Messaggi di fake00

    E quando sei rientrato cosa è cambiato? Sei cambiato te, scoprendo nuovi livelli di energia che ti hanno permesso di superare le difficoltà precedenti oppure hai cambiato la situazione in cui vivevi?

    Io per scelta personale non sono voluto "scappare" (per me quella sarebbe stata la concezione). Di sicuro mi hanno aiutato periodi di stacco come lunghe ferie estive o natalizie, ma l'unica cosa che è cambiata è stata un po' di consapevolezza nel capire che ne ho bisogno di più (in vita mia, per farvi capire, non credo di aver fatto mai più di 4 o 5 volte ferie estive perché non ce lo si poteva permettere, per cui quella mentalità l'ho mantenuta anche da lavoratore, insomma sempre rinunciato alle vacanze che quindi sono diventate in automatico qualcosa di cui poter fare a meno).

    Ho, però, scoperto che per compensare tutto lo stress avrei bisogno di concedermi tante di quelle cose per cui non mi basterebbe lo stipendio xD


    La domanda un po' provocatoria è: ma voi vi siete mai sentiti "ciclicamente" esausti? La mia paura è di partire alla ricerca di un qualcosa che non troverò mai perché qualsiasi cosa io faccia mi ritrovo sempre con forti periodi di "svogliatezza", per combattere i quali sento proprio il mio corpo produrre adrenalina che appena mi fermo mi fa stare male, con palpitazioni e agitazioni.

    Ho parlato di esaurimento proprio In modo voluto, perché il termine si presta bene anche al discorso di capacità di forza ed energie. Anche io ho imparato che la scorta di energie viene erosa dallo stress ma può essere ripristinata in diversi modi. Nel mio caso, però, non riesco sempre a concedermi lo spazio che mi serve, anche perché non mi va di sentirmi obbligato a fare qualcosa non per piacere ma per necessità di recupero. La mia paura è che mi debba rassegnare ad avere una ridotta autonomia, o forse è più giusto dire di avere una gestione pessima delle energie, perché io sento proprio l'ansia che gira sempre in secondo piano. E questo mi crea il triplo dell'effort, perché in aggiunta alle attività standard devo far coesistere anche l'ansia e allo stesso tempo il suo controllo. Quello che mi spaventa di più è che se con il lavoro posso mettermi l'anima in pace ed accettare di essere "uno svogliato", con la vita privata non saprei come fare. Mi devo rassegnare a diventare un coniuge pessimo, irresponsabile, menefreghista? Questa cosa mi devasta perché sento la responsabilità di non venire mai meno per i miei cari, ma spesso non ho neanche la forza di ascoltarli. La concentrazione durante i "colloqui" con le persone mi drena tutte le energie. Mi ritrovo molto spesso costretto per autocontrollo a non lasciarmi andare ai miei pensieri introversi per rimanere nella realtà della discussione. Insomma, mi manca sicurezza di decidere consapevole del "ma si un modo si trova poi" perché ho paura di vivere momenti in cui serve impegno extra e non ne ho.

    No assolutamente, ma sono responsabile dei progetti e non posso sparire e fregarmene, non posso proprio. Posso solo sperare che mentre sono in ferie non ci sia bisogno di un mio intervento.

    Hai provato a staccare il telefono almeno nel weekend? Io ho iniziato quando dei colleghi scrivevano di sabato, chi di domenica. Ho fatto un conto matematico: già di mio vado in difficoltà con 5gg di lavoro a settimana, se ce ne sono almeno altri 2 che lavorano anche di sabato e di domenica per i propri obiettivi, a me servirebbe una settimana da 9 giorni. Impossibile. Quindi impossibile per impossibile ho iniziato a non consultare le mail nel weekend. Le cose vanno avanti comunque, e se loro hanno la forza (e la ricompensa?) per lavorare 7su7 io li invidio ma me ne sono fatto una ragione, perché non ci riesco, non ho la forza di accollarmi i loro lavori extra come loro non ne avranno per accollarsi i miei problemi privati.

