Ciao Anonima,
la situazione in cui stai versando, ahimé, la conosco decisamente bene....
In questo periodo sono disoccupato e posso garantirti che, soprattutto quando come me, si hanno 39 anni, non è proprio il massimo, anche considerando che il lavoro è diventato quasi un miraggio, o peggio ancora, un lusso....Comunque posso dirti che quasi tutte le mie esperienze lavorative pregresse sono caratterizzate dal fatto che generavano in me una certa sofferenza accompagnata da un forte senso di inettitudine e di inadeguatezza. Io non ho mai ricoperto ruoli manageriali, ma ciò nonostante, non sono stati pochi i casi in cui avrei voluto mollare tutto, allontanarmi dal posto di lavoro, fuggire da esso, stretto nella morsa del quel senso di derealizzazione, di depersonalizzazione e di inettitudine che mi accompagnavano quotidianamente e che erano la manifestazione palese di un forte stato depressivo e di ansia. La sera non riuscivo a dormire, mi nutrivo al massimo una volta al giorno mangiando pochissimo. Non sono mai stato un macho; il mio peso forma è 60-61 kg, ma durante il periodo più nero sul lavoro ero arrivato a pesare 53-54 kg, non di più. Avevo trovato un po' di pace svolgendo mansioni di carattere più operativo che impiegatizio; sì, è così, anche se può suonare molto strano che un laureato in giurisprudenza preferisca mettere a disposizione la sua manualità, la sua formazione tecnica (prima di essere un laureato sono un perito industriale) sporcarsi le mani d'olio, invece che vestire in giacca e cravatta e sfoggiare tutta la sua conoscenza giuridica. Ma purtroppo, anche a causa di altri eventi, non mi è stato possibile continuare a ricoprire ruoli operativi all'interno dell'azienda per la quale ho lavorato quasi 7 anni come somministrato. Tant'è che da circa un anno mi trovo nella condizione di disoccupato.
Quella che sto vivendo adesso è un'altra fase della mia vita in cui lo stato depressivo, dal quale evidentemente non sono mai uscito, ha ripreso vigore e sta nuovamente tentando di distruggere e minare quel misero e precario equilibrio emotivo che faticosamente ho raggiunto nel corso di molti anni.
Non so se sia in grado di dispensare consigli; pertanto non mi proverò a farlo. Però, se me lo permetti, ti inviterei a tentare di ascoltare te stessa, a sentirti, per cercare di comprendere le ragioni del tuo malessere, anche se immagino tu abbia già provato a dare una giustificazione alla condizione in cui stai vivendo.
Il lavoro dovrebbe essere uno dei tanti contesti nei quali una persona riesce ad esprimere e manifestare il proprio ego. Non si è nati per vivere infelici; quando si incontra un ostacolo che ci impedisce di provare sensazioni piacevoli, di star bene con noi e stessi e con gli altri, non vi è altro da fare che rimuoverlo, anche se è più facile a dirsi che a farsi...
Ho scritto qualche intervento diversi anni fa qui sul forum di Nienteansia; se ti va, prova a darci un'occhiata. Magari non servirà a niente o forse potrà esserti, sia pur minimamente, di un qualche aiuto.
Ora ti saluto. Spero di cuore che tu riesca ad uscire da questa situazione quanto prima! Buona fortuna per tutto! Ciao!
Andrea
Messaggi di Andre75
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Ciao nemk,
se può renderti più tranquilla, vivo pure io, da molti anni, una situazione del tutto simile alla tua. L'ansia mi accompagna costantemente da quando ero poco più che adolescente e da molti anni ormai è affiancata da uno stato depressivo dal quale, nonostante sforzi e tentativi vari esperiti in questi anni, non riesco a venir fuori. Ma non si tratta di pazzia; anche tu, come me, non sei affetta da alcuna patologia del genere, fidati. In questo periodo la mia situazione è precipitata ulteriormente; ho perso il lavoro quasi un anno fa ed ora, come unica alternativa realmente perseguibile, non mi resta che tentare di rientrare in un contesto lavorativo dal quale anni addietro ero uscito perché gli orari di lavoro e il sacrificio richiesto erano molto pesanti. Qualcuno potrà ben dirmi che dovrei ritenermi fortunato, in quanto almeno una possibilità di trovare un altro lavoro dopo aver perso il posto, soprattutto di questi tempi, a me è concessa. Sì, sarà pure così, ma tornare a lavorare 6 giorni su 7 per quasi 12 ore al giorno ed avere si e no a disposizione circa 12 giorni di ferie all'anno non è il massimo. Posso garantire, avendolo già provato, che la qualità della vita si riduce notevolmente ed il tempo che resta per le attività di svago e di distrazione sparisce quasi totalmente. Il giorno di riposo difatti lo passavo interamente a letto per riprendere le forze. Ma a ben vedere non ci sono alternative; o mangio questa minestra o...muoio di fame. Vabbè, tutto questo per dire che dovrò trovare gli strumenti per far fronte ad una situazione non facile. L'interesse per ciò che prima, cioè al tempo in cui avevo il lavoro che ho perduto, era piacevole, lo sto perdendo progressivamente consapevole del fatto che ritornare a svolgere un lavoro che assorbe tutte le energie significa non potersi più dedicare agli hobbies e a quelle passioni che avevo scoperto negli ultimi anni....pazienza...dovrò pure rinunciare al trekking ed alle escursioni in montagna con infinito rammarico...
