • Secondo me hai difficoltà con la persona che trovi interessante perché hai paura di mostrare ciò che sei veramente. Cioè, il fatto che ti piaccia una ragazza ,che rientra nei tuoi canoni, ti porta ad aver paura di sbagliare e a dire e fare qualcosa che possa rovinare l'approccio. Ovvero pensi a una miriade di cose da dire ma finisci col dire: Banane.

    O "ammaccabanane". Esatto!

  • E' un fattore psicologico che ti blocca. Devi cercare di capire che cosa ti porta ad avere quel comportamento confuso.
    Cosa pensi nel momento in cui ti trovi con la ragazza?
    Esattamente cosa intendi per impacciato?

  • Mah, sai che ogni volta che penso a questa cosa ho una prospettiva diversa? Quando sono più lucido e meno "melodrammatico" riconosco che, per certi versi, sono io a non essere quasi mai interessato a nessuna. O per meglio dire: è rarissimo che conosca/incontri qualcuna che mi colpisca davvero, e non ho molto stimolo nel "buttarmi" su chi "non mi dice nulla". Non parlo di aspetto fisico (sebbene parli anche di quello, perché fa parte dell'attrazione), ma di qualcosa che mi faccia davvero pensare/provare "Wow!". Non so, forse chiedo troppo? Ma non è che chieda alcunché, semplicemente non posso impormi di farmi piacere ciò che non mi dice nulla (ripeto: non parlo di aspetto fisico ma di tutto).

    In altri casi, invece, mi capita "quantomeno" di provare forte attrazione fisica, verso ragazze che magari caratterialmente non mi dicono granché... però, ecco, se non fossi io mi piacerebbe divertirmi a provare a sedurle, a flirtare con loro, a vedere com'è, magari ad andarci a letto! (sempre nel rispetto della sua persona, senza inganni né c∙∙∙∙∙e alla Barney Stinson, per intenderci; piuttosto, per divertirsi entrambi, magari con leggerezza ma con reciproca consapevolezza)

    Ecco, riassumendo è come se ci fossero tre livelli: quelle che non mi dicono assolutamente nulla (né fisicamente - anche nei casi in cui le trovi carine - né caratterialmente/emotivamente - anche nei casi in cui le trovi comunque simpatiche); quelle cui, detto in termini poco poetici, salterei addosso senza se e senza ma (LoL, scherzo per farmi capire); e quelle che, semplicemente, mi piacciono a 360°, ma di queste ne ho conosciute ancora troppo poche nella vita.

    Diciamo che siccome nessuno mi assicura che incontrerò mai qualcuna che mi prenda a 360°, che mi sconvolga, con cui avrò un ottimo feeling eccetera, mi piacerebbe quantomeno vivere un po' di emozioni (e sensazioni) con chi almeno mi fa battere il cuore in altri modi, con chi mi scalda il sangue. Il problema è che anche in questi casi (relativamente rari - evidentemente ho gusti difficili, che ci posso fare?! - ma non così rari come quelle del tipo di cui sopra) non m'è mai capitato di essere attratto da qualcuna che ricambiasse minimamente. Certi segni ormai *CREDO* di saperli leggere, e noto quando una ragazza proprio non mi guarda neppure, non è minimamente incuriosita da me. Questo mi fa passare la voglia di provarci, perché trovo - forse ingenuamente, ma tant'è - che buona parte del piacere nasca dal... piacere all'altra, appunto. E' bello il concetto di conquista, ed ho provato a perseguirlo diverse volte, ma ormai ritengo che se a una ragazza non interessi non interessi, punto. Se è attratta da te almeno un pizzichino, allora può forse iniziare il gioco della seduzione, altrimenti è solo inseguire chimere, è solo perseveranza ostinata, e il suo dis-interesse aumenta la mia insicurezza o, quantomeno, mi fa sentire brutto e/o insignificante.


    Tutto questo per dire che non so descrivere bene la mia situazione, ma ho fornito ulteriori sfumature.
    Se una ragazza non mi dice niente, neppure mi scatta lo stimolo per mettermi alla prova.
    Se una ragazza mi piace e mi prende, forse mi diventa tutto automaticamente semplice, ma mi sono trovato in questa situazione praticamente una volta sola nella vita (e, sebbene sia durata praticamente quanto una bolla di sapone e sia finita un po' amaramente, ne conservo un dolcissimo ricordo ed una gratificante esperienza finché è durata).
    Se una ragazza non mi prende in senso completo ma comunque mi fa impazzire a livello attrattivo, infine, capita sempre che con costei non riesca ad entrare in sintonia, e che comunque non mi guardi neppure. E in questo caso non so proprio cosa fare per cambiare le cose. E quindi mi sento escluso da qualsiasi gioco di seduzione, anche fatto solo per divertimento.

    Poi vabbè, rimane il complesso dell'essere vergine, quindi forse in tutti i casi mi auto-saboto a monte per paura di arrivare al momento "clou" (nonostante sia ciò che invece vorrei).


    Sono un bel casino, lo so. Ed un casino che scrive troppo, anche :whistling:

  • Ascolta, cerca di capire perché ti blocchi.
    Hai quasi 26 anni e non sei soddisfatto sessualmente.
    Che ne dici di cambiare qualche tuo comportamento? Anche se risulterà strano, insolito dagli altri che importa? Il tuo atteggiamento fino adesso non ha portato i risultati che speravi.
    Cambia prospettiva, buttati, fregatene di tutto.
    Se non cerchi di cambiare punto di vista ; senza aver paura di sbagliare davanti alla donna che corteggi e abbia dei giudizi negativi su di te, rimarrai nella solita vita ordinaria.
    Vedrai che con la pratica si migliora. Parla con la prima che capita e se risulterà un fiasco, prosegui.
    Che se ne parli male o bene l'importante che se ne parli.

