Grazie mille a tutti per le vostre risposte... a questo punto dovrò solo aspettare che passi un po' di tempo per riprendermi.
Messaggi di Biancofiore12
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E' molto probabile che la seconda in elenco sia la causa della prima.
Perché, come possono essere legate le due cose?
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Grazie a tutti per le risposte. Fa tanto male, ma oggi ci siamo visti e lui ha preso le sue cose. Una parte, poi tornerà nei prossimi giorni a prendere quello che gli manca. Ho provato a dirgli che creare una nostra indipendenza e staccarsi dalla sua famiglia non porta perdite o meno importanza, ma solo un'evoluzione peraltro necessaria. La sua risposta è che questo è il mio modo di vedere le cose, non il suo, e lui non avverte tutto questo come necessario. Sto tanto male perché tranne questo problema grande stavamo bene e andavamo d'accordo, ci siamo lasciati provando ancora tanto l'uno per l'altra... ma che alternative c'erano? In cuor mio spero che lui si convinca a fare questa maturazione e torni, ma so che non succederà.
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Ciao,
leggo diversi "problemi" in questa relazione:
- lui ha scatti di nervosismo e rabbia repressa
- lui è un mammone dipendente dai suoi
Questo è il punto: lui non cambierà mai e sarà mammone per sempre, tu sei disposto ad accettarlo o ti infastidirà sempre di più?
Per gli scatti di rabbia se è già in terapia è già sulla buona strada.
Bisognerebbe capire perché discutete così spesso.
Grazie per la tua risposta. Io ho paura di essere fagocitata dalla sua famiglia e di ritrovarmi a non avere mai una nostra identità di coppia e di futura famiglia. Ovviamente non ho la palla di vetro e non ho la certezza che questo avvenga, però ho paura che lui non si stacchi mai. È vero che conviviamo, ma a volte lo sento ancora dai suoi.
A volte penso di essere sciocca perché io mi sono sentita amata e non gli ho mai chiesto di scegliere, però percepisco la sua insoddisfazione. Le sue parole: "Non capisco perché vuoi separare le cose: noi e la mia famiglia." A me mette agitazione perché secondo me è giusto separare da adulti, e lui non la pensa così. È vero che ha 28 anni, io ho qualche anno più di lui. Magari le cose sarebbero cambiate. Dico sarebbero cambiate perché mi ha appena detto di essere stanco di stare sempre a parlare e di non essere più disposto a trovare soluzioni, perciò di lasciarci.
Ora sto male e mi interrogo se davvero il mio comportamento è stato corretto o se ho avuto delle pretese troppo alte e rigide. Perché, a parte questo punto che mi rendo conto essere importante, stavamo bene. Ora mi rimane solo tanto dolore per un sentimento che da parte di entrambi è forte e ancora presente, ma forse non abbastanza.
Bisognerebbe capire perché discutete così spesso.
Credo perché lui è insoddisfatto nel sentire che lo stare con me lo sta piano piano allontanando dai suoi e non gli piace. Forse sono io a voler essere troppo esclusiva, non lo so però avevo davvero il desiderio che lui sentisse questa come casa sua senza rinnegare la sua famiglia d'origine.
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Da quando ho iniziato una frequentazione con un ragazzo, mi sono resa conto anche del fatto che non sono pronta per una relazione. Nel senso che il pensare di dover limitare i miei rapporti e interazioni mi appesantisce terribilmente.
Spiego meglio, prima di tutto ho molte amicizie maschili anche a distanza (alcuni vado anche a trovarli), per di più sono rimasta amica del mio ex con cui ho convissuto per 10 anni + 4 di amicizia.
Una volta o due al mese vado a trovarlo (abita in un'altra regione, in cui prima abitavo anche io) e colgo la possibilità di vedere vecchie amicizie e anche i miei gatti.
La nostra storia è finita per mancanza di attrazione fisica da parte di entrambi, un tradimento da parte sua e il fatto che eravamo totalmente incompatibili come fidanzati. Per me e anche per lui il rapporto è fraterno, e nemmeno ci sfioriamo.
Il fatto che capire questo rapporto o l'andare a trovare degli amici, per la persona che sto vedendo è dura (giustamente, lo sarebbe per chiunque) ma nello stesso tempo rinunciare a persone a cui tengo mi farebbe stare male.
Mi ha detto che anche se la cosa lo preoccupa non mi negherebbe mai nulla, ma sono abbastanza sicura che alla fine verranno a crearsi discussioni perché ha difficoltà a capirlo.Sono stata 10 anni in una bolla, isolata, e ora che sono single ho guadagnato una libertà che amo profondamente, e mi spaventa che qualcun altro possa privarmene. Tra l'altro per me gli affetti (se veri) sono qualcosa da custodire per tutta la vita, probabilmente perché non ho mai avuto una famiglia presente e quindi ci tengo particolarmente.
