Ma questo malessere di cui parli è una caratteristica del carattere o pensi sia un problema d'ansia o depressione? Megalomania intesa come mania immotivata di benessere per almeno sei mesi?
Se gestisci queste dinamiche da sola va bene così, sono solo tratti del carattere. Se senti qualcosa di più, puoi contattare uno psicologo.
Dai un'occhiata a questa guida, potresti ritrovarti in alcuni disturbi:
ThreadAnedonia, distimia, ciclotimia e disforia: i parenti stretti della depressioneSempre più spesso sento nominare questi termini nel forum. Ho cercato un po' in rete e ho visto che sono tutti disturbi collegati alla depressione. Vorrei chiedere a chi di voi li ha provati o ne sa di più a proposito.
Ti ringrazio per gli spunti di riflessione, anche del precedente post. Sono cose su cui ho riflettuto anni addietro, ma è bene che le rispolveri perché non bisogna mai abbassare la guardia.
Chiedo scusa se mi dilungherò e se forse esulo dalla sezione, ma è un necessario quadro per capire anche il problema oggetto della discussione.
I miei poli di autostima sono state lunghe fasi della vita, non si alternano nel breve periodo. Nella prima fase della vita ero insicura (ho subito anche un periodo di bullismo alle elementari, cose tra bambini che a vederle da fuori fanno ridere ma possono lasciare ferite profondissime nella psiche) e in adolescenza sono arrivata alla depressione maggiore, non diagnosticata ufficialmente ma diciamo che non ne ho bisogno per saperlo, i "sopravvissuti" non si possono sbagliare sulla natura di quella voragine.
In famiglia mio padre mi amava e mi viziava, mia madre mi blastava abbastanza. In perenne conflitto anche violento tra loro, sono stati una bomba emotiva per i figli. Certe volte quando leggo di narcisismo trattato alla leggera mi rendo conto che pochi sanno di gradi di "malattia" in cui l'esposizione a una persona o ambiente può condurre più persone alla morte in pochi anni, cose pesanti (i cui oggettivi risvolti si sono visti in casa mia e di conseguenza anche su di me).
Uscita dalla famiglia le cose per me sono migliorate in modo costante negli anni, anche grazie al mio ragazzo dell'epoca, che purtroppo ho ripagato male, cosa per la quale ho maturato negli anni sensi di colpa enormi. Ma ai tempi secondo me "lui tanto non mi amava".
Poi ho avuto per un decennio una vita soddisfacente, dalla depressione si può uscire con fortuna, impegno, aiuto, una mano sulla testa, non so bene cosa, ma se ne può uscire e vivere una vita anche bellissima per lunghi periodi. Si può provare l'autentica felicità. E quando si è felici, niente di nuovo sotto il sole, tutti ti vogliono tutti ti cercano (quando stai male il vuoto spinto più o meno). Per questo parlavo di megalomania, essere molto popolari, senza un adeguato background, spesso porta a disperdere energie senza costruire nulla di solido.
Ma siccome la calma non dura per sempre, circa 15 anni fa è sopraggiunto un problema psicosomatico quasi invalidante (motivo per il quale mi sono imbattuta nel forum credo). Ho combattuto e cercato di portare avanti la mia vita (che è rimasta tutto sommato positiva), ma sentendomi indebolita si è reinnescato un ciclo di insicurezza (con un disturbo psicosomatico vi sono ahimé motivi oggettivi per esserlo) e messa alle strette ho cercato sicurezza nel luogo/ambiente natio. Avendo ricollegato (per la sua natura palesemente affine) il mio disturbo al bullismo subito, quindi al gruppo dei pari, e come retroterra ai traumi familiari, ho deciso di rifugiarmi e allo stesso tempo sfidare i miei demoni andando ad affrontare gli stessi ambienti con la forza di adulta. Col senno di poi, una bella idea del c...o... mi si passi il francesismo.
Mettiamoci pure il lavoro che di questi tempi è un tasto dolentissimo, non sto andando proprio a gonfie vele.
Ti ringrazio per aver sottolineato i sintomi di alcuni stadi della depressione, perché in effetti non è il caso di sottovalutare certi campanelli che suonano da un po'. Mi hai dato una svegliata ecco.
In tutto questo, tre anni fa è nata la storia con l'uomo in questione. forse un'evasione, forse un appiglio, di sicuro un regalo inaspettato e tanto star bene insieme. Ci siamo dati tanto. E come diceva Ruggeri, occhio al botto e attenzione alla carta sotto. Per entrambi mi sa. Nel giro di un anno e mezzo o due, i miei problemi hanno preso il sopravvento sulla positività che potevo mettere nella relazione ed è partita nella mia testa la solfa del "tanto lui..." Forse anche prima visto il suo continuo prendere le distanze da qualsiasi "cosa seria" (ma lì ci sono motivi oggettivi per pensarlo). Adesso i suoi problemi sono più tosti dei miei e fine della corsa. Anche "gli st..i che non vogliono impegnarsi" piangono. I problemi non gli impediscono di correre dietro alle gonnelle si direbbe, ma questa è una valutazione in cui non posso essere obiettiva.