Pure io sono avvolto da quella strana sensazione che si prova quando ciò che si sta facendo sembra quasi che non ci appartenga, che non abbia alcun senso, che non porti a niente. Per me vivere è sempre stato e continua ad essere difficile, probabilmente perché non sono mai riuscito a trovare una mia dimensione e non mi sono mai sentito appagato per quello che facevo...brutta sensazione...
Comunque tieni duro! Cerca di comprendere le ragioni del tuo malessere; ascoltati, chiediti cosa davvero ti fa star bene e cosa vorresti davvero fare in futuro. Cerca di sentirti e di dar voce a quella parte di te che non riesce ad emergere, soffocata dalla pesantezza provocata da depressione ed ansia. Per me ormai è un po' tardino, ma tu (mi sembri molto giovane) hai il tempo per uscire da questa condizione. Provaci e vedrai che ne verrai fuori! Un saluto! Andrea -
Mi permetto di segnalarti un bellissimo libro di Bambarèn; si intitola l'onda perfetta. Se non l'hai già letto te lo consiglio. Ciao stammi bene aris!
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La solitudine è una affettuosa cinica compagna
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Un giorno la vita verrà a bussare alla mia porta...spero di essere in casa quel giorno...
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Ciao koki,
io di anni ne ho 38 ed alla mia età è legittimo attribuirsi il connotato di "vecchio"; ma non certo alla tua!Con questo voglio solo dire che secondo me puoi tranquillamente provare a procurati qualche occasione per conoscere delle ragazze. Non sono nella condizione di dispensare consigli in merito ai modi più appropriati per avvicinarsi alle ragazze; io sono single da molti anni e nella mia vita ho avuto soltanto un paio di storie di breve durata tra le altre cose...pensa te come son messo!
Capisco comunque ciò che intendi dire quando scrivi che inizia a pesarti un po' la situazione; normalmente fa piacere a chiunque riuscire a condividere parte della propria vita con un'altra persona ed è fisiologico che tu senta la necessità di avere una ragazza.
Io non sono mai stato in grado di avvicinarmi ad una ragazza senza che iniziassi a farmi paranoie del tipo "le piacerò", "le riuscirò abbastanza simpatico"...e nel tempo questo mio atteggiamento e modo di pormi costantemente indeciso ed in partenza già fallimentare ha prodotto, ovviamente, solo risultati negativi...
A me dicevano spesso di lanciarmi nel mucchio..ma gli unici lanci che sono stato capace di fare sono quelli dall'aereo quando ero militare nella Folgore, col paracadute, si intende!
Qualche problemino di socializzazione l'ho avuto pure io e continuo ad avvertire tutt'oggi delle difficoltà ad interagire con gli altri che mi portano ad evitare, a volte, anche solo una conversazione.
Non so se è il tuo caso, ma io, alla tua età, non mi avvicinavo alle ragazze, anche e soprattutto per il fatto che l'eventuale rifiuto mi avrebbe procurato un forte dispiacere; avrei iniziato a dubitare più che mai di me stesso e la mia autostima, già ridotta ai minimi termini per vari motivi, avrebbe subito un ulteriore brutto colpo.
Neppure io ho mai avuto un gruppo di amici; e questo sicuramente non ha giocato a mio favore. Di occasioni per conoscere ragazze non se ne sono presentate molte ed io, da solo, non ero in grado di crearmi delle opportunità per avvicinarmi a loro.