    Nella gestione dei progetti c'è molto spesso un errore nel valutare una risorsa importante, il tempo al di fuori del lavoro, che viene tanto sminuito da rinunciarvi, spesso per obiettivi di altri.

    Il tuo responsabile è reperibile nel weekend? Ce li ha altre responsabilità a cui badare nel privato come fai tu? Si/No? È giusto che ti accolli tu le sue responsabilità? È giusto, o meglio ne vale la pena, che se lui non ha altro che il lavoro debba essere così anche per te? Viceversa, è giusto che lui riesca a badare alla propria vita privata ribaltando le responsabilità su di te che magari sei costretta a rinunce che invece lui non fa?

    Buongiorno a tutti,

    Scrivo per cercare un confronto e dei suggerimenti. Vivo una situazione molto ampia e articolata, per questo provo a rimanere più stretto sul tema in "oggetto".

    A lavoro mi trovo molto spesso in difficoltà, oramai mi succede da 2/3 anni (lavoro da circa 8 anni) con una certa periodicità. Alterno giornate in cui sono abbastanza in forma a dei periodi in cui sono davvero scarico, faccio difficoltà a concentrarmi, non riesco a portare avanti più di 3 o 4 cose al giorno, ma peggio al di sopra di tutto ciò arrivo vicino all'esaurimento. Mi è capitato di vivere un esaurimento, con continue agitazioni, paura di andare a lavoro, insonnia, vertigini, mal di stomaco, fame sconsiderata e incontrollata e difficoltà di concentrazione. Sto provando ad affrontare il tutto con un percorso di terapia psicologica (che copra anche altri aspetti della mia vita su cui ci sarebbe forse anche di più da raccontare), che mi ha portato a capire che devo concedermi più spazi, più occasioni di gratificazione e concessioni di piacere. Questo mi è servito ad affrontare un altro paio di momenti di difficoltà quasi simili, che forse sono riuscito a superare, temporalmente ma non nel senso di soluzione definitiva, grazie agli strumenti scoperti in terapia. Le difficoltà più grosse sono iniziate in concomitanza con un cambio di mansione nell'azienda in cui lavoro ma soprattutto con un evento di attacco di panico legato alla sfera familiare. Negli anni con sacrifici, dedizione, abnegazione e rinunce sono riuscito ad ottenere un lavoro che all'inizio sembrava l'obiettivo di una vita, inerente al percorso di studi, ben pagato per la media nazionale (ma equivalente al 'minimo' all'interno dell'azienda che ha di suo una buona paga base) ma che si è rivelato estremamente stressante per me.

    Sono sempre stata una persona ansiosa ed introversa, probabilmente con lo stress da lavoro mi restano poche risorse per gestire le mie difficoltà. Vengo al dunque, considerando che sto notando difficoltà che ho sempre avuto anche durante gli studi (ma che non avevo mai notato più di tanto, mi sono solo sempre ritenuto meno talentuoso dei colleghi, motivo per cui mi sono sempre impegnato il doppio raggiungendo però performance più scarse) mi chiedo: esiste una soluzione all'esaurimento nervoso? Ho come la sensazione di essere di mio a corto di energie, limitato a poche ore di attenzione al giorno, lo è stato con gli studi, lo è con il lavoro. Questo mi porta ad asserire che il problema sono io, che non troverò mai una soluzione, tanto vale tenersi stretti un contorno che per quanto pesante a tratti lo ritengo quasi da privilegiati, e me ne sono sempre vergognato credendo di non meritarlo.

    Ecco, mi piacerebbe un confronto con persone che capiscano la problematica perché la vivono o l'hanno vissuta, capire se esistono dei punti di vista ed esperienza a cui non avrei modo di accedere se non attraverso questo spazio.