  • Premetto che apprezzo i tuoi consigli (...ed il fatto che ti sorbisca i miei romanzi d'introspezione di bassa lega).
    Credi che non provi continuamente a cambiare? Io mi sento continuamente diverso, già ora mi sento diverso rispetto a, ad esempio, 6 mesi fa: cerco di avere i piedi per terra (laddove prima invece ero molto più sognatore e credevo di più nel romanticismo; non che ora non ci creda, ma sono molto più disincantato, anzi ho paura di diventare troppo cinico), cerco di comportarmi in modo naturale senza farmi condizionare dal giudizio degli altri. Questo in generale, con tutti. Ci riesco sempre? No, perché in certi ambienti e ambiti mi è più difficile infischiarmene di ciò che pensa l'"altro", ma cerco di mantenere quella tendenza.

    Ecco, riassumendo potrei dire questo: io sono io, mi comporto come mi è più naturale, poi quel che succede succede.

    Il "problema" è che non succede mai niente, in ambito sentimentale/sessuale. Non che debba accadere per forza qui ed ora: ribadisco che non cerco una donna, ma un modo per far entrare questo "ambito" nella mia vita, altrimenti percepita da me stesso (non sempre ma quasi) incompleta, inappagante, e comunque sempre più "strana" rispetto a quella degli altri.

    Non conosco mai qualcuna che mi piaccia davvero.
    Se vedo (o conosco) qualcuna che "almeno" mi attrae e con la quale mi piacerebbe "divertirmi", comunque non mi risulta affatto naturale muovermi in quel senso. Come se una vocina interna mi dicesse "Ma che stai facendo? Manco ti interessa...". In questo caso, dovrei zittire il cervello e lasciar fare agli ormoni: mi ci vorrebbe la maschera di The Mask, hai presente? O comunque qualcosa che spegnesse le "pippe mentali" (cioè ragionamenti razionali e se vogliamo anche coerenti e "giusti", ma che non lasciano spazio all'imprevedibilità e alla sperimentazione) e che mi facesse agire d'impulso. Perché in queste occasioni, ecco, il mio "fregarmene" non funziona. Per quanto mi sforzi, se "punto" ad una ragazza di questo tipo non riesco proprio a non percepirmi come performer, e di conseguenza un performer svantaggiato perché privo di qualsiasi competenza. Come un (non) scalatore che un giorno si sveglia e, senza attrezzature né alcuna preparazione fisica né conoscenza, decide di scalare l'Everest.


    Riuscissi a stare in pace con me stesso, rinuncerei a qualsiasi tipo di divertimento sessuale fine a se stesso: in fondo non l'ho mai fatto, non l'ho mai desiderato se non negli ultimi anni (come rimessa in discussione, appunto, di ciò che credo, di ciò che sono), e teoricamente posso farne a meno perché di fatto "non è da me". In tale ottica, quando incontrerò una ragazza che mi Piace con la P maiuscola, mi verrà tutto più naturale (come m'è già capitato di sperimentare).

    Il problema è che non sto in pace con me stesso, perché non riesco a spegnere quella vocina nel cervello che mi dice "Hey, ma tu sesso proprio niente, eh?", perché non mi sento un essere umano completo, perché quand'anche riuscissi a sopire ogni desiderio fisico (non sono un animale, non penso sempre e solo a quello), non riuscirei comunque a zittire la stessa vocina che dice "Tutto ok, non devi per forza fare sesso ora, ma quanto pensi che la cosa possa durare ancora? E se incontri "quella giusta", che fai? Ti tiri indietro? E comunque non pensi di stare perdendoti qualcosa?".


    Ecco, io penso di starmi perdendo qualcosa. Esperienze di vita, prima che mero appagamento ormonale.

    Il problema è che non riesco a "cambiare" oltre un certo punto, e comunque "cambiare" è una parola troppo ampia.
    Altro problema è che non trovo comunque mai "terreno di prova", qualcuna con cui "allenarmi" (e già questo mi suona bruttissimo, perché considero le ragazze delle persone, non fantocci d'allenamento).
    E quand'anche la trovo, la partita non mi incoraggia mai (nessun segno di interesse, nessuna "complicità" da parte sua).


    Vabbè, altro romanzo...
    Ormai non so manco più che dire, parlo più per schiarirmi le idee che per avere consigli ^^

  • Altro problema è che non trovo comunque mai "terreno di prova", qualcuna con cui "allenarmi" (e già questo mi suona bruttissimo, perché considero le ragazze delle persone, non fantocci d'allenamento).
    E quand'anche la trovo, la partita non mi incoraggia mai (nessun segno di interesse, nessuna "complicità" da parte sua).

    Probabilmente nei luoghi che frequenti non c'è gente che fa per te. Hai mai provato a cambiare compagnia?
    Incide molto anche gli amici che frequenti.
    Hai possibilità di conoscere una moltitudine di persone?
    Che lavoro fai?
    Hai degli hobby?
    Finisco col dire che più di così non posso aiutarti.
    Ti consiglio di rivolgerti da uno psicologo, anche solo per una riflessione, uno sfogo o altro. Saprà sicuramente indicarti la strada giusta per lavorare su te stesso.

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