Sbaglio a pensarla in questo modo?
Ma sei single da tanto? Magari potrebbe essere anche il fatto di riabituarsi a una nuova dimensione di coppia. Io ho avuto molte difficoltà nel conciliare amore e amici però secondo me tanto dipende anche dal ragazzo che ti è accanto. È chiaro che non devi relegarlo in fondo alla lista però magari in alcune cose puoi coinvolgerlo coi tuoi amici. Riguardo l'ex sicuramente è una situazione particolare però magari potresti pensare di farglielo conoscere così lui può tranquillizzarsi.
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Salve a tutti, è il mio primo post su questo forum. Il mio problema riguarda la relazione con il mio compagno, con cui sono da 3 anni e convivo da quasi 2.
Sono mesi che continuiamo a discutere regolarmente e non riusciamo a trovare un equilibrio. I motivi sono i più disparati, dalla questione seria a un banale imprevisto quotidiano. La costante, però, sono le sue reazioni, che a mio avviso sono eccessive. Lui urla, rompe oggetti e poi se ne va perché si vergogna di queste sue reazioni. Ha sempre avuto questi comportamenti e fin dall'inizio gli ho detto che erano inappropriati e non portavano a nulla.
Mi ha confessato di averli sempre nei momenti di nervosismo e ha iniziato da quasi un anno una terapia per cercare di capirli. Inizialmente il suo umore è migliorato notevolmente, abbiamo cominciato a comunicare meglio e in modo più calmo, tanto che abbiamo deciso di convivere dopo poco, dato che già vivevamo da soli entrambi e lui passava tanto tempo da me. I primi mesi sono stati fantastici, ma da gennaio a questa parte c'è stato un crollo.
Lo percepisco insoddisfatto di tutto, non sembra stare bene, ma non so cosa debba fare. Qualche giorno fa, in una delle tante discussioni, credo di aver capito la radice della sua insoddisfazione: sente di essere isolato dalla sua famiglia convivendo con me e non capisce perché noi e loro dobbiamo essere separati. Io vado d'accordo con i suoi genitori, mi ci trovo bene e li vediamo regolarmente.
Ho chiarito che non ho intenzione di metterlo di fronte a una scelta, ma vorrei creare un nuovo nucleo familiare nostro, sullo stesso livello di quello con la sua famiglia. Lui ritiene che il mio rapporto con i miei sia troppo formale e autonomo perché, ad esempio, li chiamo prima di passare da loro o organizzo incontri nei giorni in cui vogliono fare qualcosa da soli. A me sembra normale, perché i miei hanno una vita separata dalla mia e quindi potrebbero voler uscire da soli quel giorno. Ma comunque, il problema non sono i miei.
Fin dall'inizio della convivenza, lui tornava a casa dei suoi tutti i giorni, a pranzo o per altre occasioni, o faceva la doccia dopo la palestra perché gli era più comodo. Spesso i suoi genitori non erano nemmeno a casa, quindi non capisco perché ci andasse. Credo che lui non sia ancora indipendente da loro e in certi aspetti sia immaturo. Sono in 4 (con una sorella) e gli ho detto che non voglio diventare il quinto membro e che, a 32 anni, non sono più una fidanzatina che va a cena dai genitori del ragazzo.
Da quando abbiamo avuto questa conversazione (qualche giorno fa), mi sta evitando, esce quando sono a casa e, ovviamente, va dai suoi e non è gestibile. Per quanto mi riguarda, sono combattuta: è venuto a casa mia anche per staccarsi un po' dai suoi genitori (sue parole), che sono molto controllanti, ma sembra che non ci riesca e stia retrocedendo. Non so se devo aspettarlo o accettare il fatto che lui sarà sempre così e, se voglio stare con lui, dovrò accettare che vada dai suoi tutti i giorni mentre io sto a pranzo/cena a casa, si fa la doccia da loro o porta i panni da lavare dalla madre.
Tempo fa avevamo anche parlato di avere un figlio e avevamo cominciato a provarci, ma ora credo sia meglio mettere tutto in pausa, perché come farà ad essere padre se è ancora così figlio? Non mi dà sicurezza. So di essere una persona rigida e strutturata e ho paura di fare lo stesso errore anche in questo caso. Ma allo stesso tempo, ho paura di perdere l'autonomia che ho faticosamente costruito con i miei e che ora abbiamo accettato e ci troviamo bene, e di rimanere coinvolta nella sua famiglia.
Ho scritto molto, ma mi piacerebbe avere il vostro parere per riflettere su cosa fare. Grazie!!