L'unica cosa che mi sento di poter dire è che in effetti sarebbe opportuno tentare almeno di allontanare dalla mente tutti quei pensieri distorti che ti impediscono di agire; prova ad intavolare una conversazione con una tipa, che so, in biblioteca, oppure in un locale. Solo per il giusto di fare conoscenza, senza riporvi troppe aspettative. Poi magari da cosa nasce cosa, oppure, terminata la conversazione finisce tutto lì; non puoi saperlo se non tenti almeno!
In bocca al lupo per tutto! Ciao! -
Ciao Make,
che dire; a me sembra una risposta sufficientemente interlocutoria, cioè mi pare che possa lasciare spazio ad una riconciliazione e quindi è probabile che la persona che ti ha risposto in quel modo stia cercando di farti capire che non vuole rompere l'amicizia od il rapporto che ha con te, ma che comunque è rimasta offesa dal tuo comportamento o da ciò che hai detto, non so.
Forse intende solo far passare un po' di tempo prima di rivederti o di ricominciare a frequentarti; tempo che potrebbe servirle per dimenticare l'accaduto, se così si può dire.
Comunque il fatto che abbia accettato le tue scuse fa pensare ad una soluzione positiva della faccenda, secondo me.
Ciao! -
Elezioni politiche 2013
Riflessioni strettamente personali (e magari insensate) dell'ultimo minuto.
Che dire...di confusione mi pare ve ne sia già abbastanza; tanto da una parte quanto dall'altra (o se lo si preferisce, dalle altre), per par conditio mi viene da aggiungere sarcasticamente. La campagna elettorale, incentrata essenzialmente sul principio per cui per strappare più consensi, invece di presentare piattaforme programmatiche serie, ben strutturate e convincenti, ci si affida alla "demolizione politica" dell'avversario, non mi pare sia stata in grado di fornire un valido supporto per coloro che saranno chiamati a votare. Ma è solo la mia opinione; magari molti sono stati invece capaci di orientarsi adeguatamente grazie a quel mare magnum di interviste, tribune elettorali, programmi televisivi vari, etc. che hanno dato voce agli esponenti dei diversi partiti.
Non credo che il tutto possa semplicisticamente ridursi alla domanda "chi vincerà? questo o quello?". Non siamo davanti ad una partita di calcio; non vi è da scommettere tra chi sarà il vincitore e chi invece uscirà sconfitto dal confronto. L'invito del ministro Cancellieri a non desertare le urne, tanto per portare un esempio, credo sia carico di significato; il fondato sospetto che molti elettori non si presenteranno a votare, lascia riflettere. In effetti sembra che possa esserci, rispetto anche solo alle elezioni politiche precedenti, un' alta percentuale di astensioni; il che non farebbe certo bene al principio di democrazia rappresentativa che informa il nostro Sistema. Lasciando da parte la legge elettorale, che indubbiamente, per il modo in cui è stata concepita, non può certo ritenersi un capolavoro di "ingegneria legislativa", il problema mi pare possa principalmente ravvisarsi nel fatto che, nel tempo, vi è stato un progressivo e continuo allontanamento dalla politica da parte di coloro che, se tutto va bene, ogni cinque anni vengono chiamati a rinnovare i due rami del Parlamento. E ciò penso abbia contribuito a far decollare una forma di disinteresse collettivo verso uno dei momenti istituzionali più importanti, ovvero proprio le elezioni politiche. La conseguenza, a mio modesto avviso, è che il valore ed il significato del voto ha perso progressivamente il suo specifico peso nella società in cui viviamo. Quella che secondo me dovrebbe essere recuperata, è una coscienza politica che attualmente non anima più le decisioni degli elettori (rectius: di una parte non indifferente di essi); si va a votare e si vota pur che sia. Se non vi è coinvolgimento politico, se non vi è piena consapevolezza dell'importante ruolo istituzionale che la politica (e anche l'anti-politica) svolge, continueranno ad essere sufficienti i metodi "puerili", decisamente poco appropriati, che i partiti ed i loro leaders adottano per confrontarsi in campagna elettorale, per spuntarla gli uni sulgi altri e a cui siamo abituati da un po' di tempo a questa parte. Detto questo, anche se pure io ritengo di appartenere a quella fascia di disinteressati, voterò; se non altro per contribire all'attuazione di quel meccanismo democratico-rappresentativo che caratterizza il nostro Sistema. -
Ciao Frans,
sono decisamente più grande di te (ho 37 anni); posso comprendere le tue parole. In buona parte sone molto simili a quelle che ho utilizzato io nei mie interventi sul Forum a riguardo della mia situazione personale; situazione nella quale ansia e depressione, a più riprese ed ormani da molti anni, hanno contribuito a rendermi decisamente difficile l'esistenza.
