Messaggi di Odisseo.

    Non stavo dicendo che sia una cosa facile, non sono così ingenuo.

    Ma il punto è capire DOVE indirizzare i propri sforzi per raggiungere l'obiettivo. Perché la cosa meno produttiva che si possa fare è ostinarsi a percorrere una strada che porta ad un vicolo cieco.


    Siccome mi sembrava di aver capito che, dalla tua esperienza, proprio in un vicolo cieco ti fossi ficcata, mi ero permesso di suggerirti strategie alternative.


    Ma se per te, invece, le app sono la direzione giusta, chi sono io per contraddirti?...

    Va bene così, continua pure e ti auguro ogni bene.

    Questo è vero, io perdo tanto tempo tra pc e smartphone.

    Ma se li eliminassi conoscerei più gente? Non credo.

    Ma infatti la mia era solo una analisi dei motivi che hanno portato a questa situazione, più che un suggerimento operativo su cosa fare per risolvere il problema.

    Anche se ridurre la dipendenza da Internet è un pre-requisito per farlo: non sufficiente, ma necessario.

    Quando prendete questi farmaci come fossero caramelle (che poi mi piacerebbe tanto sapere come fate a procurarveli), ricordatevi che andate a privare pazienti diabetici che hanno problematiche di salute serie tali per cui hanno necessità di assumerli.

    Grazie al comportamento di alcuni il farmaco è diventato irreperibile nelle farmacie.

    Dunque cerchiamo di avere un po' di rispetto per queste persone, dato che in futuro, i loro problemi di salute potrebbero coinvolgerci in prima persona.


    Chiudo qui la polemica.

    Mi spiace, ma io, invece, devo riaprirla essendo parte in causa.


    1) non me li sono "procurati" di contrabbando, ma li ho regolarmente comprati (ad un costo esorbitante: 220 euro la scatola). E posso farlo in quanto, essendo medico, me li posso auto-prescrivere.


    2) per il motivo di cui sopra, non ho preso queste pillole "come caramelle", ma cum grano salis, essendo consapevole di poterle prendere.


    3) le ho prese al dosaggio minimo, anzi pure meno del dosaggio minimo, e solo per due settimane (neanche una confezione intera ho consumato): mi sono servite per "prendere l'abbrivio", poi ho continuato, facilmente, con la semplice e "normale" dieta. E adesso ho smesso pure con la dieta, sto solo attento a non strafare, avendo raggiunto il mio obiettivo in pochissimo tempo (senza l'abbrivio iniziale sarebbe stato molto più difficile e forse non ce l'avrei proprio fatta, non so...);


    4) È vero che il farmaco è difficile da reperire ma solo per chi, come me, lo prende(va) off label, pagandolo di tasca sua. Per i malati di diabete il farmaco è a totale carico del SSN e, previo piano terapeutico, è garantita la disponibilità preferenziale;


    5) infine, contesto il fatto che gli obesi o anche le persone in "semplice" sovrappeso (io, ripeto, non appartenevo né all'una né all'altra categoria) siano discriminati e si contesti loro la possibilità di "guarire" utilizzando un farmaco e colpevolizzandoli perché non riescono a dimagrire con la "semplice" forza di volontà.


    6) fortunatamente già adesso negli USA ci si sta orientando per estendere anche all'obesità (lì una tragedia nazionale) la prescrittibillità del farmaco. Confido che presto sarà così anche in Europa.

    Ma ovviamente ci divertiamo figurati. Sono dei discorsi che però facciamo, per conoscerci e perchè abbiamo o almeno vogliamo avere delle prospettive future che includano l'uno nell'altra.

    Non fateli, non servono a nulla.

    Anzitutto non vi auguro che la vostra sia automaticamente la storia della vostra vita: forse sì e forse no.

    Sono fermamente convinto che a 20 anni bisogna fare quante più esperienze possibili, per arrivare, poi ad una età più matura, a scegliere il proprio compagno/a di vita più o meno definitivo/a, cn cognizione di causa, essendo in grado di valutare i pro ed i contro di un rapporto.

    Tutti quelli che conosco che hanno iniziato una relazione molto precocemente, poi, arrivati ad una età poco più avanzata (30-35, al massimo 40) si sono "stufati" e si sono lasciati, rimpiangendo di non aver vissuto in pieno la "libertà" dei 20 anni.


    Ma anche nella ipotesi che, invece, contraddicendo il mio assunto, restiate insieme per la vita, cambierete sicuramente idee e posizioni di principio più e più volte.. Al punto che non mi meraviglierei se, arrivati al momento cruciale, a 30 anni o oltre, le vostre posizioni non si invertano, con te che, obbedendo all'orologio biologico, sentirai prepotente il desiderio di maternità, mentre lui sentirà l'altrettanto prepotente desidero delle serate con gli amici a giocare a calcetto (nella migliore delle ipotesi... :D ).


    Vivi giorno per giorno, senti a me: quello che ci riserva il futuro non lo sa nessuno... Si sa solo che, certamente, ci stupirà, in un senso o nell'altro.... ;)

    Auguri.

    Ma non è vero, dai.
    Viaggiare per lavoro, per studio, per necessità, ti porta a confrontarti con il mondo.

    VIaggiare "in quanto tale", della serie, weekendino con Ryanair, è divertente e piacevole, ma se parti scemo torni scemo, anzi immaturo diciamo.

    E chi parla di weekendino con Ryanair" (che, pure, è meglio di niente)?

    Certo che l'ideale è fare lunghi soggiorno all'estero per lavoro e/o per studio: io, visto il lavoro che faccio, ne ho fatto, continuo a farli e ne farò moltissimi. Ma non tutti hanno la mia fortuna: ed allora meglio sfruttare i soldi che si hanno per fare viaggi itineranti in autonomia, affittando una macchina e girando all'avventura (o quasi) piuttosto che spenderli in una crociera di lusso anche intorno al mondo.

    Un mio professore (di Patologia Medica), un grande uomo verso cui nutrivo una ammirazione sconfinata, diceva spesso una frase, una semplice battuta forse, che però mi è rimasta impressa:


    "Ricordate sempre che la Vita è una malattia, sessualmente trasmessa e con prognosi inevitabilmente infausta"


    Perché mi è rimasta impressa? Perché mi ricorda sempre che la morte, come la vita, è FISIOLOGIA, è un evento del tutto naturale che ci riguarderà inevitabilmente tutti: non è MORIRE che dovrebbe terrorizzarci (come ho già scritto altrove e come diceva Epicuro, la morte non deve farci paura, perché quando noi ci siamo lei non c'è e quando lei c'è noi non ci siamo più) ma vivere, o meglio NON vivere, nel terrore perenne di morire.


    Chi vive amando la vita muore una volta sola, chi vive nel terrore muore tutti i giorni.


    Sono frasi che lasciano il tempo che trovano? Forse... Ma è lì tutto il segreto. Se riesci a coglierlo.

    Auguri.