Ma non voglio parlare di me; io le mie carte le ho giocate anche se male....non ho più molte possibilità di cambiare la mia vita.
Sei una ragazza molto sensibile e questo, per quanto possa essere un requisito positivo, a volte può ritenersi anche un elemento diciamo di disturbo. Mi pare di notare, da ciò che hai scritto, che sei un po' insicura riguardo a scelte che potrebbero condizionare la tua vita. L'università l'ho frequentata pure io e mi sono laureato; tra alti e bassi però....e senza crederci a sufficienza.
Ho vissuto per molto tempo in una dimensione tutta mia; ho abusato della virtualità spendendo tanto, troppo tempo davanti al pc, nella speranza, mal riposta, di trovarvi rifugio e conforto rispetto ad una realtà nella quale mi sono da sempre sentito inadeguato e tremendamente a disagio.
A me succedeva, e purtroppo succede a tutt'oggi, di provare sensazione di inettitudine nei confronti di tutto ciò che mi circonda...qualsiasi obiettivo raggiungessi, dal più banale, al superamento di un esame, mi dicevo che comunque non valevo niente....i risultati positivi ottenuti non riuscivano a convincermi del contrario...
Nel tempo, ahimé, questo satato di cose mi ha portato ad avere non pochi problemi anche sul piano relazionale e su quello lavorativo...ho avuto una sola ragazza, tra l'altro conosciuta a mezzo internet, all'età di 25 anni....una storia durata poco più di due anni....da quel momento in poi, il vuoto assoluto...vivo solo da molti anni ed ho perso la speranza di tornare a provare quelle belle sensazioni che si percepiscono quando si è coinvolti emotivamente in una relazione sentimentale...
Non è facile dare un senso alla propria esistenza...sei stanca, come scrivi nei tuoi post...ti capisco perchè capita spesso anche a me di provare la stessa cosa..
Prova a guardarti dentro Frans, prova ad ascoltarti, cerca di sentirti, di capirti....è importante; io non l'ho fatto a tempo debito e adesso mi trovo in balia di onde gigantesche e devo lottare tutti i giorni per ricacciare pensieri negativi e autodistruttivi che annebbiano la mia mente.
Sei giovane; hai tutto il tempo che ti occorre per indirizzare la tua vita verso ciò che ti fa star bene. Se senti la propensione verso una certa attività, cerca di avvicinartici più che puoi. Chiediti, se non lo hai già fatto, cosa davvero ti piacerebbe fare in futuro e cerca una risposta a questo interrogativo dentro di te.
Bè...magari le mie parole sono inutili o più probabilmente le avrai già sentite o lette in altri interventi, comunque ti inviterei a non mollare! Ascolta anche la tua sofferenza; fa parte di te, per adesso. Ma se nel tempo riuscirai a comprenderne le ragioni, vedrai che si ridimensionerà notevolmente.
In bocca al lupo per tutto!
Un saluto! -
Ciao Agatha,
sì, è successo anche a me e continua, purtroppo ad accadere....al tempo delle scuole medie, non passava sera che non mi ritrovassi, una volta coricatomi, a versare lacrime in silenzio, così da evitare che i miei potessero accorgersene...era molto probabilmente il modo con cui mi sfogavo, magari dopo una giornata tutt'altro che piacevole in cui il senso di inadeguatezza, che ancora oggi mi accompagna, si era fatto sentire in modo particolare....adesso, a distanza di molti anni da allora, mi capita di piangere anche se non più con molta frequenza...mi ritrovo da solo in casa, la sera, ed improvvisamente iniziano a scendere lacrime a cui poi segue un pianto difficile da controllare, da reprimere.....a volte il tutto dura pochi minuti...in altre occasioni, invece, il pianto si protrae per un periodo più lungo...credo che il tutto sia ricollegabile allo stato d'ansia che ormai vivo non so più da quanto tempo...
Non so se sia in grado di dare dei consigli...comunque penso che cercare le ragioni dell stato d'ansia possa sicuramente ridurre il fenomeno delle crisi di pianto...cerca, se puoi, di individuare quali potrebbero essere i motivi che alimentano il tuo stato ansioso (non so...studio, ambiente di lavoro e/o tipo di lavoro, rapporti interpersonali, rapporti con i genitori, etc..). Lo so, magari ho scritto delle parole inutili; posso soltanto affermare con forza, sulla base della mia personale esperienza, che l'ansia è in grado, ahimé, di condizionare la vita di chi si ritrova a doverci fare i conti.
Un saluto e un in bocca al lupo!
Stammi bene. Andrea